domenica 21 febbraio 2016

ARCHIVIO SANTA FRANCESCA ROMANA. FONDO S. MARIA NOVA – PERGAMENE ================================== Le pergamene del fondo di S. Maria Nova furono raccolte nel secolo XVII in 14 volumi ad opera dell’abate Pietro Rosini, che compilò anche un regesto inventario manoscritto di esse, conservato in quel archivio. (La biografia di Don Pietro M. Rosini, archivista olivetano. Nato a Venezia il 27 ottobre 1728 Vestizione nel novembre 1743 Professione religiosa il 17 novembre 1744. Archivista Cancelliere Segretario generale Abate A S. Maria Nova fino al 1798 Fu a S. Elena in Insula di Venezia, costretto a passarvi le vicende politiche. Abate a S. Elena nel 1799 Verona- S. Maria in Organo nel 1805. Abate. Adria, badia di S. Maria dove morì il 10 maggio 1807 a 79 anni. Ordinò l’archivio di Monte oliveto Maggiore “ di Monte Oliveto di Napoli “ di S. Maria Nova. Abbiamo transunti del Rosini in : Cod. Vat. 7937, cc.17, 24, 26, 27, Cod. Vat. 7929, parte II, cc. 237 segg.) I volumi dal titolo “Tabula iurium ecclesiae et monasterii S. Mariae Novae” contengono le pergamene così divise: I - Dall’anno 982 all’anno 1209 II - “ 1209 “ 1299 III - “ 1301 “ 1359 IV - “ 1359 “ 1375 V - “ 1375 “ 1385 VI - “ 1385 “ 1399 VII - “ mancante (1) ora si trova in A:S:R. collezione Pergamene, casseta 30.Olivetani in Santa Maria Nova. (1400 – 1407) VIII - “ 1408 “ 1421 IX - “ 1421 “ 1431 X - “ 1432 “ 1499 XI - “ 1500 “ 1547 XII - “ 1548 “ 1585 XIII - “ 1585 “ 1643 XIV - “ 1643 “ 1763 Gli Atti o pergamene che mancano e che sono da ritenersi persi dal Regesto del Rosini e pubblicati dal Fedele sono: Dal I Volume atto del 1038.II.16 “ atto del 1038.XI.05 “ atto del 1039.X.11 “ atto del 1039.XI.12 “ atto del 1140.I.04 “ atto del 1042.II.10 “ atto del 1161.IX.30 “ atto del 1162:III.23 “ atto del 1164.XI.02 “ atto del 1180.I.23 “ atto del 1202.IX.15. L’edizione della pubblicazione delle pergamene dall’ anno 982-1200 curata da P. FEDELE, in archivio della Società Romana di Storia patria, XXIII-XXVI (1900-1903). I primi due volumi sono stati sfasciati e le pergamene restaurate, sono raccolte in cartelle e ordinate in base alla catalogazione dell’Abate Rosini Pietro, conservando tutti gli errori di datazione fatti in quel tempo e suddivise poi secondo il formato. STORIA DELLA BASILICA DI SANTA MARIA NOVA. ========================================== Su questo colle del Palatino nel 135 Adriano dedicò un tempio colossale a Venere e Roma. Nel 757-767 S. Paolo I romano edifica un oratorio ai SS. Apostoli Pietro e Paolo ( orazione su Simone). Nel 950 viene realizzato un nuovo edificio più vasto e adeguato, dedicato alla Beata Vergine con il titolo di S. Maria Nova, che raccoglieva i titoli e i privilegi della diaconia di S. Maria Antiqua e sotto il papa Gregorio V (996-999) ci fu la solenne dedicazione della chiesa, con nuovo refettorio e nuovo edificio. La storia della Basilica di santa Maria Nova viene illustrata dalle seguenti presenze: Dal 1061 al 1119 i Canonici Regolari di San Frediano di Lucca. Alla loro presenza il 29 gennaio del 1094 Urbano II consacrò Errando vescovo di Halbertstadt, e il 29 marzo Lamberto vescovo di Arras. Dal 1119 al 1351 furono presenti i Canonici Lateranensi con osservanza agostiniana Il 23 febbraio 1139 alla loro presenza Innocenzo III vi riceve