martedì 24 ottobre 2017



                                ARCHIVIO SANTA FRANCESCA ROMANA.


                                   FONDO S. MARIA NOVA – PERGAMENE
                                 
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Foro Romano 
   Le pergamene del fondo di S. Maria Nova furono raccolte nel secolo XVII in 14 volumi(elencati all’inizio dell’articolo) ad opera dell’abate Pietro Rosini, che compilò anche un regesto inventario manoscritto di esse, conservato in quell’ archivio.

La biografia di Don Pietro M. Rosini, archivista olivetano:
Nato a Venezia il 27 ottobre 1728
Vestizione nel novembre 1743
Professione religiosa il 17 novembre 1744.
Archivista
Cancelliere
Segretario generale
Abate
A S. Maria Nova fino al 1798
Fu a S. Elena in Insula di Venezia, costretto a passarvi le vicende politiche.
Abate a S. Elena nel 1799
Verona - S. Maria in Organo nel 1805. Abate.
Adria, badia di S. Maria dove morì il 10 maggio 1807 a 79 anni.
Ordinò l’archivio di Monte oliveto Maggiore
                            di Monte Oliveto di Napoli
                            di S. Maria Nova.
   Abbiamo transunti del Rosini in : Cod. Vat. 7937, cc.17, 24, 26, 27,
                           
                                                         Cod. Vat. 7929, parte II, cc. 237 segg.)




  I volumi dal titolo “Tabula iurium ecclesiae et monasterii S. Mariae Novae”
contengono le pergamene così divise:
I     -   Dall’anno   982      all’anno 1209
II     -                 1209                  1299
III    -                 1301                  1359
IV    -                1359                   1375
V     -                 1375                  1385
VI    -                 1385                  1399
VII   -                 mancante (1) ora si trova in A:S:R. collezione Pergamene, cassetta
                            30.Olivetani in Santa Maria Nova. (1400 – 1407
                            più sotto descritto minutamente da pag. 12 a pag. 25).
VIII  -                1408                  1421
IX     -                1421                  1431
X      -                1432                  1499
XI     -                1500                  1547
XII    -                1548                  1585
XIII   -                1585                 1643
XIV   -                1643                 1763
Gli Atti o pergamene che mancano e che sono da ritenersi persi dal Regesto del Rosini e pubblicati dal Fedele sono: (ma alcuni sono finiti nella collezione Schiaffino?)
Dal I  Volume                atto del  1038.II.16
                                      atto del  1038.XI.05
                                      atto del  1039.X.11
                                      atto del  1039.XI.12 
                                      atto del  1140.I.04 
                                      atto del  1042.II.10
                                      atto del  1161.IX.30
                                      atto del  1162:III.23
                                      atto del  1164.XI.02
                                      atto del  1180.I.23
                                      atto del  1202.IX.15.

   L’edizione della pubblicazione delle pergamene dall’ anno 982-1200 curata da P. FEDELE, in archivio della Società Romana di Storia patria, XXIII-XXVI (1900-1903).
   I primi due volumi sono stati sfasciati e le pergamene restaurate, sono raccolte in cartelle e ordinate in base alla catalogazione dell’Abate Rosini Pietro, conservando tutti gli errori di datazione fatti in quel tempo e suddivise poi secondo il formato.


               STORIA DELLA BASILICA DI SANTA MARIA NOVA.     
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Su questo colle del Palatino nel 135 Adriano dedicò un tempio colossale a Venere e Roma.
Nel 757-767  S. Paolo I romano edifica un oratorio ai SS. Apostoli Pietro e Paolo ( orazione su Simone).
Nel 950 viene realizzato un nuovo edificio più vasto e adeguato, dedicato alla Beata Vergine con il titolo di S. Maria Nova, che raccoglieva i titoli e i privilegi della diaconia di S. Maria Antiqua e sotto il papa Gregorio V (996-999) ci fu la solenne dedicazione della chiesa, con nuovo refettorio e nuovo edificio.
La storia della Basilica di santa Maria Nova viene illustrata dalle seguenti presenze:
          Dal 1061 al 1119 i Canonici Regolari di San Frediano di Lucca.
      Alla loro presenza il 29 gennaio del 1094 Urbano II consacrò  Errando vescovo di Halbertstadt, e il 29 marzo Lamberto vescovo di Arras.
          Dal 1119 al 1351 furono presenti i Canonici Lateranensi con osservanza agostiniana
Il 23 febbraio 1139 alla loro presenza Innocenzo III vi riceve la sua consacrazione e il 6  giugno 1161 viene fatta una nuova edificazione, con l’inaugurazione dei mosaici dell’abside e della torre campanaria.
All’anno 1161 ci si riferisce quando Cenci Frangipane  mostra sull’altare una grande immagine della Madonna, che la fama parla dipinta con arte da San Luca, che Angelo Frangipane, cavaliere romano aveva portata a Roma da Troade in Grecia, e che nel 1285 sotto Onorio IV   tutto fu bruciato da un incendio ma l’immagine della Madonna rimase intatta.
   Nell’altare sono conservate le reliquie di cinque santi che si possono leggere  da una parte e dall’altra del monumento.
    A destra:
“Requiescunt corpora Sanctorum martirum Nemesij, Olimpij, Sempronij, Lucillae et Exuperiae. Adsunt et Reliquiae Sancti Petri et Sanctorum Innocentium, ac de craticula santi laurentij.
   A sinistra : Quicumque harum Reliquiarum aliquid hinc auferre et altare frangere praesumpserit Anatema sit, et maledictus a Domino Deo Omnipotente et a Jesu Cristo filio eius et spiritus sancto: Maledictus queque a Gregorio Urbis Romae IV Episcopo, nec non ab omnibus Episcopis, qui huic dedicazioni interfuerunt et has Reliquias hic uniti…deposuerunt. Supradicta haec in quidam tabella plumbea, quae cum Reliquiis in altare conservabatur erant descripta. Anno vero Domini MDLXXX. Cum altare hoc semotum, ac fabrefactum fuerit et Reliquiae in eo omnes reconditae Sanctissimus, Domino noster Gregorius divina providentia Papa XIII, supradicta omnia auctoritate sua sancivit.”
     
Fu anche rifugio di Alessandro III, nell’annesso fabbricato eretto in fortezza dai Frangipane, e il papa da qui scriverà molte lettere intestandole :“apud Sanctam Mariam novam”.
Nel 1189 era Card. Diacono Bernardo (da un atto di Clemente II alla chiesa senese)
Dal 1216 – 1227 sotto Onorio III,  sempre presenti i Canonici Lateranensi, dopo la devastazione di un tremendo incendio, verrà restaurato completamente il tetto della Basilica.








            Dal 1352 furono chiamati i Monaci di Monte Oliveto Maggiore.

                 650°  DEI  MONACI OLIVETANI A S. MARIA NOVA 
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La prima presenza dei Monaci di Monte Oliveto a Roma fu certamente a S. Giacomo alla Lungara nel 1339, dove dal 1249 c’ erano i Silvestrini,  ma gli Olivetani vi rimasero poco, perché
passarono prima in S. Maria in Domnica dal 1340 al 1347 e dal 29 maggio 1352 a Santa Maria Nova.
Dopo una breve presenza quindi dei Canonici Regolari dell’Ordine di S. Agostino entrarono a Santa Maria Nova i Canonici lateranensi che rimasti solo due o poco più, ad essi seguirono i Monaci di Monte Oliveto Maggiore.
Dalla “Rubrica delle Tavole segnate: Jurium ecclesiae et monasterii S. Mariae Novae” composta sotto il governo del rev.mo P. Abate Don Francesco M. Ilori di Fabriano da Don Pietro M. Rosini archivista olivetano in Roma nell’anno 1766 possiamo ricavare molti atti notarili che insieme a quelli trascritti dal fondo “MOMDIP” (=fondo diplomatico di Monte Oliveto Maggiore) raggiunge il  numero di  44 atti.

