Già esisteva vicino e fuori porta Tufi una chiesa dedicata a San Frediano, costruita circa l'anno 797 da Donna Maria Bisdomini, come appare nelle Cronache di Siena nei manoscritti presso gli Eredi dell'eruditissimo Signor Umberto Benvoglienti. a foglio 24.
Il primo monastero che fu accettato dal beato Bernardo Tolomei fu quello di San Benedetto a Porta Tufi fuori di Siena, nell'anno 1322, lo aveva messo a disposizione Bonaventura di Valcherino (o Gualcherino), gentiluomo terziario francescano e in seguito rettore dello spedale della Casa della Misericordia. Lui stesso aveva cominciato a fabbricarlo, fuori di porta Tufi, e fu intitolato a S. Benedetto.
I monaci di S. Benedetto godettero ben presto di tanta stima, che fin dai primi tempi, fu introdotto presso il Comune l'uso d'invitarne due per assistere alle periodiche elezioni dei magistrati della Repubblica.(Così dice il Lancellotti, op. cit. p.117)
Il 31 ottobre 1338 annotiamo l' Intervento dei monaci di Monte Oliveto e di S. Benedetto di Siena per difendere i propri diritti a riscuotere la "quarta mortuorum", davanti all'autorità vescovile. (Reg. Oliv. I,11).
L'edificazione delle mura di Siena e sviluppo cittadino nei primi decenni del '300.
Proprio nei primi due decenni del trecento, data la prosperità della città e il suo notevole incremento demografico, si dette l'avvio ad un progetto grandioso, il maggiore in estensione di tutta la storia senese, che oltre a borghi nuovi, incluse anche estesi spazi verdi che potevano consentire una maggior autonomia in caso di assedio e soprattutto offrissero zone vergini allo sviluppo edilizio.
Le ragioni della costante espansione della città in atto agli inizi del Trecento sono da ricercarsi quindi negli effetti dell'immigrazione, alla quale probabilmente dettero un non piccolo contributo gli operai incaricati dei nuovi lavori della fabbrica del Duomo, della sistemazione stradale, della manutenzione delle fonti, della costruzione del palazzo Comunale e di tutti quei lavori di pubblica utilità che caratterizzarono il governo dei Nove.
L'incremento demografico e l'espandersi dell'area urbana acquistano un particolare interesse inquadrati nella totalità della vita economica senese del Trecento.
L'aumento della popolazione documentata per i primi decenni del secolo, coincise infatti a Siena con un incremento della produzione industriale, soprattutto nella produzione e lavorazione laniera, con la possibilità di invenire numerosa la mano d'opera e quindi a prezzi più bassi e con un notevole sviluppo della domanda interna.
Del 1323 sono le mura nel tratto di Val di Montone, con la sistemazione della porta nel 1326, anno in cui avvenne anche la progettazione generale di tutto il nuovo tracciato di mura, dalla porta di Ovile a quella di San Marco, quindi da Follonica fino a sant'Agostino, porta Tufi.
Era un progetto di largo respiro che veniva ad ampliare la città e ad offrire nuovi spazi urbani verso sud, sud-ovest. Non era solo il Comune che programmava questo tipo di espansione, ma era la popolazione stessa a non sentirsi sufficientemente sicura dal lato di Camollia che non era protetta da solide mura, mentre se pur all'esterno alle mura, si formavano insediamenti proprio a sud, con un senso di tranquillità e prosperità là dove la città si apriva verso la soggetta Grosseto e verso la Maremma, dalla quale si incoraggiava addirittura l'immigrazione.
La testimonianza diretta di frequenti richieste di cittadinanza presentate da abitanti del contado al Consiglio della Campana, come pure, le registrazioni di nuove case nella Tavola, trovano risposta nel 1329 con la facilitazione offerta dal Comune, relativamente verso i meno abbienti, con la modifica del sistema di tassazione dei nuovi cittadini.
Infatti per statuto ogni nuovo cittadino, all'atto della presentazione della richiesta di cittadinanza, doveva impegnarsi alla costruzione di una abitazione propria del valore di almeno 100 lire nella città o nei suoi borghi, e questo provvedimento certamente riusciva ad evitare la lievitazione degli affitti che sarebbe seguita alla maggiore richiesta di alloggi ed allo stesso tempo si operava così una sorta di selezione dei nuovi cittadini.
Ecco poi l'espansione anche nel borgo di San Maurizio, il borgo di Abbadia Nuova, e in questo senso la costruzione di questa cinta trecentesca sembra voler almeno in parte precedere lo sviluppo anche urbanistico di questo territorio, quasi a ventaglio lungo la direttrice esterna di ciascuna delle porte.
Proprio nei primi due decenni del trecento, data la prosperità della città e il suo notevole incremento demografico, si dette l'avvio ad un progetto grandioso, il maggiore in estensione di tutta la storia senese, che oltre a borghi nuovi, incluse anche estesi spazi verdi che potevano consentire una maggior autonomia in caso di assedio e soprattutto offrissero zone vergini allo sviluppo edilizio.
Proseguendo i lavori si arrivò alla realizzazione delle mura fino a Porta Tufi-Porta San Marco.
Queste mura furono terminate nel 1415.
I frati di San Simone avevano costruito nel 1378 l'arco sulla strada per sorreggere la propria chiesa, e così funzionava come antiporto della città, e con il completamento di questo tratto di mura si raggiunse finalmente quella grossa meta di chiudere il semicerchio dalla chiesa di Santo Spirito fino alla porta Laterina e all'aggancio con le mura di Fontebranda.
Nel 1416 iniziarono i lavori per il completamento dell'ultimo tratto delle mura senesi, quello appunto che avrebbe racchiuso la zona di Follonica e la chiesa di san Francesco.
Se la zona di Follonica non ha mai subito un processo di urbanizzazione, si ha però notizia che nel 1322 certe persone "... hedificarunt extra portam Saancti Johannis Battiste", nel 1347 vi vennero trasferiti certi laboratori dell'arte dei pizzicagnoli proprio perché "extra portam Provenzanam usque planum Follonice ex utraque parte vie ubi sunt cantine (…) sit locus solitarius ab abitationibus (Consiglio Generale 97, c.84v., 1322 agosto 19; 140, c. 10 v., 1347 gennaio 26).
Il 9 marzo del 1383 si ribadì l'inesistenza di mura nel terzo di San Martino, dalla chiesa di santo Spirito a porta Busseto. Nel 1408 finalmente " E' sanesi ferono murare le mura drento a Santo Spirito, cioè drento a santo Giovanni" operando cioè il completamento di questo tratto fino a congiungerlo con le mura interne di Follonica, utilizzando tra l'altro, secondo una pratica piuttosto diffusa nell'epoca, i materiali di recupero di certe case distrutte dei Malavolti.(cfr. Paolo di Tommaso Montauri, Cronaca senese, cit. p. 764.
L'ubicazione per fissare la lira non sempre corrispondeva con l'ubicazione del luogo del popolo parrocchiale.
- Le mura iniziate con un progetto di grandissimo respiro nel 1326 furono inizialmente importanti per il controllo delle merci in transito, e quindi per una ragione di tassazione o gabella, e nello stesso tempo diventavano il simbolo della dignità della città e l'espressione del suo volontario isolamento dal mondo circostante e in seguito risultarono opere veramente necessarie per la difesa da bande mercenarie.
Come ammiriamo dall'immagine del Buongoverno del Lorenzetti l'alta cinta di mura divide nettamente in due la città dall'alto verso il basso, e oltre le mura c'è la campagna ben distinta dalla città, ma comunicante con essa attraverso la porta dalla quale transitano muli carichi di merci.
Fa impressione costatare che solo verso il 1371-1383 si presero provvedimenti per completare la cinta del tratto ovest delle nuove mura. Infatti la cinta muraria restava ancora aperta da un lato e quindi incompleta fino al 27 settembre 1371 quando il Consiglio Generale della Campana stabilì di costruire "super fosso cavalcante terzeri Sancti Martini, videlicet ab Abatia Nova ad Ecclesiam fratrum Sancti Spiritus" (A quel giorno il monastero di san Giovanni al Piscione era già dal 1353 unito a Santo Spirito tenuto ancora dai Silvestrini ( prima dei domenicani).
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Bibliografia e fonti:
Nel 1347 era priore Fra Geronimo di ser Sozzo di Siena.
TAVOLA delle Possessioni: Anni 1316-1320
-Volumi rimasti 144:
1-92 : Possedimenti dei proprietari del Contado,
93 : Immobili del contado - del 1665
95-144 : Beni degli abitanti della città
- Dei volumi che mancano sono quelli contenenti la lira di:
- Abbazia all'Arco,
- Stalloreggi di fuori,
- Abbazia Nuova di sopra,
- Castel Montone,
- San Maurizio di fuori.
- Biccherna: vedi i registri dal 1307 al 1354: promesse di costruzione di edifici.
- Vedi le Cronache senesi di - Agnolo di Tura ecc. per la storia delle costruzioni delle chiese e di edifici pubblici, l'incremento demografico.
Atti notarili di San Benedetto : F O N T E S
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Ecco la descrizione dei documenti:
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Dai documenti citati in occasione degli scavi per cercare le ossa del B. Bernardo Tolomei abbiamo trovato citato le seguenti date con i rispettivi fatti storici:
Sono documenti che provengono anticamente dal monastero di San Benedetto di Siena a Porta Tufi, e che si trovano citati e in transunto trascritti nel volume manoscritto da Don Ippolito Piccolomini nel 1774 per il monastero di San Benedetto e ai quali si fa riferimento anche nelle descrizioni in ordine alfabetico UU nello stesso .
Ecco l’elenco dei documenti:
B 1
B 2
B 3 1339.12.01: Ego domina..filia de Sancto
B 4 1388
1338 - Ser Giovanni del già Ser Ranucci di Ventura . B 5 - UU f. 42 fac. 2
1339 - Guido del già Giovanni detto il Porco B 6 - UU f. 43
1363 - Brizzo del già Pavolo e Ser Bartolomeo 1368 . B 7 - UU f. 43 fac. 2
1364 - Ser Francesco del già Lando . B 11 - UU f. 44.
1368 - Ser Bartolomeo del già Pavolo. B 8 - UU f. 43 fac. 2.
1369 - Ser Nino del già Ser Domenico di Nino . B 16 - UU fo. 47.
1374 - Ser Francesco del già Lando di Ser Mino di Ima B 12 - UU f. 45.
1379 - Ser Salerno del già Giannino. B 17 - UU fo 47 fac. 2.
1400 - Ser Bonfilio da Corsignano. B 28 - UU f. 53 fac.2
1405 - Gregorio XII concede la chiesa di S. Teodoro B 30 – UU f. 54
1408 - Ser Lorenzo di Ser Lapo, in Pantaneto B 29-UU 53
1419 - Ser Giacomo di ser Francesco di ser Nino di Tura B 33- UU a fo 55
La serie degli atti notarili in carta pecora che si trovano nell’archivio di Monte Oliveto denominato DIPMOM B (diplomatico dell’archivio generale di Monte Oliveto, serie B)
Sono documenti che provengono anticamente dal monastero di San Benedetto di Siena a Porta Tufi, e che si trovano citati e in transunto trascritti nel volume manoscritto da Don Ippolito Piccolomini nel 1774 per il monastero di San Benedetto e ai quali si fa riferimento anche nelle descrizioni in ordine alfabetico UU nello stesso .