la sua consacrazione e il 6 giugno 1161 viene fatta una nuova edificazione, con l’inaugurazione dei mosaici dell’abside e della torre campanaria. All’anno 1161 ci si riferisce quando Cenci Frangipane mostra sull’altare una grande immagine della Madonna, che la fama parla dipinta con arte da San Luca, che Angelo Frangipane, cavaliere romano aveva portata a Roma da Troade in Grecia, e che nel 1285 sotto Onorio IV tutto fu bruciato da un incendio ma l’immagine della Madonna rimase intatta. Nell’altare sono conservate le reliquie di cinque santi che si possono leggere da una parte e dall’altra del monumento. A destra: “Requiescunt corpora Sanctorum martirum Nemesij, Olimpij, Sempronij, Lucillae et Exuperiae. Adsunt et Reliquiae Sancti Petri et Sanctorum Innocentium, ac de craticula santi laurentij. A sinistra : Quicumque harum Reliquiarum aliquid hinc auferre et altare frangere praesumpserit Anatema sit, et maledictus a Domino Deo Omnipotente et a Jesu Cristo filio eius et spiritus sancto: Maledictus queque a Gregorio Urbis Romae IV Episcopo, nec non ab omnibus Episcopis, qui huic dedicazioni interfuerunt et has Reliquias hic uniti…deposuerunt. Supradicta haec in quidam tabella plumbea, quae cum Reliquiis in altare conservabatur erant descripta. Anno vero Domini MDLXXX. Cum altare hoc semotum, ac fabrefactum fuerit et Reliquiae in eo omnes reconditae Sanctissimus, Domino noster Gregorius divina providentia Papa XIII, supradicta omnia auctoritate sua sancivit.” Fu anche rifugio di Alessandro III, nell’annesso fabbricato eretto in fortezza dai Frangipane, e il papa da qui scriverà molte lettere intestandole :“apud Sanctam Mariam novam”. Nel 1189 era Card. Diacono Bernardo (da un atto di Clemente II alla chiesa senese) Dal 1216 – 1227 sotto Onorio III, sempre presenti i Canonici Lateranensi, dopo la devastazione di un tremendo incendio, verrà restaurato completamente il tetto della Basilica. Dal 1352 furono chiamati i Monaci di Monte Oliveto Maggiore. 650° DEI MONACI OLIVETANI A S. MARIA NOVA ========================================= La prima presenza dei Monaci di Monte Oliveto a Roma fu certamente a S. Giacomo alla Lungara nel 1339, dove dal 1249 c’ erano i Silvestrini, ma gli Olivetani vi rimasero poco, perché passarono prima in S. Maria in Domnica dal 1340 al 1347 e dal 29 maggio 1352 a Santa Maria Nova. Dopo una breve presenza quindi dei Canonici Regolari dell’Ordine di S. Agostino entrarono a Santa Maria Nova i Canonici lateranensi che rimasti solo due o poco più, ad essi seguirono i Monaci di Monte Oliveto Maggiore. Dalla “Rubrica delle Tavole segnate: Jurium ecclesiae et monasterii S. Mariae Novae” composta sotto il governo del rev.mo P. Abate Don Francesco M. Ilori di Fabriano da Don Pietro M. Rosini archivista olivetano in Roma nell’anno 1766 possiamo ricavare molti atti notarili che insieme a quelli trascritti dal fondo “MOMDIP” (=fondo diplomatico di Monte Oliveto Maggiore) raggiunge il numero di 44 atti. (f. 74) - 1352 23 aprile: Avignone. Anno X. Bolla di Clemente VI, con la quale ad istanza del Card. Pietro Belfort, Diacono di S. Maria Nova, unisce alla detta diaconia la chiesa di S. Maria de Palaria de Urbe, quale “Casinensae ecclesiae debet subesse” (f. 75) 1351 VII Kal. Maii. Avignone anno X. Bolla di Clemente VI, con la quale dà facoltà a Pietro Cardinale Diacono di S. Maria Nova di Roma di mettere al servizio di detta chiesa un priore e dieci monaci dell’ordine di Monte Oliveto, levando da esso li due Canonici dell’Ordine di S. Agostino, li quali erano ‘pueri vocem in Capitulo non habentes ‘ e trasferirli ove più gli paresse a proposito. 