(f. 74) - 1352 23 aprile: Avignone. Anno  X.
Bolla di Clemente VI, con la quale ad istanza del Card. Pietro Belfort, Diacono di S. Maria Nova, unisce alla detta diaconia la chiesa di S. Maria de Palaria de Urbe, quale “Casinensae ecclesiae debet subesse”
(f. 75) 1351 VII Kal. Maii. Avignone anno X.
Bolla di Clemente VI, con la quale dà facoltà a Pietro Cardinale Diacono di S. Maria Nova di Roma di mettere al servizio di detta chiesa un priore e dieci monaci dell’ordine di Monte Oliveto, levando da esso li due Canonici dell’Ordine di S. Agostino, li quali erano ‘pueri vocem in Capitulo non habentes ‘ e trasferirli ove più gli paresse a proposito.
1)    1352 29 maggio: Ind. 5.
  Processo e Decreto esecutivo fatto da Pietro Card. Diacono di S. Maria Nova alla Bolla di Clemente VI, 1351 7 Kal. Maii, con la quale mutò l’Ordine di S. Agostino in quello di S. Benedetto degli Olivetani nella Diaconia. Il Pontefice accogliendo la richiesta del pio Cardinale inviò delle lettere all’Abate di Monte Oliveto nelle quali ordinava fra le altre cose che il progetto del Cardinale si potesse quanto prima realizzare con l’invio del priore con dodici monaci e per questo furono incaricati
 i RR. Monaci F. Cristoforo Lervini priore e Fr. Pietro di Roma procuratori della detta Congregazione Olivetana, “ nel qual giorno furono messi in possesso di detta Diaconia li detti Padri come consta dal Decreto:
“quorum quidam  monasterium tamquam nova plantatio ex irrigatione superna, tam in capite quam in membris, continuis proficit spiritualibus et specialibus incrementis, ex redolentibus monachorum ipsorum exemplaris vitae meritis et regularibus disciplinis, quae notoria fama divulgabat, ecc.”
             Il Cardinale supplicò il Pontefice che arrivasse a sollevare i monaci dalla povertà del momento e per questo furono loro concesse le rendite di Santa Maria di Palaria in Roma, togliendole  da Monte Cassino. Passarono sotto il potere della Congregazione Olivetana e unite a Santa Maria Nova altre due chiese e cioè San Sebastiano alle Catacombe fuori le mura, che Alessandro III già nell’anno 1161 aveva affidata a Santa Maria Nova e per alcuni secoli così era avvenuto con il dovere di offrire due libbre d’incenso, ma che con Sisto V era stato tolto e annesso in perpetuo al Sacrario Pontificio. L’altra concessione a Santa Maria Nova fu Santa Maria del Porto Tarentino, che rimase solo per un certo tempo. 
Oltre queste due dipendenze a sostegno del monastero ci fu soltanto la loro bontà, la loro industriosa intraprendenza per aumentare largamente le entrate e così arrivò l’anno 1360.
            2) 1352 15 luglio: Ind. 5. Istrumento di vendita di un pezzo di terra posto nel territorio di Tivoli nel Colle Forcolino fatto Bugarello quondam Angelo quondam Giacomo di S. Paolo a favore di Chonsta di Mascio di S. Polo per 8 fior. d’oro. Rog.to da Paolo Vangelo di Civitella not.
            3) 1352 20 ottobre: In strumento di vendita della metà di una casa con orto e pozzo, fatta da Giovanna moglie di Cola a favore di Nardo quondam Matteuccio del rione e contrada di Campo Carneo p. 24 fiorini d’oro. Rog.to da Giordano quondam Giacomo de Zippis not. della P. R.
            4) 1352 30 novembre: Ind. 6. Copie due dell’istrumento della metà di una casa e orto fatto da Paolo quondam Gotio Sparni a favore di Gio quondam Giacomo Gervasi per 40 libr. Di provvigione del Sen. Rog.to da Gio. quondam Ugolini et Gentili not.
            5) 1353 8 gennaio. Ind. 6: Istrumento di vendita di tre parti, e di tre quarti di parte delle 4 principali parti della metà di un casale posto fuori Porta S. Paolo detto Ascratico e Senario de Rossi, fatto da Lellio di Giacomo quondam Gio Paolo Capozucchi per 900 fiorini. Rog.to da Francesco Pucci not. della P.R. col consenso dei RR. Monaci di S. andrea e Sabba proprietari et…
            6) 1353 25 giugno. Ind.6; Decreto esecutivo della Bolla di Clemente VI fatto dal Card. Diacono di S. Maria Nova, col quale impone sotto pena delle censure all’abate e i Monaci di S. Lorenzo extra mura di ricevere nel loro monastero Fra Lorenzo dell’Ordine di S. Agostino, che era nella Diaconia  di S. Maria Nuova; di dargli l’abito benedettino, e considerarlo come un altro monaco.
            7) 1353 28 novembre. Ind. 6. In strumento di conferma e di approvazione della vendita d’un orto fatta da Teodora madre di Buzio tutorio nomine a pacina, fatto da Buzio allo stesso Pavina con altri patti, con lo stesso di lib. 10 prov.
Rogato d aPietro not. (vedi 1347 16 aprile).
            8) 1353 21 dicembre: Ind. 7. Istrumento di vendita della 3° parte delle tre principali parti di corte vecchia, di Torre Vergata e della 3° parte delle case, torri, chiostri e de’ casali, fatto da Lellio quondam Porcelli quondam Niccoli amatorio col consenso di Margarita quondam Butio quondam Gio. Rossi sua moglie a favore di Niccolò Tomasozio quondam Pietro quondam Tommaso per 1500 fiorini d’oro. Rogato da Francesco quondam Pietro Rosani, not. della P.R.
             9) 1353 20 dicembre. Ind. 6. Istromento di vendita di 4 case poste in Borgo, fatto da Paolo quondam Lellio quondam Giacomo quondam Gio quondam Paolo del rione Campitelli col consenso di Erminia sua moglie e figlia di Pietro de Magistero di Lucca a favore di Paolo quondam Giacomo Dioteguardi e di Pietruccio suo figlio per 82 fiorini. Rogato da Giacomo quondam Giovanni Alberti. Not. P.R.
           10) 1354 8 febbraio. Ind. 6. Istrumento di assicurazione della dote di Giacobella figlia di Andrea Dunerii di 22 fior. d’oro sopra una casa in Trastevere fatto da Antonio Necchesini marito della suddetta Giacobella. Rogato da Addone quondam Pietro Buccaciola not. della P.R.
          11) 1354 21 giugno. Ind. 7. Istrumento di vendita della metà di una casa nella parrocchia di S. Lorenzo de’ Pescivola, posseduta l’altra metà da Gio. di Stefano Normanni, fatto da Meolo quondam Bartholomeo a favore di Palazzo, Cecco, Ciuccio fratelli e figli di Cola Ranfi, per prezzo di fior. 25 d’oro. Rogato da Giov. Quondam Pietro Bucciviola not. della P.R.
          12) 1354 22 settembre. Ind. 8. Istrumento di vendita di un forno cum quodam Casareno seu orticello e di una cisterna grande in Tivoli, fatto da Gio. quondam Buzio quondam Biaggio a favore di Pavina Giudice per 80 lib. Provin. Senesi. Rogato da Pietro Canis di Tivoli not.
          13) 1355 19 marzo. Ind. 8. Istrumento di vendita della metà di un oncia delle 12 principali oncie d’una Torre detta degli Amatesci nel rion di Parione e di due altre terze parti di oncia, fatto da Matteuccio di Gio. Sassi e di Perna sua moglie a favore di Luca quondam Pietro Pelcelli per 8 fiorini d’oro. Rogato da Tommaso quondam Federico Amatesi not.
           14) 1355 31 ottobre. Ind. 8. Istrumento di locazione d’un certo orto, fatto da Stefano Paloptio Can.co di s. Maria Maffiore Vicario e Priore generale del Cardinale Pietro Diacono di S. Maria Nuova a favore di Fuzio quondam Pietro Berardo detto Cappitella p. 19 anni con annua risposta di 100 soldi di provini senesi. Rogato da Paolo quondam Niccolò et scriba et Not.
           15) 1356 10 ottobre. Ind. 10. Istrumento di possesso preso dalla metà d’alcune case da Pietro. Rogato da Giov. Quondam Giacomo Giordani not.
           16) 1356 6-18 dicembre. Ind. 10. Istrumento di divisione fra Lellio Porcelli Amatori del rione Colonna, e Niccolò Tomasozio quondam Pietro quondam Tommasio del rione S.Eustachio.
            17)1370 24 dicembre – Roma
Fra Giovanni di... e fra  Pietro Paolo degli Annibaldi, monaci olivetani residenti a S. Maria   Nova di Roma si appellano contro l'ingiunzione di recarsi a Montecassino (Reg. Oliv. I,44)
                   Nel 1372 fu creato cardinale Fra Pietro Tartaro, già Priore di Santa Maria Nova e poi abate di Monte Cassino              
         18) 1383.         – Testamento di Pietro de  Casseris legis doctor sotto papa Urbano VI in una cappella edificata a nuovo, fatta edificare sotto il nome e il titolo della B. Vergine e di S. Gregorio dal Casale di Tor Vergata posto fuori di quel castello.
Actum Romae in loco Capituli Ecclesiae Sanctae Mariae Novae presentibus et testibus Hardo Vendottinus, notarius de Rione Montis Bartheluccio…sutore et Petrusio filii dei Barthelutii de Rione Parionis
-         frater Naldino de Volaterris
-         frater Bart. S. de Parma
-         frater Johanne de Padua
-         frater Alberto de Alemanna
-         Cola Jacobi di Alemanna oblato
-         Et Petro de Corsica converso et oblato Sanctae Mariae Novae et fratribus testibus
      ad predicta vocatis et rogatis.
Ego Paulus Janosi de Cadderis civis Romanus publicus et sacra prefecture authoritate notarius predictus omnibus interfui eaque scripsi et in publica forma redegi munito et lito signo suae mani rogatus reg…
       
                                                    

  Passando a più di un secolo dopo stralciamo ancora alcuni transunti di atti capitolari della comunità di S. Maria Nova, senza conoscere però tutto il periodo della frequenza di Santa Francesca Romana, perché il volume VII oggi si trova all’archivio statale di Roma  (A.S.R.) cassetta n. 30 e qui sotto da me elencato.
In S. Maria Nova al Foro romano si conserva l’archivio o tabularìum composto originariamente di vol. 14 di atti pergamenacei e cartacei come ho elencati  più sopra)

Ecco l’elenco del Codice VII  e  il suo regesto: Olivetani di  Santa Maria Nova. (1400 – 1407)
Archivio Santa Maria Nova - Atti notarili  dal 1400/luglio – al mese di novembre 1408.
 Benedettini Olivetani, S. Maria Nova alias S. Francesca Romana
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cfr. 0. MONTENOVESI, Roma agli inizi dei secolo XV e il monastero di Santa Maria Nova al Foro, in Rivista storica benedettina, XVII (1926), pp. 240-347. Il tabularium per gli atti dal 982 al 1200 è stato pubblicato in P. FEDELE, Tabularium S. Mariae novae ab an. 982 ad an. 1200, in Archivio della r. società romana di storia patria, XXIII (1900), pp. 171-237, XXIV (1901), pp. 159-196, XXV (1902), pp. 169-209, XXVI (1903), pp. 21-141.
( Testamento di Lello Pescioni, della regione Arenula. Lascia alla chiesa di Santa Maria Nova, per l’anima dei suoi morti, metà di un palazzo (sale, camere, piano terreno, portico e pertinenze) in Parione, e la chiesa dovrà prima pagare agli esecutori testamentari 25 fiorini d’oro al computo di 47 soldi di provisini per ogni fiorino.. di tali fiorini 18 serviranno a soddisfare alcuni legati, ed il resto per persone bisognose: i frati medesimi di Santa Maria Nova pregheranno Dio per l’anima sua e dei suoi defunti.
Notaio: Antonio di maestro Paolo Angelj, ap. Et imp. Aut. Not.

19)  Roma 24 luglio 1400
Il notaio Nardo Venectini quale procuratore del monastero di S. Maria Nova prende possesso della metà del palazzo di cui al regesto precedente, col ricevere degli esecutori testamentari le serrature e i catenacci del medesimo e le solite altre formalità e paga i 25 fiorini richiesti dalle disposizioni del  testamento di Lello di Paolo Pescioni.
Notaio Antonio Gaytani, imp. Auct. Not.

22 (copia) Roma 8 settembre 1400.
Atto notarile degli sponsali e della parentela tra Giacoma di Francesco Mathei di Ripa e Paolo di Antonio Pasqualis della regione Colonna.
Notaio Simiozio del fu Nuzio di Coluzia Symeonis, imp. Auct. Not.
Ha fatto dono della sua dote per l’anima sua e i suoi morti.

23.  Roma 22 ottobre 1400
Testamento di Mattea vedova di Coluzia Vasi dei Monti, nomina erede universale il monastero di Santa Maria Nova con alcuni obblighi. Nomina esecutori testamentari il priore del monastero suddetto.
Notaio  Pietro della Danaro, ap. et imp. auct. not.

24bis. Roma, 20 agosto 1403.
Codicillo al testamento di Mattea. Ordina di venire sepolta a S. Maria Maggiore…e fra donazioni ad altri, conferma eredi universali i monaci di s. Maria Nova.
Notaio Pietro della Danaro.

24tris. Roma 11 novembre 1403.
 Altro codicillo della stessa Mattea, che fa altre donazioni a diversi.
 Notaio Pietro della Danaro.

25. Roma 15 aprile 1401.
La nobildonna Agnese, vedova di Giovanni Vivaldi, di Campo Marzio vende a Vittore de Pace da Venezia decretorum doctor una casa a piano terreno.
Notaio Paolo di Pietro Arancini, ap. auct. Not.

26. Roma 27 maggio 1401.
Testamento di Benvenuta, moglie di Nalluzio tabernarii, di Parione, nomina eredi universali 3 poveri..e dopo la morte del marito che durante la vita l’avrà in usufrutto, passerà dopo la sua morte in possesso al monastero di S. Maria Nova la casa suddetta.
Notaio Nardo del fu Domenico di Giovanni Bonianni, imp. Auct. Not. (S.T). (A tergo si legge:”E alla morte del marito:”..potemo avere la possessione”).

26. Roma 15 giugno 1401.
Nicola Vordis dottore dell’una e dell’altra Segnatura, a proposito della causa che si dibatteva tra Bartolomeo Francisci e Michele Bartholomei, monaco vallombrosano.
Notaio Guerardo de Oerscot, chierico della diocesi di Liegi.

28. Roma 6 novembre 1401.
I canonici della basilica ad Sancta Sanctorum danno in affitto in enfiteusi un loro orto.
Notaio Domenico di Vanni Mathey da Viterbo. (Non riguarda il monastero di S. Maria Nova).

