ARCHIVIO SANTA FRANCESCA ROMANA.
FONDO
S. MARIA NOVA – PERGAMENE
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Le pergamene del fondo di S. Maria Nova furono raccolte nel secolo XVII
in 14 volumi(elencati all’inizio dell’articolo) ad opera dell’abate Pietro
Rosini, che compilò anche un regesto inventario manoscritto di esse, conservato
in quell’ archivio.
La biografia di Don Pietro M. Rosini,
archivista olivetano:
Nato a Venezia il 27 ottobre 1728
Vestizione nel novembre 1743
Professione religiosa il 17 novembre
1744.
Archivista
Cancelliere
Segretario generale
Abate
A S. Maria Nova fino al 1798
Fu a S. Elena in Insula di Venezia,
costretto a passarvi le vicende politiche.
Abate a S. Elena nel 1799
Verona - S. Maria in Organo nel 1805.
Abate.
Adria, badia di S. Maria dove morì il 10
maggio 1807 a
79 anni.
Ordinò l’archivio di Monte oliveto
Maggiore
“ di Monte Oliveto di Napoli
“ di S. Maria Nova.
Abbiamo transunti del Rosini in : Cod. Vat. 7937, cc.17, 24, 26, 27,
Cod. Vat. 7929, parte II, cc. 237 segg.)
I volumi dal titolo “Tabula iurium ecclesiae et monasterii S. Mariae
Novae”
contengono le pergamene così divise:
I
- Dall’anno 982 all’anno 1209
II
- “ 1209 “ 1299
III
- “ 1301 “ 1359
IV
- “ 1359 “ 1375
V
- “ 1375 “ 1385
VI
- “ 1385 “ 1399
VII
- “ mancante (1) ora si trova in A:S:R.
collezione Pergamene, cassetta
30.Olivetani in
Santa Maria Nova. (1400 – 1407
più sotto descritto
minutamente da pag. 12 a
pag. 25).
VIII
- “ 1408 “ 1421
IX
- “ 1421 “ 1431
X
- “ 1432 “ 1499
XI
- “ 1500 “ 1547
XII
- “ 1548
“ 1585
XIII
- “ 1585 “ 1643
XIV
- “ 1643 “ 1763
Gli Atti o pergamene che mancano e che
sono da ritenersi persi dal Regesto del Rosini e pubblicati dal Fedele sono:
(ma alcuni sono finiti nella collezione Schiaffino?)
Dal I
Volume atto
del 1038.II.16
“
atto del 1038.XI.05
“
atto del 1039.X.11
“ atto
del 1039.XI.12
“
atto del 1140.I.04
“
atto del 1042.II.10
“
atto del 1161.IX.30
“
atto del 1162:III.23
“
atto del 1164.XI.02
“
atto del 1180.I.23
“
atto del 1202.IX.15.
L’edizione della pubblicazione delle pergamene dall’ anno 982-1200
curata da P. FEDELE, in archivio della Società Romana di Storia patria,
XXIII-XXVI (1900-1903).
I primi due volumi sono stati sfasciati e le pergamene restaurate, sono
raccolte in cartelle e ordinate in base alla catalogazione dell’Abate Rosini
Pietro, conservando tutti gli errori di datazione fatti in quel tempo e
suddivise poi secondo il formato.
STORIA DELLA BASILICA DI SANTA
MARIA NOVA.
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Su questo colle del Palatino nel 135
Adriano dedicò un tempio colossale a Venere e Roma.
Nel 757-767 S. Paolo I romano edifica un oratorio ai SS.
Apostoli Pietro e Paolo ( orazione su Simone).
Nel 950 viene realizzato un nuovo
edificio più vasto e adeguato, dedicato alla Beata Vergine con il titolo di S.
Maria Nova, che raccoglieva i titoli e i privilegi della diaconia di S. Maria
Antiqua e sotto il papa Gregorio V (996-999) ci fu la solenne dedicazione della
chiesa, con nuovo refettorio e nuovo edificio.
La storia della Basilica di santa Maria
Nova viene illustrata dalle seguenti presenze:
Dal 1061 al 1119 i Canonici Regolari
di San Frediano di Lucca.
Alla loro presenza il 29 gennaio del 1094 Urbano II consacrò Errando vescovo di Halbertstadt, e il 29
marzo Lamberto vescovo di Arras.
Dal 1119 al 1351 furono presenti i
Canonici Lateranensi con osservanza agostiniana
Il 23 febbraio 1139 alla loro presenza
Innocenzo III vi riceve la sua consacrazione e il 6 giugno 1161 viene fatta una nuova
edificazione, con l’inaugurazione dei mosaici dell’abside e della torre
campanaria.
All’anno 1161 ci si riferisce quando
Cenci Frangipane mostra sull’altare una
grande immagine della Madonna, che la fama parla dipinta con arte da San Luca,
che Angelo Frangipane, cavaliere romano aveva portata a Roma da Troade in
Grecia, e che nel 1285 sotto Onorio IV
tutto fu bruciato da un incendio ma l’immagine della Madonna rimase
intatta.
Nell’altare sono conservate le reliquie di cinque santi
che si possono
leggere da una parte e dall’altra del
monumento.

A destra:
“Requiescunt corpora Sanctorum martirum
Nemesij, Olimpij, Sempronij, Lucillae et Exuperiae. Adsunt et Reliquiae Sancti
Petri et Sanctorum Innocentium, ac de craticula santi laurentij.
A sinistra : Quicumque harum Reliquiarum aliquid hinc auferre et altare
frangere praesumpserit Anatema sit, et maledictus a Domino Deo Omnipotente et a
Jesu Cristo filio eius et spiritus sancto: Maledictus queque a Gregorio Urbis
Romae IV Episcopo, nec non ab omnibus Episcopis, qui huic dedicazioni
interfuerunt et has Reliquias hic uniti…deposuerunt. Supradicta haec in quidam
tabella plumbea, quae cum Reliquiis in altare conservabatur erant descripta.
Anno vero Domini MDLXXX. Cum altare hoc semotum, ac fabrefactum fuerit et Reliquiae
in eo omnes reconditae Sanctissimus, Domino noster Gregorius divina providentia
Papa XIII, supradicta omnia auctoritate sua sancivit.”
Fu anche rifugio di Alessandro III,
nell’annesso fabbricato eretto in fortezza dai Frangipane, e il papa da qui
scriverà molte lettere intestandole :“apud Sanctam Mariam novam”.
Nel 1189 era Card. Diacono Bernardo (da
un atto di Clemente II alla chiesa senese)
Dal 1216 – 1227 sotto Onorio III, sempre presenti i Canonici Lateranensi, dopo
la devastazione di un tremendo incendio, verrà restaurato completamente il
tetto della Basilica.
Dal 1352 furono chiamati i Monaci
di Monte Oliveto Maggiore.
650° DEI
MONACI OLIVETANI A S. MARIA NOVA
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La prima presenza dei Monaci di Monte
Oliveto a Roma fu certamente a S. Giacomo alla Lungara nel 1339, dove dal 1249
c’ erano i Silvestrini, ma gli Olivetani
vi rimasero poco, perché
passarono prima in S. Maria in Domnica
dal 1340 al 1347 e dal 29 maggio 1352
a Santa Maria Nova.
Dopo una breve presenza quindi dei
Canonici Regolari dell’Ordine di S. Agostino entrarono a Santa Maria Nova i
Canonici lateranensi che rimasti solo due o poco più, ad essi seguirono i
Monaci di Monte Oliveto Maggiore.
Dalla “Rubrica delle Tavole segnate:
Jurium ecclesiae et monasterii S. Mariae Novae” composta sotto il governo del
rev.mo P. Abate Don Francesco M. Ilori di Fabriano da Don Pietro M. Rosini
archivista olivetano in Roma nell’anno 1766 possiamo ricavare molti atti
notarili che insieme a quelli trascritti dal fondo “MOMDIP” (=fondo diplomatico
di Monte Oliveto Maggiore) raggiunge il
numero di 44 atti.
(f. 74) - 1352 23 aprile: Avignone.
Anno X.
Bolla di Clemente VI, con la quale ad
istanza del Card. Pietro Belfort, Diacono di S. Maria Nova, unisce alla detta
diaconia la chiesa di S. Maria de Palaria de Urbe, quale “Casinensae ecclesiae
debet subesse”
(f. 75) 1351 VII Kal. Maii. Avignone
anno X.
Bolla di Clemente VI, con la quale dà
facoltà a Pietro Cardinale Diacono di S. Maria Nova di Roma di mettere al
servizio di detta chiesa un priore e dieci monaci dell’ordine di Monte Oliveto,
levando da esso li due Canonici dell’Ordine di S. Agostino, li quali erano
‘pueri vocem in Capitulo non habentes ‘ e trasferirli ove più gli paresse a
proposito.
1)
1352
29 maggio: Ind. 5.
Processo e Decreto esecutivo fatto da Pietro Card. Diacono di S. Maria
Nova alla Bolla di Clemente VI, 1351 7 Kal. Maii, con la quale mutò l’Ordine di
S. Agostino in quello di S. Benedetto degli Olivetani nella Diaconia. Il
Pontefice accogliendo la richiesta del pio Cardinale inviò delle lettere
all’Abate di Monte Oliveto nelle quali ordinava fra le altre cose che il
progetto del Cardinale si potesse quanto prima realizzare con l’invio del
priore con dodici monaci e per questo furono incaricati
i
RR. Monaci F. Cristoforo Lervini priore e Fr. Pietro di Roma procuratori della
detta Congregazione Olivetana, “ nel qual giorno furono messi in possesso di
detta Diaconia li detti Padri come consta dal Decreto:
“quorum quidam monasterium tamquam nova plantatio ex
irrigatione superna, tam in capite quam in membris, continuis proficit
spiritualibus et specialibus incrementis, ex redolentibus monachorum ipsorum
exemplaris vitae meritis et regularibus disciplinis, quae notoria fama
divulgabat, ecc.”
Il Cardinale supplicò il Pontefice
che arrivasse a sollevare i monaci dalla povertà del momento e per questo
furono loro concesse le rendite di Santa Maria di Palaria in Roma, togliendole da Monte Cassino. Passarono sotto il potere
della Congregazione Olivetana e unite a Santa Maria Nova altre due chiese e
cioè San Sebastiano alle Catacombe fuori le mura, che Alessandro III già
nell’anno 1161 aveva affidata a Santa Maria Nova e per alcuni secoli così era
avvenuto con il dovere di offrire due libbre d’incenso, ma che con Sisto V era
stato tolto e annesso in perpetuo al Sacrario Pontificio. L’altra concessione a
Santa Maria Nova fu Santa Maria del Porto Tarentino, che rimase solo per un
certo tempo.
Oltre queste due dipendenze a sostegno
del monastero ci fu soltanto la loro bontà, la loro industriosa intraprendenza
per aumentare largamente le entrate e così arrivò l’anno 1360.
2) 1352 15 luglio: Ind. 5.
Istrumento di vendita di un pezzo di terra posto nel territorio di Tivoli nel
Colle Forcolino fatto Bugarello quondam Angelo quondam Giacomo di S. Paolo a
favore di Chonsta di Mascio di S. Polo per 8 fior. d’oro. Rog.to da Paolo
Vangelo di Civitella not.
3) 1352 20 ottobre: In strumento di
vendita della metà di una casa con orto e pozzo, fatta da Giovanna moglie di
Cola a favore di Nardo quondam Matteuccio del rione e contrada di Campo Carneo
p. 24 fiorini d’oro. Rog.to da Giordano quondam Giacomo de Zippis not. della P.
R.