1) 1352 29 maggio: Ind. 5. Processo e Decreto esecutivo fatto da Pietro Card. Diacono di S. Maria Nova alla Bolla di Clemente VI, 1351 7 Kal. Maii, con la quale mutò l’Ordine di S. Agostino in quello di S. Benedetto degli Olivetani nella Diaconia. Il Pontefice accogliendo la richiesta del pio Cardinale inviò delle lettere all’Abate di Monte Oliveto nelle quali ordinava fra le altre cose che il progetto del Cardinale si potesse quanto prima realizzare con l’invio del priore con dodici monaci e per questo furono incaricati i RR. Monaci F. Cristoforo Lervini priore e Fr. Pietro di Roma procuratori della detta Congregazione Olivetana, “ nel qual giorno furono messi in possesso di detta Diaconia li detti Padri come consta dal Decreto: “quorum quidam monasterium tamquam nova plantatio ex irrigatione superna, tam in capite quam in membris, continuis proficit spiritualibus et specialibus incrementis, ex redolentibus monachorum ipsorum exemplaris vitae meritis et regularibus disciplinis, quae notoria fama divulgabat, ecc.” Il Cardinale supplicò il Pontefice che arrivasse a sollevare i monaci dalla povertà del momento e per questo furono loro concesse le rendite di Santa Maria di Palaria in Roma, togliendole da Monte Cassino. Passarono sotto il potere della Congregazione Olivetana e unite a Santa Maria Nova altre due chiese e cioè San Sebastiano alle Catacombe fuori le mura, che Alessandro III già nell’anno 1161 aveva affidata a Santa Maria Nova e per alcuni secoli così era avvenuto con il dovere di offrire due libbre d’incenso, ma che con Sisto V era stato tolto e annesso in perpetuo al Sacrario Pontificio. L’altra concessione a Santa Maria Nova fu Santa Maria del Porto Tarentino, che rimase solo per un certo tempo. Oltre queste due dipendenze a sostegno del monastero ci fu soltanto la loro bontà, la loro industriosa intraprendenza per aumentare largamente le entrate e così arrivò l’anno 1360. 2) 1352 15 luglio: Ind. 5. Istrumento di vendita di un pezzo di terra posto nel territorio di Tivoli nel Colle Forcolino fatto Bugarello quondam Angelo quondam Giacomo di S. Paolo a favore di Chonsta di Mascio di S. Polo per 8 fior. d’oro. Rog.to da Paolo Vangelo di Civitella not. 3) 1352 20 ottobre: In strumento di vendita della metà di una casa con orto e pozzo, fatta da Giovanna moglie di Cola a favore di Nardo quondam Matteuccio del rione e contrada di Campo Carneo p. 24 fiorini d’oro. Rog.to da Giordano quondam Giacomo de Zippis not. della P. R. 4) 1352 30 novembre: Ind. 6. Copie due dell’istrumento della metà di una casa e orto fatto da Paolo quondam Gotio Sparni a favore di Gio quondam Giacomo Gervasi per 40 libr. Di provvigione del Sen. Rog.to da Gio. quondam Ugolini et Gentili not. 5) 1353 8 gennaio. Ind. 6: Istrumento di vendita di tre parti, e di tre quarti di parte delle 4 principali parti della metà di un casale posto fuori Porta S. Paolo detto Ascratico e Senario de Rossi, fatto da Lellio di Giacomo quondam Gio Paolo Capozucchi per 900 fiorini. Rog.to da Francesco Pucci not. della P.R. col consenso dei RR. Monaci di S. andrea e Sabba proprietari et… 6) 1353 25 giugno. Ind.6; Decreto esecutivo della Bolla di Clemente VI fatto dal Card. Diacono di S. Maria Nova, col quale impone sotto pena delle censure all’abate e i Monaci di S. Lorenzo extra mura di ricevere nel loro monastero Fra Lorenzo dell’Ordine di S. Agostino, che era nella Diaconia di S. Maria Nuova; di dargli l’abito benedettino, e considerarlo come un altro monaco. 