29. Novembre 1401. Una pergamena molto danneggiata che non riguarda S. Maria Nova.

30. Marino 10 marzo 1402.
Il n. u. Pietro de Pasarellis, milite da Napoli fa presente al notaio che roga l’istrumento che il monastero di S. Maria Nova, proprietario di quondam pedicam terre, vocata poedica, nella tenuta di Torre del casale della marana, appartenente al monastero stesso di s. Maria, è tenuto a corrispondergli secondo il diritto e la consuetudine le erbe che crescevano lungo gli altri lati della pedica stessa e lo spicatico, contro l’opinione del monastero di S. Maria, rappresentato dal priore Fra Pietro da Sardegna. Ambedue le parti si rimettono quindi al parere di esperti.

Marino stessa data.
Gli esperti Giovanni de Luppa, Marino di Giovanni Iacobi e Giovanni Jacobicti dichiarano che la pedica in questione non appartenne mai al territorio marinese e quindi nessuno all’infuori del monastero di S. Maria Nova può accamparvi diritti.
Notaio Cecco di Nuzio Carli. Imp.

31. Roma 12 marzo 1402.
Testamento di Perna vedova di Cecco Paulini di Parione oltre a varie donazioni dispone che 2 vasi vinari siano donati al monastero di S. Maria Nova, come da istromenti dell’abate di S. Paolo, Santo, già notaio, e dispone inoltre che il frutto della vendita di una casa nella regione di Ponte si doni  alla chiesa di S. Maria Nova. Il rogito avviene nel monastero di san Paolo fuori le mura con i nomi di alcuni monaci presenti.
Notaio Antonio di maestro Paolo Angeli (S.T.).

32. Roma 14 marzo 1402.
Giacomo dei Piscioni di Parione, dà come pegno dotale a Cola di Antonio Santi metà di un palazzo colonnato, di cui l’altra metà apparteneva alla chiesa di S. Maria Nova, nella regione di Parione contrada dei Piscioni.
Notaio Nicola del fu Nucio di Pietro di maestro Raimondo. L’istrumento viene pubblicato dopo la morte del suddetto Paolo, avvenuta il 1
33 -44?

45. Roma 5 maggio 1403.
Testamento della n.d. Caterina, alias Saracena, del fu n.u. Giovanni di Meo Saraceni, moglie di Cristoforo Lellj mercante, di Ponte.
Lascia  200 fiorini in custodia del priore di S. Maria Nova, con l’assistenza di Cristoforo suo marito in favore di Giovanni di Jacobello di Andreozzo de Paparescis, suo nipote l’usofrutto dei 200 fiorini. E del resto dei suoi beni nomina erede il monastero di S. Maria Nova. Sono esecutori testamentari  il priore di quest’ultimo monastero e altri.
Notaio Pietro di Gio. Paolo de Scriniariis, alias Pietro Capo. Ap. Et imp. Not.

46. Roma 3 giugno 1403.
Pietro Paolo di Cola Petricca dei Monti, abitante a Tivoli, rinunzia a Giovanni Tencrelli ed altri ogni suo diritto sopra una casa…
Notaio Lorenzo del fu Andrea Omnisanti, imp. Auct. Not. (S.T.) Il monastero non centra.

47. Roma 13 agosto 1403.
Testamento di Mascello Silvestri da Napoli.
Lascia a diversi…Stabilisce di venire seppellito nella chiesa di S. Maria Nova, che nomina erede universale, con l’obbligo però di provvedere al suo funerale. E’ esecutore testamentario Antonello Placentinj di Ponte.
Notaio Leonardo di Iozio di Lello Mastri, imp.auuct. not. (S.T.)

48. (Copia) Montelibretti 20 settembre 1403.
Testamento della n.d. Giacoma, moglie di Riccardo de Sanguineis romana di Ponte. Dispone diverse donazioni tra le quali, non contentandosi di questo la chiesa di S. Maria Maggiore, succederanno nella eredità i monaci di S. Maria Nova. Cioè lascia alla cappella di S. Girolamo nella chiesa di S. Maria Maggiore di Roma le sue vigne romane, con l’obbligo di corrispondere la quarta, da Santolo, Maguto, e Cola Spagnolo di ponte e vi possano eleggere 2 cappellani che si celebrino messe di suffragio. Arrivarono al  S. Maria Nova le vigne di Porta Pinciana.
Notaio   Domenico Antonij da Montenero e Antonio Petroni da Neroli.

49. Tivoli 23 settembre 1403.
Caradonna moglie di Giacomo di maestro Biagio e figlia del fu Pietro Philippi, dona a frate Alberto da Alemagna, priore della chiesa di S. Maria Nova di Roma e di S. Angelo in piavilis, membro della chiesa stessa di S. Maria 100 libbre di provisini del Senato, però dopo la sua morte e con l’obbligo di celebrare messe negli anniversari dei defunti della sua famiglia: come malleveria di questo dono dà in pegno di una sua casa  in Tivoli, in contrata castri veteris, presso i beni di Cola di maestro Patacca e di Amico di Paolo Aquilanj..
Notaio Andrea Simonis imp. Auct. Not. (S.T.).

50. Roma 13 dicembre 1403.
Isabello Stephani, speziale di Ponte, vende a Enrico Minatolo da Napoli, prete cardinale di S. Anastasia una casa…Notaio Salvato di Nicola dello Mastro, imp. Auct. Not.
 (Non riguarda S. Maria Nova).

51. Roma 2 gennaio 1404.

Bartolomeo del fu Bartolomeo de Angellis da Genova, di Trastevere rinunzia a frate Alberto Vellichic, nativo della Prussica, priore del monastero di s. Maria Nova, ogni suo diritto sopra una somma di 75 fiorini su 77, dati al medesimo priore e all’oblato Andrea Ricciardi da Tivoli, quale caparra del prezzo di una casa del monastero stesso, a piano terreno e con solaio, pure in Trastevere, confinante con Stefanello Cintij (Cenci) e le vie pubbliche, essendo egli stato soddisfatto di tale somma, nonché di 10 rubbia di grano, date in prestito ai ministri di S. Maria Nova, e delle mercedi per restauri eseguiti nel monastero, con cui si compensò l’affitto della casa in parola: rimane sempre in suo diritto esigere gli altri 2 fiorini. Il rogito avviene dinanzi alla casa del notaio, ai monti, presenti Pietro di Giuliano Sclavi, pure notaio, della regione Colonna; Stefano di Nicola da Pedestre, muratore e Fiore delli Homini, bifolco, monticano.
Notaio Nardo del fu Paolo Venectini, imp. Auct. Not. (S.T.).
Lo stesso giorno Bartolomeo riceve in affitto la casa, per 2 anni, dietro la corrisposta totale di 10 fiorini, di cui 5 già pagati.

52, Roma 17 gennaio 1404.
Testamento di Paola, vedova di maestro Pietro di Tommaso calzolaio di Trastevere. Nomina eredi i suoi nipoti Cecco e Giacomo, lascia loro materasso lenzuoli di due teli…
Lascia inoltre alla chiesa di S. Maria Nova la casa di sua abitazione, pure in Trastevere, nella parrocchia di S. Agata, confinante da un lato con gli eredi del fu Coletta Scambi e con  altri.. la quale casa era terrinea,colorata et camerata, con orto retrostante. E’ esecutore testamentario Pietro di Montalcino. 
Notaio Paolo di Giacomo Calisti, imp. auct. not.

53. Roma 28 gennaio 1404.
Testamento di Giacoma, moglie di Giacomo di Nuzio Rite di Trastevere.
Dispone di venire seppellita nella chiesa di S. Maria Nova. Alla quale lascia, della sua dote 25 fiorini, con l’obbligo per i frati di farla trasportare nella chiesa stessa. Sempre sulla sua dote rimette a diversi vari fiorini, il resto della sua dote vale a dire 6 fiorini servirà per i suoi funerali. Ordina inoltre che si vendano unum scayale ad cintum aureum cum sprancis de argento depurato et cum bottholis et mordentibus, del peso di 5 oncie e mezzo circa e un filo di paternostri di corallo, del peso di 3 oncie e col ricavato si faccia un calice di argento dorato con patena, da offrirsi alla Chiesa di S. Maria Nova e che si diano a 3 poveri viandanti 5 soldi di provisini per ciascuno.
E’ esecutore testamentario il priore stesso di S. Maria Nova.
Notaio Nicola del fu Nucio di Pietro di maestro Raimondo, imp. Auct. not. (S.T.).

54. Roma 8 febbraio 1404.
Paolo di Giacomo calzolaio, dei Monti minorenne, vende a Domenico del fu maestro Pietro pure calzolaio dei Monti le viti e gli alberi di 2 pezze di terra a vigna.
Notaio di Lello Alte, imp. Auct. mot.
(Non interessa S. Maria Nova)

55. 10 febbraio 1405.
Nardo Antonio di Giovanni Gregorii da Viculiario dona a frate Antonio di maestro Girardo di S. Angelo in Piavilis, nel territorio di Tivoli e dei frati che la officiavano 3 buoi per arare, di pelo bianco e marinato e una tenuta nel territorio stesso di Tivoli a S. Balbina, con una canapaia da piedi, verso il fiume, vicino ai possedimenti di S. Cleto della ricordata S. Balbina, del monastero di S. Agnese del castello di saracinesca.
Notaio Antonio Serromani, tivolese, imp. auct.  not. (S.T.).
 Non riguarda il monastero di S. Maria Nova.
56. Roma 30 aprile 1405.   -  Notaio Nardo del fu Pucio Venectini, imp. Auct. not. (S.T.).

57. Tivoli 19 giugno 1405.
Il n.u. Teballo di Nicola Tebaidi, da Tivoli, col consenso di sua moglie Donica, dichiara di ricevere da Lecta, vedova di Nardo Paci, quale dote della di lei figlia Caterina, moglie di Nicola, figlio degli stessi Tebaldo e Dopnica 100 fiorni d’oro e a garanzia di essi mette una terra coltivata e incolta.
Notaio Andrea Simonis, imp. Auct. not. (S.T.). Non riguarda S. Maria Nova.


57. Roma 30 aprile 1405.
Bartolomeo Francisci, preposito della chiesa di S. Stefano di Prato, diocesi di Pistoia, protonotario del Papa, dona inter vivos a frate Alessio Peregrini da Roma, priore di S. Maria Nova e al monaco professo di quest’ultima Giovanni di Giacomo dei Falcioni, da Firenze, alcuni palazzi a piano terreno e con solaio, sale, camere, granai, dispense, stalle e pozzo, liberi da ogni peso a Ponte, vicino alla chiesa di S. Nicola de Agone, a una casa dell’ospedale di S. Spirito in Sassia, al Campo Agonale, alla via pubblica e alla piazza, riservandosene però l’usofrutto. Il rogito avviene nel palazzo dei suddetti presenti:…
Notaio Nardo del fu Pucio Venectini, imp. Auct. not. (S.T.).

58. Pistoia 5 ottobre 1405.
Lazzaro Donati da Pistoia, erede universale di Lazzaro suo figlio, defunto a Roma e altri :
ratificano  la donazione  col patto che i monaci di S. Maria Nova, vendano al prezzo maggiore ed al più presto possibile i beni in parola e metà del ricavato lo diano ai frati di S. Benedetto di Pistoia, pure dell’Ordine di Monte Oliveto. Il rogito avviene nella cappella o parrocchia di S. Giovanni in corte, nella bottega del notai che fa il rogito.
Notaio Luca di Bartolomeo del fu Domenico, imp. Auct. judex ordinarius atque not.

