martedì 25 ottobre 2016

ORIGINI DELLA STORIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE SER GIOVANNI DI VENTURA NOTAIO DI CHIUSURE (17 ATTI REALIZATI DAL 1320 AL1343) La storia documentata delle origini dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore che in buona parte è conosciuta per gli atti fondamentali della fondazione, può essere ulteriormente illustrata da 120 atti notarili ormai reperibili, e in seguito elencati,e fra questi ci piace ricordare 17 atti rogati da Ser Vanni o Giovanni di Ventura, che nato a Chiusure, poi trasferitosi a Siena, ha seguito dal 1320 al 1343 le diverse fasi dei primordi della vita e dei monaci di Monte Oliveto Maggiore. Come chiaramente possiamo leggere in transunto i preziosi diciassette atti notarili rogati da Ser Vanni di Ventura, possiamo anche riassumerne il contenuto dicendo che : a) 7 atti sono la descrizione di atti capitolari per l’elezione di procuratori, o autorizzazioni a vendere o ad acquistare dei beni; di essi due atti del 1336 sono molto importanti per l’elenco dei 30 monaci nominati e partecipanti al capitolo che quindi chiaramente sostituiscono i nomi dei monaci allora viventi, dal momento che manca il 1° volume delle Familiarum Tabulae; b) 2 atti sono per la professione monastica di diversi giovani monaci; c) 8 atti sono donazioni ricevute o acquisti di terre o case. Il ricordo e l’attenzione verso gli atti di questo notaio Ser Giovanni di Ventura come il più fedele e vicino notaio ai monaci di Monte Oliveto per un tempo cosi lungo, dal 1320 al 1343, è ulteriormente avvalorato dal legame anche della sua figlia Bilia che il 9 settembre del 1341 dona al monastero i suoi beni a Ovile, e anche le sue due nipoti, figlie del fratello Vannuccio, Giovanna e Bartala vendono favorevolmente al monastero le terre di Coiallo di Chiusure il 5 febbraio 1347. - Ecco gli atti notarili rogati da Ser Giovanni di Ventura - 1) 1320 18 maggio - Giovanni del q. Ventura. Fr. Ambrogio del q. Mino, Abate del monastero di Monte Oliveto convocato il Capitolo fra i quali era Fr. Bernardo del q. Mino, Patrizio del q. Francesco, vedendo mancargli il denaro per la Fabbrica del Monastero, e per altre indigenze stabilisce col comune consenso di vendere un pezzo di terra posto nella curia di Chiusure nel luogo detto Acona, che da tre parti termina con la strada e da una con Lando di Matteo, un altro nel luogo detto Ripalta, che termina col detto Lando, con i figli di Guglielmo e con la strada, un altro posto nella curia di Melanino, nel luogo chiamato Artainino che termina con la strada, con Ture Patrizi, con gli eredi di Gozzo e col Vallone. 18 maggio 1320. Rogato Giovanni del q. Ventura. H 297 186 c 39 18 maggio 1320 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 2) 1332 3 settembre - Giovanni del q. Ventura. Giovanni di Pietro cittadino senese offerisce se stesso e tutti i suoi beni mobili ed immobili a Fr. Bernardo del q. Mino Abate di Monte Oliveto, promettendo ad esso e ai suoi successori ogni riverenza ed obbedienza e di vivere in perpetua castità secondo la regola di S. Benedetto. BA 332 221 c 1 3 settembre 1332 - Rogato Giovanni del q. Ventura 3) 1336 4 settembre - Giovanni del q. Ventura. Fr. Pietro di Donato Peruzzi, Fr. Gabriele di Giacobino, Fr. Bandino di Michele, Fr. Cenne di Nicola e Fr. Michele di Sano (o Tano ?) tutti di Fiorenza e Fr.Antonio di Cristofano da Oliveto, volendo lasciare il mondo offeriscono a Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei, abate di S. Maria di Monte Oliveto tutti i loro beni mobili ed immobili, promettendo di vivere in obbedienza e castità perpetua secondo la regola di S. Benedetto. BA 332 221 c 6 4 settembre 1336 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 4) 1336 4 settembre - Giovanni del q. Ventura. Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei col consenso di Fr. Patrizio, di Fr. Ambrogio, di Fr. Tommaso di Minuccio ed altri eleggono Fr. Franceschino di Guiduccio, Fr. Bartolomeo di Minoccio e Fr. Simone Tendi come procuratori che singolarmente o insieme possano validamente ricevere doni..ecc.. 4 settembre 1336. Rogato Giovanni del q.Ventura. cfr. documento del mandato in A. M.O.M. al 4 settembre 1336 N.4 della cassetta B 12.(Ap. al Reg: IV, d.4). "Sapiens discretus et onestus vir domnus - Bernardus olim domini Mini de Tolomeis de Senis, ab. mon. s. M. de mionte oliveto in Acona, in curia de Chisure comitatus Sen. et aretin. dioc. de consilio - fratris Patricii olim Francisci, - fr. Ambrosii olim Nini, - fr. Thome olim Minucii, - fr. Gregorii Vannis. - fr. Symonis Ture, - fr. Bartholomei magistri Mini, - fratri Petri Mei, - fr. Petri Vochatti, - fr. Luce Ghinolducci, - fr. PaoliMinucci, - fr. Chrstophani Franceschini ser Iacobi, - fr. Iohannis Vannis, - fr. Donati Guictonis, - fr. Antonii, fr. Philippi, - fr. Taddei Stapherani, - fr. Bernardi Octolini, - fr. Paoli Nuti, - fr. Angeli Mannucci, - fr. Simonis Doni - fr. Andree Pannarini, - fr, Paulini Pauli, - fr. Venturini Mini, - fr. Alessi Pucciarelli, - fr. Petri magiostri Guillelmi, - fr. Francisci Michi, - fr. Francisci domni Mini, - fr. Laurenti Andree, AV 329 218 c 21 4 settembre 1336 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 5) 1336 4 settembre - Giovanni del q. Ventura da Siena. cfr. a.M.O.M.( al n. 5.) 