7) 1353 28 novembre. Ind. 6. In strumento di conferma e di approvazione della vendita d’un orto fatta da Teodora madre di Buzio tutorio nomine a pacina, fatto da Buzio allo stesso Pavina con altri patti, con lo stesso di lib. 10 prov. Rogato da Pietro not. (vedi 1347 16 aprile). 8) 1353 21 dicembre: Ind. 7. Istrumento di vendita della 3° parte delle tre principali parti di corte vecchia, di Torre Vergata e della 3° parte delle case, torri, chiostri e de’ casali, fatto da Lellio quondam Porcelli quondam Niccoli amatorio col consenso di Margarita quondam Butio quondam Gio. Rossi sua moglie a favore di Niccolò Tomasozio quondam Pietro quondam Tommaso per 1500 fiorini d’oro. Rogato da Francesco quondam Pietro Rosani, not. della P.R. 9) 1353 20 dicembre. Ind. 6. Istromento di vendita di 4 case poste in Borgo, fatto da Paolo quondam Lellio quondam Giacomo quondam Gio quondam Paolo del rione Campitelli col consenso di Erminia sua moglie e figlia di Pietro de Magistero di Lucca a favore di Paolo quondam Giacomo Dioteguardi e di Pietruccio suo figlio per 82 fiorini. Rogato da Giacomo quondam Giovanni Alberti. Not. P.R. 10) 1354 8 febbraio. Ind. 6. Istrumento di assicurazione della dote di Giacobella figlia di Andrea Dunerii di 22 fior. d’oro sopra una casa in Trastevere fatto da Antonio Necchesini marito della suddetta Giacobella. Rogato da Addone quondam Pietro Buccaciola not. della P.R. 11) 1354 21 giugno. Ind. 7. Istrumento di vendita della metà di una casa nella parrocchia di S. Lorenzo de’ Pescivola, posseduta l’altra metà da Gio. di Stefano Normanni, fatto da Meolo quondam Bartholomeo a favore di Palazzo, Cecco, Ciuccio fratelli e figli di Cola Ranfi, per prezzo di fior. 25 d’oro. Rogato da Giov. Quondam Pietro Bucciviola not. della P.R. 12) 1354 22 settembre. Ind. 8. Istrumento di vendita di un forno cum quodam Casareno seu orticello e di una cisterna grande in Tivoli, fatto da Gio. quondam Buzio quondam Biaggio a favore di Pavina Giudice per 80 lib. Provin. Senesi. Rogato da Pietro Canis di Tivoli not. 13) 1355 19 marzo. Ind. 8. Istrumento di vendita della metà di un oncia delle 12 principali oncie d’una Torre detta degli Amatesci nel rion di Parione e di due altre terze parti di oncia, fatto da Matteuccio di Gio. Sassi e di Perna sua moglie a favore di Luca quondam Pietro Pelcelli per 8 fiorini d’oro. Rogato da Tommaso quondam Federico Amatesi not. 14) 1355 31 ottobre. Ind. 8. Istrumento di locazione d’un certo orto, fatto da Stefano Paloptio Can.co di s. Maria Maffiore Vicario e Priore generale del Cardinale Pietro Diacono di S. Maria Nuova a favore di Fuzio quondam Pietro Berardo detto Cappitella p. 19 anni con annua risposta di 100 soldi di provini senesi. Rogato da Paolo quondam Niccolò et scriba et Not. 15) 1356 10 ottobre. Ind. 10. Istrumento di possesso preso dalla metà d’alcune case da Pietro. Rogato da Giov. Quondam Giacomo Giordani not. 16) 1356 6-18 dicembre. Ind. 10. Istrumento di divisione fra Lellio Porcelli Amatori del rione Colonna, e Niccolò Tomasozio quondam Pietro quondam Tommasio del rione S.Eustachio. 