59, Roma 15 dicembre 1405.
Cesella e Zuzia di ponte, del fu Francesco da Vetralla, donano a frate Alessio, priore del monastero di S. Maria Nova e a frate Giovanni da Firenze, vicario, una casa a piano terreno e con solaio e camere, pure a Ponte, tra questi confini…30 fiorini d’oro dopo la loro morte, tutte le arnie, un materasso, un piumaccio con capezzale, lenzuoli e coperta bianca e in genere quanto si rinverrà dopo il loro decesso. Dell’investitura è incaricato il notaio Nardo Venectini, ma le donatrici si riservano vita naturale durante l’usufrutto. La donazione avviene anche propter multa, grata et onesta servitia que a fratribus et monasterio predicto dicte domine confesse fuerunt habuisse er recepisse.
Il rogito si fa nella casa di cui sopra.
Notaio Lorenzo Christofani, imp. Auct. not. et judex ordinarius (S.T.).

60. Roma 25 dicembre 1405.
Lello di Alessio dei Cenci, Gualtiero Tadei, dottore in legge; Pietro Battaglieri de Thedallinis; Nardo Speciarius; Diotaiuti Stephanacij; Pietro Mancino; Giovanni di petrucio Vulgaminis; Pietro Tartaro; Giovanni Gnafri, e Castagna di Calvis, gubernatores libertatis et reipublice Romanorum, confermano i privilegi, i capitoli, gli strumenti ecc. fatti in favore della chiesa di S. Maria Nova; stabiliscono che ogni anno dalla Camera della città si diano a quest’ultima, il giorno della Madonna di mezzo agosto 2 torcie di cera nuova, del peso complessivo di 16 libre, collocate il lastre di ferro e dipinte con le armi del Comune; confermano ancora il capitolo, fatto da Bucio de Cathellinis, Pietro Sabbe e i loro colleghi, imbussolatori degli officiali del popolo di Roma e cioè che i frati stessi di S. Maria debbano ricevere annualmente, a gennaio, il giorno della festa del Santo Spirito, 2 rubbia di sale, con carta cera e panno, sotto pena, in caso di mancanza a tale obbligo, di 15 fiorini d’oro; che possano ogni volta trasportare al loro monastero di Tivoli, per porta S. Lorenzo o Porta Maggiore e Ponte Mammolo più di 2 scorsi di sale, commestibili, libri, vesti e altro di uso comune, col consenso dei Conservatori, dei Bandaresi e dei Quattro; l’esenzione totale delle dative e collette solite a imporsi al clero, agli ospedali, ai monasteri e luoghi ecclesiastici, circa anche un casale detto Casale della marrana, per un eventuale espurgo della marrana medesima; che i gabellieri diano gratis il permesso di macinare il grano per i bisogni del monastero, sotto pena di una multa di 100 libre di provisini del Senato, da pagarsi metà dalla Camera urbana e metà da quella della Società; che non si pretenda corrisposta alcuna per il vino, l’olio ecc., né per qualsiasi cosa, o motivo di nessun genere, pena 50 libre di provisini ogni volta.
La conferma dei privilegi è datata dal palazzo del Campidoglio; ha lo stemma del Comune, impresso su carta; la sottoscrizione, non autografa, di Nicola Signorile, segretario dei governatori e quella autografa invece di Pietro Paolo di Martino Cenci, notaio di questi ultimi, i quali agiscono auctoritate et potestate per Romanum populum attributa in Urbis publico parlamento.
   “ Diversi homines…gubernatores libertatis et Reipublice Romanorum
Religiosi honestisque viris priori et Conventus Venerabilis Monasterii ecclesiae Sancte Marienove de Urbe, Ordinis Montis Oliveti, salutem et vestre devotionis laudabilis augmentum. Dum precelsa meritorum insigna quibus Regina celorum Virgo Dei genetrix gloriosa quasi stella matutina prerutilat devote considerationis indagine perscrutamur, dum etiam inter mentis arcana revolvimus quod ipsa ut mater misericordie atque pietatis et gratie amica umani genetrix consolatrix pro salute fidelium qui delictorum onere pregravantur psedula exoratrix et pervigil ad Regem quem genuit intercedit, vestram quoque devotionem respicimus quanta cum affectione negotiis Camere alme Urbis cum contigerint intendistis et intendere continua vigilantia non obmictis dignum arbitramur et congruum ut circa ea que dicte ecclesie vestreque devotionis commoditatem concernunt sollicitis studiis intendamus.
..petitionis series..cum ab olim ..quedam capitula seu statuta in favorem ac ad commodum et utilitatem dicte ecclesie fuerint ordinata, quorum teneorem presentibus fecimus annotari..omnia et singula capitula, privilegia, instrumenta et quemcumque scripture facte et concesse dicte ecclesie, ac fratribus et capitulo eiusdem ecclesie et heorum et dicte ecclesie favorem, quomodocumque et qualitercumque facte fuerint et sint.. valeant et teneant et habeant perpetuo roboris firmitatis, pro ut scripte, facte et ordinate sunt… »
Datum Rome, in palatio Capitolij, sub anno a nativitate domenica millesimo quadringentesimo quinto, pontificatu Sanctissimi in Christo patri set domini nostri, domini Innocentii divina providentia pape septimi, indictione tertiadecima mense decembris die XXV. Nicolaus Signorilis.
Petruspaulus Martini Cyncii, notarius dictorum dominorum Gubernatorum.

61. Altro esemplare del documento precedente.

62.  Roma 26 febbraio 1406.
Caterina del fu Francesco Danare da Milano, moglie di Gerardo Maraschi di Vercellis, alias Gerardo da Parma, di parione, quale madre ed erede anche del suo defunto figlio Giovannino del fu Michele de Vulterris, suo primo marito, dona a frate Alessio Peregrini, da Roma, priore del monastero di S. Maria Nova, una casa a piano terreno e con solaio, sala, camere, orto retrostante e pozzo, pure in Parione tra vari confini…e un’altra casa pure a pian terreno e con solaio, sala, camere e stanze a colonne dinanzi alla parrocchia di santa Cecilia..riservandosene però l’usofrutto.
Notaio Nardo Venectini, ap. et imp. auct. not…


63. (Copia)    Roma 14 marzo 1406.
Caterina, moglie di Giacomo Minella, di Trastevere, col consenso di suo marito, dà in affitto a Renzia, moglie di Petruzio, alias Tartaglia, pure di Trastevere per 2 anni una casa a piano terreno con solaio e tegole, nella regione stessa di trastevere e per il prezzo complessivo di 12 fiorini, che si pagano in anticipo.
Notaio Paolo Calisti. (Non interessa S. Maria Nova).


64. (Copia) 23 marzo 1406.
Giovanni Tutii, notaio e procuratore di Stefano Octabiani, canonico della chiesa di santa Maria Maggiore di Roma, esecutore testamentario del fu Andrea di ceco della Valle, di Parione, poiché Giovanni de Namoratis da Ascoli, dottore in ambo le leggi, giudice palatino e collaterale della Curia di campidoglio, illegalmente pubblicò i processi e le deposizioni testimoniali nella causa promossa dal monastero di S. Maria Nova circa il testamento del ricordato Andrea, e specialmente circa un casale fuori Porta S. Giovanni, detto Ciento celle, come da istromento di mano dei notai  Leonardo Alexi e Pietro dello Daniaro, notai palatini, e al suo posto succedette Angelo de Orto; poiché ancora tra l’altro, non fu potuto esaminare il teste maestro Santo da camerino, medico, si appella contro la pubblicazione dei processi in parola. E’ ricordato il notaio Nicola dei Pierleoni. L’appello avviene in una sala del palazzo capitolino, presenti i notai Ceco de Romaulis di trastevere; Nicola di Nuzio Sabe di s. Angelo e Pietro Paolo Capo di Trevi.
Notaio Paolo Gaytani, imp. auct. not.

24 marzo- Dichiarazione che l’appello fu presentato. Not. Lodovico Blanci
30 marzo – Altra dichiarazione c.s.. Notaio Roberto notaio degli appelli.

65. Roma 20 luglio 1406.
Il Capitolo del monastero di S. Maria Nova e cioè
1) frate Alessio da Roma, Priore
2) frate Giovanni di Giacomo Falconis da Firenze
3) frate Giovanni di Errico da Alemagna
4) frate Nicola di Nicola pure da Alemagna
5) frate Andrea Coppola da Napoli
6) frate Giacomo di Antonio de Ylce
7) frate Mauro Andrici
9) frate Domenico di Monaldo da Orvieto
10) frate Giorgio Mariolo
Nominano frate Giovanni…(da Narni), procuratore per le eventuali questioni e liti.
Sono testimoni: Giacomo giudice de Sermineto, Giovanni Vulfar de Staziber e Giovanni Grasso, familiare del Vicario del papa.
Notaio Giovanni del fu Cola Giogia, imp. auct. not.

66. Roma 26 luglio 1406.
Copia su carta, assai danneggiata, del documento precedente. Vi è ricordato Benedetto da Faenza, notaio dei maleficii.

67. Roma 9 agosto 1406. 67.
Alla presenza di Angelo da Toscanella canonico di S. Maria Maggiore, uditore delle cause della curia di Paolo, arcivescovo di Monreale, vicario generale, per le cose ecclesiastiche, di Innocenzo VII, il notaio Nardo Venectini, in risposta a richieste di Giovanni da Narni, procuratore della curia romana e del fu Simone Francisci e di lui figli Simeone e Mariano, pistoiesi, eredi universali del fu Bartolomeo Francisci, pure pistoiese, preposito della chiesa di S. Stefano di Prato, vice cancelliere delle Sede Apostolica, nonché contro il medesimo notaio Venectini, loro procuratore, accetta quanto dispone l’uditore, di comparire cioè dinanzi a lui a tempo debito e che in sua assenza si possa far prestare giuramento ai testimoni ecc. Il messo Siciliano riceve l’ordine di citare i seguenti monaci di S. Maria Nova:
1) frate Alessio da Roma
2) frate Mauro
3) frate Giovanni Giacomo da Firenze
4) frate Domenico da Viterbo
nonché il notaio Lorenzo di Nicola Processi, della Pigna;
Agostino spadarius dei Monti
Bartolomeo de Vincio, scrittore delle lettere apostoliche
E il nipote di quest’ultimo Mariano da Pistoia.