Ecco la descrizione dei documenti:
1338 Eredità di Ser Sozzo per Fra Girolamo B 5 UU a fo 42 fac 2
Pervenne al Monastero di San Benedetto l'eredità di Ser Sozzo mediante la persona di Fra Girolamo monaco, avendo il monastero suddetto preso il possesso di un pezzo di terra, vigna e bosco con Casa, Capanna e cisterna in Corte di Cerbaia detto Rasa, confinante da due parti la via e da altra Mignanello d'Andrea Mignanelli, sotto rogito di Ser Giovanni del già Ser Ranuccio di Ventura, come al Contratto sciolto in Cartapecora segnato B.5 ed al Libro segnato UU. a fo. 42 fac. 2.
La sopraddetta possessione non si possiede dal Monastero nè se ne trova la vendita.
Ser Giovanni del già Ser Ranucci di Ventura.
1339/8/ 7 Donazione di grano: 125 moggia B 6 - UU f. 43
Nell'anno 1338 Misser Niccolò del già Giotto de Ragnoni donò al Monastero di San Benedetto moggia centoventicinque di grano cedendo tutte le ragioni delle medesime, che gli potevano competere e gli si competevano contro Galletta suo figliolo emancipato e che detto suo figlio lo doveva dargli per tutto il tempo di sua vita dei frutti e rendite di certe possessioni poste nella Corte del Sasso di Maremma, sotto rogito di Guido del già Vanni detto il Porco, come appare al Contratto sciolto in carta pecora segnato B. 6 ed al Libro segnato UU a fo. 43.
"Ego dominus Niccolaus miles filius quondam Grotti de Ragnonibus de Senis per me ipso et omni jure via et in quibus possum tantum donationis inter vivos. Ita per aliqua ingratitudine vel offensam vel alio modo renueri non possit plene libere et simpliciter do et dono vobis fratri Bareta Comes Mini de ordine fratrum Sancte Marie de Monte Oliveto prope senas recte et stipulanti pro domino Abbate monasterio Capitulo conventu et fratribus Sancte Marie de Monte Oliveto et eorum fraturm vice et nomine nominum infrascriptorum et ex eorum et totum do cedo et concedo vobis... dictum est et in dictum dominum abbatem Monasterii Capituli Conventus et fratrum per ..omnia et singula jura et actiones et petitiones et pignora obbligationes reales et principales...directas tacitas ex expressas sine mixtas et omnes alias que et quas...
..mediorum frumenti boni puri et necti ad rectum starum comitatus Sen. sine malitia de summa et quantitate eorum usum fructuum reditum sen. proventum quod dictus Galletta in dare et tradere tenetur debet et promisit toto tempore vite sue per usum fructum et reditum..et possessiones posite in castro Sassi Umbronis comitat Sen. et dicte curie. Pérout de pactis latius dicitur...
..Preterea ego notarius infrascriptus percepi nomine Ture et...sta. sen. dicto domino Niccolao donationis prope...predicta omnia et singula confiteor per hoc instrumentum et omnia singula observar. de ipso abbati fratribus Monasterio Capitulo et Conventu Sen. is per singula vel singuli consensuit et promisuit in...
Actum in claustro sancti Benedicti Sene de Monte oliveto posito extra portam de Tufis prope Senas coram fratre Ristoro Balducci, fratre Bencivenne, Johannis de dicto ordine, Magistro Lando Magistri Cennis et Salvi Accorsini tantum presentibus et rogatis.
Ego Guido not. filius quondam Vannis vocatus Porci predictis omnibus interrogatus et ea rogatus...
Guido del già Vanni detto il Porco.
1363 Donazione di 25/720 parti da Giovanni Ragnoni B 7 - UU f. 43 fac. 2
Da Giovanni del già Lando di Giotto Ragnoni e da Donna Filippa del già Figo di Leo sua moglie fu donato al Monastero di San Benedetto 25 delle 720 parti dell'infrascritti stabili, sotto rogito di Ser Brizzo del già Pavolo; cioè una casa posta nel Popolo di San Martino, confinante da uno la strada maestra, da latro il chiasso, e da due gli Eredi di Donna Checca del Priorino; tutta la parte e ragioni che avevano di certe Case basse colle Botteghe, poste in detto Popolo, confinante da due strade e da un' altra Francesco di Arrigo di Cione Ragnoni; tutta la parte e ragioni che gli si competevano di certa Bottega in Contrada di Parrione, confinante colla strada di Parrione, con Francesco di Biagio Piccolomini e cogli Eredi di Ragnuzzo Ragnoni come al Contratto sciolto in Cartapecora segnato B 7 e al libro segnato UU a fo. 43 fac. 2.
La predetta Donna Filippa conferma la sopraccennata donazione l'anno 1368 sotto rogito di Ser Bartolomeo del già Francesco di Tellino, come al Contratto sciolto in Cartapecora segnato B, primo, ed al Libro segnato UU a fo. 41.
Li sopraddetti Beni non si possiedono presentemente dal Monastero, ne si trova la di loro alienazione.
Ser Brizzo del già Pavolo e Ser Bartolomeo 1363.
1368 Eredità di Giovanni d'Andreuccio e Niccolosa B 8 - UU f. 43 fac. 2
Pervenne al Monastero di San Benedetto la metà dell'Eredità di Giovanni d'Andreuccio e di Niccolosa sua moglie per la persona di Fra Niccolò Monaco loro figlio, spettandosi l'altra metà per indiviso a Giovanni di lui fratello germano sotto rogito di Ser Bartolomeo del già Pavolo, come al Contratto sciolto in Cartapecora segnato B 8, e al libro segnato UU fo. 43 fac. 2.
Non si trova memoria di quello pervenisse al Monastero per la detta Eredità.
Ser Bartolomeo del già Paolo
B 9
B 10
1364 Testamento di Donna Pia Tolomei:700 fiorini B 11 - UU f. 44
Donna Pia di Mino di Missere Stricca Tolomei, vedova di Misser Gualtieri Piccolomini fece testamento sotto rogito di Ser Francesco del già Lando, nel quale lassò tutte le sue doti ascendenti alla somma di fiorini settecento d'oro, la metà di essi a Milia, di poi Suor Orsola Monaca in Santa Marta. L'altra metà a Fra Antonio monaco non professo di San Benedetto, come si legge al Contratto sciolto in Cartapecora, segnato B 11, ed al Libro segnato UU a fo. 44.
Ser Francesco del già Lando.
1370 Testamento di Giovanni di Ser Dino:500 fior. B 16 - UU fo. 47
Giovanni del già Ser Dino per suo testamento, rogato da Ser Mino anzi Nino, del già Ser Domenico di Nino notaro, lasciò fiorini cinque d'oro ogni anno in perpetuo al Monastero di San Benedetto, da pagarsi dallo Spedale di Santa Maria della Scala, a cui ordinò, che dai suoi eredi se gli desse per tale effetto un Podere di valuta fiorini settecento d'oro, ed in caso, il detto Spedale lo ricusasse, ordinò, che fosse dato alla Compagnia della Vergine Maria, e quando essa pure non l'accettasse dovesse detto Podere darsi ai Frati di Sant'Agostino, ed altri Religiosi dichiarati in detto testamento, come appare al Contratto sciolto in Cartapecora segnato B 16 ed al Libro segnato UU a fo. 47.
Il sopraddetto annuo Legato di fiorini cinque d'oro, non solo non si esige, ma neppure si trova, che per l'addietro sia stato esatto.
Ser Nino del già Ser Domenico di Nino.
1374 Testamento di Donna Margarita Buonsignori B 12 -UU f. 45
Donna Margarita figliola del nobil Cavaliere Misser Filippo di Misser Niccolò Buonsignori, moglie del nobil uomo Neri del già Cecco de Baschi, denominato Neri della Contessa per suo testamento sotto rogito di Ser Francesco del già Lando di Ser Mino di Ima lasciò al Monastero olivetano di San Benedetto fiorini seimila quattrocento d'oro e per la riscossione di esso Legato fu fatto il mandato dal detto Monastero a più persone acciò potessero risquotere dai Signori Regolatori, i Camerlengo di Biccherna ogni quantità di denaro da esso Comune dovuto alla predetta donna Margarita per cagione particolarmente dell'obbligazione fatta dal Magnifico Conte sanese, del già Conte Stefano de Conti di Santa Fiora della predetta somma, dovutagli dal detto Comune di Siena per le rendite e proventi della Terra di Magliano, e dal predetto Monastero veniva asserito spettargli detto Legato in vigore del sopraccennato testamento, e del mandato fatto del detto Monastero se ne rogò Ser Francesco del già Ser Mino di Tura, come al Contratto sciolto in cartapecora segnato B 12 ed al Libro segnato UU a fo. 45
Ser Francesco del già Lando di Ser Mino di Tura.
1379 Eredità di Fra Bartolomeo di Piero Ciani: 140 fiorini B 17 - UU fo 47 fac. 2.
Fiorini centoquaranta pervennero al Monastero di San Benedetto per l'eredità di Fra Bartolomeo di Piero Ciani, e per l'esazione dei medesimi fu fatto il mandato a più persone dal predetto monastero, sotto rogito di Ser Salerno. del già Giannino, come al Contratto sciolto in cartapecora, segnato B 17 ed al Libro UU a fo. 47 fac. 2
Ser Salerno del già Giannino
B 20 “In choro Ecclesiae novae maiori..”
1389 Testamento di Simone Chiavaro :Una casa B 25 - UU fo. 51 fac. 2.
Simone Chiavaro del già Bianco per suo testamento di detto anno lasciò al Monastero di San Benedetto una casa per indiviso, posta nel Popolo di San Martino di Siena, come appare al contratto sciolto in cartapecora segnato B 25 ed al Libro segnato UU a fo. 51 fac. 2.
La sopraddetta casa non possiede dal Monastero ne si trova l'alienazione.
1392 Testamento di stabili:Misser Lottorengo
Misser Lottorengo di Bindi Tenghi Rettore della Casa della Misericordia per suo testamento di detto anno 1392 lasciò erede il Monastero di San Benedetto Olivetano, a cui pervennero per detta Eredità l'infrascritti stabili ed obblighi:
Poderi due nel Popolo di San Lorenzo a Pilli.
Podere uno nelle Masse di Siena nel Popolo di Santa Agata, confinante colla Porta Giustizia della detta città di Siena.
Li sopraddetti Poderi non si possiedono presentemente dal Monastero ne si trova l'alienazione di essi.
1400 Legato di Neroccio Piccolomini . B28 - UU f. 53 fac.2
Legato di Fra Neroccio di Gabriello Piccolomini monaco novizio fatto al Monastero di San Benedetto per suo testamento rogato da Ser Bonfilio di Luca da Corsignano d'un podere posto a Radi di Creta, come appare dal Contratto sciolto in carta pecora segnato B 28 ed al Libro segnato UU a fo. 53 .
Il suddetto podere non si possiede dal Monastero, nè si trova l'alienazione.
Ser Bonfilio di Luca da Corsignano
1408 Donazione di Duccio del Paniccia di Casa B 29 - in Pantaneto UU fo. 53
Duccio del già Jacomo del Paniccia donò al Monastero di San Benedetto la sesta parte d'una casa posta in Siena in Pantaneto coll'obbligo ingiunto al Monastero di dovergli dare ogni anno sua vita durante fiorini tre d'oro, ovvero stara dodici di grano sotto rogito di Ser Lorenzo di Ser Lapo, come al Contratto sciolto in cartapecora segnato B 29 ed al Libro segnato UU a fo. 53 fac.2.