4 settembre 1336 . Mandato di procura nella cassetta B 12. (Ap. al Re. IV, d.5). "Venerabilis et religiosus vir 1) domnus Bernardus condam domni Mini de Tholomeis de Senis ab. mon. S. M. de Monte Oliveto de Acona, comitatus Senen., curie de Chisure, dioc. aretin., de consilio 2) fr. Thome olim Mini, 3) fr.Ambrosii Nini, 4) fr. Bernardi Octolini, 5) fr. Patricii olim Francisci, 6) fr. Gabrielis Iacobini, 7) fr. Iohannis Petri, 8) fr. Martini Mastinalli, 9) fr. Peroççus Martelli, 10) fr. Christofani ser Iacobi, 11) fr.Taddei Stepherani, 12) fr. Dominici Saltini, 13) fr. Andree Pennarini, 14) fr. Venturini magistri Mini, 15) fr. Francisci domni Petri, 16) fr. Augustini Ture, 17) fr. Paulini Pauli, 18) fr. Simonis Tendi, 19) fr. Antonii Stepherani, 20) fr. Iohannis Peruççi, 21) fr. Mattei ser Herrigi, 22) fr. Blasii Iohannis, 23) fr. Iohannis ser Iacobi, 24) fr. Venture Pantani, 25) fr. Pieri magistri Guillelmi, 26) fr.Mactheucci Ducci, 27) fr. Laurentii Andre, 28) fr. Iacobini Presocçi, 29) fr. Restauri Balducci, 30) fr. Cennis Niccolai, AV 329 218 c 22 4 settembre 1336 - Rogato Giovanni del q. Ventura da 6) 1337 10 agosto (Ap al Reg. IV d.38) 39 c. "Galleta filius domni Niccoli militis civit. Sen. de domo Ranionum asserens esse emancipatuum a patre, spontanea voluntate promittit rev. viro dompno Bernardo condam domini Mini de Talomeis de Sen. ab. mon. s. M. de Monte Oliveto in curia de Chisure positi, comitatus Sen. et aretin. dioc., dare in proximis venturis Kalendis mensi septembris apud dictum monasterium quatuor modios frumenti et decem octo libras bon. den. sen., et ab inde in antea quolibet anno in kal. sept. tantundem toto tempore quo dictus domnus Niccolus stabit in dicto monasterio vel in aliis locis et membris ipsius: et post eius mortem promittit dare quinquaginta libras bon. den. sen. Qui domnus Niccolus dicto filio suo Galletta in predicti omnibus consensit. - Actum in dicto monasterio, coram magistro Iohanne olim Cini in grammaticalibus et Bindaccio olim Rosticci, testibus. - Iohannes not. filius olim Venture de Senis 19 agosto 1337 - Rogato Iohannes not. filius olim Venture de Senis. 7) 1338 5 ottobre - Giovanni del q. Ventura. Niccola Ranieri Cav.re senese dona a Bernardo del q. Mino Tlomei abate di Monte Oliveto tutti i suoi beni mobili ed immobili con i crediti ancora, che ha con Nello figlio del suddetto q. Mino, provenienti da usura e da altri consimili modi illeciti ed ogni cosa offre "ad salutem et remaedium animarum illarum personarum, quibus tenetur aliquid dare et restituere pro lucro quocumque illicito modo ab eis habito et acquisito". 5 ottobre 1338. Rogato Giovamnni del q. Ventura. "Niccolaus miles, civis Sen. de domo Ranionum, donat inter vivos reverendo viro dompno Bernardo domni Mini de Talomeis de Senis ab. mon. S. M. de monte Oliveti, omnia sua bona et obligationes quas recipere debet a domno Nello milite olim domni Mini de Talomeis de Senis pro usuris et ob usurariam pravitatem vel alio illicito modo, volens quod sit ad salutem et remedium animarum illarum personarum, quibus tenetur aliquid dare vel restituere pro lucro quocumque illicito modo ab eis habito et acquisito. - Actum in dicto mon. Iohannes olim Venture not. BA 332 221 c 7 5 ottobre 1338 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 8) 1338 14 febbraio - Johannes notarius filius olim Venturae. Donazione di Donna Vanna a Nuccio di certi pezzi di terra a Chiusure in loco dicto Goiallo (Coiallo), non appartenente al monastero. Actum Senis coram Francisco quondam Domini Nerei Ego Iohanne notarius filius olim Venturae. S 307 196 c.4 9) 1339 2 maggio - Giovanni del q. Ventura Fr. Berrnardo del q. Mino Tolomei abate di Monte Oliveto Maggiore con il consiglio di Fr. Patrizio del q. Francesco, di Fr. Simone, di Fr. Ambrogio di Mino e d'altri elegge Fra Bartolomeo di Mastro Mino in Procuratore ad agire le liti, le cause civili e criminali che il detto Monastero potesse mai avere in qualunque luogo e con qualunque persona. 2 maggio 1339. Rogato Giovanni del q. Ventura. AV 329 210 c. 27 10) 1339 2 maggio - Giovanni del q. Ventura Fr. Bernardo elegge per il medesimo effetto e nella riferita maniera Fr. Gabriele di Luto. AV 329 210 c.28 "Congregato gen. capitulo monachorum s. M. Montis Oliveti, de mandato venerabilis patris et domni fr, Bernardi quondam b. m. domni Mini Christofani de Talomeis de Senis ab. fratres constituerunt procuratorem fr. Gabrielem Luti monacum dicti mon. - Actum in ecclesia dicti mon. -Iohannes quondam Venture not. 1 AV 329 218 c 28 2 maggio 1339 - Rogato Giovanni del q. Ventura 11) 1341 9 settembre - Giovanni del q. Ventura: Bilia del q. Ser Vanni di Ventura da Chiusure col patto che sua vita durante gli siano dati ogni anno per la Madonna d'agosto venti stara di grano, dona a Fr. Pietro di Donato sindico di Monte Oliveto tutti i beni che ella possiede nel luogo d'Ovile nel distretto di Chiusure. I 298 187 c.3 12) 1341 2 novembre - Giovanni del q. Ventura da Siena Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei abate del monastero di Monte Oliveto col consenso di Fr. Patrizio del q. Francesco, di Fr. Simone Ture, di Fr. Bernardo Ottolini e di altri del Capitolo del detto monastero elegge Fr. Bartolomeo di Mastro Mino da Siena in procuratore sopra ogni lite che con qualunque persona e davanti qualunque giudice potesse mai accadere. 2 novembre 1341. Rogato Giovanni del q. Ventura. da Siena. Av 329 218 c.33 13) 1343 11 gennaio - Giovanni del q. Ventura Cecco del q. Guglielmo d'Avena nel contado di Siena, con Cecca sua madre e Mina sua moglie per il prezzo di sei fiorini d'oro vende a Fr. Bernardo del q. Ottolino procuratore e monaco di Monte Oliveto un pezzo di terra con Olivi posto nella curia di Chiusure nel luogo detto Oliveto, della contrada di Cristena, che confina col detto Monastero, con Menico di Tino e colla strada. 11 gennaio 1343. Rogato Giovanni di Ventura. 