17)1370 24 dicembre – Roma Fra Giovanni di... e fra Pietro Paolo degli Annibaldi, monaci olivetani residenti a S. Maria nova di Roma si appellano contro l'ingiunzione di recarsi a Montecassino (Reg. Oliv. I,44) Nel 1372 fu creato cardinale Fra Pietro Tartaro, già Priore di Santa Maria Nova e poi abate di Monte Cassino 18) 1383. – Testamento di Pietro de Casseris legis doctor sotto papa Urbano VI in una cappella edificata a nuovo, fatta edificare sotto il nome e il titolo della B. Vergine e di S. Gregorio dal Casale di Tor Vergata posto fuori di quel castello. Actum Romae in loco Capituli Ecclesiae Sanctae Mariae Novae presentibus et testibus Hardo Vendottinus, notarius de Rione Montis Bartheluccio…sutore et Petrusio filii dei Barthelutii de Rione Parionis - frater Naldino de Volaterris - frater Bart. S. de Parma - frater Johanne de Padua - frater Alberto de Alemanna - Cola Jacobi di Alemanna oblato - Et Petro de Corsica converso et oblato Sanctae Mariae Novae et fratribus testibus ad predicta vocatis et rogatis. Ego Paulus Janosi de Cadderis civis Romanus publicus et sacra prefecture authoritate notarius predictus omnibus interfui eaque scripsi et in publica forma redegi munito et lito signo suae mani rogatus reg… VOLUME VII° =========== Passando a più di un secolo dopo stralciamo ancora alcuni transunti di atti capitolari della comunità di S. Maria Nova, senza conoscere però tutto il periodo della frequenza di Santa Francesca Romana, perché il volume oggi si trova all’archivio statale di Roma (A.S.R.) cassetta n. 30. Ottorino Montenovesi nel 1926 nella Rivista storica Benedettina (pagg.240-347) ci ha lasciato una preziosissima trascrizione in transunto delle pergamene sotto forma di regesto per gli anni 1400-1408. Possiamo anche di questo prezioso codice descrivere sommariamente l’elenco delle 87 pergamene con la data di ciascun atto. Solo di alcuni documenti che si riferiscono più direttamente al qualche monaco e in particolare ai loro nomi e alle vicende del monastero potremo ricordare il contenuto in modo più esteso. 1) (copia) Roma 19 gennaio 1400: testamento di Antonio del fu Giovanni di Matteo Martini: I monaci di S. Maria Nova subentrano per 1000 fiorini; lascia inoltre al mon. Di S. MarIA Nova, dove sceglie la sua sepoltura 100 fiorini. E’ presente all’atto Frate Paolo de Bucchabellis vicario del mon. Di s. Maria Nova e frate Gregorio Nannoli, sacrestano. Notaio che rogò l’atto: Nardo del fu Puzio Venectini 2) Roma 21 gennaio 1400: Codicillo al testamento di Antonio del fu Giovanni 3) Roma 20 gennaio 1400. Testamento di Costanza, vedova di Lorenzo de Pontianis 4) (copia) Roma 20 gennaio 1400: Parte del testamento di Costanza e codicillo. 5) Roma 25 gennaio 1400: Cvodicillo al testamento di cui al n. 3: Si revoca la donazione ai poveri di quanto rimarrà dei beni della testatrice, che si attribuisce alla chiesa di S. Maria Nova. 6) Roma 17 febbraio 1400: Il notaio Nardo Venectini, procuratore del monastero di Santa Maria Nova chiede il pagamento dei 166 fiorini come erede principale e universale secondo il testamento di Giacoma del 14 aprile 1393, ma invano. 