4) 1352 30 novembre: Ind. 6. Copie
due dell’istrumento della metà di una casa e orto fatto da Paolo quondam Gotio
Sparni a favore di Gio quondam Giacomo Gervasi per 40 libr. Di provvigione del
Sen. Rog.to da Gio. quondam Ugolini et Gentili not.
5) 1353 8 gennaio. Ind. 6:
Istrumento di vendita di tre parti, e di tre quarti di parte delle 4 principali
parti della metà di un casale posto fuori Porta S. Paolo detto Ascratico e
Senario de Rossi, fatto da Lellio di Giacomo quondam Gio Paolo Capozucchi per
900 fiorini. Rog.to da Francesco Pucci not. della P.R. col consenso dei RR.
Monaci di S. andrea e Sabba proprietari et…
6) 1353 25 giugno. Ind.6; Decreto
esecutivo della Bolla di Clemente VI fatto dal Card. Diacono di S. Maria Nova,
col quale impone sotto pena delle censure all’abate e i Monaci di S. Lorenzo
extra mura di ricevere nel loro monastero Fra Lorenzo dell’Ordine di S.
Agostino, che era nella Diaconia di S.
Maria Nuova; di dargli l’abito benedettino, e considerarlo come un altro
monaco.
7) 1353 28 novembre. Ind. 6. In strumento di conferma e
di approvazione della vendita d’un orto fatta da Teodora madre di Buzio tutorio
nomine a pacina, fatto da Buzio allo stesso Pavina con altri patti, con lo
stesso di lib. 10 prov.
Rogato d aPietro not. (vedi 1347 16
aprile).
8) 1353 21 dicembre: Ind. 7.
Istrumento di vendita della 3° parte delle tre principali parti di corte
vecchia, di Torre Vergata e della 3° parte delle case, torri, chiostri e de’
casali, fatto da Lellio quondam Porcelli quondam Niccoli amatorio col consenso
di Margarita quondam Butio quondam Gio. Rossi sua moglie a favore di Niccolò
Tomasozio quondam Pietro quondam Tommaso per 1500 fiorini d’oro. Rogato da
Francesco quondam Pietro Rosani, not. della P.R.
9) 1353 20 dicembre. Ind. 6.
Istromento di vendita di 4 case poste in Borgo, fatto da Paolo quondam Lellio
quondam Giacomo quondam Gio quondam Paolo del rione Campitelli col consenso di
Erminia sua moglie e figlia di Pietro de Magistero di Lucca a favore di Paolo
quondam Giacomo Dioteguardi e di Pietruccio suo figlio per 82 fiorini. Rogato
da Giacomo quondam Giovanni Alberti. Not. P.R.
10) 1354 8 febbraio. Ind. 6.
Istrumento di assicurazione della dote di Giacobella figlia di Andrea Dunerii
di 22 fior. d’oro sopra una casa in Trastevere fatto da Antonio Necchesini
marito della suddetta Giacobella. Rogato da Addone quondam Pietro Buccaciola
not. della P.R.
11) 1354 21 giugno. Ind. 7. Istrumento di vendita della metà di una casa
nella parrocchia di S. Lorenzo de’ Pescivola, posseduta l’altra metà da Gio. di
Stefano Normanni, fatto da Meolo quondam Bartholomeo a favore di Palazzo,
Cecco, Ciuccio fratelli e figli di Cola Ranfi, per prezzo di fior. 25 d’oro.
Rogato da Giov. Quondam Pietro Bucciviola not. della P.R.
12) 1354 22 settembre. Ind. 8. Istrumento di vendita di un forno cum
quodam Casareno seu orticello e di una cisterna grande in Tivoli, fatto da Gio.
quondam Buzio quondam Biaggio a favore di Pavina Giudice per 80 lib. Provin.
Senesi. Rogato da Pietro Canis di Tivoli not.
13) 1355 19 marzo. Ind. 8. Istrumento di vendita della metà di un oncia
delle 12 principali oncie d’una Torre detta degli Amatesci nel rion di Parione
e di due altre terze parti di oncia, fatto da Matteuccio di Gio. Sassi e di
Perna sua moglie a favore di Luca quondam Pietro Pelcelli per 8 fiorini d’oro.
Rogato da Tommaso quondam Federico Amatesi not.
14) 1355 31 ottobre. Ind. 8.
Istrumento di locazione d’un certo orto, fatto da Stefano Paloptio Can.co di s.
Maria Maffiore Vicario e Priore generale del Cardinale Pietro Diacono di S.
Maria Nuova a favore di Fuzio quondam Pietro Berardo detto Cappitella p. 19
anni con annua risposta di 100 soldi di provini senesi. Rogato da Paolo quondam
Niccolò et scriba et Not.
15) 1356 10 ottobre. Ind. 10.
Istrumento di possesso preso dalla metà d’alcune case da Pietro. Rogato da
Giov. Quondam Giacomo Giordani not.
16) 1356 6-18 dicembre. Ind. 10.
Istrumento di divisione fra Lellio Porcelli Amatori del rione Colonna, e
Niccolò Tomasozio quondam Pietro quondam Tommasio del rione S.Eustachio.
17)1370 24 dicembre – Roma
Fra Giovanni di... e fra Pietro Paolo degli Annibaldi, monaci
olivetani residenti a S. Maria Nova di
Roma si appellano contro l'ingiunzione di recarsi a Montecassino (Reg. Oliv.
I,44)
Nel 1372 fu creato cardinale
Fra Pietro Tartaro, già Priore di Santa Maria Nova e poi abate di Monte
Cassino
18) 1383. – Testamento di Pietro de Casseris legis doctor sotto papa Urbano VI in
una cappella edificata a nuovo, fatta edificare sotto il nome e il titolo della
B. Vergine e di S. Gregorio dal Casale di Tor Vergata posto fuori di quel
castello.
Actum
Romae in loco Capituli Ecclesiae Sanctae Mariae Novae presentibus et testibus
Hardo Vendottinus, notarius de Rione Montis Bartheluccio…sutore et Petrusio
filii dei Barthelutii de Rione Parionis
-
frater
Naldino de Volaterris
-
frater
Bart. S. de Parma
-
frater
Johanne de Padua
-
frater
Alberto de Alemanna
-
Cola
Jacobi di Alemanna oblato
-
Et
Petro de Corsica converso et oblato Sanctae Mariae Novae et fratribus testibus
ad predicta vocatis et rogatis.
Ego Paulus Janosi de Cadderis civis
Romanus publicus et sacra prefecture authoritate notarius predictus omnibus
interfui eaque scripsi et in publica forma redegi munito et lito signo suae
mani rogatus reg…



Passando a più di un secolo dopo stralciamo ancora alcuni transunti di
atti capitolari della comunità di S. Maria Nova, senza conoscere però tutto il
periodo della frequenza di Santa Francesca Romana, perché il volume VII oggi si
trova all’archivio statale di Roma
(A.S.R.) cassetta n. 30 e qui sotto da me elencato.
In S. Maria Nova al Foro romano si
conserva l’archivio o tabularìum composto
originariamente di vol. 14 di atti pergamenacei e cartacei come ho elencati più sopra)
Ecco l’elenco del Codice VII e il
suo regesto: Olivetani di Santa Maria
Nova. (1400 – 1407)
Archivio Santa Maria Nova - Atti notarili dal 1400/luglio – al mese di novembre 1408.
Benedettini Olivetani, S. Maria Nova alias S.
Francesca Romana
________________________________
cfr. 0. MONTENOVESI, Roma agli
inizi dei secolo XV e il monastero di Santa Maria Nova al Foro, in Rivista storica benedettina, XVII
(1926), pp. 240-347. Il tabularium per gli atti dal 982 al
1200 è stato pubblicato in P. FEDELE, Tabularium S. Mariae novae ab an. 982 ad an.
1200, in Archivio della r. società romana di
storia patria, XXIII (1900), pp. 171-237, XXIV (1901), pp. 159-196, XXV
(1902), pp. 169-209, XXVI (1903), pp. 21-141.
( Testamento di
Lello Pescioni, della regione Arenula. Lascia alla chiesa di Santa Maria Nova,
per l’anima dei suoi morti, metà di un palazzo (sale, camere, piano terreno,
portico e pertinenze) in Parione, e la chiesa dovrà prima pagare agli esecutori
testamentari 25 fiorini d’oro al computo di 47 soldi di provisini per ogni
fiorino.. di tali fiorini 18 serviranno a soddisfare alcuni legati, ed il resto
per persone bisognose: i frati medesimi di Santa Maria Nova pregheranno Dio per
l’anima sua e dei suoi defunti.
Notaio: Antonio
di maestro Paolo Angelj, ap. Et imp. Aut. Not.
19) Roma 24 luglio 1400
Il notaio Nardo
Venectini quale procuratore del monastero di S. Maria Nova prende possesso
della metà del palazzo di cui al regesto precedente, col ricevere degli
esecutori testamentari le serrature e i catenacci del medesimo e le solite
altre formalità e paga i 25 fiorini richiesti dalle disposizioni del testamento di Lello di Paolo Pescioni.
Notaio Antonio
Gaytani, imp. Auct. Not.
22 (copia) Roma
8 settembre 1400.
Atto notarile
degli sponsali e della parentela tra Giacoma di Francesco Mathei di Ripa e
Paolo di Antonio Pasqualis della regione Colonna.
Notaio Simiozio
del fu Nuzio di Coluzia Symeonis, imp. Auct. Not.
Ha fatto dono
della sua dote per l’anima sua e i suoi morti.
23. Roma 22 ottobre 1400
Testamento di
Mattea vedova di Coluzia Vasi dei Monti, nomina erede universale il monastero
di Santa Maria Nova con alcuni obblighi. Nomina esecutori testamentari il
priore del monastero suddetto.
Notaio Pietro della Danaro, ap. et imp. auct. not.
24bis. Roma, 20
agosto 1403.
Codicillo al
testamento di Mattea. Ordina di venire sepolta a S. Maria Maggiore…e fra
donazioni ad altri, conferma eredi universali i monaci di s. Maria Nova.
Notaio Pietro
della Danaro.
24tris. Roma 11
novembre 1403.
Altro codicillo della stessa Mattea, che fa
altre donazioni a diversi.
Notaio Pietro della Danaro.
25. Roma 15
aprile 1401.
La nobildonna
Agnese, vedova di Giovanni Vivaldi, di Campo Marzio vende a Vittore de Pace da
Venezia decretorum doctor una casa a piano terreno.
Notaio Paolo di
Pietro Arancini, ap. auct. Not.
26. Roma 27
maggio 1401.
Testamento di
Benvenuta, moglie di Nalluzio tabernarii, di Parione, nomina eredi universali 3
poveri..e dopo la morte del marito che durante la vita l’avrà in usufrutto,
passerà dopo la sua morte in possesso al monastero di S. Maria Nova la casa
suddetta.
Notaio Nardo del
fu Domenico di Giovanni Bonianni, imp. Auct. Not. (S.T). (A tergo si legge:”E
alla morte del marito:”..potemo avere la possessione”).
26. Roma 15
giugno 1401.
Nicola Vordis
dottore dell’una e dell’altra Segnatura, a proposito della causa che si
dibatteva tra Bartolomeo Francisci e Michele Bartholomei, monaco vallombrosano.
Notaio Guerardo
de Oerscot, chierico della diocesi di Liegi.
28. Roma 6
novembre 1401.
I canonici della
basilica ad Sancta Sanctorum danno in affitto in enfiteusi un loro orto.
Notaio Domenico
di Vanni Mathey da Viterbo. (Non riguarda il monastero di S. Maria Nova).