Non si possiede dal monastero, ne se ne trova l'alienazione
Ser Lorenzo di Ser Lapo,
1405 17 dicembre: B 30 UUU f. 54
Gregorio XII concede la chiesa di S. Teodoro a S. Benedetto. questa chiesa era posta nel poggio in faccia al finestrone contiguo all'appartamento del Rev.mo Padre Abate pro tempore e nel 1410 da l'autorizzazione a poterla demolire perché cadente e nel 1443 l'atra concessione di potersene servire di quel materiale per costruire una cappella dedicata a S. Teodoro, essendone in possesso già da 38 anni (= dal 1372). Le rendite di quella chiesa non eccedevano la somma di fiorini dugento cinquanta d'oro, come appare per Bolla esistente tra i Contratti sciolti in cartapecora segnata B 30 e al libro segnato UU a fò 54.
1419 Legato di Ser Nofrio del Pastella B 33- UU a fo 55
L'anno 1419 Ser Nofrio del già Maestro Cecco Pastella Rettore di San Pietro a Paterno per suo testamento di detto anno sotto rogito di Ser Giacomo del già Ser Francesco di Ser Nino di Tura cedè al Monastero di San Benedetto le ragioni, che esso poteva avere sopra il Mulino di Rapolano, acciò li Monaci potessero far terminare il chiostro (di San Benedetto) già cominciato come appare al Contratto sciolto in Cartapecora segnato B 33 ed al libro segnato UU a fò 55.
Non si possiede dal Monastero ne se ne trova la vendita.
Ser Giacomo di ser Francesco di ser Nino di Tura.
B. n.38 il 13 agosto 1466 (Libro VV a pag. 57)
1443 Eredità di Fra Sebastiano UU fo. 172 fac. 2 - R a fo.75
L'anno 1443 pervenne al Monastero di San Benedetto l'eredità di fra Sebastiano di Martino di Bartolomeo da Sciano Pittore in vigore del suo testamento fatto in detto anno, quale eredità consiste nell'infrascritti stabili. Ordinando che il Podere della Pieve di San Giovanni in Vescona corte di Asciano di detta eredità non si potesse mai vendere, ed il detto testatore era monaco di Monte Oliveto, come al Libro segnato UU a fo. 172 e al libro Rosso R a fo. 75 fac. 2.
Il suddetto Podere fu venduto l'anno 1749 per fiorini trecento trentacinque a Ser Antonio Campana (Notaio) come si legge al libro segnato AA a fo. 95 e rinvestito parte di detto denaro nella compra fatta dal detto Monastero di un Podere a Casale, come in detto Libro a fo. 95 fac. 2.
Altro Podere posto in Corte di Montecchiello detto il Palazzetto.
Il sopraddetto Podere fu permutato nel podere di San Giorgio posto in corte di Petroio confinante con i beni di sant'Anna, collo Spedale di Santa Maria della Scala come si legge al libro segnato UU a fo. 172, e al libro rosso segnato R. a fo. 75 fac. 2. E la detta permuta fu fatta collo Spedale sopraddetto.
Una vigna posta nelle Masse di Siena nel Comune di Vignano. R 39
La predetta vigna fu venduta dal Monastero di San Benedetto l'anno 1445 per fiorini Centosessanta ad Ambrogio di Nuto di Piero Pannellini come al Contratto sciolto in cartapecora segnato B 39, ed al Libro segnato UU fo. 57 fac. 2 ed al libro rosso segnato R a fo. 75 fac. 2.
Una casa posta in Siena in Contrada di Salicotto.
La sopraddetta Casa fu venduta dal Monastero per fiorini dugentoventicinque a Ser Pavolo di Piero da Asinalonga sotto rogito di Ser Mino Ciceschi come nel Libro segnato UU a fo. 172 ed al libro rosso segnato R fo. 75 fac. 2.
Lire ottocentoquaranta e soldi otto di denari nel Monte di Siena, mobili ed altre cose, delle quali non ne apparisce memoria come al libro segnato UU fo. 172 ed al libro rosso segnato R fo 75 fac.2
1456 : Oblato e offerta di Mattia di Luca di Pompea B 35.
1452 Legato di Bartolomeo di Francesco : 50 fiorini B 36 - UU fo 56
L'anno 1452 furono lasciati fiorini cinquanta al Monastero di San Benedetto per Legato di Bartolomeo di Francesco, per suo testamento dona 50 fiorini;
rogato da ser Antonio del già Ser Giovanni, come al Contratto sciolto in cartapecora segnato B 36 ed al Libro segnato UU fo. 56
Ser Antonio del già Ser Giovanni.
1453 Legato di Onofrio Nota di 400 fiorini B 37 - UU a fo. 57
L'anno 1453. Legato di fiorini quattrocento fatto al Monastero di San Benedetto da Onofrio di Cecco notaro per suo testamento con alcuni pesi, quali per essere gravosi furono per Bolla di Niccolò soppressi col consenso delle Parti, esistente detta Bolla tra i contratti sciolti in cartapecora sotto il B 37 ed al libro segnato UU a fo. 57.
Onofrio di Ceco not.
1455 Legato di Fiorini 700 di Rinaldo di Rinaldo R a fo 109
L'anno 1455. Legato di fiorini 700 dico settecento fatto al Monastero di San Benedetto da Rinaldo di Rinaldo di Marco Pecci nel di lui testamento di detto anno esistente nell'archivio dello Spedale di Santa Maria della Scala, da pagarsi dallo Spedale predetto al suddetto Monastero doppo l'estinzione di detta sua linea mascolina de' Pecci, nel qual caso chiamò suo erede il detto Spedale della Scala.
Memoria di detto Spedale.
La discendenza mascolina di detto Pecci terminò nei figlioli di Alessandro, di Antonio Maria, di Jacomo, di Antonio Maria di Rinaldo, di Jacomo, di Misser Rinaldo, di Rinaldo di Marco Pecci, e detto Alessandro risiedè nel Supremo Maestrato l'anno 1601
- Il Monastero di San Benedetto sino al presente anno 1734 non ha ricevuto cosa alcuna di detto Legato per non avere avuto notizia della terminata Descendenza mascolina predetta, sono ne presenti tempi come più lungamente apparisce delle cose predette dal Libro segnato UU a fo. 186 ed al Libro rosso segnato R a fo. 109 ed al Libro MM a fo. 422.
1456 1466 13 agosto (Libro VV a pag. 57) B 38 Oblato e offerta di Mattia di Luca di Pompeo B 35 UU 56 - R fo 70
L'anno 1456 Mattia di Luca di Pompeo si fece Oblato del Monastero di San Benedetto ed in tale occasione offrì e donò al medesimo tutta la sua robba sotto rogito di Ser Luca di Nanni, come al Contratto sciolto in cartapecora segnato B 35 ed al Libro segnato UU a fo. 56, ed al Libro rosso segnato R a fo. 70.
Non ostante la revoca di detta Donazione ed Oblazione il monastero di San Benedetto rimase Erede dei beni di detto Mattia in vigore del di lui testamento fatto l'anno 1447 sotto rogito di Ser Luca di Nanni, come al libro segnato UU a fo. 56 dal libro rosso segnato R a fo. 70 e seguenti; avendo sopra tal causa scritto a favore del Monastero li famosissimi, insigni ed eruditissimi Dottori Mariano Sozzini, Bartolomeo Sozzini, Filippo Corneo e Gio.Batta Caccialupi e Tommaso Docci. come ai libri rosso segnato R a fo. 70 e seguenti ed al libro segnato LL a fo. primo e seguenti, nel secondo libro dei quali vi sono in Consulti originali.
Ser Luca di Nanni
1445 : Vendita della vigna nel comune di Vignano per fiorini 160 ad Ambrogio di Nuto di Piero Pannelini.
n. 1034DOM 1382 dicembre 31, casella 1086 B 40, n. 1021, c. 19r (alla data)Luca figliolo di Giovanni, detto Pignatta, da Radicondoli fa quietanza a Giovanni di Feo di Nardo ed a Felice di ser Lorenzo, speziale, per conto d'una casa vendutagli nella contrada del Casato di Sopra, alla quale confinano i frati di Monte Oliveto, come per rogito di ser Pietro di ser Domenico Nini notaro.Rogato in Siena da Giovanni del già MINUCCIO, presenti maestro Agostino di Muccio e Nuccio di Bino dal Monastero di Sant'Eugenio.
1469 B n. 43 : 10 ottobre 1469: Liberazione dal giuspatronato ottenuto nel 1372 per la costruzione della cappella da parte dell'egregio Signor Giacomo del Signor Marco di Siena.
1475 Libro AA fo. 43 fac Ser Bartolomeo da Grosseto
1484 AA fo. 65 fac. 2 Ser Bartolomeo di Filippo Ballati
Storia della fabbrica di San Benedetto e Spese di rilievo
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Dal Libro Ricordi A rileviamo a fò.23:
" L'anno 1443 da Eugenio IV fu concesso al monastero di San Benedetto di potersi servire dei materiali della Chiesa rovinata di San Teodoro posta sul poggio in faccia al Finestrone vicino alle camere del Rev.do Abate pro tempore del Monastero suddetto, alla condizione che in detta chiesa di San Benedetto in luogo ad essa vicino fosse fabbricata una cappella ex altare di San Teodoro, Il 26 gennaio 1462 (f.23) ci fu un Mandato di procura emesso dal capitolo monastico di S. Benedetto di Siena. (Reg. Oliv.II,37) e l'anno 1466 fu adempiuta tale spesa, come apparisce dalla carta pecora sciolta (segnata B.38) esistente tra Contratti sciolti in carta pecora e il ritratto d'essa al nostro Libro VV. à fò 57.
- Nel 1472 fu rifatta la mattonatura del chiostro con 3575 mattoni a £ 10 f. 10 il migliaio. (Libro AA a fo. 33).
- L'anno 1473 furono spese lire centocinquantaquattro per lavoro della Pila da lavarsi le mani che era lunga due braccia, alta e lunga quarti due con altre cose, /come al libro segnato AA. fo. 21 fac. 2).
- L'anno 1486 fu fatto accordo con le monache di Santa Maria Maddalena per le miniature delle lettere dei due libri del Coro per capi 63 grandi a soldi quattro l'uno, per capi 348 piccole a soldi 60 il cento, (come al libro Segnato DC. dell'anno 1475 a fo. 140).
- L'anno 1486 a Don Bernardino da Cremona furono pagate lettere 125 fatte nel Salterio del Coro a soldi tre l'una, e 2100 lettere piccole colorite d'azzurro e cinabro a lire tre il cento, come al libro segnato AA a fo. 77 fac. 2 e fo. 78.
- L'anno 1492 . Nella chiesa di San Benedetto fabbricata da Maestro Giuseppe da Piacenza, fu speso la somma di lire mille trecento settanta cinque, soldi 156 (come al libro segnato AA a fo. 96).
- Libro AA pag. 92 : Anno 1492: Fabbrica e restauro della chiesa che era stata progettata da Francesco di Giorgio Martini.
- L'anno 1496 fu fatto il Campanile della Chiesa di San Benedetto, lavorato dal Maestro Antonio Frissa al quale fu dato lire cento e a Maestro Giovanni Compagno ducati nove e mezzo per mesi due e mezzo per loro lavoro (come al libro segnato DC, dell'anno 1495 a fo. 12).
- l'anno 1509 fu fatta la muraglia lungo la strada cominciando dal confino del podere delle Monache di Santa Maria Maddalena sino alla Piazza della Chiesa e fu terminata il 10 luglio, a contemplazione del Mag.to Pandolfo Petrucci e costò lire 483 ( come al libro segnato AA a fo. 153).