Stessa data
Compare come sopra in nome del Priore di S. Maria Nova, il ricordato Giovanni da Narni e chiede: che si mettano a verbale le deposizioni dei testimoni; che si aggiudichino al monastero suddetto i beni, possibili a ricuperare , del defunto Bartolomeo, dichiarando che costui notoriamente era tenuto a Roma per persona ricca; che il 30 agosto scelse, con istromento notarile, per suo procuratore il priore di S. Maria, per ricuperare appunto i beni di cui lo avevano spogliato; che ne diede  a quest’ultimo un inventario, ciò avvenuto, parlò in tal modo ai frati:
“io faccio voi miei procuratori al potere recuperare tucte le mie cose, et voglio ne tucte queste cose che se porranno riaver sieno ale mano del priore et dei frati de sancta Maria nova, et essi le tenniano et servino permi, per che jo vomo vo dicto che tucta questa roba sia del monistero de sancta Maria nova et de fratj”. Ne chiama testimoni: Agostino spadarius; il notaio Lorenzo Processi e Mariano da Pistoia.
   Dichiara ancora: che il defunto Bartolomeo dal palazzo della Cancelleria nel settembre 1405 si recò ad abitare, per 15 giorni, presso i monaci di S. Maria Nova, e che nel frattempo gli vennero restituiti libri e beni di sua proprietà, vale a dire: una Bibbia di media grandezza; il De Civitate Dei di s. Agostino, pure di media grandezza; un Messale; un Pontificale; alcuni libretti di devozione; alcune Bolle che lo riguardavano; e una sera, deciso di partire per Viterbo, disse al priore del monastero: “priore mandate questi libri ad Pisa quando poterite allo vostro locho di Pisa, et jo terro modo che da Pisa me serranno mandati ad Pistoia”; al che quello rispose “messer voy vedete che mo e guerra per mare et per terra, et dio lo sa quando queste cose se acconciarando jo me egniengnearo de mandarli lo più tosto che jo porrò, ma se dio facessi altro de voym et jo nolavessi madati que volete voy chessene faccia de questi libri”. Replicò Bartolomeo: “voglio che sieno vostri et de questo monastero”.
   Che la sera medesima, a ora tarda partì per Viterbo, e poi per Pistoia, dove fece soggiorno e morì.
   Che i suoi eredi presero possesso dell’eredità
   Chiama testimoni in proposito: Bartolomeo de Vincio, scrittore delle lettere apostoliche e cappellano del defunto, domiciliato nella regione Arenula, vicino alla casa di Lello Smictii; Agostino spadarius e Mariano da Pistoia.
   Domanda che si interroghi, per prima cosa, Nardo, sr egli sia procuratore degli eredi di Bartolomeo, e se di tali procuratori ne esistano altri; se infine fu preso possesso dell’eredità.

Roma 11 agosto 1406
Il messer Siciliano afferma di avere eseguito le citazioni intimategli.
12 agosto.
E’ interrogato l’olivetano Frate Mauro dal notaio Giovanni Giogaia, che ne era stato incaricato, come da istromento del notaio Paolo di Lorenzo Bondie. Risponde confermando il colloquio tra Bartolomeo e il priore del suo monastero circa i libri di cui sopra, colloquio che avvenne nella foresteria.
   Segue l’interrogatorio di Frate Giovanni di Giacomo da Firenze, che testifica della condizione di ricchezza del defunto e in genere le cose già note.

15 agosto.
E’ interrogato Agostino spadarius e con lui il notaio Lorenzo Processi, che confermano anche loro le cose note, specie il notaio per quanto riguarda la procura di Bartolomeo nella persona del priore di S. Maria Nova, il quale spesso lo richiese di redigerne regolare istromento. Frate Alessio da Roma conferma pure dal canto suo.

23 agosto.
 Il notaio Venectini è citato ad assistere alla pubblicazione delle testimonianze raccolte, e a ricevere un termine di tempo per prenderne copia, termine fissato in 3 giorni, compreso in essi qualsiasi atto oppositorio; ma egli non compare.
Notaio Giovanni del fu Cola Giogaia, imp. auct. not. (S.T9.)

69. Roma 10 settembre 1406.
Arbitrato di condanna a restituire dei beni. Rogito stipulato dal notaio Coluzia Zaccharia.
 (Non riguarda S. Maria Nova).

70. Roma 22 settembre 1406.
Essendoci lite tra Paradisa, vedova di Tizio dei Caranzoni, di Ripa, tutrice di sua figlia Rita e il monastero di S. Maria Nova a causa di un legato fatto a quest’ultimo dal defunto Tuzio (testamento di mano del notaio Stefano di Paolo di Angelo scrinarii di metà di un Casale detto Septe Vassi, di cui l’altra metà era dei custodi dell’immagine di gesù Cristo al Sancta Sanctorum fuori porta S. Giovanni, tra il Casale Buoncuvero; il Casale di S. Agnese del monastero suddetto di S. Maria e cioè il Casale della marana; il casale del monastero di S. Lorenzo Panisperna e il casale del monastero di S. Andrea de Viaratica; nonché della terza parte, ecc.. mentre rimaneva a Paradisa l’usufrutto dei diversi beni del defunto e a Rita la somma di 3000 fiorini, le due parti vengono a un accordo, toccando alla stessa Paradisa e a Rita il libero possesso della terza parte del suddetto Casale di S. Agnese  e la rendita annua di 10 fiorini, il giorno di Natale.
Il rogito avviene nella chiesa di S. Nicola in Carcere nella regione di Ripa.
Notaio Giovanni del fu Cola Giogaia, sottoscrive il not. Leonardo di Nicola pure de Bucchamatiis.

71. Roma 5 maggio 1407.
Antoniello di Cecco Pucii, da Ciccoli ..vende a Paolo Vestri un pezzo di canneto.
Notaio Angelo di paolo Symonis, imp. auct. not. (Non riguarda S. Maria Nova).

72. Roma 7 maggio 1407.
Nia, vedova di Petrucio Moiani, figlia del fu Paolo Cenci, da Tivoli, dona a frate Andrea Coppola da Napoli, vicario del monastero di S. Maria Nova, un oliveto nel territorio tiburtino, località Cassano, presso la via pubblica di Carciano, la via di Pesuno, la vigna e il pastino di Cecca figlia della donatrice, nonché un altro oliveto nel medesimo luogo, vicino alla via pubblica e all’oliveto di Morra de Vocte e una vigna di una pezza e mezzo in Carciano, presso quella di Santo di Pietro Luberti, la carraccia della vigna della chiesa di S. Giovanni di Tivoli e una seconda via pubblica; libero tutto da ogni gravame, ma riservati i frutti, vita naturale durante. Tali proprietà erano di diritto dotale di Nia, riconosciutole dalla figlia, e dal genero, Petrucio dello Brigante, tirolese (scrittura di Nicola Mani, dottore in legge e di Antonio Sorromani notaio, da Tivoli).
Il rogito avviene presso la chiesa del monastero di s. Maria, alla presenza di Giacomo di Bucio Siniballi detto Coppa; Matteo Viciane dei Monti; Giacomo Blaxij calzolaio, soprannominato Tartaglia; Pietro Campo Vasci, pure calzolai dei Monti; Paolo Salvati ; Cecco Iuliani calzolaio; Ianne di Cecco alias Ianne Cieco; Andrea Grimaldi, bifolco di Campitellii, e Galasso di Giovanni Casengo, monticano.
Notaio Nardo Venectini, ap. imp. auct. not. (S.T.).

73 (copia) Roma 6 giugno 1407.
Espostosi al pp. Gregorio XII, che Andrea della Valle, con testamento di molti anni prima della sua morte, tra gli altri legati pii non lasciò quello del casale detto Centocelle ai monaci di S. Maria Nova, i quali tuttavia affermando che il medesimo era stato fatto loro a voce dal defunto Andrea, mentre si trovava in agonia, se ne impadronirono, il pontefice incarica il cardinale Antonio Calvi, del titolo di S. Prassede, detto il cardinale di Todi, di definire la questione. Costui, a richiesta di Paolo Perticappa, promotore, nomina maestro Giovanni de Scrivanis procuratore dei monaci stessi di S. Maria Nova, e poi, con sentenza interlocutoria, condanna questi ultimi a lasciare libero il Casale in parola, poiché, ancora durava la lite. La sentenza viene pronunziata  nella casa del cardinale a S. Eustachio, presenti i vescovi Domenico degli Imperatori, Suenensis; e Pietro Santi, Cumanalensis e Andrea Martinetti, beneficiato della basilica di S. Pietro.
Notaio Ambrogio di Giovanni de Zacchonis da Rosate (Milano), ap. et imp. auct. not.
Segue la firma di Benedetto da Faenza, notaio dei malefici.

74. Roma 12 giugno 1407.
Testamento del n.u. Giovanni di Lello di Buzio di Giovanni de Rossi, della Pigna..Dispone di essere sepolto all’Aracoeli, nella cappella gentilizia di sua famiglia. Fa diversi donativi a persone varie.
Alla chiesa di S. Maria Nova, per messe cantate fa un lascito di 5 libre di provisini.
Notaio Lorenzo Staxiis, imp. auct. not. (S.T.).

75. Copia del documento precedente, scritta su carta.

76. Roma 21 giugno 1407.
Testamento di Galeotto di Andreozio de Normandis, della regione Trevi.
 Lascia per il mal tolto 25 fiorini d’oro; alla chiesa di S. Maria Nova, jure debiti, 50 fiorini, oltre a 12 fiorini e un quarto per certi bufali; dispone di essere sepolto nella chiesa dell’Aracoeli, con una spesa per i funerali, tra chierici, cera e poveri, di 10 fiorini e nomina esecutrice testamentaria la moglie Giacoma, erede universale. Il rogito avviene in Campidoglio, in regione Campitelli alla presenza di Stacchio Sinibaldi da S. Severino; Giovanni Macthey alias Taglia; Marino Vannutii; Angeluzio Simonis da Cingoli e i frati Giovanni Mercati, Antono Cintii, Pietro Jannisleo, romano, e Nofrio Polani de Insola (S.T.).
Notaio Cristofano Stefani da Cingoli, imp. auct. not.

77. Roma 14 agosto 1407.
Nia, figlia ed erede del fu Cola di Iozio Oddonis da Tivoli e di Maria del fu Nardo Ylperini, ed erede pure dei suoi defunti fratelli e sorelle Oddone, Antonio, ed Angelica, vedova quest’ultima di Giacomo Centij tirolese, dona a frate Alessio Peregrini da Roma, priore del monastero di S. maria Nova, quanto le spettava di 12 rubbia di terra da semina, nel territorio stesso di Tivoli, località Monitola; di metà di un’altra pezza di terra nel luogo detto Cassano, con 12 alberi di ulive, tra i possedimenti di Antonio Serromani e di Giovanni Sisti; di alcune case a piano terreno e con solaio, sale, camere e stalla, nell’interno della città di Tivoli, contrada te Palazza, parrocchia di S. Biagio, vicino alla casa di Giovanni Piccolini, a quella di Antonio di Cola Liante e alla via pubblica; di un pezzo di terra di circa 67 scorsi detto lo resaccho, in vocabolo Prata e di un ultimo pezzo di terra da semina di circa 3 rubbia, in vocabolo Campo Tiburtino ad aream della posta, presso i beni di Iannuzio Cocanari. Sono incaricati dell’investitura Giacomo Morrone e Giovanni Angeli anch’essi cittadini di Tivoli. In caso di inadempienza , la pena sarà di una libra d’oro. Fungono da testimoni al rogito che avviene nel monastero di S. Maria, già ricordato, il notaio Lorenzo di Nicola Processi; Giacomo pelagrius dei Monti; Bucio di Cola di Bucio Raynaldi da Tivoli; Tirante di pietro Raynaldi, pure da Tivoli e Paolo di Nuzio Refredi, alias Trontolo, della Pigna.
Dei beni donati erano occupanti Giovanni di Coluzia e Cecca sorella della donatrice.
Notaio Nardo Venectini, ap. imp.auct. not. (S.T.).