1 298 187 c.8 14) 1343 8 aprile - Giovanni del q. Ventura Andrea del q. Bianchi da Betttolle dona a Fr. Venturino del q. Mastro Mino sindaco e procuratore di Monte Oliveto un pezzo di terra posto in quel distretto nel luogo detto Copa che da due parti ha la chiesa di S. Brizio, da una i Figli del conte Bino, e dall'altra gli eredi di Guittone; un pezzo di terra posto nel luogo chiamato Piscinali che termina con gli eredi di Laro, con gli eredi di Guittone, con la strada pubblica e con il comune di Bettolle; un altro luogo detto Civinelle, che confina con gli eredi di Landino di Novaldo e con gli eredi di Guittone; e finalmente un ortaglia vicino al borgo di Bettolle, alla strada pubblica, agli eredi di Lando ed agli eredi di Vago di Cuccio. 8 aprile 1343. Rogato Giovanni del q. Ventura. AF 316 205 c. 27 15) 1343 23 aprile - Giovanni del q. Ventura Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei, Abate, con il consenso di Fr. Patrizio, di Fr. Simone Ture e di altri del Capitolo di Monte Oliveto elegge Fr. Bernardo Ottolini da Firenze per procuratore ad effetto di vendere a Ser Errigo del q. Feo o a qualche altro la metà pro indiviso di una casa posta nel popolo di Santa Reparata, e di S. Lorenzo nella strada de Spadari e da tre lati con lo stesso Ser Errigo. 23 aprile 1343. Rogato Giovanni del q. Ventura. AS 327 219 c. 10 16) 1343 12 agosto Giovanni di Ventura Memmo del q. Tino di Chiusure Procuratore di Bartolomeo Forestani dà il possesso, a Fr. Venturino del q. Mastro Mino sindico di Monte Oliveto Maggiore, della Casa e vari pezzi di terra posti nella curia di Chiusure nel luogo detto Cristena, secondo esigeva la propria incombenza. 12 agosto 1343: Rogato Giovanni del q. Ventura. I 298 187 c.2 17) 1343 8 febbraio - Iohannes notarius filius olim Venturae Jacobus olim Gheppi de villa Camprena ..Chisure il loco dicto Ferrale. Actum in burgo Sancti Arcangeli de Luco par. Chisure coram.... Ego Iohannes notarius filius olim Venturae rogatus. (Nihil ad Monasterium). S 307 196 c.7. ECCO GLI ATTI NOTARILI E NOTAI DI MONTE OLIVETO MAGGIORE DAL 1319 AL 1348 N° Anno giorno mese pagina Nome del Notaio __________________________________________ 1) 1313 05 marzo 2) 1319 26 marzo A 1 Guadagno del q. Ser Giunta. (N° 2) 3) 1319 26 marzo A 2 Guadagno del q. Ser Giunta 4) 1319 26 marzo A 3 Il vescovo d'Arezzo commette a Don 5) 1320 2 aprile A 9,1 Guido d'Arezzo scrive a Gregorio Rettore 6) 1320 dopo aprile A 9,2 Galgano del q. Ventura (N° 1) 7) 1320 18 maggio H 39 Giovanni del q. Ventura. 8) 1320 6 aprile A 4 9) 1324 29 marzo A 5 Guido Vescovo concede conferma per la 10 ) 1324 17 maggio A 6 Il papa Giovanni XXI prende sotto la sua 11) 1325 21 aprile A 7 Giovanni XXI concede su richiesta...i 12) 1326 17 novembre A 8 Pietro d'Ajuto 13) 1326 21 novembre A 9 Giovanni diacono Cardinale di S. 14) 1332 3 settembre BA 1 Giovanni del q. Ventura. 15) 1333 3 giugno BA 2 Francesco del q. Ser Baldo. 16) 1333 25 luglio BA 3 Fr. Bernardo di S. Maria elegge Fr. 17) 1333 12 agosto BA 4 ...Lite con Pietro di Giacomo. 18) 1336 31 agosto BA 5 Diversi monaci con tutti i loro nomi offrono 19) 1336 4 settembre BA 6 Giovanni del q. Ventura. 20) 1336 4 settembre AV 21 Giovanni del q. Ventura. 21) 1336 4 settembre AV 22 Giovanni del q. Ventura da Siena. 22) 1338 30 giugno AV 24 Alamanno del q. Ghino Segna da 23) 1338 4 settembre AV 25 Lando del q. Feo Accorso d'Arezzo. 24) 1338 5 ottobre BA 7 Giovanni del q. Ventura. 25) 1338 14 febbraio S 4 Johannes notarius filius olim Venturae. 26) 1339 22 febbraio N 1 Franceschino del q. Bordino 27) 1339 2 maggio AV 27 Giovanni del q. Ventura 28) 1339 2 maggio AV 28 Giovanni del q. Ventura 29) 1339 7 settembre AZ 9,1 Benincasa del q. Mino 30) 1339 11 ottobre P 1 Franceschiuno del q. Bordino 31) 1339 15 ottobre A 13 Gregorio del q. Angelo 32) 1339 30 ottobre AS 8 Tomagio del q. Oliviero da Montrefranchi 33) 1339 25 ottobre P 2 Franceschino del q. Bordino 34) 1339 25 ottobre BB 2 Benencasa del q. Mino da Siena 35) 1340 13 gennaio AF 18 Francesco di Ser Giovanni sozzi 36) 1340 16 gennaio AV 29 Bartolomeo del q. Jacobino da Siena 37) 1340 18 febbraio H 40 Francesco del q. Ser Guidone 38) 1340 24 aprile N 2 Franceschino del q. Bordino 39) 1340 15 novembre H 41 Bartolomeo del q. Lapo da Siena 40) 1340 22 novembre AH 9,1 Niccola del q. Paltonerio 41) 1340 28 novembre AH 9,2 Niccola del q. Paltonerio 42) 1340 27 dicembre AH 9,3 Niccola del q. Paltonerio 43) 1340 27 dicembre AH 9,4 Niccola del q. Paltonerio 44) 1340 21 maggio N 2 Franceschino del q. Bordino 45) 1340 18 aprile S 5 Franciscus notarius filius olim Bordini de 46) 1341 21 febbraio AZ 11 Romano del q. Giacomo da Pisa 47) 1341 4 maggio AV 31 Francesco del q. Ser Zorzi 48) 1341 11 maggio AH 12 49) 1341 9 settembre I 3 Giovanni del q. Ventura 50) 1341 2 novembre AV 33 Giovanni del q. Ventura da Siena 51) 1341 25 giugno AH 14 52) 1341 2 Agosto S 6 Cione notar. filius olim Cioni 53) 1342 18 febbraio A 14 Matteo di Meuccio 54) 1342 2 maggio AF 24 Ambrogio di Ser Mino 55) 1342 17 maggio AF 25 Rainaldo di Gerio da Torrita 56) 1342 30 maggio AF 26 Giovanni del q. Aldobrandino 57) 1342 1 settembre I 4 Bartolomeo del q. Cola 58) 1342 5 ottobre I 5 Bartolomeo del q. Giacomino 59) 1342 17 ottobre I 6 Bartolomeo del q. Giacomino 60) 1342 17 luglio f.401 Ser Johanne Martini-Roma 61) 1343 8 aprile AF 27 Giovanni del q. Ventura 62) 1343 23 aprile AS 10 Giovanni del q. Ventura 63) 1343 26 giugno I 10 Nicola del q. Paltonerio 64) 1343 17 luglio AF 29 Rinaldo di Gerio di Torrita 65) 1343 12 agosto I 2 Giovanni di Ventura 66) 1343 1 settembre A 15 Donato del q. Pesso 67) 1343 15 settembre BI 21 Tomagio del q. Uliverio 68) 1343 11 dicembre AF 30 Nicola del q. Paltonerio 69) 1343 8 febbraio S 7 Iohannes notarius filius olim Venturae 70) 1343 11 gennaio I 8 Giovanni del q. Ventura 71) 1344 15 maggio Giovanni del q. Ser Ildobrandino 72) 1344 31 maggio A 16 Agostino del q. Finuccio d'Arezzo 73) 1344 14 luglio AF 32 Fuccio del q. Chino 74) 