- L'anno 1524 fu fatta la Grillanda di marmo al lavamani del Refettorio e costò lire dugentotrentotto e soldi 5 come al libro segnato DC del 1522 a fo. 42
- L'anno 1514 e 1529 furono fatte le residenze del Coro esistente nella chiesa di San Benedetto e la residenza del celebrante. La messa cantata da Fra Girolamo da Verona olivetano, come si legge nel libro delle Croniche olivetane del Pre. Abate Don Secondo Lancellotti a fo 116.
- L'anno 1562 il 12 luglio per essere stato in gran parte distrutto dalle guerre il Monastero di San Benedetto fu rifatto lo scialbo e fatta la spesa della copertura dei tetti del Dormitorio dei Monaci, Celleraria e stalla (come al libro segnato SS. a fo. 25-26).
- L'anno 1580 fu fatto il chiostro maggiore tra la Chiesa e il refettorio dal Rev.mo Padre Abate Don Pio Nuti, abate generale Olivetano, dopo che la guerra l'aveva quasi interamente abbattuto , anche per mano dei cittadini stessi, perché non offrisse riparo al nemico, come al libro della fabbrica di detto Chiostro.
In seguito il 14 settembre 1596, l'abate Don Pio Nuti di Siena, già Generale, lasciò il governo di S. Benedetto di Siena e ritenne il titolo di abate di Sicille, per essere stato nominato spedalingo di S. Maria della Scala.
- Dal 1588 al 1599 fu fatto lo scialbo di tutta la chiesa (come al libro DC fo. 87).
- L'anno 1605 furono fatte le Residenze del Coro esistenti dietro all'altare maggiore e la spesa fu di scudi trecento come al libro dell'Entrata ed uscita del detto anno 1605, a fo. 90.
- L'anno 1605 fu fatto il muro in faccia al monastero che regge le terre del Poggio e la spesa fu di scudi centocinquanta, come al libro dell'Entrata ed uscita dell'anno 1605 al fo. 90
- L'anno 1624 furono fatte le Foresterie di sopra e di sotto del Monastero compresovi le due stanze del Padre Procuratore e quella di sopra e parimente la Tinaia del Padre Abate Don Vittorio del Testa Piccolomini, come al libro di detta fabbrica e memoria in lapide sopra la detta Foresteria, e ciò fu possibile con la vendita di alcuni bellissimi quadri di celebri Pittori fatta alla serenissima Casa dei Medici regnante, come si legge dalla Memoria in lapide posta sopra al piccolo atrio per dove si va in essa ed in faccia alla porta principale del Monastero.
- L'anno 1629 dal Padre Abate Don Vittorio del Testa Piccolomini fu fatta la spesa di scudi ottocento in argenteria e suppellettili della chiesa di San Benedetto col denaro concessogli ad uso suo, come al libro segnato MM a fo. 29 e 34 fac. 2 ed in questo medesimo Indice sotto la lettera A, alla parola Argenteria vi è la nota di tutto quello, che esso fu assegnato e donato al Monastero.
- L'anno 1633 furono fatti sei Candeliere, Croce e piede d'argento dal P. Abate Don Vittorio del Testa Piccolomini col denaro del suo uso e la spesa fu di lire tremilaventinove, come al libro segnato MM a fo. 31.
L'anno 1633 fu fabbricata da fondamenti la casa del Podere di sopra al Monastero di San Benedetto e la spesa fu di scudi trecentotrentatre sol. 15 come al Giornale del 1630 a fo. 375.
- L'anno 1633 fu fatto in quest'anno il Granaio nella piccola piazza della chiesa di detto Monastero in faccia alle stanze del P, Abate pro tempore e la spesa fu di lire mille ottocento nove e soldi 16, come al libro segnato MM a fo. 468 e fo. 469.
- L'anno 1637 fu fabbricata la Casa nell'Orto denominato presentemente Podere di sopra al Monastero, quale di presente si vede e la spesa fu di lire duemila dugento trentatre soldi 15 come al libro denominato Giornale del 1630 a fo. 375.
- L'anno 1636 fu fatto l’apparato de Corami nelle tre stanze dell'appartamento del Padre Abate locale e la spesa fu di lire milletrecentoquaranta sol. 11, come al libro delle uscite del 1629 a fo. 196.
- L'anno 1636 fu fatta la Campana maggiore e oltre il denaro somministrato da altri il monastero di San Benedetto vi spese scudi ottantasette, come all'uscita dell'anno 1629 a fo. 196.
- L'anno 1636 fu fatto il muro del gallinaio e la spesa fu di lire trecentonovantaquattro sol. 11 e 4 come all'uscita del 1629 a fo 196.
- L'anno 1653 furono fatti i setini di raso per la chiesa e costarono lire duemiladuecentodieci, come al libro dell'uscita del 1645 a fo. 233.
- l'anno 1664 furono fatti alcuni setini di raso per detta chiesa, e si vede il millesimo nelle arme esistente nei medesimi setini come all'uscita della sagrestia segnata A del 1644 a fo. 154 e la spesa fu di lire millecinquecento in circa fatta l'anno 1664.
- L'anno 1691 per un paro d'ampolline d'argento di peso once nove e denari dodici fatte dal Padre Abate Don Ippolito de Vecchi col denaro proprio in Roma scudi undici e baiocchi novanta, come al libro segnato MM a fo. 403.
- L'anno 1692 furono fatte dal Padre Abate de Vecchi quattro pianete di broccato, la spesa fu di scudi centosettanta romani come al libro rosso segnato R a fo 288, num. 2.
- L'anno 1692 fu fatto la Carta gloria, In principio e lavabo di pero con lastre e fogliami d'argento anzi di rame dorato dal predetto Abate da Vecchi e la spesa fu di scudi diciotto romani, come al libro rosso segnato R a fo. 290 num. 2.
- L'anno 1693 fu fatto il piede d'argento al Cristo di Corallo e costò detto piede piastre trentatre essendovi posto once trentatre argento dal Padre Abate de Vecchi, come al libro rosso segnato R a fo. 292 n: 3.
. L'anno 1693 fu fatta la volta al Campanile e la balaustrata di marmi nostrani dal P. Abate de Vecchi. La spesa fu di scudi Centoquaranta romani, e baiocchi ottanta come al libro rosso segnato R a fo. 292, num.2 e 3.
- l'anno 1693 fu fatto l'altare maggiore con la statua di San Benedetto e li quattro anheli di marmo di Carrara, lavorato e fatto dal Maestro Gio. Antonio Mazzuoli scultore senese come pure fu fatto il pavimento del coro r presbiterio e li scaloni dell'altare maggiore di marmo nostrano e la spesa fu fatta dal Padre Abate de Vecchi col suo denaro ne vi è memoria a quanto ascendesse la spesa, del tempo poi e da chi fu fatto la spesa apparisce dalla memoria posta nella finestrella dell'altare maggiore.
- L'anno 1700 furono fatti altri sei candelieri, Croce e piede d'argento di peso libbre quarantatre e once otto, a lire sette e mezzo l'oncia dal detto Padre Abate col suo denaro e la spesa fu di scudi cinquecentosessantuno e lire tre, come al libro segnato MM a fo. 405.
- L'anno 1702 furono fatti quattro Reliquiari d'argento di peso libre otto e once tre lavorati dal maestro Giovanni Bonechi senese a lire sette l'oncia e la spesa importò scudi novantanove e lire cinque, che fu fatta dal detto P. Abate de Vecchi col suo proprio denaro, come al libro segnato MM. a fo. 449.
- L'anno 1703 furono fatte Cartegloria, In principio e lavabo d'argento del P. Abate de Vecchi col suo denaro e la spesa fu di scudi centosettantanove, come al libro segnato MM a fo. 382.
- L'anno 1703 furono fatte dal padre Abate de Vecchi col suo denaro altri quattro Reliquiari d'argento: l'ostensorio, altro Reliquiario per il legno della Santissima Croce, il Baccile, Mescirobba tutto d'argento e parimente una crocetta di pietre verdi, la spesa delle quali cose non si è trovato a quanto ascendesse, solo in detti argenti vi è l'arme di detto Padre Abate de Vecchi.
- L'anno 1703 fu fatto il Paliotto d'argento di peso libbre trenta, once sette e denari trentadue dal medesimo Padre Abate de Vecchi, lavorato dal retroscritto Bonechi, col denaro di detto Padre Abate e la spesa fu di scudi quattrocento, come al libro segnato MM a fo 406.
- L'anno 1703 fu fatto il trono con sedia e Baldacchino dal detto Padre Abate de Vecchi col suo denaro e la spesa fu di scudi quarantasei e lire tre, come al libro segnato MM a fo. 402.
- L'anno 1704 fu fatto il Balaustrato di marmo dal predetto Padre Abate de Vecchi col suo denaro, ne si trova a quanto ascendesse la spesa e nello scalino di essa vi è la memoria dell'anno.
- L'anno 1704 furono fatti li sportelli di bronzo a detto Balaustrato dal suddetto Padre Abate de Vecchi col suo denaro e la spesa fu di scudi diciassette come al libro segnato MM a fo. 407.
- L'anno 1704 furono fatti li setini alla Cappella del Santissimo Sacramento vicino alla Sacrestia dal detto Padre Abate de Vecchi col suo denaro e la spesa fu di scudi cinquanta, lire1 6soldi, come al libro segnato MM a fo. 394.
- L'anno 1705 fu fatto il Faldistorio colla sua coperta di seta dal detto Padre Abate de Vecchi a sue spese, come al libro segnato MM a fo. 453.
- L'anno 1706 furono fatte le Cartaglorie, In principio e Lavabo dal detto Padre Abate de Vecchi col suo denaro e la spesa fu di scudi ventitre lire 2 essendo le medesime di rame dorato, come al detto libro MM a fo 414.
- L'anno 1706 furono fatti i Busti due d'argento rappresentanti, uno Santa Francesca Romana e l'altro il Beato Bernardo, dal suddetto Padre Abate col suo denaro e la spesa fu di scudi trecentonove, come al libro segnato MM a fo 319.
- L'anno 1706 furono fatti vasi sei d'argento dal predetto Padre Abate de Vecchi e col suo denaro concorse alle spese di scudi centoquarantaquattro, e lire sei, come al libro MM a fo, 414 num. 34 e 39.
- L'anno 1706 furono fatti quattro Reliquiari a piramide di pero con sfoglie d'argento dal detto Padre Abate de Vecchi col suo denaro e la spesa importò scudi ventiquattro, come al libro segnato MM a fo. 414 num 31, 35 e 36.
- L'anno 1707 furono fatti li setini gialli e rossi di seta per la Cappella di Santa Francesca dal predetto Padre Abate de Vecchi a sue spese, come appare al libro segnato MM a fo.397.
- L'anno 1707 fu fatto il Pavimento o Spazzo di pietra nostrana nella chiesa di San Benedetto, lavorato da Mastro Gio. Batta da Carrara col denaro del detto Padre Abate de Vecchi, dal balaustro sino alla metà di chiesa, la spesa fu di scudi dugento, come al libro segnato MM a fo. 390 e l'altra metà fu parimente fatta col denaro dello spoglio di detto Padre Abate de Vecchi dopo la di lui morte, seguita l'anno 1708 li dieci settembre.
- L'anno 1708 furono fatti altri due Reliquiari d'argento dal detto Padre Abate de Vecchi ne quali furono impiegate libbre undici e once sei d'argento del monastero e detto Padre Abate vi pose di suo scudi quindici e lire una, come al libro segnato MM a fo. 399.
- L'anno 1708 furono fatte due sottocoppe quattro candelieri bassi da tavola e due smoccolatori tutti d'argento dal detto Padre Abate de Vecchi col suo denaro e la spesa fu di scudi centoquattordici e lire quattro, come al libro segnato MM a fo. 413 e al libro rosso segnato R a fo. 288 n. 1.