29. Novembre
1401. Una pergamena molto danneggiata che non riguarda S. Maria Nova.
30. Marino 10
marzo 1402.
Il n. u. Pietro
de Pasarellis, milite da Napoli fa presente al notaio che roga l’istrumento che
il monastero di S. Maria Nova, proprietario di quondam pedicam terre, vocata
poedica, nella tenuta di Torre del casale della marana, appartenente al
monastero stesso di s. Maria, è tenuto a corrispondergli secondo il diritto e
la consuetudine le erbe che crescevano lungo gli altri lati della pedica stessa
e lo spicatico, contro l’opinione del monastero di S. Maria, rappresentato dal
priore Fra Pietro da Sardegna. Ambedue le parti si rimettono quindi al parere
di esperti.
Marino stessa
data.
Gli esperti
Giovanni de Luppa, Marino di Giovanni Iacobi e Giovanni Jacobicti dichiarano
che la pedica in questione non appartenne mai al territorio marinese e quindi
nessuno all’infuori del monastero di S. Maria Nova può accamparvi diritti.
Notaio Cecco di
Nuzio Carli. Imp.
31. Roma 12
marzo 1402.
Testamento di
Perna vedova di Cecco Paulini di Parione oltre a varie donazioni dispone che 2
vasi vinari siano donati al monastero di S. Maria Nova, come da istromenti
dell’abate di S. Paolo, Santo, già notaio, e dispone inoltre che il frutto della
vendita di una casa nella regione di Ponte si doni alla chiesa di S. Maria Nova. Il rogito
avviene nel monastero di san Paolo fuori le mura con i nomi di alcuni monaci
presenti.
Notaio Antonio
di maestro Paolo Angeli (S.T.).
32. Roma 14
marzo 1402.
Giacomo dei
Piscioni di Parione, dà come pegno dotale a Cola di Antonio Santi metà di un
palazzo colonnato, di cui l’altra metà apparteneva alla chiesa di S. Maria
Nova, nella regione di Parione contrada dei Piscioni.
Notaio Nicola del fu Nucio di Pietro di
maestro Raimondo. L’istrumento viene pubblicato dopo la morte del suddetto
Paolo, avvenuta il 1
33 -44?
45. Roma 5 maggio 1403.
Testamento della n.d. Caterina, alias
Saracena, del fu n.u. Giovanni di Meo Saraceni, moglie di Cristoforo Lellj
mercante, di Ponte.
Lascia
200 fiorini in custodia del priore di S. Maria Nova, con l’assistenza di
Cristoforo suo marito in favore di Giovanni di Jacobello di Andreozzo de
Paparescis, suo nipote l’usofrutto dei 200 fiorini. E del resto dei suoi beni
nomina erede il monastero di S. Maria Nova. Sono esecutori testamentari il priore di quest’ultimo monastero e altri.
Notaio Pietro di Gio. Paolo de
Scriniariis, alias Pietro Capo. Ap. Et imp. Not.
46. Roma 3 giugno 1403.
Pietro Paolo di Cola Petricca dei Monti,
abitante a Tivoli, rinunzia a Giovanni Tencrelli ed altri ogni suo diritto
sopra una casa…
Notaio Lorenzo del fu Andrea Omnisanti,
imp. Auct. Not. (S.T.) Il monastero non centra.
47. Roma 13 agosto 1403.
Testamento di Mascello Silvestri da
Napoli.
Lascia a diversi…Stabilisce di venire
seppellito nella chiesa di S. Maria Nova, che nomina erede universale, con
l’obbligo però di provvedere al suo funerale. E’ esecutore testamentario
Antonello Placentinj di Ponte.
Notaio Leonardo di Iozio di Lello
Mastri, imp.auuct. not. (S.T.)
48. (Copia) Montelibretti 20 settembre
1403.
Testamento della n.d. Giacoma, moglie di
Riccardo de Sanguineis romana di Ponte. Dispone diverse donazioni tra le quali,
non contentandosi di questo la chiesa di S. Maria Maggiore, succederanno nella
eredità i monaci di S. Maria Nova. Cioè lascia alla cappella di S. Girolamo
nella chiesa di S. Maria Maggiore di Roma le sue vigne romane, con l’obbligo di
corrispondere la quarta, da Santolo, Maguto, e Cola Spagnolo di ponte e vi
possano eleggere 2 cappellani che si celebrino messe di suffragio. Arrivarono
al S. Maria Nova le vigne di Porta
Pinciana.
Notaio
Domenico Antonij da Montenero e Antonio Petroni da Neroli.
49. Tivoli 23 settembre 1403.
Caradonna moglie di Giacomo di maestro
Biagio e figlia del fu Pietro Philippi, dona a frate Alberto da Alemagna,
priore della chiesa di S. Maria Nova di Roma e di S. Angelo in piavilis, membro
della chiesa stessa di S. Maria 100 libbre di provisini del Senato, però dopo
la sua morte e con l’obbligo di celebrare messe negli anniversari dei defunti
della sua famiglia: come malleveria di questo dono dà in pegno di una sua
casa in Tivoli, in contrata castri
veteris, presso i beni di Cola di maestro Patacca e di Amico di Paolo
Aquilanj..
Notaio Andrea Simonis imp. Auct. Not. (S.T.).
50. Roma 13 dicembre 1403.
Isabello Stephani, speziale di Ponte,
vende a Enrico Minatolo da Napoli, prete cardinale di S. Anastasia una
casa…Notaio Salvato di Nicola dello Mastro, imp. Auct. Not.
(Non riguarda S. Maria Nova).
51. Roma 2 gennaio 1404.
Bartolomeo del fu Bartolomeo de Angellis
da Genova, di Trastevere rinunzia a frate Alberto Vellichic, nativo della
Prussica, priore del monastero di s. Maria Nova, ogni suo diritto sopra una
somma di 75 fiorini su 77, dati al medesimo priore e all’oblato Andrea
Ricciardi da Tivoli, quale caparra del prezzo di una casa del monastero stesso,
a piano terreno e con solaio, pure in Trastevere, confinante con Stefanello
Cintij (Cenci) e le vie pubbliche, essendo egli stato soddisfatto di tale somma,
nonché di 10 rubbia di grano, date in prestito ai ministri di S. Maria Nova, e
delle mercedi per restauri eseguiti nel monastero, con cui si compensò
l’affitto della casa in parola: rimane sempre in suo diritto esigere gli altri
2 fiorini. Il rogito avviene dinanzi alla casa del notaio, ai monti, presenti
Pietro di Giuliano Sclavi, pure notaio, della regione Colonna; Stefano di
Nicola da Pedestre, muratore e Fiore delli Homini, bifolco, monticano.
Notaio Nardo del fu Paolo Venectini,
imp. Auct. Not. (S.T.).
Lo stesso giorno Bartolomeo riceve in
affitto la casa, per 2 anni, dietro la corrisposta totale di 10 fiorini, di cui
5 già pagati.
52, Roma 17 gennaio 1404.
Testamento di Paola, vedova di maestro
Pietro di Tommaso calzolaio di Trastevere. Nomina eredi i suoi nipoti Cecco e
Giacomo, lascia loro materasso lenzuoli di due teli…
Lascia inoltre alla chiesa di S. Maria
Nova la casa di sua abitazione, pure in Trastevere, nella parrocchia di S.
Agata, confinante da un lato con gli eredi del fu Coletta Scambi e con altri.. la quale casa era terrinea,colorata
et camerata, con orto retrostante. E’ esecutore testamentario Pietro di
Montalcino.
Notaio Paolo di Giacomo Calisti, imp.
auct. not.
53. Roma 28 gennaio 1404.
Testamento di Giacoma, moglie di Giacomo
di Nuzio Rite di Trastevere.
Dispone di venire seppellita nella
chiesa di S. Maria Nova. Alla quale lascia, della sua dote 25 fiorini, con
l’obbligo per i frati di farla trasportare nella chiesa stessa. Sempre sulla
sua dote rimette a diversi vari fiorini, il resto della sua dote vale a dire 6
fiorini servirà per i suoi funerali. Ordina inoltre che si vendano unum scayale
ad cintum aureum cum sprancis de argento depurato et cum bottholis et
mordentibus, del peso di 5 oncie e mezzo circa e un filo di paternostri di
corallo, del peso di 3 oncie e col ricavato si faccia un calice di argento
dorato con patena, da offrirsi alla Chiesa di S. Maria Nova e che si diano a 3
poveri viandanti 5 soldi di provisini per ciascuno.
E’ esecutore testamentario il priore
stesso di S. Maria Nova.
Notaio Nicola del fu Nucio di Pietro di
maestro Raimondo, imp. Auct. not. (S.T.).
54. Roma 8 febbraio 1404.
Paolo di Giacomo calzolaio, dei Monti
minorenne, vende a Domenico del fu maestro Pietro pure calzolaio dei Monti le
viti e gli alberi di 2 pezze di terra a vigna.
Notaio di Lello Alte, imp. Auct. mot.
(Non interessa
S. Maria Nova)
55. 10 febbraio 1405.
Nardo Antonio di Giovanni Gregorii da
Viculiario dona a frate Antonio di maestro Girardo di S. Angelo in Piavilis,
nel territorio di Tivoli e dei frati che la officiavano 3 buoi per arare, di
pelo bianco e marinato e una tenuta nel territorio stesso di Tivoli a S.
Balbina, con una canapaia da piedi, verso il fiume, vicino ai possedimenti di
S. Cleto della ricordata S. Balbina, del monastero di S. Agnese del castello di
saracinesca.
Notaio Antonio Serromani, tivolese, imp.
auct. not. (S.T.).
Non riguarda il monastero di S. Maria Nova.
56. Roma 30 aprile 1405. -
Notaio Nardo del fu Pucio Venectini, imp. Auct. not. (S.T.).
57. Tivoli 19 giugno 1405.
Il n.u. Teballo di Nicola Tebaidi, da
Tivoli, col consenso di sua moglie Donica, dichiara di ricevere da Lecta,
vedova di Nardo Paci, quale dote della di lei figlia Caterina, moglie di
Nicola, figlio degli stessi Tebaldo e Dopnica 100 fiorni d’oro e a garanzia di
essi mette una terra coltivata e incolta.
Notaio Andrea Simonis, imp. Auct. not. (S.T.). Non riguarda S. Maria
Nova.
57. Roma 30 aprile 1405.
Bartolomeo Francisci, preposito della
chiesa di S. Stefano di Prato, diocesi di Pistoia, protonotario del Papa, dona
inter vivos a frate Alessio Peregrini da Roma, priore di S. Maria Nova e al
monaco professo di quest’ultima Giovanni di Giacomo dei Falcioni, da Firenze,
alcuni palazzi a piano terreno e con solaio, sale, camere, granai, dispense,
stalle e pozzo, liberi da ogni peso a Ponte, vicino alla chiesa di S. Nicola de
Agone, a una casa dell’ospedale di S. Spirito in Sassia, al Campo Agonale, alla
via pubblica e alla piazza, riservandosene però l’usofrutto. Il rogito avviene
nel palazzo dei suddetti presenti:…
Notaio Nardo del fu Pucio Venectini,
imp. Auct. not. (S.T.).
58. Pistoia 5 ottobre 1405.
Lazzaro Donati da Pistoia, erede
universale di Lazzaro suo figlio, defunto a Roma e altri :
ratificano la donazione
col patto che i monaci di S. Maria Nova, vendano al prezzo maggiore ed
al più presto possibile i beni in parola e metà del ricavato lo diano ai frati
di S. Benedetto di Pistoia, pure dell’Ordine di Monte Oliveto. Il rogito
avviene nella cappella o parrocchia di S. Giovanni in corte, nella bottega del
notai che fa il rogito.