78 Viterbo 23 agosto 1407.
Bartolomeo del fu maestro Stefano de la Marina, viterbese, notaio procuratore di frate Alessio da Roma, priore del monastero di S. Maria Nova (istromento del not. Lorenzo Processi) impedito da altri negozi, sceglie come suo sostituto frate Andrea Copula, napoletano, vicario del monastero stesso di S. Maria  Nova. Sono testimoni Giacomo di Pietro Carissime e Mattia Olivierii, cittadini di Viterbo; Notaio Quirico del fu Roberto Gemini, imp. auct. not. Et judex ordinarius.

79. Roma 13 gennaio 1408.
Del 1408 13 gennaio, in un atto capitolare  menzionato qui sotto  c’è anche “fr. Franciscus de Placentia. Tale citazione colma, tra l’altro, una lacuna delle Familiariu Tabulae, registrate per il 1407-1408, a lui relativa.                             

I monaci di S. Maria Nova radunati in capitolo e cioè
1) frate Nicola da Ariano (Puglia) vicario
2) frate Antonio da Siena
3) frate Benedetto da Roma
4) frate Domenico da Copllelungo
5) frate Alberto de Pollonia
6) frate Antonio da Roma
7) frate Filippo da Bologna
8) frate Antonio da Urbino
9) frate Francesco da Piacenza,
asserendo che dietro ordine di Piretro Stefaneschi, cardinale diacono di S. Angelo, vicario generale del Papa in Roma e suo distretto, per aiuto della Chiesa Romana e come stipendio di Paolo degli Orsini, capitano delle genti armate della medesima, fu imposta una contribuzione alle chiese di 10.000 ducati d’oro, toccandone al monastero di S. Maria Nova 700, donde originarono ai frati dispiaceri e prigionia in Campidoglio, poiché non avevano essi di che pagarli vendono ad Angela, vedova di Paolo di Ricchezze, della regione Colonna, 12 pezze di terra a vigna cum vascha vaschali e tino dove aveva viti e alberi.

1 febbraio
 Segue la ratifica del suddetto Cardinale Vicario, nel palazzo apostolico, presenti Domenico di Antonio Palosci, della regione Colonna; Tommaso Marroncini, canonico della chiesa di S. Maria in Trastevere e Pietro dei Pierleoni, pure di Trastevere; Notaio Nardo Venectini (S.T.).

80) Roma 10 marzo 1408.
Testamento del n.u. Matteolo di Donato de Ylperinis, della regione di S. Eustachio. Lascia per il maltolto 1000 libre da servire in parte per l’acquisto di 5 calici di argento del valore ognuno di 10 ducati d’oro; alla chiesa di s. Maria Nova uno di tali calici e offerte per messe; nomina erede universale il figlio Cristoforo, morendo il quale senza figli, dell’eredità si faranno quattro parti, toccandone anche alla chiesa di S. Maria Nova, che dovrà però celebrare ogni anno un funerale in suffragio dell’anima sua e sceglie come esecutori testamentari Ceccolello di Lello di donato de Yiperinis; Lorenzo Scaglia della regione di S. Eustachio; Domenico di Antonio Paulosci della regione Colonna e Nucio Bozzoli della regione di S. Angelo. Annulla due testamenti…
Notaio Antonio di maestro Paolo Angeli, ap. et imp. auct. not. Et judex ordinarie (S.T.).

81. Lucca 17 giugno 1408.
Giacomino (De Torsoi), diacono cardinale di S. Maria Nova, nomina suo procuratore il monaco olivetano della stessa chiesa di S. Maria Nova, frate Andrea di Lorenzo da Napoli, per prendere possesso di alcune case, vigne e altro di pertinenza del suo Titolo cardinalizio e per ogni questione che ne derivasse. Sono testimoni: il sacerdote Lodovico Iacobi della diocesi di>Imola e Giovanni Maulken de Dynslaken, notaio delle cause del Sacro Palazzo Apostolico: Notaio Mafiolo de Riboldis da Monza chierico milanese, ap. auct. not.


82. Lucca 2 luglio 1408
Bolla del pp. Gregorio XII al priore del monastero di S. Maria nova.
Continuando la sua antica benevolenza verso il monastero medesimo accorda che, nella eventuale mancanza di un cardinale titolare, possano i monaci percepire degli introiti cardinalizi, non oltre  a 150 fiorini d’oro l’anno, purchè servano per i restauri del palazzo del cardinale suddetto.
“Gregorius episcopus, servus servorum Dei, dilecti filiis Priori et Conventui Monasterii sante Marienove de Urbe, per priore soliti gubernari, de Monte oliveti nuncupati, ordinis sancti benedicti, salutem et apostolicam benedictionem. Excitat nostre mentis archanum speciali set affectuosa dilectio qua vestrum Monasterium sumus a lengis temporibus prosecuti, et paterne solicitudinis prosegui studio non cessamus ut circa statum eius attente considerationis intuitum dirigentes opem impendamus et operam ut illud ad Dei laudem et gloriam non solum in suis iuribus conservetur, sed etiam prosperis iugiter gratuletur eventibus et votivis, facente Domino, successibus augeatur. Sane petitio vestra nobis nuper exhibita continebat quod vos anhelantes in reparationem palatii et edificiorum ad Diaconum Cardinalem Sancte Marienova exsistentem pro tempore, ratione tituli sui Sancte Marienove pertinentium, Monasterio vestro contiguorum, infra duodecim annos vel circa infra quos non erat huiusmodi Diaconus Cardinalis, seu titulu ipse vacabat, sed diverse persone fructus, redditus et proventus qui ad eundem Cardinalem, siquis fuisset, interim pertinuissent, pretextu diversrum commendarum seu cocessionum apostolicarum, eis interim de isporum titulo factotum, collegerunt et in usus proprios converterunt, absque eo quod palatium et edificia huiusmodi in eorum tectis aut alia prout expediebat, reformarent, vosque illud provide considerantes, ne propterea palatium et edificia ipsa in terram caderent, seu alias misere deperirent, in illis nonumquam, smptibus vestirei et dicti Monasterii quamplures reparationes fieri fecistis, ita quod aliquando, uno anno, centum florenos quri vel circa exposuistis in reparationibus antedictis. Quare nobis humiliter supplicastis ut in premissis opportune pro futuris temporibus providere de benignitate apostolica dignaremur. Nos igitur huiusmodi supplicationibus inclinati ut quotiescumque eundem titulum de cetero vacare contigerit, quod vos et successores vestri in eodem Monasterio pro tempore omnes huiusmodi fructus, redditus et proventus qui ultra centum et quinquaginta florenos auri communi existimatione non valent, ut asseritis, annuatim, huiiusmodi vacationum temporibus petere et exigere libere et licite valeatis, ad id alicuius licentia minime requisita…..Datum Luce, VI nonas julii, pontificatus nostri anno secondo.

83. Roma 10 novembre 1408.
Il n.u. Andrea di Paolo de Novellis, dei Monti, erede universale del fu Lello di Angelo mandatarii, pure dei Monti, dona a Matteo da Viterbo, priore del monastero di S. Maria Nova, una casa a piano terreno, con solaio, una camera , bottega e mignano antistante, nella stessa regione dei Monti, contrada detta Portogallo…Mannello di maestro Giovanni è incaricato dell’investitura. Il rogito avviene dietro il monastero, presso gli orti, nel luogo detto lavignola e fanno da testimoni: Tirante di Pietro Ravalli, ortolano, di Campitelli; Romano di Nicola de Massiccia, de Martina da Taranto; e maestro Pietro Rovini della regione della Pigna: Notaio Pietro dello Dannaro. /S.T.).

Stessa data.   Matteo, oblato di S. Maria Nova, prende possesso di quanto sopra. Sono testimoni Giacomo Coppa, macellaio, il notaio Angelo di Paolo Symonis e Stefanello calzolaio dei Monti. Notaio Pietro.
84. Roma 15 novembre 1408.
Nicola (Coluzia) di Giovanni Versi della regione della Pigna proprietario del Casale di Centocelle…si appella …per dimostrare i diritti che aveva sul casale in parola(istromento del not.Giovanni di Buzio Vari, protonotario della curia del Campidoglio) il che era avvenuto a richiesta dei monaci di S. Maria Nova, i quali però non avevano mai intentato una vera lite in proposito e anzi dal card. Antonio Calvi erano stati obbligati ad abbandonare il casale medesimo, cum invocatione bracchii secularis…
Notaio Felippo Venacii, imo. Auct. not.
17 novembre. Santo da Arezzo propone al Senatore di Roma di non aprire alcun procedimento in merito alla questione di cui sopra.  Dati
Datum in lovio scyndicorum, ubi jus reddere consuevimus; Notaio Pietro Paolo Capo.

Stessa data e 21 novembre
Si dichiara che fu presentato appello da Nicola Versi contro il monastero di s. Maria Nova, senza pregiudizio di quanto già era stato fatto in proposito.

85. Recanati 21 novembre 1408.
Angelo Cino, del Titolo di S. Stefano sul Celio, cardinale vescovo di Recanati e Macerata, nomina il priore della chiesa di S. Maria Nova di Roma suo vicario per quanto riguarda l’amministrazione e la cura della chiesa suddetta  di S. Stefano. La bolla è datata dal palazzo episcopale di Recanati, sito nel quartiere di S. Flaviano, alla presenza di Giovanni Cole da Bevagna, vicario del vescovo stesso, dell’altro canonico Nofrio di Petruzio Corradj, recanatese e di Cicco di Giovanni, pure da Bevagna; Notaio Marino Bonilli da Trevi, ap. et imp. auct. not. et judex ordinarius, segretario del cardinale (S.T.).

86. Roma 20 novembre 1408.
Dinanzi a Santo da Arezzo, capitano del popolo di Roma e giudice degli appelli per il re Ladislao Giovanni da Narni e Manello da Amatrice, procuratore del Monastero di S. Maria Nova, a proposito del casale di Centocelle, di cui al regesto n. 84, confinante da un lato….che il monastero medesimo di S. Maria possedeva da circa tre anni, in nome di quest’ultimo si appellano al suddetto re Ladislao. Ciò avviene presso il Campidoglio, in lovio  scyndicorum urbis, presenti Pietro Persone, speziale di campitelli; Coluzia di Angelello Zaccharie, della regione di s. Eustachio e Colangelo suo fratello; (S.T.) Notaio Lorenzo Processi.
Fine codice VII dell’archivio si Stato a Roma.

87. Roma 4 marzo 1596.
Bolla del pp. Clemente VIII.
Accogliendo le istanze dell’abate del monastero di S. Maria Nova e in merito ad Amatore degli Amatori, che un tempo, dinanzi ai Maestri delle Strade era stato in lite con il monastero medesimo e col vescovo di Marsico, Gio. Batta  Milanesi, per motivo di una casa nella via dei Banchi che il Milanesi teneva in enfiteusi dai monaci, e che Amatore, per ingrandire una sua propria casa contigua domandava gli si vendesse, ottenendo infatti dal vescovo stesso Milanesi la cessione in proposito dell’utile dominio, gli concede di poter vendere, dal canto suo, la casa in questione agli eredi del defunto Amatore, per il prezzo di 1700 scudi, che verranno pagati mediante un annuo censo del 7 per cento.





















1425    - Oblazione di Santa Francesca Romana.
Dopo la morte nel 1440 il corpo di Santa Francesca Romana fu devotamente riposto nel sepolcro sotto l’altare e il pavimento di marmo, lei che aveva fondato a Roma l’ordine delle nobili Dame di Tor dei Specchi, che venivano ammesse in quella forma di vita  e alla professione dall’Abate di Santa Maria Nova.