- L'anno 1718 fu fatta da fondamenti la Chiesa di San Gio.Battista a Gre e la spesa fu circa a scudi cento, come al libro segnato MM a fo. 419.
- L'anno 1728 fu fatta una Pianeta bianca di tabi ricamata d'oro a spese del Padre Abate don Valeriano Mignanelli.
- L'anno 1728 fu fatto il muro principale dal granaro nella piazza di Chiesa sino al Podere di sotto al Monastero dal Padre Abate Don Valeriano Mignanelli col suo denaro e la spesa fu di scudi cinquanta romani, come al libro delle Memorie dell'anno 1717. a fo. 5.
- L'anno 1728 fu fatta dalle fondamenta la chiesa di San Giovanni Battista a Grè dal Padre Abate Don Valerio Mignanelli abate generale e la spesa fu di lire seicento ventotto soldi 168 come appare al libro segnato MM, a fo. 429 e 421.
- L'anno 1730 fu rifatta una pianeta già lacera e ricamata d'oro dal Padre Abate Don Ippolito Piccolomini col suo proprio denaro e la spesa fu di scudi trentadue.
- L'anno 1730 fu fatto un Armario grande per riporvi l'argenteria della Chiesa e del monastero e la spesa fu di lire cinquecentoottantaquattro soldi 13,4 come al libro sella sagrestia segnato B del 1709 a fo 40.
- L'anno 1731 fu eretto l'Archivio del Monastero di San Benedetto e la di lui stanzetta, tra i legnami e materiali importò di spesa scudi quaranta, come appare al Giornale di detto anno a bonificati, come al giornale del 1720 a fo. 475 e 455.
- L'anno 1731 furono fatti due granai e sotto uni essi l'oliaio, come al Giornale del 1720 a fo. 434
- L'anno 1733 fu fatta la volta del dormitorio dei Monaci,di due braccia e mezzo come pure furono fatte le nuove porte della Camera dei Monaci di noce con gli stipiti di marmo di Montarrenti, finestrone e pavimento di detto dormitorio e la spesa importò circa scudi quattrocento, come al Giornale del 1720 a fo. 478.
- L'anno 1733 fu in detto anno fatta la Scala che di sopra scende in Cucina, la stanza del pane i due granari di sotto, l'Oliaio, come pure tutte le finestre di legno e vetrate ai Corridoi di sopra e alla foresteria sotto e sopra, siccome li stipiti di stucco a seravezza alle Porte di detti Corridoi, la spesa fu di lire duemiladugentosessantadue delle quali circa 1400 furono spese del proprio dal padre Abate Don Ippolito Piccolomini, come si vede al Giornale dell'anno 1720, a bonificati da fo. 473 sino a fo. 479.
- L'anno 1733 nel Podere delle Piazze dell'Abbadia di Sicille si è fatta di nuovo dai fondamenti una Capanna anzi Capannone capace per otto bovi. Nel Podere del Sodo di detta Abbadia uno stallone o Capannone pure da fondamenti, capace di sei bovi. Nel podere di Poggio Cinelli si è fatto da fondamenti un Ciglione grande e sopra di esso una stanza. Nel podere degl'Oppi si è fatto da fondamenti un ciglione grande anzi un altro capannone. capace di cinque bovi; si è fatto ancora un muro a secco appresso la chiusa del Podere delle Piazze, principiando in faccia alla casa di detto Podere, sino al Podere del Palazzetto, come al Giornale del 1720 a fo. 480.
- Un altro muro delle vigne fu fatto il 1744.
PROPORIETA’ DI SAN BENEDETTO A PORTA TUFI
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1) Il 19 settembre 1566 il monastero di San Benedetto da in affitto l’abbadia di Sicille ad Alessandro del q. Billo Scannocchi da Petroio, e a Girolamo di Domenico Benocci per scudi 400 d’oro a Niccolò del q. Baldassarre Gorelli da Trequanda per anni 6.
Rogò l’atto ser Francesco Cristiani a fo. 37.
2) Bottega a Capo La Costarella in porta Salaia ad uso spezzieria avuat l’anno 1513.
3) Bottega nell’arte della lana in faccia alla Costa di fonte Branda donata da Collidonia Tolomei vedova di Vittorio Cecchini e figliola di Lattanzio Tolomei il 28 luglio 1536.
Rogò Ser Antonio Campana addì 16 gennaio 1557 morì la suddetto Madonna Callidonia.
‘Actum in ecclesia Sancti Georgii..ubi habitant’
4) Campo del bosco della Scheggiola a Catignano di 49 stara e un quarto a lire cinquanta lo staro, fatta dal monastero di San Benedetto da Antonio Meocci li 22 febbraio 1515.
Rogito di Ser Antonio Campana(fo. 4).
5) Compra del Podere della Villa al Piano fatta dal monastero per fiorini mille da Pietro di Giovanni Montucci li 4 febbraio 1521.
Rogito di Ser Antonio Campana (fo. 6 fasc. 29: “..Actum Senis in apotheca Gherardi in campo fori..Ego Antonius Campana olim Niccolai Tophani filius de Senis publicus apostolica et imoperiali…notarius).
6) Donazione fatta al monastero di San Benedetto da Madonna Collidonia il 18 luglio 1536.
7) 16 gennaio 1557 morì Madonna Collidonia.
8) Donazione di Guasparre d’Austino da Pavia merciaio fatta tra vivi al monastero di San Benedetto li 9 novembre 1488 di moggia 30 di grano. Rogito di Bernardino Politi. Da pagarsi in anni 60 in ragione di stara 12 l’anno da Misser Bartolomeo di Landuccio di Marco a detto Monastero, come donatario di fiorini 600 e più donò fiorini 200 al detto monastero che doveva avere detto Gasparre da Andrea Battilori da soendersi in pavimenti e ornamenti della Cappella e altare maggiore di detta chiesa di San Benedetto, in conto dei quali dovevano computarsi le spese già fatte, predetti paramenti e ornamenti dal suddetto Bartolomeo, come Patrono di detta cappella e altare maggiore e finalmente per suo testamento lassò erede di tutta la robba metà al predetto Bartolomeo (fo. 10).
9) Donazione di Donna Caterina e di Niccolò Bagnaia fatta in favore del monastero di San Benedetto di una mezza bottega ad uso di spezzeria posta a Porta Salaia a capo la Costarella e l’altra metà in favore di Sant’Agostino con diversi pesi di messe perpetue, come si dice in questo indice al n.14.
10) Livello del Podere di Sotto al monastero di San Benedetto con il Palazzo e Uliviera dato a madonna Collidonia Tolomei ne’ Ceccherini e a donna Domitilla sua serva. Come al n.6 e 7.
11) Livello di stara 7 terra a Grè in luogo detto La fonte al Bau. Li 29 aprile 1560 a Mino di Gio.Vannelli di Chiusure sua vita durante dato dal monastero di San Benedetto con l’obbligo di dare a detto monastero la metà di tutte le raccolte. Rogò Ser Francesco di Ser Girolamo Cristiani (fo. 30).
12) Livello del Podere di Grè dato dal monastero di San Benedetto a Niccolò di Domenico Voltolini li 29 maggio 1566 (il testo passa in italiano). Rogò il suddetto notaro Francesco Cristiani (fo 32).
13) Livello della porzione di San Prospero dato da l monastero di San Benedetto a Fra Placido di Andrea Neri frate umiliato e ad Andrea suo nipote loro vita durante. Li 2 ottobre 1564 sotto rogito di Ser Antonio Campa36na.
14) Obbligo perpetuo di messe da adempiersi dal monastero di San Benedetto per il legato di Donna Caterina a Niccolò Gagnaia, consistente in una messa quotidiana in 2 trentesimi di San Gregorio, in due officii da morto e nella festa di Santa Caterina da Siena il 29 aprile con Messa cantata da applicarsi per loro e da farsi nella cappella e altare di San Teodoro nella chiesa medesima di San Benedetto (come al n. 9 a fo.2)
15) Podere della Villa al Piano dal monastero di San Benedetto comprato l’anno 1521 per il prezzo di fiorini mille da Pietro di Giovanni Montucci. Sotto rogito di Ser Antonio Campana,(come in questo fo. 6 fac.2a).
16) Terre boscate della Scheggiola a Catignano di stara 49 e ½, comprate dal monastero di San Benedetto l’anno 1515 a lire cinque lo staro da Antonio Meocci sotto Rogito di Ser Antonio Campana, di che si è detto in questo indice alla lettera e al n.4.
VENDITE FATTE DAL MONASTERO LUNGO I SECOLI
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- L'anno 1443 fu venduta dal Monastero di San Benedetto una bottega posta nel canto de Vicolo che và a San Pellegrino nel popolo do San Pavolo per fiorini duegento a Maestro Giulio del già Carlo Galletti, come al contratto sciolto in cartapecora segnato B. 60, ed al libro segnato UU a fo. 67.
- L'anno 1455 fu venduta dal monastero predetto una vigna posta a Vignano ad Ambrogio di Nuto Pannelini per fiorini cento sessanta, come al Contratto sciolto in cartapecora segnato B. 39 ed al libro segnato UU a fo. 57.
E parimente fu venduta una casa in Salicotto a Ser Pavolo di Piero da Sinalunga sotto rogito di Mino Cicerchi per fiorini dugento venticinque come al libro segnato UU a Fo. 172 ed al libro rosso segnato R a fo. 75 fac.2.
-L'anno 1467 fu venduto dal Monastero predetto una casa o Palazzetto, posto in Piazza, già di Fra Tommaso Ragnoni, a Biagio di Cristofano Petroni per fiorini cento novantasette, come al libro segnato AA a fo. 9.
- L'anno 1469 fu venduta dal Monastero una Bottega in Piazza nel popolo di San Pavolo agli Eredi di Niccolò di Niccolò Boninsegni per lire settecento venti, sotto rogito di Ser Baldino, annotato al libro segnato AA a fo, 14 fac. 2 ed al libro rosso segnato R a fo. 90.
- L'anno 1472 fu venduta dal Monastero di San Benedetto la terza parte di una Casa in San Salvatore a Salvani per lire dugento ventisei e un Giulio in vigore del Lodo del Magistrato de Pupilli, come per ricordo esistente al libro segnato AA a fo 35 fac. 2.
- L'anno 1476 fu venduta dal Monastero una Casa posta in Castelmozzo già di Fra Tommaso Ragnoni a Pavolo di Cola per lire quaranta come al libro segnato D.C. del 1475 a fo 24 fac.2.
- L'anno 1478 fu venduta dal Monastero una casa posta in Piazza di Petroio a Francesco di Misser Pirozzo Piccolomini per lire centosessanta, come per ricordo semplice esistente al libro segnato AA a fo. 56.
- L'anno 1479 fu venduto dal Monastero un Podere posto in Corte d'Asciano detto la Pieve San Giovanni in Vescona fatta ad Antonio Campana (Notaio) per fiorini trecento trentacinque, come appare per semplice ricordo al libro segnato AAa fo. 95.
- 1484 fu venduta dal Monastero una Possessione a Tressa confinante colla Chiesa di San Gio. Battista, anzi colla Chiesa di Santa Margarita a Senso di Nanni di Feo per fiorini trecento trenta, sotto rogito di Ser Bartolomeo Ballati annotata al libro segnato AA a fo. 65 fac. 2.