Notaio Luca di Bartolomeo del fu
Domenico, imp. Auct. judex ordinarius atque
not.
59, Roma 15 dicembre 1405.
Cesella e Zuzia di ponte, del fu
Francesco da Vetralla, donano a frate Alessio, priore del monastero di S. Maria
Nova e a frate Giovanni da Firenze, vicario, una casa a piano terreno e con
solaio e camere, pure a Ponte, tra questi confini…30 fiorini d’oro dopo la loro
morte, tutte le arnie, un materasso, un piumaccio con capezzale, lenzuoli e
coperta bianca e in genere quanto si rinverrà dopo il loro decesso.
Dell’investitura è incaricato il notaio Nardo Venectini, ma le donatrici si
riservano vita naturale durante l’usufrutto. La donazione avviene anche propter
multa, grata et onesta servitia que a fratribus et monasterio predicto dicte
domine confesse fuerunt habuisse er recepisse.
Il rogito si fa nella casa di cui sopra.
Notaio Lorenzo Christofani, imp. Auct.
not. et judex ordinarius (S.T.).
60. Roma 25 dicembre 1405.
Lello di Alessio dei Cenci, Gualtiero
Tadei, dottore in legge; Pietro Battaglieri de Thedallinis; Nardo Speciarius;
Diotaiuti Stephanacij; Pietro Mancino; Giovanni di petrucio Vulgaminis; Pietro
Tartaro; Giovanni Gnafri, e Castagna di Calvis, gubernatores libertatis et
reipublice Romanorum, confermano i privilegi, i capitoli, gli strumenti ecc.
fatti in favore della chiesa di S. Maria Nova; stabiliscono che ogni anno dalla
Camera della città si diano a quest’ultima, il giorno della Madonna di mezzo
agosto 2 torcie di cera nuova, del peso complessivo di 16 libre, collocate il
lastre di ferro e dipinte con le armi del Comune; confermano ancora il
capitolo, fatto da Bucio de Cathellinis, Pietro Sabbe e i loro colleghi,
imbussolatori degli officiali del popolo di Roma e cioè che i frati stessi di
S. Maria debbano ricevere annualmente, a gennaio, il giorno della festa del
Santo Spirito, 2 rubbia di sale, con carta cera e panno, sotto pena, in caso di
mancanza a tale obbligo, di 15 fiorini d’oro; che possano ogni volta
trasportare al loro monastero di Tivoli, per porta S. Lorenzo o Porta Maggiore
e Ponte Mammolo più di 2 scorsi di sale, commestibili, libri, vesti e altro di
uso comune, col consenso dei Conservatori, dei Bandaresi e dei Quattro;
l’esenzione totale delle dative e collette solite a imporsi al clero, agli
ospedali, ai monasteri e luoghi ecclesiastici, circa anche un casale detto
Casale della marrana, per un eventuale espurgo della marrana medesima; che i
gabellieri diano gratis il permesso di macinare il grano per i bisogni del monastero,
sotto pena di una multa di 100 libre di provisini del Senato, da pagarsi metà
dalla Camera urbana e metà da quella della Società; che non si pretenda
corrisposta alcuna per il vino, l’olio ecc., né per qualsiasi cosa, o motivo di
nessun genere, pena 50 libre di provisini ogni volta.
La conferma dei privilegi è datata dal
palazzo del Campidoglio; ha lo stemma del Comune, impresso su carta; la
sottoscrizione, non autografa, di Nicola Signorile, segretario dei governatori
e quella autografa invece di Pietro Paolo di Martino Cenci, notaio di questi
ultimi, i quali agiscono auctoritate et potestate per Romanum populum attributa
in Urbis publico parlamento.
“ Diversi homines…gubernatores libertatis et Reipublice
Romanorum
Religiosi
honestisque viris priori et Conventus Venerabilis Monasterii ecclesiae Sancte
Marienove de Urbe, Ordinis Montis Oliveti, salutem et vestre devotionis
laudabilis augmentum. Dum precelsa meritorum insigna quibus Regina celorum
Virgo Dei genetrix gloriosa quasi stella matutina prerutilat devote
considerationis indagine perscrutamur, dum etiam inter mentis arcana revolvimus
quod ipsa ut mater misericordie atque pietatis et gratie amica umani genetrix
consolatrix pro salute fidelium qui delictorum onere pregravantur psedula
exoratrix et pervigil ad Regem quem genuit intercedit, vestram quoque
devotionem respicimus quanta cum affectione negotiis Camere alme Urbis cum
contigerint intendistis et intendere continua vigilantia non obmictis dignum
arbitramur et congruum ut circa ea que dicte ecclesie vestreque devotionis
commoditatem concernunt sollicitis studiis intendamus.
..petitionis
series..cum ab olim ..quedam capitula seu statuta in favorem ac ad commodum et
utilitatem dicte ecclesie fuerint ordinata, quorum teneorem presentibus fecimus
annotari..omnia et singula capitula, privilegia, instrumenta et quemcumque
scripture facte et concesse dicte ecclesie, ac fratribus et capitulo eiusdem
ecclesie et heorum et dicte ecclesie favorem, quomodocumque et qualitercumque
facte fuerint et sint.. valeant et teneant et habeant perpetuo roboris
firmitatis, pro ut scripte, facte et ordinate sunt… »
Datum Rome, in palatio Capitolij, sub
anno a nativitate domenica millesimo quadringentesimo quinto, pontificatu
Sanctissimi in Christo patri set domini nostri, domini Innocentii divina
providentia pape septimi, indictione tertiadecima mense decembris die XXV.
Nicolaus Signorilis.
Petruspaulus Martini Cyncii, notarius
dictorum dominorum Gubernatorum.
61. Altro esemplare del documento
precedente.
62.
Roma 26 febbraio 1406.
Caterina del fu Francesco Danare da
Milano, moglie di Gerardo Maraschi di Vercellis, alias Gerardo da Parma, di
parione, quale madre ed erede anche del suo defunto figlio Giovannino del fu
Michele de Vulterris, suo primo marito, dona a frate Alessio Peregrini, da
Roma, priore del monastero di S. Maria Nova, una casa a piano terreno e con
solaio, sala, camere, orto retrostante e pozzo, pure in Parione tra vari
confini…e un’altra casa pure a pian terreno e con solaio, sala, camere e stanze
a colonne dinanzi alla parrocchia di santa Cecilia..riservandosene però
l’usofrutto.
Notaio Nardo Venectini, ap. et imp. auct. not…
63. (Copia) Roma 14 marzo 1406.
Caterina, moglie di Giacomo Minella, di
Trastevere, col consenso di suo marito, dà in affitto a Renzia, moglie di
Petruzio, alias Tartaglia, pure di Trastevere per 2 anni una casa a piano
terreno con solaio e tegole, nella regione stessa di trastevere e per il prezzo
complessivo di 12 fiorini, che si pagano in anticipo.
Notaio Paolo Calisti. (Non interessa S.
Maria Nova).
64. (Copia) 23 marzo 1406.
Giovanni Tutii, notaio e procuratore di
Stefano Octabiani, canonico della chiesa di santa Maria Maggiore di Roma,
esecutore testamentario del fu Andrea di ceco della Valle, di Parione, poiché
Giovanni de Namoratis da Ascoli, dottore in ambo le leggi, giudice palatino e
collaterale della Curia di campidoglio, illegalmente pubblicò i processi e le
deposizioni testimoniali nella causa promossa dal monastero di S. Maria Nova
circa il testamento del ricordato Andrea, e specialmente circa un casale fuori
Porta S. Giovanni, detto Ciento celle, come da istromento di mano dei
notai Leonardo Alexi e Pietro dello
Daniaro, notai palatini, e al suo posto succedette Angelo de Orto; poiché
ancora tra l’altro, non fu potuto esaminare il teste maestro Santo da camerino,
medico, si appella contro la pubblicazione dei processi in parola. E’ ricordato
il notaio Nicola dei Pierleoni. L’appello avviene in una sala del palazzo
capitolino, presenti i notai Ceco de Romaulis di trastevere; Nicola di Nuzio
Sabe di s. Angelo e Pietro Paolo Capo di Trevi.
Notaio Paolo Gaytani, imp. auct. not.
24 marzo- Dichiarazione che l’appello fu
presentato. Not. Lodovico Blanci
30 marzo – Altra dichiarazione c.s..
Notaio Roberto notaio degli appelli.
65. Roma 20 luglio 1406.
Il Capitolo del monastero di S. Maria
Nova e cioè
1) frate Alessio da Roma, Priore
2) frate Giovanni di Giacomo Falconis da
Firenze
3) frate Giovanni di Errico da Alemagna
4) frate Nicola di Nicola pure da
Alemagna
5) frate Andrea Coppola da Napoli
6) frate Giacomo di Antonio de Ylce
7) frate Mauro Andrici
9) frate Domenico di Monaldo da Orvieto
10) frate Giorgio Mariolo
Nominano frate Giovanni…(da Narni),
procuratore per le eventuali questioni e liti.
Sono testimoni: Giacomo giudice de
Sermineto, Giovanni Vulfar de Staziber e Giovanni Grasso, familiare del Vicario
del papa.
Notaio Giovanni del fu Cola Giogia, imp.
auct. not.
66. Roma 26 luglio 1406.
Copia su carta, assai danneggiata, del
documento precedente. Vi è ricordato Benedetto da Faenza, notaio dei maleficii.
67. Roma 9 agosto 1406. 67.
Alla presenza di Angelo da Toscanella
canonico di S. Maria Maggiore, uditore delle cause della curia di Paolo,
arcivescovo di Monreale, vicario generale, per le cose ecclesiastiche, di
Innocenzo VII, il notaio Nardo Venectini, in risposta a richieste di Giovanni
da Narni, procuratore della curia romana e del fu Simone Francisci e di lui
figli Simeone e Mariano, pistoiesi, eredi universali del fu Bartolomeo
Francisci, pure pistoiese, preposito della chiesa di S. Stefano di Prato, vice
cancelliere delle Sede Apostolica, nonché contro il medesimo notaio Venectini,
loro procuratore, accetta quanto dispone l’uditore, di comparire cioè dinanzi a
lui a tempo debito e che in sua assenza si possa far prestare giuramento ai
testimoni ecc. Il messo Siciliano riceve l’ordine di citare i seguenti monaci
di S. Maria Nova:
1) frate Alessio da Roma
2) frate Mauro
3) frate Giovanni Giacomo da Firenze
4) frate Domenico da Viterbo
nonché il notaio Lorenzo di Nicola
Processi, della Pigna;
Agostino spadarius dei Monti
Bartolomeo de Vincio, scrittore delle
lettere apostoliche
E il nipote di quest’ultimo Mariano da
Pistoia.
Stessa data
Compare come sopra in nome del Priore di
S. Maria Nova, il ricordato Giovanni da Narni e chiede: che si mettano a
verbale le deposizioni dei testimoni; che si aggiudichino al monastero suddetto
i beni, possibili a ricuperare , del defunto Bartolomeo, dichiarando che costui
notoriamente era tenuto a Roma per persona ricca; che il 30 agosto scelse, con
istromento notarile, per suo procuratore il priore di S. Maria, per ricuperare
appunto i beni di cui lo avevano spogliato; che ne diede a quest’ultimo un inventario, ciò avvenuto,
parlò in tal modo ai frati:
“io faccio voi miei procuratori al
potere recuperare tucte le mie cose, et voglio ne tucte queste cose che se
porranno riaver sieno ale mano del priore et dei frati de sancta Maria nova, et
essi le tenniano et servino permi, per che jo vomo vo dicto che tucta questa
roba sia del monistero de sancta Maria nova et de fratj”. Ne chiama testimoni:
Agostino spadarius; il notaio Lorenzo Processi e Mariano da Pistoia.