1344 14 luglio AF 32 Fuccio del q. Chino 75) 1345 21 giugno AH 28 Pietro di Ser Truffa 76) 1345 05 novembre Z 27,2 Donato del q. Beco d'Asciano 77) 1345 20 Febbraio 78) 1345 20 Febbraio 79) 1345 14 Luglio 1 Fra Ristoro Balducci eletto in vice di 80) 1345 27 Luglio 81) 1345 05 Agosto 82) 1345 10 Settembre 83) 1346 24 gennaio BI 25 Giacomo del q. Ser Bondo 84) 1346 29 Aprile E 1 Scarlatto di Guardo di S.Miniato 85) 1346 27 settembre BI 27 Fra Stefano del q. Ser Coppie da Prato 86) 1346 06 novembre Z 27,4 Donato del q. Beco d'Asciano 87) 1346 22 novembre AF 33 Agostino del q. Finuccio d'Arezzo 88) 1346 01 Gennaio Emptio 89) 1346 08 Gennaio Executio 90) 1346 21 Gennaio Emptio 91) 1346 17 Gennaio Locatio 92) 1346 21 Febbraio 93) 1346 22 Marzo 5 r Emptio 94) 1346 26 Marzo 5 r 95) 1346 22 Aprile 06 Testamento 96) 1346 04 Maggio 07 Sindac. Cap. General-5 pag 97) 1346 04 Maggio 10 Elenco Monaci 98) 1346 04 Maggio 11 v Renuntiatio 99) 1346 04 Maggio 14 100) 1346 08 Maggio 16 Locatio Trequanda 101) 1346 27 Maggio 17 Testamento Johannis filii Doti 102) 1346 03 Settembre 103) 1346 08 Settembre 18 Testamento..de Crestena 104) 1346 27 Settembre Stefanuccio Doti 105) 1346 02 Novembre 106) 1346 Emptio monasterii...de Ovile 107) 1346 07 Dicembre 25v Emptio dalla terra di Bettolle 108) 1346 27 Dicembre 25v. Emptio 109) 1346 31 Dicembre 23 110) 1347 5 febbraio N 3,1 Tomagio del q. Uliviero 111) 1347 5 febbraio N 3,2 Tomagio del q. Uliviero 112) 1347 10 febbraio I 13 Tommaso del q. Uliviero 113) 1347 13 maggio 114) 1347 4 dicembre I 12 Guglielmo del q. Mone 115) 1347 9 dicembre AH 19 Ventura del q. Ranuccio di Siena 116) 1348 16 ottobre BL part Lando del q. Accorso d'Arezzo, frate 117) 1348 16 ottobre BL ... Fr. Lando del q. Feo Accorsi d'Arezzo 118) 1348 19 novembre BB 3 Pagano di Ser Vanni di Francesco 119) 1348 16 novembre BL 15 Lando del q. Accorso d'Arezzo 120) 1348 P 4 Ciolo di Ghinuccio –Testatario Se vogliamo conoscere anche le date e i nomi di Notai di altri atti rogati fino al 1746 ecco l’elenco 142 1349 8 aprile BB 4 Pagano di Ser Vanni di Fontanella 143 1349 19 maggio AS 12 Lando del q. Feo Accorsi d'Arezzo 144 1349 3 settembre BL 20 Lando del q. Accorso d'Arezzo, frate 145 1349 6 settmbre BL 21 Lando del q. Accorso d'Arezzo, Frate 146 1349 30 Agosto BL i,22 Lando del q. Accorso d'Arezzo 147 1350 8 luglio AC 25 Francesco di Ser Mino di Ture 148 1350 settembre BL 24 Lando del q. Accorso d'Arezzo, Frate 149 1350 S 8 Petrinello di Nello -suo testamento 150 1350 AZ 12 Francesco Albergotti d'Arezzo-Parere 151 1351 7 novembre Biagio del q. Granello Tolomei -vendita 152 1351 29 novembre Z 33 Agnolo del q. Giorgio di Pietro di Todi 153 1352 6 marzo BL I,8 Lando del q. Feo Accorsi d'Arezzo Frate 154 1352 17 marzo BL I,2 Lando del q. Feo Accorsi d'Arezzo, Frate 155 1352 10 aprile BL 10 Lando del q. Feo Accorsi d'Arezzo 156 1352 18 luglio S 9 Deus olim Neri eiusd.senen. 157 1353 6 novembre N 4 ............. Ser Jacobi 158 1357 13 AGOSTO S 10/2 Ego Philippus filius quondam Piccolomini 159 1357 13 agosto S 10/3 160 1362 21 giugno S 11 Ego Matheus quondam Petr civis senen. 161 1363 20 settembre S 10/1 162 1365 19 novembre S 13 Ego Gianusdandus de Monte de 163 1366 28 settembre S 14 Ego Johannes filius quondam Gorii 164 1370 13 ottobre S 15 Franciscus notarius filius olim Landi. 165 1370 6 agosto BL 1 Fr. Lando Fei di Arezzo 166 1373 4 febbraio S 12 Ego Blasius filius quondam Cecchi de 167 1373 20 aprile S 16\I Franciscus notarius filius olim Landi 168 1373 1 dicembre S 16\II Franciscus notarius filius olim Landi. 169 1374 24 luglio S 17 170 1374 11 febbraio S 18 Brutius olim Pauli 171 1379 1 febbraio S 19 \ I Bartolomeo Broli notarius Anno giorno mese cat pagina Nome Cognome 172 1380 9 novembre S 19 \ Franciscus notarius filius olim Landi. 173 1380 24 maggio S 20 174 1380 1 settembre S 21 175 1381 9 aprile S 23 Antonius filius Mactei 176 1381 21 aprile S 24 177 1381 1 settembre S 25 Balduccius olim Baldini de Montecalvolo. 178 1381 6 settembre S 26 Balduccius filius olim Balduccii de 179 1382 S 22 180 1382 14 agosto S 27 181 1382 9 settembre S 28 182 1384 1 luglio T 1 \ I Balduccius filis olim Balduccii 183 1384 1 luglio T 1 | Balduccius filius olim Balduccii 184 1386 S 29 Antonius olim Bertinocci de Putignano. 185 1387 26 marzo T 2 Prepus filius.. 186 1393 25 giugno T 5 187 1395 1 giugno T 3 Silcevennis filius olim Jannini de Senis. 188 1398 7 marzo T 6 189 1408 13 gennaio T 7 190 1424 T 8 191 1427 1 marzo N 9 Johannes olim Dominici 192 1428 3 ottobre T 9 Johannes olim filius Bartolomei 193 1442 4 gennaio T 10 Johannes olim filius Bartolomei 194 1450 23 giugno M 8 195 1455 7 settembre N 13/1 Laurentius filius Johannis Andreae sen. 196 1458 12 febbraio N 13/2 Cosmas filius olim ser Jacobi 197 1461 13 marzo T 11 Iohannes filius olim Bartolomei 198 1465 14 luglio T 12 Dominicus olim Xtophori 199 1465 4 gennaio T 13 200 1465 4 gennaio T 14 201 1465 4 gennaio T 15 202 1466 25 agosto T 18 Franciscus quondam Nerii de Abbatia 203 1466 25 agosto T 19 Franciscus quondam Nerii de Abbatia 204 1471 T 21 205 1471 T 24 206 1475 10 aprile M 2 Laurentius filius olim Johannis 207 1476 23 gennaio N 16 Jacobus olim filius patri Neri de Senis. 208 1476 2 maggio M 3 Franciscus olim Mariotti Matthei.. 209 1479 4 marzo T 22 210 1480 27 marzo T 23 Johannes 211 1486 10 marzo T 25 212 1516 15 giugno T 26 Antonius Capornaolis Nicolai Tophoni. 213 1528 M 4 214 1529 28 agosto M 6 215 1549 T 27 216 1552 2 febbraio M 9 217 1552 21 febbraio M 20 218 1553 M 10 219 1554 M 7 220 1554 20 giugno M 11 221 1560 24 settembre M 12 222 1561 13 maggio T 28 223 1563 7 Giugno T 29 224 1564 28 marzo T 30 225 1565 12. maggio T 31 Franciscus Cristiani notarius 226 1565 12 maggio T 32 227 1565 12 maggio T 33 228 1566 29 gennaio M 13 229 1567 M 14 230 1568 23 giugno M 15 231 1569 30 dicembre T 38 232 1569 28 marzo M 17 233 1570 28 gennaio M 16 234 1570 18 maggio M 18 235 1577 17 luglio M 19 236 1577 29 settembre M 21 237 1579 15 marzo T 39 238 1579 15 marzo T 40 239 1582 30 ottobre T 41 240 1585 T 43 241 1586 M 22 242 1587 15 marzo M 23 243 1588 T 45 244 1589 15 aprile M 24 245 1596 15 aprile M 25 246 1601 11 marzo M 26 247 1602 17 settembre M 27 248 1603 23 marzo M 28 249 1613 13 maggio M 29 Oliverius de Oliverii de Senis 250 1704 M 71 251 1739 1 settembre M 252 1748 16 luglio M 74