- L'anno 1486 fu venduto dal Monastero il Podere denominato Salva Domenici, confinante col Podere de Spedalone al Monastero Olivetano di Sant'Anna per fiorini cento sotto rogito di Ser Iacomo Mochi annotato al libro segnato UU a fo. 173 ed al libro rosso segnato R a fo. 77 fac. 2.
- L'anno 1489 vendita fatta dal Monastero di una Casa in via delle Cerchia ad Angelo di Giovanni Venturi per fiorini cento quarantasette sotto rogito di Ser Antonio Campana, come si vede notato al libro segnato AA a fo. 95.
- L'anno 1489 vendita fatta dal detto monastero della Casa posta nel Comune di S. Matteo in faccia alle Monache di Santa Maria Maddalena a Missere Andrea Piccolomini per fiorini sessanta quattro sotto rogito di Ser Bartolomeo di Filippo Ballati, notato al libro segnato AA a fo 95.
- L'anno 1489 fu venduto dal monastero di San Benedetto due pezzi di terra in Corte di Petroio posti in luogo Monteghebbio e Valle lunga a Mariano di Bartolomeo e a Pavolo d’Antonio da Petroio per fiorini trentaquattro sotto rogito di Ser Antonio Campana, come al libro segnato AA a fo. 95 di semplice ricordo.
- L'anno 1490 vendita fatta dal detto monastero di tre possessioni, una casa e staia sette terra posti in corte di Casole a Cristofano e Bastiano da Poggibonsi per fiorini seicentonovantacinque come al detto libro segnato AA a fo. 115 di semplice ricordo.
- L'anno 1496 vendita fatta dal monastero di un pezzo di terra posto in corte di Petroio confinate coll'Abbadia, anzi colla vigna comprata da Valentino e Masso a medesimi per fiorini venti due sotto rogito di Ser Michele da Casole, come per ricordo semplice, registrato al libro segnato AA a fo.107.
- L'anno 1510 fu venduta dal monastero una Casa posta in contrada di Spada forte a Ser Simone da Radicondoli per lire ottocento, come per ricordo registrato al libro segnato AA a fo. 157 ed al libro rosso segnato R a fo. 92.
- L'anno 1511 vendita fatta dal monastero di una mezza vigna con casa a Ginestreto a Vittorio di Francesco Bramoni per lire cento segnato AA a fo. 157.
Vita dei monaci a San Benedetto
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Nel 1388 fece la vestizione Fra Francesco Malavolti e nel 1389-1390 dimorò in San Benedetto a porta Tufi.
1406- E' prezioso ricordare che Neri di Landocci de' Pagliaresi, devoto di S. Caterina e eremita, morto all'ospedale di S. Maria della Scala il 12 marzo 1406 volle essere tumulato in San Benedetto fuori porta Tufi. Lasciò al monastero tutti i suoi libri e i suoi scritti agli olivetani.
Nel 1406 il monastero compra più terre con casa a Grè da Luca del fu Andrea da Chitina procuratore d’Arminio di Meo da Chiusure e da Turina.
Nel 1462 26 gennaio Vi fu un mandato di procura emesso dal Capitolo di San Benedetto (Reg. Oliv. II, 37).
Nel 1466 fu adempiuta la spesa per la costruzione della Cappella in onore di San Teodoro.
Nel 1511 28 aprile da Bologna .
Breve di Giulio II: assoluzione dall'interdetto per i monaci olivetani di Ferrara presenti al capitolo generale nel monastero di S. Benedetto di Siena. (Reg. Oliv. III,16)
Negli anni 1530-1532 l'abate Generale Fra Angelo Ceriani di Albenga provvide l'Archicenobio di un luogo di convalescenza nel monastero di San Benedetto, dove fece allestire parecchie camere
Il 9 gennaio 1547 da Roma: Guido Ascanio Sforza attesta il pagamento di 3.000 ducati d'oro da parte della Congregazione Olivetana, compresi i 100 scudi d'oro versati dal monastero di S. Benedetto di Siena. (Reg. Oliv. III,68).
Negli anni 1554-55 il territorio senese si trovava sconvolto dalla guerra. Caduta Firenze, anche Siena era stata occupata dagli Imperiali nell'ottobre del 1530; ma nel 1552 la fiera repubblica di nuovo fu in piedi ed animata da nuova concordia e grande ardimento, cacciò gl'invasori. A vendetta contro di lei si mosse allora l'imperatore Carlo V con un forte esercito e con l'adesione del duca Cosimo de' Medici che agognava il possesso della città. Nel 1553 incominciò il famoso assedio, in cui rifulse l'eroismo meraviglioso dei senesi, combattendo uomini e donne, fino all'ultimo sangue, per la libertà della patria. La guerra fu iniziata il 23 ottobre 1554.
Ma tanta virtù non poté sulla forza soverchiante dei nemici: la città, sfinita, dovette arrendersi il 17 aprile 1555; e fu quello l'ultimo giorno della gloriosa repubblica. Invalse da quel tempo, a ricordo, il motto popolare "per forza, Siena", quando si è costretti a cedere di fronte a una difficoltà insormontabile.
I libri del monastero di San Benedetto di Siena.
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- Come abbiamo detto più sopra alla sua morte del 12 marzo 1406 Neri di Landoccio de’ Pagliaresi lasciò al monastero di San Benedetto tutti suoi libri e i suoi scritti.
- L'anno 1475 Antonio del già Giovanni Turamini donò al Monastero di San Benedetto tutti i suoi libri sotto rogito di Ser Galgano di Ser Petroccio del Grissa, come al Contratto sciolto in cartapecora B, 49 ed al libro Segnato UU, a fò 60 fac. 2.
- L'anno 1494 Paolo d'Andrea Bargagli donò al Monastero di San Benedetto più volumi di libri, come al libro segnato D.C dell'anno 1475 a fò 272. fac. 2.
- Nel 1554 i libri furono in buona parte murati e ritrovati nel 1689 nella Celleraria, in un angolo della camera da letto, ma già del mese di aprile 1600 abbiamo l'elenco di essi, elenco che,con molta probabilità esisteva già precedentemente, la notizia data del nascondimento nel muro e la riapertura deve rifersi ad un tempo anteriore al 1689, o almeno quelli che furono ritrovati dovevano essere una minima parte, infatti come sotto diciamo anche la nota dei libri del 1629 testimonia l’esistenza di una quantità discreta di libri.
- L'anno 1629 dal Padre Abate Don Vittorio del Testa Piccolomini furono dati al Padre Abate Don Ippolito Campioni tutti i suoi libri per la valuta di scudi seicento con licenza del Rev,mo Definitorio quali rimasero di poi al Monastero di San Benedetto al libro segnato MM a fò 38
- Anno 1629. Nota dei Libri esistenti l'anno 1629 nella libreria delle Camere del Padre Abate pro tempore del monastero di San Benedetto registrato al detto libro MM, a fò. 125.
1745. Libreria eretta l'anno 1745 e sua spesa di 873 come al libro A di Memorie e Ricordi al fò 78 e seguenti.
Dal 1626 al 1632 fu presente Don Vittorio Del testa, che era stato abate generale la prima volta dal 1618 al 1620 ; dal 1626 al 1632 incontrò ripetutamente e intrecciò contatti letterari con l'agostiniano Fra Angelico Aprosio, fautore della famosa e strana "Biblioteca Aprosiana" stampata poi nel 1673 a Bologna, Malonnesi.
Don Benedetto Bongiovanni di Verona visse a lungo in S. Benedetto di Siena, sotto la disciplina dell'abate Don Vittorio Del Testa Piccolomini, coltivando con plauso, oltre gli studi sacri e letterari, anche la musica e la cosmografia. Ordinato sacerdote, fu decano dei chierici e vicario claustrale a Monte Oliveto Maggiore; poi appena trentenne, fu fatto abate.
Fu abate anche Don Ippolito Campèioni, che lasciò molte migliorie.
Dopo la Costituzione di Innocenzo X del 22 dicembre 1649, durante la dieta del 14 settembre 1654 fu designato come chiericato anche san Benedetto a Porta Tufi come una delle tre sedi per la Toscana.
Fatto sacerdote, Don Ippolito Vecchi di Siena fu adoperato come cellerario nel monastero di San Benedetto in Siena.
Il 1 mazzo di quinterni e fogli di libri, quali alla meglio si è potuto farli rilegare dal Padre Rev.mo Don Ippolito Piccolomini Abate di detto Monastero e tra dette carte si è trovato un foglio volante macchiato \e in cattivo essere, parendo fosse del libro segnato R, e poiché esso riguarda la memoria antica circa l'anno 1526, alcuni obblighi di questa chiesa, però acciò si mantenga meglio l'ho fatto legare nel nostro Libro MM à fò 264.
PITTURE DEL MONASTERO DI SAN BENEDETTO A PORTA TUFI
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1) Quadro esistente sopra il Coro rappresentante il Beato Bernardo Tolomei con l'apparizione della Beata Vergine col Bambino Gesù in collo nella nuvola fatto a olio in tela circa l'anno 1630 opera del celebre Pittore Rutilio Manetti di Siena, allievo di ventura Salimbeni celebre pittore.
2) Quadro esistente nell'altare della Cappellla confinante con la sagrestia, rappresentante la Natività di nostro Signore Gesù Cristo con la SS.ma Vergine e S. Giuseppe fatto in tavola a olio da Maestro Francesco di Giorgio pittore da Siena l'anno 1475 per prezzo di lire dugentoventi anzi dugentoquaranta, come appare al libro segnato AA a fo. 42. fac. 2.
3) Quadro esistente nell'altare posto a piè della chiesa del Monastero vicino alla porta principale di essa rappresentante San Benedetto Abate, San Girolamo dottore e Santa Scolastica, ed in alto la Santissima Vergine in mezzo a due piccoli angeli dipinto a olio in tavola dal famoso e celebre pittore Domenico Beccafumi, denominato volgarmente Mecorino.
4) Quadro esistente nell'altare della cappella di S. Teodoro, rappresentante la Madonna delle Nevi, Santa Caterina, San Domenico, S. Maria Maddalena, San Benedetto abate, S. Michele e San Girolamo, fatto a olio in tavola dal Pacchiatorri pittore senese.
5) Quadro piccolo ovato rappresentante San Teodoro martire posto nell'altare o cappella predetta di San Teodoro sotto al predetto quadro delle Nevi, dipinto a olio in tela da Bernardino Baroni pittore di Siena l'anno 1731 per il prezzo di lire trentadue.
6) Quadro esistente nell'altare della Cappella di Santa Francesca Romana, rappresentante detta santa con l'angelo accanto, dipinto a olio in tela dal suddetto celebre pittore Rutilo Manetti da Siena.
7) Quadro rappresentante il Beato Bernardo Tolomei servente gli appestati. Opera di Lorenzo Feliciati per la quale riceve l. 105 per il prezzo totale. Libro 4 fo 525.
8) Quadri due, alti tre braccia uniformi, uno di essi rappresentante il Beato Bernardo Tolomei in atto di orare e l'altro Santa Francesca Romana ambedue in tela, fatti a olio da Giacinto Brandi romano l'anno 1690 esistenti l'uno e l'altro nella sala delle Stanze del Rev.mo Padre Abate locale del Monastero come al libro segnato MM a fo. 514.