Dichiara ancora: che il defunto Bartolomeo dal palazzo della Cancelleria
nel settembre 1405 si recò ad abitare, per 15 giorni, presso i monaci di S.
Maria Nova, e che nel frattempo gli vennero restituiti libri e beni di sua
proprietà, vale a dire: una Bibbia di media grandezza; il De Civitate Dei di s.
Agostino, pure di media grandezza; un Messale; un Pontificale; alcuni libretti
di devozione; alcune Bolle che lo riguardavano; e una sera, deciso di partire
per Viterbo, disse al priore del monastero: “priore mandate questi libri ad
Pisa quando poterite allo vostro locho di Pisa, et jo terro modo che da Pisa me
serranno mandati ad Pistoia”; al che quello rispose “messer voy vedete che mo e
guerra per mare et per terra, et dio lo sa quando queste cose se acconciarando
jo me egniengnearo de mandarli lo più tosto che jo porrò, ma se dio facessi
altro de voym et jo nolavessi madati que volete voy chessene faccia de questi
libri”. Replicò Bartolomeo: “voglio che sieno vostri et de questo monastero”.
Che la sera medesima, a ora tarda partì per Viterbo, e poi per Pistoia,
dove fece soggiorno e morì.
Che i suoi eredi presero possesso dell’eredità
Chiama testimoni in proposito: Bartolomeo de Vincio, scrittore delle
lettere apostoliche e cappellano del defunto, domiciliato nella regione
Arenula, vicino alla casa di Lello Smictii; Agostino spadarius e Mariano da
Pistoia.
Domanda che si interroghi, per prima cosa,
Nardo, sr egli sia procuratore degli eredi di Bartolomeo, e se di tali
procuratori ne esistano altri; se infine fu preso possesso dell’eredità.
Roma 11 agosto 1406
Il messer Siciliano afferma di avere
eseguito le citazioni intimategli.
12 agosto.
E’ interrogato l’olivetano Frate Mauro
dal notaio Giovanni Giogaia, che ne era stato incaricato, come da istromento
del notaio Paolo di Lorenzo Bondie. Risponde confermando il colloquio tra
Bartolomeo e il priore del suo monastero circa i libri di cui sopra, colloquio
che avvenne nella foresteria.
Segue l’interrogatorio di Frate Giovanni di Giacomo da Firenze, che
testifica della condizione di ricchezza del defunto e in genere le cose già
note.
15 agosto.
E’ interrogato Agostino spadarius e con
lui il notaio Lorenzo Processi, che confermano anche loro le cose note, specie
il notaio per quanto riguarda la procura di Bartolomeo nella persona del priore
di S. Maria Nova, il quale spesso lo richiese di redigerne regolare istromento.
Frate Alessio da Roma conferma pure dal canto suo.
23 agosto.
Il notaio Venectini è citato ad assistere alla
pubblicazione delle testimonianze raccolte, e a ricevere un termine di tempo
per prenderne copia, termine fissato in 3 giorni, compreso in essi qualsiasi
atto oppositorio; ma egli non compare.
Notaio Giovanni del fu Cola Giogaia,
imp. auct. not. (S.T9.)
69. Roma 10 settembre 1406.
Arbitrato di condanna a restituire dei
beni. Rogito stipulato dal notaio Coluzia Zaccharia.
(Non riguarda S. Maria Nova).
70. Roma 22 settembre 1406.
Essendoci lite tra Paradisa, vedova di
Tizio dei Caranzoni, di Ripa, tutrice di sua figlia Rita e il monastero di S.
Maria Nova a causa di un legato fatto a quest’ultimo dal defunto Tuzio
(testamento di mano del notaio Stefano di Paolo di Angelo scrinarii di metà di
un Casale detto Septe Vassi, di cui l’altra metà era dei custodi dell’immagine
di gesù Cristo al Sancta Sanctorum fuori porta S. Giovanni, tra il Casale
Buoncuvero; il Casale di S. Agnese del monastero suddetto di S. Maria e cioè il
Casale della marana; il casale del monastero di S. Lorenzo Panisperna e il
casale del monastero di S. Andrea de Viaratica; nonché della terza parte, ecc..
mentre rimaneva a Paradisa l’usufrutto dei diversi beni del defunto e a Rita la
somma di 3000 fiorini, le due parti vengono a un accordo, toccando alla stessa
Paradisa e a Rita il libero possesso della terza parte del suddetto Casale di
S. Agnese e la rendita annua di 10
fiorini, il giorno di Natale.
Il rogito avviene nella chiesa di S.
Nicola in Carcere nella regione di Ripa.
Notaio Giovanni del fu Cola Giogaia,
sottoscrive il not. Leonardo di Nicola pure de Bucchamatiis.
71. Roma 5 maggio 1407.
Antoniello di Cecco Pucii, da Ciccoli
..vende a Paolo Vestri un pezzo di canneto.
Notaio Angelo di paolo Symonis, imp.
auct. not. (Non riguarda S. Maria Nova).
72. Roma 7 maggio 1407.
Nia, vedova di Petrucio Moiani, figlia
del fu Paolo Cenci, da Tivoli, dona a frate Andrea Coppola da Napoli, vicario
del monastero di S. Maria Nova, un oliveto nel territorio tiburtino, località
Cassano, presso la via pubblica di Carciano, la via di Pesuno, la vigna e il
pastino di Cecca figlia della donatrice, nonché un altro oliveto nel medesimo
luogo, vicino alla via pubblica e all’oliveto di Morra de Vocte e una vigna di
una pezza e mezzo in Carciano, presso quella di Santo di Pietro Luberti, la
carraccia della vigna della chiesa di S. Giovanni di Tivoli e una seconda via
pubblica; libero tutto da ogni gravame, ma riservati i frutti, vita naturale
durante. Tali proprietà erano di diritto dotale di Nia, riconosciutole dalla
figlia, e dal genero, Petrucio dello Brigante, tirolese (scrittura di Nicola
Mani, dottore in legge e di Antonio Sorromani notaio, da Tivoli).
Il rogito avviene presso la chiesa del
monastero di s. Maria, alla presenza di Giacomo di Bucio Siniballi detto Coppa;
Matteo Viciane dei Monti; Giacomo Blaxij calzolaio, soprannominato Tartaglia;
Pietro Campo Vasci, pure calzolai dei Monti; Paolo Salvati ; Cecco Iuliani
calzolaio; Ianne di Cecco alias Ianne Cieco; Andrea Grimaldi, bifolco di
Campitellii, e Galasso di Giovanni Casengo, monticano.
Notaio Nardo Venectini, ap. imp. auct.
not. (S.T.).
73 (copia) Roma 6 giugno 1407.
Espostosi al pp. Gregorio XII, che
Andrea della Valle, con testamento di molti anni prima della sua morte, tra gli
altri legati pii non lasciò quello del casale detto Centocelle ai monaci di S.
Maria Nova, i quali tuttavia affermando che il medesimo era stato fatto loro a
voce dal defunto Andrea, mentre si trovava in agonia, se ne impadronirono, il
pontefice incarica il cardinale Antonio Calvi, del titolo di S. Prassede, detto
il cardinale di Todi, di definire la questione. Costui, a richiesta di Paolo
Perticappa, promotore, nomina maestro Giovanni de Scrivanis procuratore dei
monaci stessi di S. Maria Nova, e poi, con sentenza interlocutoria, condanna
questi ultimi a lasciare libero il Casale in parola, poiché, ancora durava la
lite. La sentenza viene pronunziata
nella casa del cardinale a S. Eustachio, presenti i vescovi Domenico
degli Imperatori, Suenensis; e Pietro Santi, Cumanalensis e Andrea Martinetti,
beneficiato della basilica di S. Pietro.
Notaio Ambrogio di Giovanni de Zacchonis
da Rosate (Milano), ap. et imp. auct. not.
Segue la firma di Benedetto da Faenza,
notaio dei malefici.
74. Roma 12 giugno 1407.
Testamento del n.u. Giovanni di Lello di
Buzio di Giovanni de Rossi, della Pigna..Dispone di essere sepolto
all’Aracoeli, nella cappella gentilizia di sua famiglia. Fa diversi donativi a
persone varie.
Alla chiesa di S. Maria Nova, per messe
cantate fa un lascito di 5 libre di provisini.
Notaio Lorenzo Staxiis, imp. auct. not. (S.T.).
75. Copia del documento precedente,
scritta su carta.
76. Roma 21 giugno 1407.
Testamento di Galeotto di Andreozio de
Normandis, della regione Trevi.
Lascia per il mal tolto 25 fiorini d’oro; alla
chiesa di S. Maria Nova, jure debiti, 50 fiorini, oltre a 12 fiorini e un
quarto per certi bufali; dispone di essere sepolto nella chiesa dell’Aracoeli,
con una spesa per i funerali, tra chierici, cera e poveri, di 10 fiorini e
nomina esecutrice testamentaria la moglie Giacoma, erede universale. Il rogito
avviene in Campidoglio, in regione Campitelli alla presenza di Stacchio
Sinibaldi da S. Severino; Giovanni Macthey alias Taglia; Marino Vannutii;
Angeluzio Simonis da Cingoli e i frati Giovanni Mercati, Antono Cintii, Pietro
Jannisleo, romano, e Nofrio Polani de Insola (S.T.).
Notaio Cristofano Stefani da Cingoli,
imp. auct. not.
77. Roma 14 agosto 1407.
Nia, figlia ed erede del fu Cola di
Iozio Oddonis da Tivoli e di Maria del fu Nardo Ylperini, ed erede pure dei
suoi defunti fratelli e sorelle Oddone, Antonio, ed Angelica, vedova
quest’ultima di Giacomo Centij tirolese, dona a frate Alessio Peregrini da
Roma, priore del monastero di S. maria Nova, quanto le spettava di 12 rubbia di
terra da semina, nel territorio stesso di Tivoli, località Monitola; di metà di
un’altra pezza di terra nel luogo detto Cassano, con 12 alberi di ulive, tra i
possedimenti di Antonio Serromani e di Giovanni Sisti; di alcune case a piano
terreno e con solaio, sale, camere e stalla, nell’interno della città di
Tivoli, contrada te Palazza, parrocchia di S. Biagio, vicino alla casa di
Giovanni Piccolini, a quella di Antonio di Cola Liante e alla via pubblica; di
un pezzo di terra di circa 67 scorsi detto lo resaccho, in vocabolo Prata e di
un ultimo pezzo di terra da semina di circa 3 rubbia, in vocabolo Campo
Tiburtino ad aream della posta, presso i beni di Iannuzio Cocanari. Sono
incaricati dell’investitura Giacomo Morrone e Giovanni Angeli anch’essi
cittadini di Tivoli. In caso di inadempienza , la pena sarà di una libra d’oro.
Fungono da testimoni al rogito che avviene nel monastero di S. Maria, già
ricordato, il notaio Lorenzo di Nicola Processi; Giacomo pelagrius dei Monti;
Bucio di Cola di Bucio Raynaldi da Tivoli; Tirante di pietro Raynaldi, pure da
Tivoli e Paolo di Nuzio Refredi, alias Trontolo, della Pigna.
Dei beni donati erano occupanti Giovanni
di Coluzia e Cecca sorella della donatrice.
Notaio Nardo Venectini, ap. imp.auct.
not. (S.T.).