7) Roma 27 febbraio 1400: Il notaio Nardo Venectini di Ponte, procuratore del monastero di S. Maria Nova stabilisce le procedure e le conseguenze del testamento del fu Paluzio de Poncianis, alias Capograsso 8) (Copia) Roma 5 marzo 1440: Testamento di Lorenzo di Lello Paulo di Ripa. Stabilisce che i beni della moglie Paola, se non permane nello stato vedovile per la metà andranno alla chiesa di Santa Maria Nova. Notaio: Stefano di Paolo di Angelo Scherviarii. 9) Roma 15 marzo 1400. Bolla del papa Bonifacio IX° che privilegia l’altare della Madonna nella chiesa di saanta Maria Nova, accordando ogni anno ai fedeli che abbiano ricevuto i sacramenti l’indulgenza di 7 anni e altrettante quarantene in alcune festività, e nelle feste dei SS. Pietro e Paolo e nella Pentecoste l’indulgenza di 100 giorni . La pergamena è rubricata, ma manca il piombo che pendeva. “Bonifacius episcopus serus servorum Dei…Cum itaque sicut accepimus in ecclesia Monasteri Sanctae Mariae novae de Urbe, ordinis sancti Benedicti Montisoliveti nuncupati, quoddam altare in honorem et sub vocabolo beatae Mariae Virginia constructum nondum consecratum existat, nos capiente ut dictum altare postquam illud consecratum fuerit,,” Datum Romae, apud Sanctumpetrum, idibus martij, pontificatus nostri anno undecimo. 10) Roma 13 maggio 1400. (Il figlio del notaio Nardo Venectini) Il chierico romano Giovanni di Nardo Venectini riceve il canonicato della chiesa di S. Giovanni in Laterano e ne prende possesso all’ora di terza. Notaio Pietro di Nicola di Andrea Signorilis. 11) (Copia) Tivoli 21 maggio 1400. Testamento di Paolo di maestro Angelo da Tivoli nomina eredi i figli Angelo, Giorgio e Vanna. 12) (Copia) Roma 1 gennaio 1400.Testamento di Tucio del fu Lello Carazonis di Ripa. Morendo i suoi figli senza discendenza lascia alla chiesa di santa Maria Nova la metà di un Casale detto Sette Vassi. Nomina esecutore testamentari il priore della chiesa di Santa Maria Nova, sua moglie Paravisa, il rettore della chiesa di S. Gregorio ai Quattor Capi, Antonio, al quale fra gli altri lascia quattro fiorini. Notaio Stefano di paolo di Angelo Scrinarij, imp. Auct. Not. 13) (Copia) Roma 1 gennaio 1400. Altro testamento di Tucio. Ad istanza di Manello di Giovanni di Manello da Amatrice, procuratore ed economo del monastero di Santa Maria Nova il 25 maggio 1400 viene aggiunta la sottoscrizione di Bartolomeo Cappella, da Subiaco dottore in legge che ratifica l’atto. C’è pure la sottoscrizione del Notaio Nardo del fu Pacio Venectini. 14) –15 (Copie) Roma 1 gennaio 1400. Altri due esemplari come sopra. 16) Roma 5 giugno 1400. Testamento di Paluzio teuli meta, di Ripa. Se sua figlia Andrea morirà senza figli la terza casa a Ripa nell’isola Licaonia, parrocchia di S. Giovanni dell’Isola, passerà al monastero di Santa Maria Nova. Notaio Pietro Paolo di martino Cenci, imp. Auct.not. (S.T.) 17) Roma 19 giugno 1400. Testamento di Paolo del fu Cecco di Pellegrino de Pellegrini, di Parione. Se mancheranno figli maschi, metà della sua tenuta detta Palazzo, fuori della porta Appia, in partibus Latii, in districtu urbis, toccherà al monastero di S. Maria Nova; mancando gli esecutori testamentari nominati , a tempo opportuno subentreranno il priore di s. maria Nova e il guardiano di S, Maria in Aracoeli. Notaio Antonio di Lorenzo di Stefanello da Scamiis. Il 2 dicembre il testamento venne presentato per conto degli interessati dall’altro notaio Nardo venectini, il quale chiese che se ne sentenziasse l’esecutorietà. 