9) Quadri nove, quattro di essi in positura lunga e gli altri quattro in altezza rappresentanti il primo Gesù, l'Adultera ed i Farisei, il secondo la santissima Vergine col Bambino Gesù, ed altri Santi, il terzo una fabbrica con architettura di olivetano, il quarto Santa Caterina da Siena rapita in estasi con due compagne che la sostengono, il quinto San Benedetto che riceve i fanciulli S. Mauro e S. Placido con altra gente, il sesto una tavola con monaci e persone secolari, il settimo San Benedetto con più monaci, che riceve il Maggior domo del Re Totila che sta in atto di salire a cavallo con molta gente, tutti benedicenti a olio in tela dallo spagnolo pittore l'anno 1628 per il prezzo di lire dugentoventiquattro, esistenti nella sala e camere della Foresteria di sopra, come al libro segnato MM a fo. 264 num. primo.
10) Quadri quattro alti un braccio ed un quarto in circa rappresentante due di essi la stessa cosa cioè due pastori a sedere, il terzo alcuni monaci che alzano il sasso, sopra del quale vi è a sedere il demonio, il quarto il Sodoma pittore con sua donna ed un fanciullo, dipinti tutti a olio in tela dal predetto Spagnolo, come appare al libro segnato MM a fo 464 num. 2.
11) Quadri cinque bassi e longhi circa due braccia, questi per avanti erano otto, tre dei quali non si sa come si siano smarriti, rappresentanti paesetti con alcune figurine piccole, dipinti a olio in tela da Misser Stefano Fiammengo, come al libro segnato MM a fo, 464 num. 3.
12) Quadri tre alti circa un braccio e mezzo, rappresentanti marine e paesetti dipinti a olio in tela da MIsser Gio Battista Orefice come al suddetto libro MM a fo. 264 num. 2 esistenti nella foresteria suddetta.
13) Un quadro rappresentante la B.ma Vergine col Bambino Gesù; dal medesimo quadro l'anno 1733 furono levate due figure che non corrispondevano alla detta SS.ma Vergine, dipinto a olio in tavola da Maestro Riccio, come al libro segnato MM a fo. 464, num. 7 esistente nella foresteria sopraddetta.
14) Quadri due rappresentanti uno di essi Lotte, colle figlie e l'altro lo stesso Lotte quando dall'Angelo fu condotto fuori di Sodoma, dipinti a olio in tela da celebre Pittore, esistenti nella camera della Foresteria, ed ambedue sono alti circa due braccia e mezzo.
15) Quadro uno rappresentante la Beat.ma Vergine col Bambino Gesù in collo, dipinto a olio in tavola da antico e celebre Pittore, esistente nelle stanze della foresteria di sopra.
16) Quadri due alti due braccia e mezzo, rappresentanti uno Santa Caterina da Siena con Gesù e l'altro San Domenico, dipinti a olio da buon pennello, e sono originali, conservati in detta Foresteria.
17) Quadri otto rappresentanti uno ka B.ma Vergine con diversi angeli, l'altro San Martino a cavallo, il terzo uno Spedale e gli altri cinque di forma tonda rappresentano Gesù, la Madonna, e tre Evangelisti, dipinti a olio in oro in tavola ed esistono in detta foresteria.
18) Quadri cinque in tela a olio rappresentanti la figura o il ritratto di cinque Generali olivetani senesi conservati nelle stanze di dette foresterie di buona mano.
19) Quadri tre a guazzo in tavola, dipinti dal sopraddetto celebre ed insigne pittore Beccafumi, detto Mecarino, rappresentanti Santa Scolastica ed altri esistenti nelle stanze del Rev.mo Padre Abate locale.
20) Quadri uno rappresentante la Bea.ma Vergine col Bambino Gesù ed altri santi, fatto a olio in tela da buon pittore, creduto da Professori dal Casolani.
21) Quadro uno rappresentante Santa Caterina delle Ruote in piedi, esistente nella Foresteria di sopra di buona mano.
22) Quadri due in carta, uno di essi rappresentante Moise nell'atto di scendere dal monte, con le tavole della Legge ed Aronne col popolo ebreo, che faceva sacrificio al vitello, dipinto da due celebri pittori: Domenico Beccafumi denominato Mecarini e Francesco Vanni, l'altro rappresentante il Presepio con l'adorazione dei Magi, dipinto dall'insigne e famoso pittore Baldassare Peruzzi senese.
23) Quadro uno rappresentante la testa e busto di S. Pietro apostolo, dipinto a olio in tavola in piccolo da buon pittore antico.
24) Quadro uno rappresentante San Francesco di Paola dipinto a olio in tela.
25) Quadri 20 donati il 1735 ed altri 31 il 1745 di ottimi pennelli descrivo nel libro A di memorie e ricordi a fo. 49 e 68
26) Teste dodici di gesso fatte l'anno 1631 da Maestro Astolfo per il prezzo di lire ventiquattro, come appare al libro segnato MM a fo. 464 num. 8
27) Altre teste di gesso fatte da Matteo Lisi l'anno 1629 come appare al detto libro MM. a fo. 464 num. 5 anzi ancor queste fatte dal suddetto Astolfo Petrazzi.
MEDICI DEL MONASTERO
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L'anno 1519 fu eletto per medico del Monastero di San Benedetto Maestro Girolamo Bindi rosso col salario di stara sei farina, un paro di Capponi ed un capretto l'anno, come al libro dei Salariati segnato S. del 1528 a fò 42, fac.2.
L'anno 1523 Maestro Antonio Boninsegni fu eletto Medico del Monastero coll'onorario e salario predetto e di più di due stara d'olio l'anno come al libro dei Salariati segnato A dell'anno 1522 a fò 94.
L'anno 1541 Maestro Agostino Brunamontano da Radicondoli fu eletto Medico del Monastero col salario di stara diciassette grano, un paro di Capponi ed un Capretto l'anno, non servendo più il monastero di Monte Oliveto di Chiusure e di Sant. Anna come al libro dei Salariati del 1540 al fò 17.
L'anno 1548 Maestro Ambrogio Nuti fu eletto Medico di detto Monastero col salario di stara dodici di grano ogni anno, come al libro dei Salariati dell'anno 1540 a fò 76.
L'anno 1556 Maestro Bartolomeo Mancini fu eletto Medico del Monastero col salario predetto, come al libro suddetto a fò 115.
L'anno 1557 Maestro Crescentio Gori fu eletto Medico del Monastero col salario di stara dodici grano, some tre di vino, un paro di capponi ed un Capretto l'anno, come al libro dei Salariati del 1540 a fò 120.
L'anno 1571 Il signor Cesare Visconti fu eletto per secondo Medico sostituto coll'obbligo di servire gratis il detto Monastero di San Benedetto con che però venendo la vacanza del primo medico, dovesse egli succedere al medesimo come al detto libro a fò 438.
L'anno 1583 Maestro Crescentio Landi fu eletto medico di detto Monastero col salario come al detto libro a fò 250 fac. 2.
L'anno 1593 Maestro Livio Landi fu eletto Medico di detto monastero col salario suddetto, come al libro dei Salariati del 1593 a fà primo fac. 2.
Sostituo. L'anno 1594 il Signor Girolamo Minetti fu eletto per medico secondo o sostituto col salario di stara otto grano e stara due vino ogni anno, come al libro dei Salariati segnato B anzi segnato T del 1593 a fò 13.
L'anno 1599 Misser Girolamo Minetti fu eletto Medico di detto Monastero col solito Salario di stara dodici di grano, some tre di vino, un paro di capponi ed un capretto l'anno, come al libro a fò 13.
L'anno 1615 il Signor Pirro Bizzanini fu eletto Medico di detto Monastero col salario predetto solamente come a detto libro a fò 145.
L'anno 1621 Il Signor Zoroastro Tinelli, ed il Signor Fabbrizio suo figlio furono eletti Medici del detto Monastero col sopraddetto solo salario, come al libro dei Salariati segnato T del 1593 a fò 210.
L'anno 1632 Il signor Contesi fu eletto per secondo Medico sostituto per la morte del suddetto Signor Visconti olle medesime condizioni e patti come al libro dei Salariati del 1593 segnato T a fò 441.
L'anno 1673 il nobile Signor Dottore Pirro Gabrielli fu eletto per secondo Medico colli stessi patti e condizioni, come al detto libro a fò 441.
L'anno 1685 Il Nobil Signor Pirro Gabrielli fù eletto Medico di detto Monastero col predetto salario di stara dodici di grano, some tre di vino, un paro di capponi, un capretto ed una Candela di libbra ogni anno, come al libro dei Salariati dell'anno 1693 a fò 392 dico 392.
L'anno 1703 Il Signor Calvisi fu eletto Medico di detto MOnastero col detto salario di stara dodici di grano, some tre di vino, un paro di capponi, un capretto, ed una candela di libbra ogni anno come al libro dei Salariati del 1687 a fò 17.
L'anno 1717 Il nobile Signore Cesare Scotti fu eletto Medico di detto Monastero col predetto Salario come al libro a fò 20.
L'anno 1721. Il signor Dottore Pietro Pavolo Pagliai fu eletto Medico di detto Monastero col detto Salario di stara dodici di grano grosso dei Poderi di sopra e di sotto al Monastero alla raccolta di some tre vino del podere di Figareto parimente nella ricolta di para uno Capponi di libbre dieci per Natale, di una Candela di cera bianca di libbra per la Purificazione della Beatissima Vergine Maria e di un capretto per la Pasqua ed in vece di detto capretto si li danno pavoli cinque ogni anno. E rendendosi inabile al servizio deve avere in ogni modo tutto il suo salario, come al detto libro dei Salariati dell'anno 1687 al fò 21.
L'anno 1716 il Nobile Signor Dottore Cesare Scotti fu eletto per secondo Medico sostituto con l’onorario di una Candela di cera bianca di libbra per la Purificazione e d'un paio di Capponi di libbre dieci ogn'anno, come al libro dei Salariati dell'anno 1687 a fò 17.
L'anno 1720 Il signor Dottore Flaminio Pinelli fu eletto per secondo Medico colle predette onoranze come al detto libro a fò 53.
L'anno 1726 Il signor Dottore Ansano Capresi fu eletto per secondo Medico colle sopraddette onoranze come al detto libro a fò 54.
L'anno 1732 Il signor Dottore Leone Pagliai fu eletto per medico sostituto al secondo senz'alcuna onoranza e con l'obbligo di servire il Monastero gratis, con che deve succedere al Secondo Medico primo sostituto e di poi vivendo al medico primo, come al libro MM a fò 244.
NOTAI DEL MONASTERO DI SAN BENEDETTO A PORTA TUFI.
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1319 - Ser Guadagno notaro. Donazione del podere di Acona
1319 - Ser Guadagno notaro. Donazione del Podere di Melanino.
1338 - Guido del già Vanni detto il Porco. B 6 - UU f. 43
1338 - Ser Giovanni del già Ser Ranucci di Ventura B 5 - UU f. 42 fac. 2
1363 - Brizzo del già Pavolo e Ser Bartolomeo 1368 B 7 - UU f. 43 fac. 2
1364 - Ser Francesco del già Lando B 11 - UU f. 44.
1368 - Ser Bartolomeo del già Pavolo. B 8 - UU f. 43 fac. 2.
1369 - Ser Nino del già Ser Domenico di Nino B 16 - UU fo. 47.
1374 - Ser Francesco del già Lando di Ser Mino B 12 -UU f. 45.
1379 - Ser Salerno del già Giannino. B 17 - UU fo 47 fac. 2.