78 Viterbo 23 agosto 1407.
Bartolomeo del fu maestro Stefano de la Marina, viterbese, notaio
procuratore di frate Alessio da Roma, priore del monastero di S. Maria Nova
(istromento del not. Lorenzo Processi) impedito da altri negozi, sceglie come
suo sostituto frate Andrea Copula, napoletano, vicario del monastero stesso di
S. Maria Nova. Sono testimoni Giacomo di
Pietro Carissime e Mattia Olivierii, cittadini di Viterbo; Notaio Quirico del
fu Roberto Gemini, imp. auct. not. Et judex ordinarius.
79. Roma 13 gennaio 1408.
Del
1408 13 gennaio, in un atto capitolare menzionato qui sotto c’è anche “fr. Franciscus de Placentia. Tale
citazione colma, tra l’altro, una lacuna delle Familiariu Tabulae, registrate per il 1407-1408, a lui relativa.
I monaci di S. Maria Nova radunati in
capitolo e cioè
1) frate Nicola da Ariano (Puglia)
vicario
2) frate Antonio da Siena
3) frate Benedetto da Roma
4) frate Domenico da Copllelungo
5) frate Alberto de Pollonia
6) frate Antonio da Roma
7) frate Filippo da Bologna
8) frate Antonio da Urbino
9) frate Francesco da Piacenza,
asserendo che dietro ordine di Piretro
Stefaneschi, cardinale diacono di S. Angelo, vicario generale del Papa in Roma
e suo distretto, per aiuto della Chiesa Romana e come stipendio di Paolo degli
Orsini, capitano delle genti armate della medesima, fu imposta una
contribuzione alle chiese di 10.000 ducati d’oro, toccandone al monastero di S.
Maria Nova 700, donde originarono ai frati dispiaceri e prigionia in
Campidoglio, poiché non avevano essi di che pagarli vendono ad Angela, vedova
di Paolo di Ricchezze, della regione Colonna, 12 pezze di terra a vigna cum
vascha vaschali e tino dove aveva viti e alberi.
1 febbraio
Segue la ratifica del suddetto Cardinale
Vicario, nel palazzo apostolico, presenti Domenico di Antonio Palosci, della
regione Colonna; Tommaso Marroncini, canonico della chiesa di S. Maria in
Trastevere e Pietro dei Pierleoni, pure di Trastevere; Notaio Nardo Venectini (S.T.).
80) Roma 10 marzo 1408.
Testamento del n.u. Matteolo di Donato
de Ylperinis, della regione di S. Eustachio. Lascia per il maltolto 1000 libre
da servire in parte per l’acquisto di 5 calici di argento del valore ognuno di
10 ducati d’oro; alla chiesa di s. Maria Nova uno di tali calici e offerte per
messe; nomina erede universale il figlio Cristoforo, morendo il quale senza
figli, dell’eredità si faranno quattro parti, toccandone anche alla chiesa di
S. Maria Nova, che dovrà però celebrare ogni anno un funerale in suffragio
dell’anima sua e sceglie come esecutori testamentari Ceccolello di Lello di
donato de Yiperinis; Lorenzo Scaglia della regione di S. Eustachio; Domenico di
Antonio Paulosci della regione Colonna e Nucio Bozzoli della regione di S.
Angelo. Annulla due testamenti…
Notaio Antonio di maestro Paolo Angeli,
ap. et imp. auct. not. Et judex ordinarie (S.T.).
81. Lucca 17 giugno 1408.
Giacomino (De Torsoi), diacono cardinale
di S. Maria Nova, nomina suo procuratore il monaco olivetano della stessa
chiesa di S. Maria Nova, frate Andrea di Lorenzo da Napoli, per prendere
possesso di alcune case, vigne e altro di pertinenza del suo Titolo
cardinalizio e per ogni questione che ne derivasse. Sono testimoni: il
sacerdote Lodovico Iacobi della diocesi di>Imola e Giovanni Maulken de
Dynslaken, notaio delle cause del Sacro Palazzo Apostolico: Notaio Mafiolo de
Riboldis da Monza chierico milanese, ap. auct. not.
82. Lucca 2 luglio 1408
Bolla del pp. Gregorio XII al priore del
monastero di S. Maria nova.
Continuando la sua antica benevolenza
verso il monastero medesimo accorda che, nella eventuale mancanza di un
cardinale titolare, possano i monaci percepire degli introiti cardinalizi, non
oltre a 150 fiorini d’oro l’anno, purchè
servano per i restauri del palazzo del cardinale suddetto.
“Gregorius episcopus, servus servorum
Dei, dilecti filiis Priori et Conventui Monasterii sante Marienove de Urbe, per
priore soliti gubernari, de Monte oliveti nuncupati, ordinis sancti benedicti,
salutem et apostolicam benedictionem. Excitat nostre mentis archanum speciali
set affectuosa dilectio qua vestrum Monasterium sumus a lengis temporibus
prosecuti, et paterne solicitudinis prosegui studio non cessamus ut circa
statum eius attente considerationis intuitum dirigentes opem impendamus et
operam ut illud ad Dei laudem et gloriam non solum in suis iuribus conservetur,
sed etiam prosperis iugiter gratuletur eventibus et votivis, facente Domino,
successibus augeatur. Sane petitio vestra nobis nuper exhibita continebat quod
vos anhelantes in reparationem palatii et edificiorum ad Diaconum Cardinalem
Sancte Marienova exsistentem pro tempore, ratione tituli sui Sancte Marienove
pertinentium, Monasterio vestro contiguorum, infra duodecim annos vel circa
infra quos non erat huiusmodi Diaconus Cardinalis, seu titulu ipse vacabat, sed
diverse persone fructus, redditus et proventus qui ad eundem Cardinalem, siquis
fuisset, interim pertinuissent, pretextu diversrum commendarum seu cocessionum
apostolicarum, eis interim de isporum titulo factotum, collegerunt et in usus
proprios converterunt, absque eo quod palatium et edificia huiusmodi in eorum
tectis aut alia prout expediebat, reformarent, vosque illud provide
considerantes, ne propterea palatium et edificia ipsa in terram caderent, seu
alias misere deperirent, in illis nonumquam, smptibus vestirei et dicti
Monasterii quamplures reparationes fieri fecistis, ita quod aliquando, uno
anno, centum florenos quri vel circa exposuistis in reparationibus antedictis.
Quare nobis humiliter supplicastis ut in premissis opportune pro futuris
temporibus providere de benignitate apostolica dignaremur. Nos igitur huiusmodi
supplicationibus inclinati ut quotiescumque eundem titulum de cetero vacare
contigerit, quod vos et successores vestri in eodem Monasterio pro tempore
omnes huiusmodi fructus, redditus et proventus qui ultra centum et quinquaginta
florenos auri communi existimatione non valent, ut asseritis, annuatim,
huiiusmodi vacationum temporibus petere et exigere libere et licite valeatis,
ad id alicuius licentia minime requisita…..Datum Luce, VI nonas julii,
pontificatus nostri anno secondo.
83. Roma 10 novembre 1408.
Il n.u. Andrea di Paolo de Novellis, dei
Monti, erede universale del fu Lello di Angelo mandatarii, pure dei Monti, dona
a Matteo da Viterbo, priore del monastero di S. Maria Nova, una casa a piano
terreno, con solaio, una camera , bottega e mignano antistante, nella stessa
regione dei Monti, contrada detta Portogallo…Mannello di maestro Giovanni è
incaricato dell’investitura. Il rogito avviene dietro il monastero, presso gli
orti, nel luogo detto lavignola e fanno da testimoni: Tirante di Pietro
Ravalli, ortolano, di Campitelli; Romano di Nicola de Massiccia, de Martina da
Taranto; e maestro Pietro Rovini della regione della Pigna: Notaio Pietro dello
Dannaro. /S.T.).
Stessa data. Matteo, oblato di S. Maria Nova, prende
possesso di quanto sopra. Sono testimoni Giacomo Coppa, macellaio, il notaio
Angelo di Paolo Symonis e Stefanello calzolaio dei Monti. Notaio Pietro.
84. Roma 15 novembre 1408.
Nicola (Coluzia) di Giovanni Versi della
regione della Pigna proprietario del Casale di Centocelle…si appella …per
dimostrare i diritti che aveva sul casale in parola(istromento del not.Giovanni
di Buzio Vari, protonotario della curia del Campidoglio) il che era avvenuto a
richiesta dei monaci di S. Maria Nova, i quali però non avevano mai intentato
una vera lite in proposito e anzi dal card. Antonio Calvi erano stati obbligati
ad abbandonare il casale medesimo, cum invocatione bracchii secularis…
Notaio Felippo Venacii, imo. Auct. not.
17 novembre. Santo da Arezzo propone al
Senatore di Roma di non aprire alcun procedimento in merito alla questione di
cui sopra. Dati
Datum in lovio scyndicorum, ubi jus
reddere consuevimus; Notaio Pietro Paolo Capo.
Stessa data e 21
novembre
Si dichiara che fu presentato appello da
Nicola Versi contro il monastero di s. Maria Nova, senza pregiudizio di quanto
già era stato fatto in proposito.
85. Recanati 21 novembre 1408.
Angelo Cino, del Titolo di S. Stefano
sul Celio, cardinale vescovo di Recanati e Macerata, nomina il priore della
chiesa di S. Maria Nova di Roma suo vicario per quanto riguarda
l’amministrazione e la cura della chiesa suddetta di S. Stefano. La bolla è datata dal palazzo
episcopale di Recanati, sito nel quartiere di S. Flaviano, alla presenza di
Giovanni Cole da Bevagna, vicario del vescovo stesso, dell’altro canonico
Nofrio di Petruzio Corradj, recanatese e di Cicco di Giovanni, pure da Bevagna;
Notaio Marino Bonilli da Trevi, ap. et imp. auct. not. et judex ordinarius,
segretario del cardinale (S.T.).
86. Roma 20 novembre 1408.
Dinanzi a Santo da Arezzo, capitano del
popolo di Roma e giudice degli appelli per il re Ladislao Giovanni da Narni e
Manello da Amatrice, procuratore del Monastero di S. Maria Nova, a proposito
del casale di Centocelle, di cui al regesto n. 84, confinante da un lato….che
il monastero medesimo di S. Maria possedeva da circa tre anni, in nome di
quest’ultimo si appellano al suddetto re Ladislao. Ciò avviene presso il
Campidoglio, in lovio scyndicorum urbis,
presenti Pietro Persone, speziale di campitelli; Coluzia di Angelello
Zaccharie, della regione di s. Eustachio e Colangelo suo fratello; (S.T.)
Notaio Lorenzo Processi.
Fine codice VII dell’archivio si Stato a
Roma.
87. Roma 4 marzo 1596.
Bolla del pp. Clemente VIII.
Accogliendo le istanze dell’abate del
monastero di S. Maria Nova e in merito ad Amatore degli Amatori, che un tempo,
dinanzi ai Maestri delle Strade era stato in lite con il monastero medesimo e
col vescovo di Marsico, Gio. Batta
Milanesi, per motivo di una casa nella via dei Banchi che il Milanesi
teneva in enfiteusi dai monaci, e che Amatore, per ingrandire una sua propria
casa contigua domandava gli si vendesse, ottenendo infatti dal vescovo stesso
Milanesi la cessione in proposito dell’utile dominio, gli concede di poter
vendere, dal canto suo, la casa in questione agli eredi del defunto Amatore,
per il prezzo di 1700 scudi, che verranno pagati mediante un annuo censo del 7
per cento.
1425 - Oblazione di Santa Francesca Romana.