18) Roma 27 giugno 1400. Testamento di Florenzio del fu Cesso di Giacomo di cesso da Capuccinis, signore di castel Arcione…Stabilisce di essere sepolto nella chies adi S. Maria Nova a cui dona, sul Castello suddetto 200 fiorini, e nomina esecutori testamentari la sua amica Mabilia, l’ava materna Paola del fu Iannotto di S. Eustachio. Notaio Nicola di Cola di Giovanni. Jordani imp. Auct. Not. (S.T.) 19) Roma 1 luglio 1400. Testamento di Bartolomeo Francisci da Pistoia, preposito della chiesa di S. Stefano di prato, nella diocesi di Pistoia. Il suddetto Bartolomeo dispone di esser sepolto nella chiesa del monastero di San Benedetto di Pistoia, di Monteoliveto, da lui fondato nel caso morisse nella Tuscia, a Roma, o nelle terre del Patrimonio di san Pietro e del Ducato di Spoleto, altrimenti nella chiesa del Frati Predicatori di quel luogo qualsiasi dove fosse avvenuta la morte. Inoltre lascia al monastero di Monteoliveto tutti i suoi libri di teologia e le sue pianete, piviali ed altro a uso degli altarti, 2 calici di argento con le patene, un messale grande e 200 fiorini d’oro per costruire la sacrestia e i rispettivi armadi. Se mancheranno gli eredi universali soprannominati erediterà il monastero di monteoliveto. Fra gli altri esecutori testamentari sono nominati i priori dei monasteri di Santa Maria Nova di roma e di san benedetto di Monteoliveto o altri non potendo costoro. Notaio Giovanni Molendinari, chierico di Minden, imp. auct.not. (Archivio Santa Maria Nova) 20 Roma 7 luglio 1400. Testamento di Lello Pescioni, della regione Arenula. Lascia alla chiesa di Santa Maria Nova, per l’anima dei suoi morti, metà di un palazzo (sale, camere, piano terreno, portico e pertinenze) in Parione, e la chiesa dovrà prima pagare agli esecutori testamentari 25 fiorini d’oro al computo di 47 soldi di provisini per ogni fiorino.. di tali fiorini 18 serviranno a soddisfare alcuni legati, ed il resto per persone bisognose: i frati medesimi di Santa Maria Nova pregheranno Dio per l’anima sua e dei suoi defunti. Notaio: Antonio di maestro Paolo Angelj, ap. Et imp. Aut. Not. 21 Roma 24 luglio 1400 Il notaio Nardo Venectini quale procuratore del monastero di S. Maria Nova prende possesso della metà del palazzo di cui al regesto precedente, col ricevere degli esecutori testamentari le serrature e i catenacci del medesimo e le solite altre formalità e paga i 25 fiorini richiesti dalle disposizioni del testamento di Lello di Paolo Pescioni. Notaio Antonio Gaytani, imp. Auct. Not. 22 (copia) Roma 8 settembre 1400. Atto notarile degli sponsali e della parentela tra Giacoma di di Francesco Mathei di Ripa e Paolo di Antonio Pasqualis della regione Colonna. Notaio Simiozio del fu Nuzio di Coluzia Symeonis, imp. Auct. Not. Ha fatto dono della sua dote per l’anima sua e i suoi morti. 23. Roma 22 ottobre 1400 Testamento di Mattea vedova di Coluzia Vasi dei Monti, nomina erede universale il monastero di Santa Maria Nova con alcuni obblighi. Nomina esecutori testamentari il priore del monastero suddetto. NotaioPietro della Danaro, ap.et imp. auct.not. 24bis. Roma, 20 agosto 1403. Codicillo al testamento di Mattea. Ordina di venire sepolta a S. Maria Maggiore…e fra donazioni ad altri, conferma eredi universali i monaci di s. Maria Nova. Notaio Pietro della Danaro. 