1400 - Ser Bonfilio da Corsigna B 28 - UU f. 53 fac.2
1408 - Ser Lorenzo di Ser Lapo,in Pantaneto B 29-UU 53
1419 - Ser Giacomo di ser Francesco di ser Nino di Tura B 33- UU a fo 55
1443 - Eredità di Fra Sebastiano UU fo. 172 fac. 2 - R a fo.75
1452 - Ser Antonio del già Ser Giovanni. B 36 - UU fo 56
1456 - Ser Luca di Nanni UU 56 - R fo 70
1475 - Ser Bartolomeo da Grosseto AA fo. 43 fac. 2
1484 - Ser Bartolomeo di Filippo Ballati AA a fo. 65 fac. 2
1489 - Ser Antonio Campana AA a fo. 95(servì gratis)
1548 - Ser Giulio Alberti (salario 8 staia di garno e vino) S a. 1540 fo. 78.
1557 - Ser Francesco Cristiani “ S fo.121.
1593 - Misser Fortunato “ T fo. 5 fac. 2
1608 - Misser Pietro Venturocci “ T (1593) fo. 146 fac. 2.
1623 - Misser Domenico Bandini “ T fo. 215 fac. 2.
1639 - Misser Girolamo Pericciuoli T fo. 280
1643 - Misser Santi Cenni T 282 fac. 2
1658 - Misser Vincenzo Bartalucci T fo. 370
1665 - Ser Jacomo Silvestri T a fo. 401
1673 - Ser Niccolò Magnoni T a fo. 435
1680 - Ser Gio.Battista Terreni T a fo. 391
1687 - Ser Pietro Belli S (1687) a fo 49
1688 - Ser Gio. Battista Cittadini S. a fo. 49.
Dal sopraddetto Cittadini sino al presente (1734) il Monastero si è servito dei notai di studio del Procuratore pro tempore del medesimo Monastero senza salario essendogli state pagate le loro mercedi, in atto solamente d'operare.
I sopraddetti notai e documenti citati vanno confrontati e messi in relazione con i documenti per la storia del monastero di San Benedetto a Porta Tufi di Siena, già descritti sopra.
DOCUMENTI IMPORTANTI
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Di Don Ippolito Piccolomini abbiamo un prezioso Inventario sulle proprietà del Monastero di San Benedetto e delle sue dipendenze.
L'elenco delle proprietà in terre e poderi dipendenti dal Monastero di San Benedetto a Porta Tufi li possiamo descrivere nel modo seguente: conforme al rilievo ottenuto dalle citazioni dei volumi che Don Ippolito Piccolomini stesso fa nelle sue registrazioni.
I documenti storici e di Archivio di San Benedetto a Porta Tufi sono:
1) Contratti .................... dagli anni 1513 - 1566
2) Libro di Entrata ed Uscita dagli anni 1522 - 1534
3) Contratti . B dagli anni 1635 - 1733
4) Regalie DC dagli anni 1475, 1494, 1518 1522
5) Contratti E Contratti
6) Liti L 1720 Liti
7) Pigioni P 1534 - 1638
8) Poderi dati a mezzo Q
9) Libro Rosso R 1638
10)Salariati S Salariati
11)Libro di Contratti UU
12)Memorie della Congregazione TT...........DD 1592
13)Ordini ................... MM 1690 - 1734
14)Libro delle restituzioni NN 1583
15)Libro VV
Storia della conduzione agricola dei Poderi dipendenti dall'abbazia di Sicille e dal monastero di San Benedetto a Porta Tufi dei monaci Olivetani dal 1450 al 1659
Conduzione agricola
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E' importante conoscere attraverso gli atti di concessione dei terreni ai conduttori dei poderi in provincia di Siena, soprattutto nel territorio delle crete senesi, quale fu il tipo di conduzione agricola da parte dei monaci Olivetani?
Dal prezioso e dettagliatissimo elenco descritto da Don Ippolito Piccolomini, monaco olivetano, abbiamo potuto rilevare che i singoli poderi della Badia di Sicille dipendenti dal monastero di San Benedetto di Siena dalla metà del 1400 furono concessi singolarmente a mezzadria, mentre dal 1566 fino alla seconda metà del 1600 tutti i poderi nel loro complesso vengono dati in affitto con un canone globale che varia secondo gli anni e che è cosi specificato:
SPOGLI E SPROPRI
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- L'anno 1620 dal Padre Abate Don Gio.Batta Piccolomini, al libro GG a fo. 106
- Lanno 1629 del Padre Abate Don Pavolo Paccinelli GG a fo. 108 e seguenti
- L'anno 1630 di Fra Secondo GG a fo. 149
- L'anno 1634 di Fra Vittorio da Milano GG a fo 155
- L'anno 1635 del Padre Abate Don Angelo Maria Petrucci GG a fo 156
- L'anno 1636 del Padre Don Clemente Taneredi GG a fo 159
- L'anno 1638 del Padre Abate Don Giovan Antonio da Bologna GG a fo 159
- L'anno 1640 del Padre Abate Don Ventura Venturi GG a fo 156
- L'anno 1660 del Padre Abate Don Ippolito de Vecchi GG a fo 169
- L'anno 1664 del Padre Abate Don Valeriano Chigi GG a fo 138
- L'anno 1677 del Padre Don Gregorio Petrucci GG a fo 187
e libro dei Ricordi segnato + a fo 128 fac. 111
- L'anno 1677 del Padre Abate Don Girolamo Mignanelli, libro Ricordi + a fo 128 fac 2
- L'anno 1677 del Padre Don Evangelista Spannocchi GG a fo 216
- L'anno 1677 del Padre Don Giovanni Colombini GG a fo 210
- L'anno 1677 del Padre Don Patrizio Patrizi GG a fo 218
- L'anno 1678 del Padre Don Francesco da Siena GG a fo 209
- L'anno 1679 del Padre Don Bernardino Paccinelli GG a fo 196 e seg.
e libro de Ricordi + a fo 135 p. 1a
- L'anno 1683 del Padre Don Salustio Boninsegni GG a fo 223 e seg
e libro Ricordi + a fo 149
- L'anno 1684 del Padre Aabate Boninsegni Ricordi + a fo 151
- L'anno 1684 di Fra Benedetto da Siena Ricordi + a fo 150
- L'anno 1687 del Padre Abate Don Bernardo Tolomei GG a fo 229 e seg.
e libro Ricordi + a fo 137
- L'anno 1690 del Padre Don Rinato Baldelli da Gubbio Cortonese GG a fo 238 e seg.
- L'anno 1692 del Padre Don Timoteo Fratta da Verona GG a fo 245
- L'anno 1693 del Padre Don Francesco Maria Bonetti lucchese da San Gimignano GG a fo 252
- L'anno 1693 di Fra Bernardo da Milano GG a fo 246
- L'anno 1697 del Padre Don Dioniso Bandinelli Paparoni GG a fo 258
- L'anno 1697 del Padre Don Pio Carlo Ari da Genova GG a fi 260
- L'anno 1698 del Padre Don Pio Tommasi GG a fo 272
- L'anno 1698 del Padre Don Gregorio Mignanelli GG a fo 274 e seg.
- L'anno 1700 di Gio Batta Gelli servitore del monastero GG a fo 280
- L'anno 1700 del Padre Don Gaetano Maria Bargagli, poi vescovo di Chiusi GG a fo 286
- L'anno 1700 di Fra Domenico Taccini GG a fo 288
- L'anno 1704 del Padre Don Vincenzo Antonio Simonini da Bologna GG a fo 289
- L'anno 1706 del Padre Don Bernardino Salvani GG a fo 290 e 292
- L'anno 1714 del Padre Don Girolamo Antonio Falconetti GG a fo 294
- L'anno 1720 di Fra Modesto da Siena GG a fo 297
- L'anno 1730 di Raffaello Bargi servitore del monastero GG a fo 298
- L'anno 1729 del Padre Abate Don Pietro Maria Savini GG a fo 300
e libro Ricordi + a fo 182
- L'anno 1730 del Padre Don Pio Martinengo da Brescia GG a fo 300
- L'anno 1732 del padre Abate Don Evangelista Salvi GG a fo 303
- L'anno 1733 del Padre Abate Don Valeriano Mignanelli, Ricordi + a fo 185
Dopo la bolla del 1727 di Benedetto XIII fu fatto trascrivere per il monastero dal Rev.do Signor Antonio Sestigiani Sacerdote senese:
- Il ristretto, Compendio e Sunto di tutte le carte pecore ritrovate l'anno 1689.
- Anche del Libro Rosso, segnato con la lettera R: si dice che ne fece fare un libro, il quale è segnato VV.
- Compendio o Sunto per alfabeto di tutte le scritture sia in carta pecora come in carta ordinaria
- Libri diciotto fatti da fogli volanti con indice particolare (cfr. fò. 21 in ASS.)
- Dal 1475 indietro sino al 1320 mancano tutti e molti mancano dal detto anno 1475 sino al 1689.
- Manca molto il Libro AA di memorie antiche "Anche il Libro Rosso R - (allora non c'era)
Nella trascrizione dei documenti collaborò anche il cancelliere Dottor Sebastiano Tattarini, attuario dell'Arcivescovado.
Nel 1729 sopra le volte furono trovati 24 pezzi di tele dipinte tra le quali:
- Un Peruzzi
- Beccafumi
- Francesco Vanni
E furono fatti restaurare diversi quadri la cui spesa fu di lire 554 soldi 8 che si vede annotata al Giornale del 1720 a fò 478
N° 14 à Bonificati del 1729.
Tasse nei monasteri senesi
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Gli abati toscani, considerando che i prelati della nazione senese erano esentati dal pagare la tassa al Visitatore della provincia, stavano per domandare al Generale che questa non si dovesse pagare più da nessuno. Ma opponendosi a ciò il Visitatore stesso, che era l'Ab. D. Gaspare Piccolomini di Volterra, chiesero soltanto che fosse resa più equa e obbligatoria per tutti. Fu ridotta quindi di un terzo, e fu esentato soltanto il monastero di S. Benedetto di Siena, per il quale avrebbero dovuto pagare quelli di Camprena e di Rapolano. (AA. PP: VI, f.302). Gli abati della nazione senese si risentirono, facendo osservare come la loro esenzione totale era più che centenaria ed ottenuta dal pieno Definitorio; perciò la questione fu rimessa al pieno Definitorio del Capitolo intermedio del 1737 (AA. PP. VI, f. 319), ed in esso fu esentato interamente S. Benedetto di Siena e S. Anna in Camprena, ma non più S. Maria Assunta di Rapolano. (AA. PP: VI, f.353). Si nota qui che nel 1738 fu esentato da tutte le tasse dell'Ordine il monastero di S. Maria del Pilastrello di Lendinara, per aver sofferto gravi danni dalla rotta dell'Adige (AA. PP. VI, f.388).
In quel medesimo tempo, i Senesi insistevano per affidare agli Olivetani il Collegio Tolomei della loro città di Siena. Subito dopo i Comizi del 1774, il Generale fu chiamato a Siena dal Luogotenente Simonetti a scopo di trattare in proposito; senonché il Generale stesso si riservò di sentire il parere di tutta la Congregazione; ma in ogni modo, non si poteva sperare di aver Rettore e Professori toscani, perché i monaci del Granducato erano pochi. Si seppe poi a settembre che il Collegio era stato affidato agli Scolopi. La notizia cagionò un certo sollievo nella Congregazione, che non amava uscire dal suo ambiente semplice e casalingo; e quindi, quasi per reazione, fu accolta con maggior festa l'altra notizia di quei giorni circa l'elevazione alla cattedra vescovile di Montalcino dellex-genrale Pecci.
Nell'estate del 1779, dopo la partenza del Generale per la Lombardia, il vicario generale Inghiriami aveva fatto nuove ed accurate ricerche del Corpo del beato nel monastero di Siena, riuscite ancora una volta infruttuose.
Il Governo Napoleonico del regno Italico chiude il monastero il 26 maggio 1808.
martedì 9 marzo 2010
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