MONACI SCRITTORI SULL’ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE ========================================================= LIBRI O CODICI INIZIATI DA DIVERSI CELLERARI LUNGO I SECOLI Nel’anno 1374: Fra Pietro incomincia un Libro (339 KN 387 su Rofeno) Fra Michele da Pisa Fra Benedetto d’Antonio da Siena Fra Gregorino di Nuccio da Montalcino 1381 Fra Giovanni di Matteo da Orvieto 1407.31.12 Fra Nicola di ser Matteo ed altri Nell’anno 1386 - 1405 Fra Ercolano di Cola da Perugia ( 297 FZ 407) "Memorie dei contratti, bolle, donazioni, fabbriche e bonificamenti di Monte Oliveto Maggiore. Contiene il memoriale delle spese fino al 1404; le spese per condurre e sistemare l'acqua in monastero e le copie di varie bolle per la fondazione e clausura del monastero. Reg. cart. di 3 parti. Fra Ercolano da Perugia cellerario di Monte Uliveto incomincia un Libro del quale esso parla così nel suo principio " ad laudem Virginis Mariae questo el Memoriale, ciò è Libro delle Memorie, fatto nell'anno 1386 a di primo del mese dì agosto. Quì di sotto appare cioè apparirà scritto ciò che averimo a fare cogli monasteri de l'ordine,o generalmente cognome persona nell'anno alterno de l'abbaziato de Frate Gichonio Tadeo d'Arezzo, e priore frate Duccio d'Arezzo, e cieleraro, frate Ercolano da Peroscia= In somma contiene le spese diverse per viaggi, per vitto e vestito, per opere, salari, manifatture, fabbriche e riparazioni; l'entrata di grano, vino, olio, legumi, biade, bestiami, ed onoranze corrisposte dalli dependenti del medesimo monastero. Riportando ancora le memorie delle spese per la fabbrica della chiesa, di vari imprestiti, di depositi, di patti e saldi colli lavoratori, delle semente, di debiti e crediti, di compre, e vendite, di stabili ed altro, di permute, di affitti e pigioni, di decime papali, e parrocchiali soddisfatte, e finalmente di tasse poste ne monasteri, o per il Capitolo, o per altra urgenza straordinaria della Congregazione Ulivetana. I continuatori di questo libro sono stati 1) Fra Michele, 2) Fra Cristoforo, 3) Fra Mariano, 4) Fra Giacomo da Gubbio, 5) Fra Francesco Malevolti, e 6) Fra Pietro da Padova. Cita i libri antichi B . A ^ rosso @ ed altri persuadendoci per ragione del carattere, e per la maggior antichità del presente Libro di cui trattiamo, che tali citazioni siano state posteriormente aggiunte. Questo era prima segnato in questo modo ( monticello con una crocetta sopra e una bella grossa campana) ed ora si contraddistingue col mezzo delle lettere FZ Nell’anno 1391 Monaci competenti in diritto eletti il 14 luglio 1391 come Procuratori in solidum da Fra Ippolito di Giacomo da Milano (230 BL 341 - 76): 1) Fra Duccio Bartolini 2) Fra Giacomo Taddei 3) Fra Michele d’Antonio da Firenze 4) Fra Girolamo Santi da Perugia nel 1407 Abate generale) 5) Fra Nicola di Giovanni da Siena 6) Fra Nicola Neppi da Firenze 7) Fra Andreuccio di Ser Viva da Siena 8) Fra Severo Giontarini da Città di Castello. Nell’anno 1398 4 settembre Fra Matteo Landini da Prato elegge Procuratori: (219 AX 330 - 4) 1) Fra Matteo D’Errigo d’Arezzo 2) Fra Francesco dio Biagio d’Arezzo 3) Fra Giovanni d’Andrea de Linari Nell’anno 1491 fino al Anno 1405 - 1424 Fra Mariano da Firenze incomincia un Libro (GN), in cui ha registrato i conti del grano, delle biade, del bestiame, del cacio, della lana, e dell'olio, aggiungendo le memoria del dare e dell'avere de salariati, delle spese per le opere, delle depositi fatti da Monasteri e da altri; delle tasse per li capitoli, degli affitti delle pigioni di case dell'uscita in compra d'utenzili, e robbe per vestire e delle decime pagate alli Rettori di S. Angelo di Chiusure, e della Canonica di Grossennano. Quest'opera è stata continuata da 1) Fra Francesco, da 2) Fra Biagio da Monte Pulciano, e da 3) Fra Ercolano da Perugia, e da altri scrittori, arriva sino al 1424, incirca, ed è ora contraddistinta col mezzo delle lettere GN. Fra Francesco da Siena celleraro incomincia un Libro, estratto dall'antico delle riforme dell'Ordine di Monte Oliveto, intitolandolo Memoriale de Bursa contraddistinguendolo con una Borsetta nelle coperte del medesimo Libro. In esso adunque come in una borsa di deposito sono notati i denari consegnati da tutti i monasteri per i pubblici bisogni, le altre partite di tasse imposte per cagione di visite, de Capitoli, e per qualche altro accidente, aggiungendo insieme la descrizione di quelli, che sono stati morosi, e di quelli che non hanno ancora pagato, descrivendo il loro dare ed avere. Arriva fino all'anno 1424= ed è presentemente denotato col mezzo delle lettere GN. 01 maggio 1421 - 1447 Incomincia un Libro intitolato Liber laboratorum(GO), ed in fatti altro non contiene, se non quello, che ad essi risguarda, per conto del bestiame delle prestanze, degli patti fatti negli affitti, delle raccolte, dell'onoranze, e d'ogni loro debito, e credito colla memoria delli patti fatti nel tempo, che sono stati ammessi al servizio del monastero di monte Uliveto; non eccede l'anno 1447= ed i suoi continuatori sono stati Fra Giovanni da Padova, Fra Biagio da Montepulciano, Fra David della Mirandola, Fra Giovanni da Monte Chiaro, Fra Matteo di Giovanni da Siena, e qualche altro cellerario dell'istesso monasterio; cita il memoriale piccolo, il Libro di Ruffeno, il Libro F, il Libro Stella, ed il memoriale O. prima era contraddistinto dalla lettera E, ma ora secondo il nuovo ordine viene denotato col mezzo delle due GO. 05 maggio 1424 - 1449 Fu fatto in Monte Uliveto un Libro (GP) specialmente de debiti, e crediti, o sia con i monasteri a causa di tasse, visite e viaggi, o con altri a cagione d'imprestiti, di depositi, di salari di manifatture, e del bestiame. Vi sono ancora registrate le raccolte fatte ne poderi, il loro esito, gl'affitti, e la compra e la vendita di qualche stabile. Si trova al medesimo Libro premesso un piccolo indice di nomi di quelli, colli quali il suddetto Monastero ha avuto interesse. 