24 tris. Roma 11 novembre 1403. Altro codicillo della stessa Mattea, che fa altre donazioni a diversi. Notaio Pietro della Danaro. 25. Roma 15 aprile 1401. La nobildonna Agnese, vedova di Giovanni Vivaldi, di Campo Marzio vende a Vittore de Pace da Venezia decretorum doctor una casa a piano terreno. Notaio Paolo di Pietro Arancini, ap. auct. Not. 26. Roma 27 maggio 1401. Testamento di benvenuta, moglie di Nalluzio tabernarii, di Parione, nomina eredi universali 3 poveri..e dopo la morte del marito che durante la vita l’avrà in usufrutto, passerà dopo la sua morte in possesso al monastero di S. Maria Nova la casa suddetta. Notaio Nardo del fu Domenico di Giovanni Bonianni, imp. Auct. Not. (S.T). (A tergo si legge:”E alla morte del marito:”..potemo avere la possessione”). 27. Roma 15 giugno 1401. Nicola Vordis dottore dell’una e dell’altra Segnatura, a proposito della causa che si dibatteva tra Bartolomeo Francisci e Michele Bartholomei, monaco vallombrosano. Notaio Guerardo de Oerscot, chierico della diocesi di Liegi. 28. Roma 6 novembre 1401. I canonic della basilica ad Sancta Sanctorum danno in affitto in enfiteusi un loro orto. Notaio Domenico di Vanni Mathey da Viterbo. (Non riguarda il monastero di S. Maria Nova). 29. Novembre 1401. Una pergamena molto danneggiata che non riguarda S. Maria Nova. 30. Marino 10 marzo 1402. Il n. u. Pietro de Pasarellis, milite da Napoli fa presente al notaio che roga l’istrumento he il monastero di S. Maria Nova, proprietario di quondam pedicam terre, vocata poedica, nella tenuta di Torre del casale della marana, appartenente al monastero stesso di s. Maria, è tenuto a corrispondergli secondo il diritto e la consuetudine le erbe che crescevano lungo gli altri lati della pedica stessa e lo spicatico, contro l’opinione del monastero di S. Maria, rappresentato dal priore Fra Pietro da Sardegna. Ambedue le parti si rimettono quindi al parere di esperti. Marino stessa data. Gli esperti Giovanni de Luppa, Marino di Giovanni Iacobi e Giovanni Jacobicti dichiarano che la pedica in questione non appartenne mai al territorio marinese e quindi nessuno all’infuori del monastero di S. maria Nova può accamparvi diritti. Notaio Cecco di Nuzio Carli. Imp. 31. Roma 12 marzo 1402. Testamento di Perna vedova di Cecco Paulini di Parione oltre a varie donazioni dispone che 2 vasi vinari siano donati al monastero di S. maria Nova, come da istromenti dell’abate di S. Paolo, Santo, giò notaio, e dispone inoltre che il frutto della vendita di una casa nella regione di Ponte si doni alla chiesa di S. Maria Nova. Il rogito avviene nel monastero di san Paolo fuori le mura con i nomi di alcuni monaci presenti. Notaio Antonio di maestro Paolo Angeli (S.T.). 32. Roma 14 marzo 1402. Giacomo dei Piscioni di Nucio di Pietro di maestro Raimondo. L’istrumento viene pubblicato dopo la morte del Parione, dà come pegno dotale a Co Notaio Nicola del fu suddetto Paolo, avvenuta il 18 ottobre 1429.la di Antonio Santi metà di un palazzo colonnato, di cui l’altra metà appartenva alla chiesa di S. Maria Nova, nella regione di Parione