Dopo la morte nel 1440 il corpo di Santa
Francesca Romana fu devotamente riposto nel sepolcro sotto l’altare e il
pavimento di marmo, lei che aveva fondato a Roma l’ordine delle nobili Dame di
Tor dei Specchi, che venivano ammesse in quella forma di vita e alla professione dall’Abate di Santa Maria
Nova.

1 settembre 1448 .Fra Ippolito da Roma priore di Monte Uliveto si presenta
a Stefano da Siena podestà di Lucignano per cagione di certi gravami fatti
indebitamente dalla sua curia in pregiudizio del detto monastero e del priorato
di S. Michele Arcangelo a castello nella Val di Chiana contro l'affittuario del
medesimo monastero a causa di certe lettere del vescovo d'Arezzo, o di lui
vicario mandategli ad istanza di Francesco di Benedetto da Siena, e di Fra
Marino priore del monastero di S. Brigida altrimenti detto del paradiso vicino
a Firenze. Per la qual cosa espone essere la Congregazione di
Monte Uliveto esente dalla giurisdizione del vescovo d'Arezzo, ed essere
immediatamente soggetta alla Santa Sede. Che il priorato di S. Angelo con le
sue pertinenze molti anni sono è stato incorporato da Eugenio IV al suddetto
monastero di Monte Uliveto, e che l'operato sopra di ciò nella sua curia ipso
jure è nullo. Quindi fa istanza, che i suoi atti specialmente contro
l'affittuario siano revocati, e che tutte le cose siano ridotte in pristinum.
19) 1492 28 gennaio. Capitolo per
costituire procuratori Fra A. Benedetto di Siena priore e Fra Vittore de Anania
Cellerario per locare una casa posta in città nella regione dei Parioli, nel
luogo che si chiama il Pellegrino (B. pag.3).
20) 1494 2 gennaio. Capitolo per
costituire procuratori per accendere un mutuo di 300 ducati. Prospero de
Aquasparta Not. (Reg. B. pag. 10).
21) 1494 7 gennaio.
Contratto del mutuo: Fra Benedetto Priore e Giuliano di Perugia cancelliere del
monastero di S. Maria Nova hanno ricevuto un mutuo dal nobile signor Nicola da
Rubens cittadino romano ducati CCC… pro redimendo una casa posta nella Regione
del Ponte (Pontis) presso la chiesa di S. Biagio dalla pagnotta pignorata per
le spese di riparazione di quella casa. Actum in loco… qui dicitur la Foresteria. Prospero
de Aquasparta Not. (Reg. B. pag.XI).
22) 1493 23 marzo: Federico del fu
Germano della città di Colonia, nel monastero di S. Maria Nova si offre a Dio
nelle mani di Fra Benedetto di Siena priore e promette obbedienza et stabilità
nel detto ordine. Actum, nel sopraddetto Monastero Prospero di Aquasparta Not
(Reg. B, pag. 20.
23) 1496 5 luglio. I canonici della chiesa di S. Adriano di Roma portano
a S. Maria Nova in custodia una cassa di reliquie. Fra Benedetto Spagnolo
cellerario del monastero col consenso del priore e del capitolo. Prospero di
Aquasparta (Reg. B. pag. 20’.)
24) 1496 19 luglio. Contratto di un mutuo di XV ducati d’oro. (Reg.
B.pag. 21).
(MOMDIP- 25) 1498 31 gennaio. Da Asciano-Domenico da
Lecco, abate gen. oliv. e fra Tommaso Pallavicino da Milano visitatore,
nominano procuratore fra Giovanni da Lodi priore di S. Maria Nova di Roma con
incarico di ricevere, a nome del card. Orsini, i redditi annuali della abbazia
di S. Lorenzo d'Aversa. (Reg. Oliv. II,77).
26) 1509 30 novembre, Fra Antonio di Brescia, oblato o commisso del
monastero di S. Maria, nelle mani di Fra Girolamo della Casa di Firenze, priore
del monastero fa la professione religiosa. Actum nella chiesa davanti all’altar
maggiore. Giuliano Baldini Not. (Reg. B. pag. 37)
27) 1527 20 settembre. Collatio della Cappella di S. Francesco nella
chiesa di S. Maria Maggiore fatta dal priore di S. Maria Nova. (Reg.B pag.
115).
28) 1531 17 marzo. Facoltà di “effondendi” nel detto monastero pietra
Tiburtina di marmo, oro, argento, piombo e ogni genere di metalli.
(MOMDIP-
29) 1532 28 maggio-S.Maria Nova-L'abate e il capitolo monastico di S. Maria
Nova dichiarano di non voler vendere beni del monastero allo scopo di pagare le
imposizioni di Clemente VII. (Reg. Oliv. III,38).
(MOMDIP 30) 1532 20 agosto-San Benedetto di
Siena -Mandato di procura in favore di
fra Taddeo Pepoli da Bologna, priore di Monte Oliveto e di fra Costanzo da
Brescia visitatore, perchè procedano alla vendita di alcuni beni del monastero
di S. Maria Nova di Roma per sovvenire col ricavato alle richieste di Clemente
VII. (Reg. Oliv. III,40).
31) 1548 2 gennaio. Promessa evictionis fatta dal monastero di S. Maria
Nova in favore dei monaci di S. Michele in Bosco per la vendita di una casa.
32) 1555 5 marzo. Il monastero di S. Maria Nova elegge il Procuratore ad
agire in occasione di una lite contro il Sig. Roberto e i fratelli di Strozzi e
gli eredi del Signor Luca de Mascinus. Actum Romae in Monasterio. Franciscus Thomasinus Not. (Reg. B. pag.
171).
33) 1557 8
settembre. Consenso per una vendita di una vigna verso S. Sebastiano.
34) 1558 27 gennaio. Approvazione di una vendita di un canneto vicino a
una vigna del monastero nella località Colombara fuori porta Vinciana.
35) 1562 14 dicembre. Consenso per la vendita di una vigna fuori porta
S. Paolo, località Travicella.
36) 1563 19 marzo. Vendita di un canneto.
37) 1573 9 aprile Transactio… occasione litis…pro dote Cappella della
Beata Vergine
e S. Gregorio nella chiesa di S. Maria Nova per
Dominum Petrum de Cosciaris de anno 1380 erectae sub invocatione B.M. Virginis,
S. Egidii et S.cti Gregorii. Pompeus Valerius Not. (c. 30 fino a 41).
38) 1576 31 gennaio.
Conferma di una vendita in loco dicto al Pellegrino
39) 1577 23 marzo. Concordia
fra il monastero di S. Maria Nova e la Venerabile
Arciconfraternita orphanorum de urbe per la devoluzione di
una casa antica sita nella Regione Pinca
presso
la chiesa di S. Stefano de Caco donata al predetto monastero dalla buona
memoria della Signora Ursina de Ursinis i cui confini sono la via che va verso
la chiesa di S. Stefano del Caco e verso il vicolo detto in volgare del Gatto
di latitudine di canne 6 e 3 palmi.
Numerose altre vendite sono
elencate negli anni 1577, 1578, 1579, 1580, 1583, 1584 come 40) 1584 - Consenso di cessione
41) 1584 - Consensus venditionis.
Così
pure nel 1594, 1595.
1595 - Facciata nuova con 5 statue
architetto Lombardi (1595) e Restauro completo della Facciata.
42) 1597 25 giugno. Il
monastero di S. Maria Nova compra una parte di un mulino edificato a Tivoli,
spettante per una sua rata.
I
Mss. di Santa Francesca Romana nella Biblioteca nazionale centrale Vittorio
Emanuele II
SANTA FRANCERSCA ROMANA
SANTIFICAZIONE
Sebbene subito dopo la morte di Santa
Francesca siano stati iniziati i processi di canonizzazione tuttavia solo nel
1608 il 29 maggio Paolo V, su richiesta e supplica del Senato Romano, con ogni
solennità e pompa,sebbene fossero passato così tanti anni, fu innalzata alla
gloria degli altari.
1609 febbraio 28, da Roma
Breve di Paolo V : indulgenza a chi
visiterà chiese o altari dedicati a S. Francesca Romana, pregando per l'unità
dei cristiani, nel giorno della festività della Santa.
Al termine del Volume c’è in ordine
alfabetico un elenco di nominativi che
sono inclusi in tutti gli atti del Volume.
1612 - Soffitto a cassettoni su disegni
dell’Arch. Lombardi: Madonna con bambino, S. Francesca Romana, S. Agnese, S.
Cecilia. Stemma del Card. Sfrondati, protettore degli Olivetani dal 1591 al
1618:Costruzione del 1612, Restauro del 1867.
(MOMDIP) 1612 4 marzo- Roma
Breve di Paolo V
: indulgenza plenaria a chi visiterà, nel giorno di S. Francesca Romana, l'altare della santa esistente nella
chiesa di S. Maria Nova in Roma, pregando per l'unità dei cristiani.
1638-1649 – Confessione dell’altare di
S. Francesca Romana di Gianlorenzo Bernini. Tempietto con 4 colonne di diaspro
e capitelli di bronzo con gruppo marmoreo.
(MOMDIP
- 44) 1674 13 dicembre- Roma S. Maria
Maggiore - Breve col quale Clemente X, annuendo alle suppliche del procuratore
generale Silvio Lecchi, dichiara non obbligatoria la nomina di un abate della
nazione romana al governo del monastero di S. Maria Nova. (Reg. Oliv. IV,5).
1677- Incoronazione solenne del
Capitolo Vaticano. Cripta antica, passando attraverso le scalette di marmo

1867-1869 - Sistemazione attuale per opera dell’Arch.
Busiri Vici. Il corpo vi è conservato dal 1440.
Questo note storiche sull’Abbazia di
Santa Maria Nova, servano come piccolo contributo per la ripresa degli studi
storici su un monastero che veramente da seicentocinquanta anni costituisce la
dimora più importante al centro della collettività cattolica essendo Roma Caput
mundi et orbi.
Monastero di Volterra.
Numerose donazioni e
testamenti in favore del monastero di S. Andrea.
_________________________________________________________
1341 1 giugno – Il Notaio Ser Brando di
Ser Michele rogò il testamento di Neri di Cenni della contrada di san Michele,
che lasciò una vigna e diverse case del valore di 400 lire con l’obbligo per i
monaci di celebrare una messa la settimana all’alatare di S. Antonio fatto
costruire da lui.
(ASF, Patrimonio Ecclesiastico,CSAV,
libro vecchio 58(nuovo49), Memorie cit. c. 8 e 15).
1341
-
Nella sorella di Neri di Cenni dona al monastero “38 fiorini d’oro dei
quali, con altro aiuto, si fece lo choro ne la chiesa di Santo Andrea”
(ASF, Patrimonio Ecclesiastico, CSAV,
libro 48 cit. c.16)
1342
17 novembre - Matteo di Mannino dona al
monastero “tutti i suoi beni, terre e case, posti nel castello della Nera”
seguito poco dopo dal fratello ser Giovanni fu Mannino.
Rogò ser Antonio fu ser Neri.
1345 15 febbraio – Ser Giovanni fu
Mannino donò ai monaci di S. Andrea una gran parte di beni che possedeva a
Volterra e a Montecatini, una casa posta a Volterra, nella contrada del Borgo,
un’altra casa nel chiasso di Vallebuona e un terreno nel Pian d’Ormanno. Ser
Giovanni costruì “presso Montecatini..una chiesuola con campanile nel luogo
detto “Palombara”.
Rogato da ser Neri di Giovanni di
Baccio. (cfr. Memorie citate, libro 45).