08 luglio 1441 - 1446 Fra Bartolomeo da Cremona cellerario incomincia un Libro (KQ) dello stato delli Granari di Ruffeno, di S. Anna, e di Castel mozzo, che sono membri del granaro di monte Uliveto coll'entrata del frumento, ed esito del vino, dell'olio, biade, e legumi. 25 agosto 1466 (Codice GS) Menico di Bartolomeo chiamato Capitani da Chiusure per il prezzo di trecento fiorini a ragione di quattro lire per uno, vende a Fra Tommaso Franci di Asciano procuratore di Monte Uliveto, un podere con casa e pozzo posta nella curia di Chiusure nel luogo detto Cuserra, che termina con li beni del monastero di S. Marta con la strada del comune, e colli beni di Pipino, e de suoi figli; un pezzo di terra nel luogo detto Querceto, che confina con li beni del detto monastero di S. Marta, e da due parti con lastrada; un altro pezzo situato nel luogo chiamato el Poggio, che ha l'istessi confini; tre pezzi di terra posti nel luogo detto Campora con una fornace da mattoni, che oltre l'avere i sopraddetti vicini terminano ancora colli beni di Monte Uliveto, e con Angelo di Carlo; un altro pezzo chiamato el poggio del le case, che confina nella stessa maniera, e finalmente un altro pezzo nella contrada di Lucignano, che termina parimente con le possessioni di Monte Uliveto, di S. Marta, e con la strada del comune. Dal giorno 10 luglio 1472 - 1508 Fu incominciato in Monte Uliveto un Libro (302 HM 412) intitolato Memoriale famulorum, che altro non contiene, che 'l dare, e l'avere con li salariati del detto monastero, cita il Libro Stella, il Memoriale H, il Libro dell'uscita, il Libro Giallo B, quello del granaro, ed il Giornale Z, ed ha il segno della mezza Luna(). 11 maggio 1476 - 1490 Fra Benedetto Accarigi incomincia un Libro (327 DY ) dell'Entrata del denaro per conto di varie riscossioni delle tasse capitolari, e delle visite avute da monasteri, e per causa di alcune limosine, e della vendita delle grasce e del bestiame. Vi è ancora descritto l'uscita o sia dell'Imprestiti, delle manifatture, dei pagamenti per le decime papali, per trasporti, gabelle, opere, stipulazioni d'Istrumenti e per le spese nella compra d'alcune possessioni, di animali, di vitto, vestito, ed utensili. Arriva fino al 1490, ed i continuatori sono stati Fra Pietro da Valassina, Fra Benedetto di Mastro Giovanni da Siena, Fra Ansano parimente da Siena, e Fra Matteo da Mantova. Bene spesso sono citati gl'antichi Libri B, il Memoriale C, il Giornale G, il Libro de lavoratori F, il Memoriale H, il Memoriale G, il Libro luna, l'altro dell'opera, e quello delle visitazioni. il 18 giugno 1491 fino al 1516 Fra Luigi da Brescia incomincia un Libro(BM), che contiene la descrizione degli affitti, e Patti con li Lavoratori, aggiungendovi la nota del loro dare, ed avere per ragione specialmente dell'opere, del bestiame delle raccolte, e delle prestanze. Arriva sino al 1516, cita frequentemente gl'antichi Libri A ed R. Nell’anno 1492 13 marzo - 1532 (266 DZ 576) Fra Luigi da Brescia incomincia un Libro di Entrata e Uscita i monaci continuatori sono stati 1) Fra Barnaba da Bologna 2)Fra Giovanni da Firenze 3) Fra Costantino da Milano 4) Fra Giovanni Maria da Milano 5) Fra Benedetto da Milano 6) Fra Giovanni Battista Picchio da Viterbo 7) Fra Cristoforo da Lugo 8) Fra Paolo da Venezia 9) Fra Giovanni Andreada Siena 10) Fra Pietro Giacomo da Napoli 11) Fra Michele da Volterra 12) Fra Placido da Bologna. 12 maggio 1503 - 1546 Fu dato principio in Monte Uliveto ad un Libro (IP) chiamato Giornale in cui per altro non solo descritte sono le spese, che quotidianamente si sono fatte per il vitto, utensili, opere, viaggi, per l'infermi, per le pitture del chiostro, manifatture del coro, e per la nuova stalla, si registrano ancora le raccolte col loro esito, il dare e l'avere, l'entrata, e l'uscita del bestiame, le semente, le prestanze, e la galla di zafferano, data a contadini ed il cascio che dalli medesimi è stato riscosso. Il detto Libro si riporta al libretto G a quello de garzoni, a quello de salari alli due RS a quello delle stime, al libro B dell'uscita, al Libro O, al Libro Luna, ed al memoriale F. Arriva sino al 1508, ed essendo prima segnato con la lettera X, gli è stata mutata nell'altre due IP Anno 1514 - 1532 Fra Cristoforo da Lugo incomincia il Libro KT che arriva fino all'anno 1532. I monaci continuatori sono: 1) Fra Vittorio 2) Fra GioAndrea da Siena 3) Fra Andrea da Cremona 4) Fra Pietro Giacomo da Napoli 5) Fra Costantino da Milano 6) Fra Michele Angelo da Volterra 7) Fra Placido da Bologna 22 febbraio 1546 (Continuazione del precedente fino al 1548) Fu incominciato un Libro, il quale tratta delle spese diverse per cagione della sagrestia, d'imprestiti, dell'opere, di vitto vestito utensili del bestiame e delle lettere colli conti della raccolta, e dell'esito del grano. Arriva sino al 1548= ed è segnato col mezzo delle lettere IP 18 agosto 1504 carta 