       

               
       

1 settembre 1448 .Fra Ippolito da Roma priore di Monte Uliveto si presenta a Stefano da Siena podestà di Lucignano per cagione di certi gravami fatti indebitamente dalla sua curia in pregiudizio del detto monastero e del priorato di S. Michele Arcangelo a castello nella Val di Chiana contro l'affittuario del medesimo monastero a causa di certe lettere del vescovo d'Arezzo, o di lui vicario mandategli ad istanza di Francesco di Benedetto da Siena, e di Fra Marino priore del monastero di S. Brigida altrimenti detto del paradiso vicino a Firenze. Per la qual cosa espone essere la Congregazione di Monte Uliveto esente dalla giurisdizione del vescovo d'Arezzo, ed essere immediatamente soggetta alla Santa Sede. Che il priorato di S. Angelo con le sue pertinenze molti anni sono è stato incorporato da Eugenio IV al suddetto monastero di Monte Uliveto, e che l'operato sopra di ciò nella sua curia ipso jure è nullo. Quindi fa istanza, che i suoi atti specialmente contro l'affittuario siano revocati, e che tutte le cose siano ridotte in pristinum.
           19) 1492 28 gennaio. Capitolo per costituire procuratori Fra A. Benedetto di Siena priore e Fra Vittore de Anania Cellerario per locare una casa posta in città nella regione dei Parioli, nel luogo che si chiama il Pellegrino (B. pag.3).
           20) 1494 2 gennaio. Capitolo per costituire procuratori per accendere un mutuo di 300 ducati. Prospero de Aquasparta Not. (Reg. B. pag. 10).
                       21) 1494 7 gennaio. Contratto del mutuo: Fra Benedetto Priore e Giuliano di Perugia cancelliere del monastero di S. Maria Nova hanno ricevuto un mutuo dal nobile signor Nicola da Rubens cittadino romano ducati CCC… pro redimendo una casa posta nella Regione del Ponte (Pontis) presso la chiesa di S. Biagio dalla pagnotta pignorata per le spese di riparazione di quella casa. Actum in loco… qui dicitur la Foresteria. Prospero de Aquasparta Not. (Reg. B. pag.XI).
           22) 1493 23 marzo: Federico del fu Germano della città di Colonia, nel monastero di S. Maria Nova si offre a Dio nelle mani di Fra Benedetto di Siena priore e promette obbedienza et stabilità nel detto ordine. Actum, nel sopraddetto Monastero Prospero di Aquasparta Not (Reg. B, pag. 20.
          23) 1496 5 luglio. I canonici della chiesa di S. Adriano di Roma portano a S. Maria Nova in custodia una cassa di reliquie. Fra Benedetto Spagnolo cellerario del monastero col consenso del priore e del capitolo. Prospero di Aquasparta (Reg. B. pag. 20’.)
         24) 1496 19 luglio. Contratto di un mutuo di XV ducati d’oro. (Reg. B.pag. 21).
(MOMDIP-  25) 1498 31 gennaio. Da Asciano-Domenico da Lecco, abate gen. oliv. e fra Tommaso Pallavicino da Milano visitatore, nominano procuratore fra Giovanni da Lodi priore di S. Maria Nova di Roma con incarico di ricevere, a nome del card. Orsini, i redditi annuali della abbazia di S. Lorenzo d'Aversa. (Reg. Oliv. II,77).
         26) 1509 30 novembre, Fra Antonio di Brescia, oblato o commisso del monastero di S. Maria, nelle mani di Fra Girolamo della Casa di Firenze, priore del monastero fa la professione religiosa. Actum nella chiesa davanti all’altar maggiore. Giuliano Baldini Not. (Reg. B. pag. 37)         
         27) 1527 20 settembre. Collatio della Cappella di S. Francesco nella chiesa di S. Maria Maggiore fatta dal priore di S. Maria Nova. (Reg.B pag. 115).
        28) 1531 17 marzo. Facoltà di “effondendi” nel detto monastero pietra Tiburtina di marmo, oro, argento, piombo e ogni genere di metalli.
(MOMDIP- 29) 1532 28 maggio-S.Maria Nova-L'abate e il capitolo monastico di S. Maria Nova dichiarano di non voler vendere beni del monastero allo scopo di pagare le imposizioni di Clemente VII. (Reg. Oliv. III,38).
(MOMDIP  30) 1532 20 agosto-San Benedetto di Siena  -Mandato di procura in favore di fra Taddeo Pepoli da Bologna, priore di Monte Oliveto e di fra Costanzo da Brescia visitatore, perchè procedano alla vendita di alcuni beni del monastero di S. Maria Nova di Roma per sovvenire col ricavato alle richieste di Clemente VII. (Reg. Oliv. III,40).     
       31) 1548 2 gennaio. Promessa evictionis fatta dal monastero di S. Maria Nova in favore dei monaci di S. Michele in Bosco per la vendita di una casa.
       32) 1555 5 marzo. Il monastero di S. Maria Nova elegge il Procuratore ad agire in occasione di una lite contro il Sig. Roberto e i fratelli di Strozzi e gli eredi del Signor Luca de Mascinus. Actum Romae in Monasterio. Franciscus Thomasinus Not. (Reg. B. pag. 171).
       33) 1557 8 settembre. Consenso per una vendita di una vigna verso S. Sebastiano.
       34) 1558 27 gennaio. Approvazione di una vendita di un canneto vicino a una vigna del monastero nella località Colombara fuori porta Vinciana.
       35) 1562 14 dicembre. Consenso per la vendita di una vigna fuori porta S. Paolo, località Travicella.
       36) 1563 19 marzo. Vendita di un canneto.
       37) 1573 9 aprile Transactio… occasione litis…pro dote Cappella della Beata Vergine
e  S. Gregorio nella chiesa di S. Maria Nova per Dominum Petrum de Cosciaris de anno 1380 erectae sub invocatione B.M. Virginis, S. Egidii et S.cti Gregorii. Pompeus Valerius Not. (c. 30 fino a 41).
                   38) 1576 31 gennaio. Conferma di una vendita in loco dicto al Pellegrino
                   39) 1577 23 marzo. Concordia fra il monastero di S. Maria Nova e la Venerabile Arciconfraternita orphanorum de urbe per la devoluzione di una casa antica sita nella Regione Pinca
presso la chiesa di S. Stefano de Caco donata al predetto monastero dalla buona memoria della Signora Ursina de Ursinis i cui confini sono la via che va verso la chiesa di S. Stefano del Caco e verso il vicolo detto in volgare del Gatto di latitudine di canne 6 e 3 palmi.
                  Numerose altre vendite sono elencate negli anni 1577, 1578, 1579, 1580, 1583, 1584 come          40) 1584          - Consenso di cessione
                   41) 1584          - Consensus venditionis.
Così pure nel 1594, 1595.
             1595          - Facciata nuova con 5 statue architetto Lombardi (1595) e Restauro completo della Facciata.

                   42) 1597 25 giugno. Il monastero di S. Maria Nova compra una parte di un mulino edificato a Tivoli, spettante per una sua rata.

I Mss. di Santa Francesca Romana nella Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II


                SANTA FRANCERSCA ROMANA SANTIFICAZIONE

Sebbene subito dopo la morte di Santa Francesca siano stati iniziati i processi di canonizzazione tuttavia solo nel 1608 il 29 maggio Paolo V, su richiesta e supplica del Senato Romano, con ogni solennità e pompa,sebbene fossero passato così tanti anni, fu innalzata alla gloria degli altari.

1609 febbraio 28, da Roma
Breve di Paolo V : indulgenza a chi visiterà chiese o altari dedicati a S. Francesca Romana, pregando per l'unità dei cristiani, nel giorno della festività della Santa.
   Al termine del Volume c’è in ordine alfabetico  un elenco di nominativi che sono inclusi in tutti gli atti del Volume.
              1612         - Soffitto a cassettoni su disegni dell’Arch. Lombardi: Madonna con bambino, S. Francesca Romana, S. Agnese, S. Cecilia. Stemma del Card. Sfrondati, protettore degli Olivetani dal 1591 al 1618:Costruzione del 1612, Restauro del 1867.

(MOMDIP)       1612 4 marzo- Roma
Breve di Paolo V : indulgenza plenaria a chi visiterà, nel giorno di S. Francesca Romana,        l'altare della santa esistente nella chiesa di S. Maria Nova in Roma, pregando per l'unità dei cristiani.  
           1638-1649 – Confessione dell’altare di S. Francesca Romana di Gianlorenzo Bernini. Tempietto con 4 colonne di diaspro e capitelli di bronzo con gruppo marmoreo.

(MOMDIP -   44) 1674 13 dicembre- Roma S. Maria Maggiore - Breve col quale Clemente X, annuendo alle suppliche del procuratore generale Silvio Lecchi, dichiara non obbligatoria la nomina di un abate della nazione romana al governo del monastero di S. Maria Nova. (Reg. Oliv. IV,5).
                1677- Incoronazione solenne del Capitolo Vaticano. Cripta antica, passando attraverso le scalette di marmo
                 1867-1869  - Sistemazione attuale per opera dell’Arch. Busiri Vici. Il corpo vi è conservato dal 1440.
    
Questo note storiche sull’Abbazia di Santa Maria Nova, servano come piccolo contributo per la ripresa degli studi storici su un monastero che veramente da seicentocinquanta anni costituisce la dimora più importante al centro della collettività cattolica essendo Roma Caput mundi et orbi.

                                      Monastero di Volterra.
                

                   Numerose donazioni e testamenti in favore del monastero di S. Andrea.
                   _________________________________________________________ 

1341 1 giugno – Il Notaio Ser Brando di Ser Michele rogò il testamento di Neri di Cenni della contrada di san Michele, che lasciò una vigna e diverse case del valore di 400 lire con l’obbligo per i monaci di celebrare una messa la settimana all’alatare di S. Antonio fatto costruire da lui.
(ASF, Patrimonio Ecclesiastico,CSAV, libro vecchio 58(nuovo49), Memorie cit. c. 8 e 15).
1341                  -   Nella sorella di Neri di Cenni dona al monastero “38 fiorini d’oro dei quali, con altro aiuto, si fece lo choro ne la chiesa di Santo Andrea”
(ASF, Patrimonio Ecclesiastico, CSAV, libro 48 cit. c.16)
1342                  17 novembre - Matteo di Mannino dona al monastero “tutti i suoi beni, terre e case, posti nel castello della Nera” seguito poco dopo dal fratello ser Giovanni fu Mannino.
Rogò ser Antonio fu ser Neri.
1345 15 febbraio – Ser Giovanni fu Mannino donò ai monaci di S. Andrea una gran parte di beni che possedeva a Volterra e a Montecatini, una casa posta a Volterra, nella contrada del Borgo, un’altra casa nel chiasso di Vallebuona e un terreno nel Pian d’Ormanno. Ser Giovanni costruì “presso Montecatini..una chiesuola con campanile nel luogo detto “Palombara”.
Rogato da ser Neri di Giovanni di Baccio. (cfr. Memorie citate, libro 45).
     1347 2 maggio. Lo stesso benefattore fece ampia e completa donazione di tutta l’opera compiuta, che fu accettata nel capitolo generale con l proposizione del donatore. (cfr. Appendice n. 2 pag.  601), il Captilolo generale del 12 maggio 1347 elesse e costituì Fra Venturino di Mastro Mino di Trequanda per l’accettazione di una certa donazione di Ser Giovanni di Mannino da Volterra di una chiesa e di alcune cose e possessioni per edificare un monastero “tamquam membrum dicti ordinis monasterii Sanctae Mariae Montis Oliveti, in villa Montiscatini…” sitas in villa Palombariae.