1347 2 maggio. Lo stesso benefattore fece
ampia e completa donazione di tutta l’opera compiuta, che fu accettata nel
capitolo generale con l proposizione del donatore. (cfr. Appendice n. 2
pag. 601), il Captilolo generale del 12
maggio 1347 elesse e costituì Fra Venturino di Mastro Mino di Trequanda per
l’accettazione di una certa donazione di Ser Giovanni di Mannino da Volterra di
una chiesa e di alcune cose e possessioni per edificare un monastero “tamquam
membrum dicti ordinis monasterii Sanctae Mariae Montis Oliveti, in villa
Montiscatini…” sitas in villa Palombariae.
TESTAMENTI DEL 1348
ANNO DELLA PESTE NERA
==========================================
Nel 1348 anno della peste nera ci furono 25
testamenti in favore del monastero di S. Andrea.
1348
14 maggio - Ruggero vende domino Tardino
olim domini Mathei de Bonomia ..unam lecturam Domini Cini de Pistorio super
Codice quod est quaternorum XXVI, connectam corio viride…cum additionibus…pro
pretio 31 unum aureorum” (ASF, Notarile, prot. I,110).
1348
18 maggio – Viscontina fu Matteo dei conti di Montescudaio moglie di Guerriero
fu Jacopo lasciò 10 lire
1348
24 maggio – Tessa di nardo di Ciardo
1348
26 maggio – Chita vedova di ser Buonaccorso figlia di fu Bindo
1348
30 maggio – Andrea fu Allegrino.
1348
2 giugno - Bartolo fu Cheluccio di
Ulignano.
1348
7 giugno - Margherita di Pietro di
Talino vedova di Allegrino, donò anche il
Podere Collereto
1348
7 giugno - Strenna fu Simone donò un
podere a Petriccio.
1348
16 giugno - Jacopo quondam Chelini di
Pietro di Pomarance donò un podere a
“Le Leccare”.
1348
23 giugno - Piero fu Filippo donò una
terra a “Pugnato” e 10 lire per rifare il
tetto della
chiesa.
1348
3 luglio - Ser Andrea fu maestro
Brandino dei Forti donò delle rendite di un
pezzo di terra a
Pinzano.
Il notaio Giovanni Mannino da Volterra
aveva quindi donato al Tolomei i suoi
possedimenti a Montecatini in Val di Cecina, perché edificasse un monastero in
onore di S. Michele Arcangelo nel luogo detto Palombara.
Il
4 maggio 1347 era Priore di Sant’Andrea di Volterra Fra Tommaso Minucci Berrisi
campsoris di Siena e cellerario Fra Nicola de Piccolomini di Siena.
Si cominciò infatti a costruire la chiesa, vi
si destinò la famiglia religiosa col priore designato Fra Michele di Giovanni
da Prato, ma poi per i danni arrecati dalla grande peste del 1348, che rese
deserte quelle campagne, si ottenne invece di unire tali rendite al monastero
di S. Andrea di Volterra, innalzando in questa chiesa un altare a S. Michele
Arcangelo.
Il
vicario generale del vescovo di Volterra riconosce la donazione di Ser Giovanni
del fu Mannino (avvenuta nel 1348), relativa ad un possedimento con la chiesa
S. Michele, in favore dei monaci olivetani di S. Andrea. (Reg. Oliv. I,12).
Altri Atti Notarili
______________
1351
19 settembre – Dal Notaio Ser Cristoforo di ser Vivo. Vengono eletti
procuratori fra Michele da Prato e Fra Giovanni di Perino “perché prendessero a
mutuo lire 500 per risarcire il monastero di S. Andrea di Volterra obbligandone
tutti i beni.
1355
18 febbraio – Il Notaio Leonardo di Ser Tignoso: Nel monastero Giusto di fu
Cenni e Giusto fu Nardo calcolarono gli effetti dell’incendio per un danno di
50 lire di moneta volterrana.
1358
17 novembre – Ruggero quondam domini Francisci della contrada S. Angelo donava
al monastero 15 lire.
1359
2 novembre - Giovanni da Milano vicario del Vescovo di
Volterra autorizza l’unione con la cappella di San Michele e riconosce la donazione di Ser Giovanni del
fu Mannino (avvenuta nel 1348), relativa ad un possedimento con la chiesa S.
Michele, in favore dei monaci olivetani di S. Andrea. (Reg. OLiv. I,12)
autorizzazione confermata poi il 15 e il
19 aprile 1363 da Bonagiunta, vicario del Vescovo.
(ASF,
Diplomatico OV)
1360
20 marzo – Matteo di Brizio lascia un Podere in Cantignano.
1360
28 agosto – Andrea di Giovanni fu Pietro lascia un podere a Papignano.
Santa Maria della Riviera di
Padova
===========================
inventario dei beni mobili, compresi i libri
del monastero di Santa Maria della Riviera.
Dal 1348 al 1350 vi sono 28 libri (3
messali, 2 breviari, 2+2 salterii, 1+1 antifonarii, libri di devozione (da 8 a 28):
8 - 2 Regole del beato Benedetto
9 -
Libri piccoli: 12 volumi dei profeti con nuovo testamento e 13 libri di
Salomone
10 - Un libro di
piccolo volume che contiene i libri di Mosè
11 - Un libro di San Gregorio de "gestis
gestorum2
12 - Libro che
si dice di Riccardo sopra il sogno di Nabucodonosor., con l'esposizione di
altri suoi detti.
13 - Piccolo
libro con alcune omelie con un trattato sulla confessione.
14 - Piccolo
libro con le Lettere di Cipriano.
15 - Piccolo
libro con l'esposizione di una parte della Bibbia
16 - Libro
sull'esposizione del Salterio di San
Brunone.
17 - Un volume
grande con i libri di Salomone e altri.
18 - Grande
libro vecchio con omelie dalla Risurrezione fino all'Avvento.
19 - Un libro
sui vizi e le virtù.
20 - Un libro sulle vite dei santi non per tutto
l'anno.
21 - Libro sulle
passioni dei santi non per tutto l'anno.
22 - Epistole di
Paolo: esposte da San Remigio.
23 - Un libro in
cui ci sono XXV omelie di Crisostomo su Matteo, con il trattato "de
Laxis"
Gregorius super Cantica, Girolamo super
Marcum, de Hebraicis, questio de locis et de mansionibus, Didimo sullo Spirito
Santo,Vittorino sopra l'Apocalisse.
24 - Due
breviari vecchi, uno festivo, un altro domenicale
25 - Un libro
con le lezioni per tutto l'avvento.
26 - Un libro
sull'istruzione dei Monaci edito dal beato Ugone.
27 - Libro 'De
civitate Dei' edito dal beato Agostino.
28 - Due volumi
sulle Legende nuove, completi.
Nel 1360 mese di marzo: furono trovati dei
libri nell'ufficio del priorato residente Fra Ranieri. che non erano scritti
nel sopraddetto inventario e cioé:
- Due antifonari delle messe di grande
formato, uno festivo e uno domenicale, e quaresimale con l'annotazione quadra.
Sono scritti sopra (=sono già descritti sopra).
29 - un antifonale dell'Ufficio della notte
dall'Avvento fino alla Risurrezione, con il comune dei Santi è di formato grand
con l'annotazione quadra.
30 - Un
antifonale dell'Ufficio della notte con il comune dei santi per tutto l'anno
con l'annotazione romana, volume comune.
31 - Un volume,
con l'Ufficio dei morti annotato e l'invitatorio e Venite e il comune dei
santi.
32 - Un
omeliario di gran formato con lettera antica che va dall'Avvento alla Pasqua.
33 - Un libro
delle sentenze senza glosse.
34 - Un libro
che contiene il Vangelo secondo Matteo, con alcune glosse (o note).
35 - Un volume
nel quale ci sono le Istituzioni dei Padri e le collazioni di scrittura antica.
36 - Due volumi,
nel primo ci sono i V libri dei Moralia di San Gregorio, nel secondo i seguenti
V libri dei Moralia, e sono di scrittura antica e di grande formato.
37 - Due volumi
delle nuove leggende di piccolo formato.
38 - Un
omeliario di piccolo formato nel quale ci sono le omelie domenicali per tutto
l'anno
39 - Una summa
di penitenza di piccolo formato e una summa dei casi in altro volume.
40 - Un diurnale
con il comune dei santi di piccolo formato secondo la curia Romana.
41 - Un volume
dei detti dei santi Padri.
42 - Un
libricino, che si chiama Soliloquium d'Isidoro.
43 - Un altro
salterio di scrittura antica divisa secondo il modo monastico.
44 - Un volume,
nel quale c'é il testo del vangelo di San Matteo con alcuni commenti.
45 - Un piccolo
volume, nel quale é contenuto il testo del vangelo di San Giovanni e le lettere
canoniche con alcuni commenti.
46 - Un volume
simile al precedente, nel quale ci sono i testi dei vangeli di San Giovanni e
di Marco, con alcune note (o glosse)
Nell'anno 1361 sono pervenuti al monastero i
seguenti libri:
47 - Un primo
volume che contiene la metà della Bibbia dalla Genesi fino al Psalterio.
48 - Sermoni
domenicali per tutto l'anno, in un piccolo volume.
49 - Epistole
del Beato Paolo, commentate.
50 - un volume
che contiene più cose, che inizia :'Multe tribulationes iustorum.
51 - Un volume
dove sono le omelie per tutto l'anno e altre che inizia : 'Cum appropinquaret
Jesus Ierosolimis'.
52 - Un piccolo
breviario.
53 - Un altro
breviario alquanto più piccolo secondo il rito della curia romana del valore di
XX ducati.
54 - Un
antifonale secondo l'ufficio della curia romana da Pasqua della resurrezione
fino all'Avvento, che i fratelli hanno fatto scrivere a Bologna.
NAPOLI. SANTA MARIA DI
NAPOLI
============================
Per la relazione sulle soppressioni di
Monteoliveto di Napoli abbiamo diverse fonti:
-
ASN, Monasteri soppressi, Napoli: vol. 5501-5502
" " Atti del monastero " 5504-5532
" " " " " 5508-5509
" " 2 volumi di processi "
" 5510-5511
" "
" 5561-5566
E' utile ricordare che l'Archivio fu
depositato presso L'Albergo dei Poveri
Si trovano anche notizie presso :
-
i "Repertori Angioini".
-
Archivio di Stato di Napoli
-
Archivio di Stato Militare
-
Archivio storico Municipale, planimetria (D 23 L)
-
Archivio di Stato del Banco di Napoli (per i pagamenti effettuati).
BIBLIOGRAFIA
============
-
V. FLORIO, Memorie storiche ossiano annuali napoletani del 1759 in avanti, in
"Archivio storico per le provincie napoletane", XXX 81906), p. 250.
-
F. STRAZZULLO, I Lombardi...cit. pp.73 sgg. 177-181 (documenti dall'Archivio
Storico del Banco di Napoli).
-
F. STRAZZULLO, La fondazione di Monteoliveto di Napoli, in "Napoli
Nobilissima", vol. III, fasc. III, set-ott., Napoli 1963, pp. 103-111.
-
Roberto PANE, Architettura del Rinascimento in Napoli ivi, 1937, pp. 185, 186,
191, 192, 193, 196, 199, 278.
-
Roberto PANE, Architettura e urbanistica del Rinascimento in Storia di napoli,
ivi, 1974, vol. IV, t. 1, cap. VI, pp.383-388.
-
Roberto PANE, Le tre cappelle toscane della Chiesa di Monteoliveto, in
Rinascimento dell'Italia meridionale, Milano, 1975, vol. I, pp. 227-244 e Guido
Mazzoni, La "Pietà" di Monteoliveto, Gli artisti italiani in Francia,
ibidem, vol. II, pp.75-100.