10 (IX) Fra Tommaso Pallavicini abate generale di Monte Uliveto arbitro eletto da Ser Bartolomeo da Tortona Pievano della curia di Chiusure e da quella comunità sopra le differenze insorte a causa di certi Capitoli a lui proposti "Essendo el monastero di Santa Maria di Monte Uliveto così padrone, come il ditto comune di eleggere il Piovano" ad effetto di togliere ogni differenza dopo aver proibito loro le ingiurie, e le minacce, comanda, che il detto pievano renda la carta, che esso ha dell'Jus padronato, o alla Comunità, o all'istesso monastero, che non possa ad altri renunziare quella chiesa" o in vita o post mortem in danno, sive prejudicio" della stessa chiesa, o del comune, o monastero dichiarando, che in vece di tenere il predicatore la Quaresima è obbligato fra due anni di far porre almeno cinquanta olivI nel terreno di detta cura, che per quelli, i quali vogliono esser sepolti in chiesa prenda quando gli si compete all'uso del paese, e per quelli, che vogliono esser sepolti fuori stia alla discrezione di chi offerisce; che debba far la festa di S. Michele a sue spese, e così per la festa del Corpus Domini, volendo, che sia sua obbligazione solita a farsi; che aggiustI il calice grande, e per il resarcimento della campana contribuisce secondo che verrà tassato dall'abate di Monte Uliveto. Rogato Fra Evangelista Pico da Viterbo. IX pag. 10 25 febbraio 1507 – 1599 (Volume IY) Il nominato Don Placido da Bologna abate generale, concede al Vicario generale, ed al capitolo di Monte Uliveto il dare a terza generazione con quelle condizioni che saranno opportune le vigne di S. Martino, secondo il costume dei suoi predecessori. 06 dicembre 1599 pag. 19 Don Nicola da Padova vicario generale assieme col Capitolo di Monte Uliveto distintamente nominato essendo stato incaricato da Don Vito da Fiorenza abate generale a confermare gli atti di Don Filippo Guidiccioni da Prato visitatore della Toscana, e di Don Evangelista Ballati da Siena abate di S. Anna commissari deputati sopra l'affitto da farsi delli beni detti al Fonte a Sassi, e Capriola nella curia di Monte Pulciano, de quali n'erano stati investiti nel 1560 = Fidanza e Ser Fabio del q. Desiderio di Lattanzio Cini, e poi spogliati giuridicamente nell'anno scorso 1598 = per aver tralasciato di pagare molti canoni. approva i contratti fatti dalli medesimi Don Filippo e Don Evangelista con Antonio d'Alessandro Cervini, e con Girolamo di Giovanni Greppi. Rogato Fortunato Maccioni. 04 dicembre 1509 (Codice LG) Fra Cristoforo da Lugo cellerario di Monte Uliveto, da a lavorare il podere di Centenano a Petroio con certa quantità di bestiame a Betto Giovanni Malandrini, ed a Bigio, e Pietro di lui figli col patto che abbiano da coltivare il tutto a loro spese, ed a dovere e corrispondere nel granaio di S. Anna la metà delle raccolte con certe onoranze ancora. Nell’anno 1514 10 maggio. Fra Cristoforo da Lugo (sopra n. 7) incomincia il Libro KT Che arriva fino all’anno 1532. I monaci continuatori sono: 1) Fra Vittorio 2) Fra GioAndrea da Siena 3) Fra Andrea da Cremona 4) Fra Pietro Giacomo da Napoli 5) Fra Costantino da Milano 6) Fra Michele Angelo da Volterra 7) Fra Placido da Bologna Uscita generale. Reg. cart. di cc. 306 269 EC 379 dll’anno 1532 al 1551 10/05/1532 Fra Michele da Monza incomincia un Libro dell'uscita ( 269 EC 379) fatto in Monte Uliveto per conto del vitto, e vestito, dell'infermeria, foresteria e sagrestia, di prestanze al comune di Siena e di decime papali di Camera, di biade, d'utensili e di bestiame, di salari, di opere, di manifatture, e di pitture, di capitoli, di viaggi, di trasporti, di limosine, e di vari atti pubblici. I continuatori secondo apparisce dal suo contesto sono stati 1) Fra Valeriano da Lucca, 2) Fra Girolamo da Venezia, 3) Fra Michel'Angelo da Volterra, 4) Fra Gio,Battista da Verona, 5) Fra Agostino parimente da Verona, 6) Don Agostino da Brescia, 7) Don Protasio Cantù. Sono bene spesso citati i Libri D. T, il Libro B del padre generale il libro Portinaro, il Giornale, il Memoriale, ed il Libro de salariati. Arriva sino al 1551, secondo il nuovo ordine è contraddistinto colle lettere EC. 30 giugno 1532 (Codice OC) Fra Ippolito abate generale della Congregazione di S. Benedetto, conviene con Girolamo d'Agnolo d'Antonio da Siena muratore il fare, gettando giù la vecchia, una nuova peschiera selciata nel fondo, lunga settanta braccia e larga trentacinque, ed alta otto, secondo il disegno, promettendo di dargli trenta soldi per ogni canna di cavo, cinque carlini per le muraglie e le spese, aggiungendo altre condizioni opportune per il buon esito di tale bonificamento. Rogato Gio. Battista di Mariano Pelori. OC pag. 6 Nell’anno 1532 12 luglio fu iniziato il Libro 268 EB 378 che arriva fino all’anno 1576 e i continuatori furono: 1) Fra Bartolomeo Poliziano (1528.1.3. Q 38) 2) Fra Valeriano da Lucca 3) Fra GioBattista da Verona 4) Fra Michele da Monza 5) Fra Agostino Lignano 7) Fra Agostino da Brescia (1529 CQ) 8) Don Protasio Vantù 9) Don Mariano da Siena 10) Don Atanasio da Perugia 11) Don Girolamo Ghilio da Milano 12) Don Pietro Soncino 13) Don Pier Maria da San Marino 14) Don Alberto da Bologna 15) Don Gio Maria da Birago 16) Don Serafino da Brescia 17) Don Felice da Firenze 18) Don Felice da Lugo 19) Don Lorenzo da Bologna 20) Don Girolamo da Fabriano 21) Don Lorenzo da Perugia 22) Don Antonio da Padova 23) Don Nicola da Perugia 24) Don Onorato da Milano 25) Don Lodovico da Bologna 1544 01 settembre Fu incominciato il Libro (BN) intitolato Terreni e case a diversi, il quale oltre questa materia contiene ancora le memorie delli patti, onoranze e caducità che vi sono state aggiunte col loro dare ed avere. Termina all'anno 1561. E' un Libro