TESTAMENTI DEL 1348 ANNO DELLA PESTE NERA
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   Nel 1348 anno della peste nera ci furono 25 testamenti in favore del monastero di S. Andrea.
1348 14 maggio  - Ruggero vende domino Tardino olim domini Mathei de Bonomia ..unam lecturam Domini Cini de Pistorio super Codice quod est quaternorum XXVI, connectam corio viride…cum additionibus…pro pretio 31 unum aureorum” (ASF, Notarile, prot. I,110).
1348 18 maggio – Viscontina fu Matteo dei conti di Montescudaio moglie di Guerriero fu Jacopo lasciò 10 lire
1348 24 maggio – Tessa di nardo di Ciardo
1348 26 maggio – Chita vedova di ser Buonaccorso figlia di fu Bindo
1348 30 maggio – Andrea fu Allegrino.
1348 2 giugno    - Bartolo fu Cheluccio di Ulignano.
1348 7 giugno    - Margherita di Pietro di Talino vedova di Allegrino, donò anche il
                              Podere  Collereto
1348 7 giugno    - Strenna fu Simone donò un podere a Petriccio.
1348 16 giugno  - Jacopo quondam Chelini di Pietro di Pomarance donò un podere a 
                             “Le Leccare”.
1348 23 giugno  - Piero fu Filippo donò una terra a “Pugnato” e 10 lire per rifare il 
                              tetto della chiesa.
1348 3 luglio      - Ser Andrea fu maestro Brandino dei Forti donò delle rendite di un 
                              pezzo di terra a Pinzano.
     Il notaio Giovanni Mannino da Volterra aveva quindi donato  al Tolomei i suoi possedimenti a Montecatini in Val di Cecina, perché edificasse un monastero in onore di S. Michele Arcangelo nel luogo detto Palombara.
Il 4 maggio 1347 era Priore di Sant’Andrea di Volterra Fra Tommaso Minucci Berrisi campsoris di Siena e cellerario Fra Nicola de Piccolomini di Siena.
 Si cominciò infatti a costruire la chiesa, vi si destinò la famiglia religiosa col priore designato Fra Michele di Giovanni da Prato, ma poi per i danni arrecati dalla grande peste del 1348, che rese deserte quelle campagne, si ottenne invece di unire tali rendite al monastero di S. Andrea di Volterra, innalzando in questa chiesa un altare a S. Michele Arcangelo.

Il vicario generale del vescovo di Volterra riconosce la donazione di Ser Giovanni del fu Mannino (avvenuta nel 1348), relativa ad un possedimento con la chiesa S. Michele, in favore dei monaci olivetani di S. Andrea. (Reg. Oliv. I,12).

                                             Altri Atti Notarili
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1351 19 settembre – Dal Notaio Ser Cristoforo di ser Vivo. Vengono eletti procuratori fra Michele da Prato e Fra Giovanni di Perino “perché prendessero a mutuo lire 500 per risarcire il monastero di S. Andrea di Volterra obbligandone tutti i beni.
1355 18 febbraio – Il Notaio Leonardo di Ser Tignoso: Nel monastero Giusto di fu Cenni e Giusto fu Nardo calcolarono gli effetti dell’incendio per un danno di 50 lire di moneta volterrana.
1358 17 novembre – Ruggero quondam domini Francisci della contrada S. Angelo donava al monastero 15 lire.
1359 2 novembre     -   Giovanni da Milano vicario del Vescovo di Volterra autorizza l’unione con la cappella di San Michele  e riconosce la donazione di Ser Giovanni del fu Mannino (avvenuta nel 1348), relativa ad un possedimento con la chiesa S. Michele, in favore dei monaci olivetani di S. Andrea. (Reg. OLiv. I,12) autorizzazione  confermata poi il 15 e il 19 aprile 1363 da Bonagiunta, vicario del Vescovo.
(ASF, Diplomatico OV)
1360 20 marzo – Matteo di Brizio lascia un Podere in Cantignano.
1360 28 agosto – Andrea di Giovanni fu Pietro lascia un podere a Papignano.     
                                                                     

                 Santa Maria della Riviera di Padova
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   inventario dei beni mobili, compresi i libri del monastero di Santa Maria della Riviera.
   Dal 1348 al 1350 vi sono 28 libri (3 messali, 2 breviari, 2+2 salterii, 1+1 antifonarii, libri di devozione (da 8 a 28):
 8 - 2 Regole del beato Benedetto
 9 -  Libri piccoli: 12 volumi dei profeti con nuovo testamento e 13 libri di Salomone
10 - Un libro di piccolo volume che contiene i libri di Mosè
11 -  Un libro di San Gregorio de "gestis gestorum2
12 - Libro che si dice di Riccardo sopra il sogno di Nabucodonosor., con l'esposizione di altri suoi detti.
13 - Piccolo libro con alcune omelie con un trattato sulla confessione.
14 - Piccolo libro con le Lettere di Cipriano.
15 - Piccolo libro con l'esposizione di una parte della Bibbia
16 - Libro sull'esposizione del Salterio di San  Brunone.
17 - Un volume grande con i libri di Salomone e altri.
18 - Grande libro vecchio con omelie dalla Risurrezione fino all'Avvento.
19 - Un libro sui vizi e le virtù.
20 - Un  libro sulle vite dei santi non per tutto l'anno.
21 - Libro sulle passioni dei santi non per tutto l'anno.
22 - Epistole di Paolo: esposte da San Remigio.
23 - Un libro in cui ci sono XXV omelie di Crisostomo su Matteo, con il trattato "de Laxis"
        Gregorius super Cantica, Girolamo super Marcum, de Hebraicis, questio de locis et de mansionibus, Didimo sullo Spirito Santo,Vittorino sopra l'Apocalisse.
24 - Due breviari vecchi, uno festivo, un altro domenicale
25 - Un libro con le lezioni per tutto l'avvento.
26 - Un libro sull'istruzione dei Monaci edito dal beato Ugone.
27 - Libro 'De civitate Dei'  edito dal beato Agostino.
28 - Due volumi sulle Legende nuove, completi.

   Nel 1360 mese di marzo: furono trovati dei libri nell'ufficio del priorato residente Fra Ranieri. che non erano scritti nel sopraddetto inventario e cioé:
  
   - Due antifonari delle messe di grande formato, uno festivo e uno domenicale, e quaresimale con l'annotazione quadra. Sono scritti sopra (=sono già descritti sopra).
29 - un  antifonale dell'Ufficio della notte dall'Avvento fino alla Risurrezione, con il comune dei Santi è di formato grand con l'annotazione quadra.
30 - Un antifonale dell'Ufficio della notte con il comune dei santi per tutto l'anno con l'annotazione romana, volume comune.
31 - Un volume, con l'Ufficio dei morti annotato e l'invitatorio e Venite e il comune dei santi.
32 - Un omeliario di gran formato con lettera antica che va dall'Avvento alla Pasqua.
33 - Un libro delle sentenze senza glosse.
34 - Un libro che contiene il Vangelo secondo Matteo, con alcune glosse (o note).
35 - Un volume nel quale ci sono le Istituzioni dei Padri e le collazioni di scrittura antica.
36 - Due volumi, nel primo ci sono i V libri dei Moralia di San Gregorio, nel secondo i seguenti V libri dei Moralia, e sono di scrittura antica e di grande formato.
37 - Due volumi delle nuove leggende di piccolo formato.
38 - Un omeliario di piccolo formato nel quale ci sono le omelie domenicali per tutto l'anno
39 - Una summa di penitenza di piccolo formato e una summa dei casi in altro volume.
40 - Un diurnale con il comune dei santi di piccolo formato secondo la curia Romana.
41 - Un volume dei detti dei santi Padri.
42 - Un libricino, che si chiama Soliloquium d'Isidoro.
43 - Un altro salterio di scrittura antica divisa secondo il modo monastico.
44 - Un volume, nel quale c'é il testo del vangelo di San Matteo con alcuni commenti.
45 - Un piccolo volume, nel quale é contenuto il testo del vangelo di San Giovanni e le lettere canoniche con alcuni commenti.
46 - Un volume simile al precedente, nel quale ci sono i testi dei vangeli di San Giovanni e di Marco, con alcune note (o glosse)

   Nell'anno 1361 sono pervenuti al monastero i seguenti libri:

47 - Un primo volume che contiene la metà della Bibbia dalla Genesi fino al Psalterio.
48 - Sermoni domenicali per tutto l'anno, in un piccolo volume.
49 - Epistole del Beato Paolo, commentate.
50 - un volume che contiene più cose, che inizia :'Multe tribulationes iustorum.
51 - Un volume dove sono le omelie per tutto l'anno e altre che inizia : 'Cum appropinquaret Jesus Ierosolimis'.
52 - Un piccolo breviario.
53 - Un altro breviario alquanto più piccolo secondo il rito della curia romana del valore di XX ducati.
54 - Un antifonale secondo l'ufficio della curia romana da Pasqua della resurrezione fino all'Avvento, che i fratelli hanno fatto scrivere a Bologna.


                     NAPOLI. SANTA MARIA DI NAPOLI
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   Per la relazione sulle soppressioni di Monteoliveto di Napoli abbiamo diverse fonti:
- ASN, Monasteri soppressi, Napoli:                         vol. 5501-5502
                          "          "      Atti del monastero           "   5504-5532
                          "          "                   "         "               "   5508-5509
                          "          "   2 volumi di processi   "       "   5510-5511
                          "          "                                              "   5561-5566
     E' utile ricordare che l'Archivio fu depositato presso L'Albergo dei Poveri                                                                                          
     Si trovano anche notizie presso :
     -     i "Repertori Angioini".
     -     Archivio di Stato di Napoli
     -     Archivio di Stato Militare
     -     Archivio storico Municipale, planimetria (D 23 L)
     -     Archivio di Stato del Banco di Napoli (per i pagamenti effettuati).


          BIBLIOGRAFIA
           ============

- V. FLORIO, Memorie storiche ossiano annuali napoletani del 1759 in avanti, in "Archivio storico per le provincie napoletane", XXX 81906), p. 250.
- F. STRAZZULLO, I Lombardi...cit. pp.73 sgg. 177-181 (documenti dall'Archivio Storico del Banco di Napoli).
- F. STRAZZULLO, La fondazione di Monteoliveto di Napoli, in "Napoli Nobilissima", vol. III, fasc. III, set-ott., Napoli 1963, pp. 103-111.
- Roberto PANE, Architettura del Rinascimento in Napoli ivi, 1937, pp. 185, 186, 191, 192, 193, 196, 199, 278.
- Roberto PANE, Architettura e urbanistica del Rinascimento in Storia di napoli, ivi, 1974, vol. IV, t. 1, cap. VI, pp.383-388.
- Roberto PANE, Le tre cappelle toscane della Chiesa di Monteoliveto, in Rinascimento dell'Italia meridionale, Milano, 1975, vol. I, pp. 227-244 e Guido Mazzoni, La "Pietà" di Monteoliveto, Gli artisti italiani in Francia, ibidem, vol. II, pp.75-100.










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