molto di rimarco, particolarmente per conoscere il pristino stato e li fondi del monastero di Monte Uliveto, credendo che possa servire di continuazione al celebre libro chiamato Renovamini. Nell’anno 1546 10 maggio Don Vittorio da Firenze incomincia un Libro dell'uscita di Monte Uliveto(271 EE 381), per conto delle spese in vitto, vestito, utensili, viaggi, trasporti, gabelle, salari, opere, fabriche, riparazioni, ornamento della chiesa, e refettorio, in bestiame, stalla, infermeria, sagrestia, foresteria, e pigioni, in limosine, ed in frutti de censi passivi, colla descrizione bene spesso delli debiti e crediti, e dello stato del suddetto Sono stati i continuatori 1) Niccolò da Bologna, 2) Don Marcello da Milano, 3) Don Aurelio da Mantova, 4) Don Vincenzo da Genova, 5) Don Isidoro e 6) Don Vittorio da Padova, 7)Don Claudio da Pistoia, e 8) Don Policarpo da Milano. Cita frequentemente il libro de Ricordi B. il D, C. un certo libro debitorum, un memoriale, un monastero. Arriva sino al 1607 ed i suoi continuatori sono stati Don Modesto, e Don repertorio, un Libretto della , ed il Libro de selariati.EE parte prima fabbrica. 10 febbraio 1547 Pietro Paolo del q. Salomone Piccolomini da Siena dona al Rev.mo Don Ippolito da Milano abate generale ed a Don Agostino da Brescia Cellerario di Monte Uliveto un podere con casa posto nella curia di Chiusure nel luogo detto il Piano, confinante colli beni del detto monastero, con questo che quando egli sarà passato all'altra vita, sia esso sepolto gratis nella chiesa di Monte Uliveto, nel tumulo di suo padre, facendosi lo stesso con Lucrezia sua moglie, e che debba senz'altra recognizione celebrarsi l'uffizio e le solite messe de morti dette di S. Gregorio, coll'anniversario della di lui morte, in caso non succedesse in giorno festivo, che allora si dovrebbe rimettere nel giorno ; dichiarando per fine, che se avesse figli legittimi, e naturali una tal donazione sia ipso facto irrita e di niun valore. M 15/04/1551 Don Protasio Cantù dà principio ad un libro dell'uscita ordinaria di Monte Uliveto(272 EF 382) per conto della Sagrestia dell'infermeria, e della stalla, delle spese del bestiame, del vitto e vestito, di vari utensili, delle lettere, di alcune manifatture, dell'opere di altri salariati, di viaggi, trasporti e delle gabelle. In esso si citano il Libro de debiti, e crediti, il Libro Giallo C, il Libro dell'ova, quello del sale, quello del pesce, quello delle stime, quello dell'opere, l'altro de salariati, quello dell'Infermeria, e quello del Fattor di Siena I continuatori sono stati 1) Don Mariano da Siena, 2) Don Atanasio da Perugia, 3) Don Girolamo Ghilio, 3) Don Pier Maria da S. Marino, 4) Don Alberto da Bologna, 5) Don Giovanni Maria Birago, 6) Don Serafino da Brescia, 7) Don Felice da Firenze, 8) Don Felice da Lugo, 9) Don Angelo dall'Aquila, 10) Don Basilio da Lucca, 11) Don Lorenzo da Bologna, 12) Don Girolamo da Fabriano, 13)Don Lorenzo da Perugia, 14) Don Antonio da Padova, 15)Don Niccola da Perugia, e 16) Don Onorato da Milano. Arriva sino al 1576 ed è segnato colle lettere EF 24 maggio 1560 - 1683 Don Felice da Lugo incomincia il Libro (IR) chiamato delle opere, compresi anche i sarti, i fabbri, e tutti quelli, che hanno impiegato la loro opera in servizio di Monte Uliveto. Si aggiunge inoltre il conto del loro dare ed avere, e delle spese diverse fatte per bisogno al detto monastero. Si estende il consaputo libro sino al 1683, cita bene spesso il libro del granaro, il Giornale, e il Libro delle case. Nell’anno 1562 primo dicembre Don Angelo dall'Aquila incomincia un Libro (273 EG 383) , chiamato dell'entrata straordinaria di Monte Uliveto, in cui si notano varie riscossioni, il bestiame, la lana, ed altra robba venduta, li fitti, e talvolta i laudemi auti nell'investitura de terzi. Si citano nel medesimo libro gli altri delle stime, del zaffarano de debiti, e delle case. I suoi continuatori sono stati: 1) Don Basilio da Lucca (1563 - vedi sotto BP) 2) Don Lorenzo da Perugia, 3) Don Antonio da Padova, e 4) Don Niccola da Piacenza. Arriva sino al 1574 ed è contraddistinto col mezzo delle lettere EG parte 1a. 15 maggio 1563 fino all’anno 1580 Don Basilio da Lucca incomincia un Libro (BP) dell'uscita straordinaria di Monte Uliveto, nel quale si descrivono le spese per le opere, per manifatture, per restituzioni o sia per crediti, per foresteria, per infermeria e compra di vino, sale, pesce, ova, bestiame, biade, e legumi. Vi è ancora la nota del cascio riscosso da poderi, de fitti, delle case unitamente talvolta qualche pezzo di terra colla memoria del dare, ed avere delli pigionali, e fittajoli. Si citano il Libro de creditori, il Libro Vecchio delle case, quello dell'opere, e l'altro de salariati. 17/05/1576 Don Ludovico da Bologna Cellerario di Monte Uliveto incomincia un Libro d'entrata di denaro per aver venduto le grasce, ed il bestiame, per aver riscosso in moneta le onoranze doute dalli contadini dello stesso monastero e per aver auto vari fitti, pigioni,canoni, e laudemi. E' stato continuato dalli di lui successori sino al 1585, ed ha molta relazione col libro vecchio dell'entrata e cogl'altri del granaro, delle stime, delle case, della carne, e del dare, ed avere, e presentemente vien contraddistinto col mezzo delle lettere EG parte 2a 17/05/1576 Il medesimo Don Ludovico da Bologna incomincia un Giornale(274 EH 384) delle spese fatte in vitto, e vestito, in utensili, salari, opere, manifatture, bestiami, viaggi, trasporti, gabelle, e fabbriche, come ancora per la sagrestia, foresteria, infermeria per le chiese di Chiusure e di Roffeno, e per i bisogni dei Capitoli. Si cita bene spesso la vacchetta delle opere, il libro dei debitori, e creditori, e quello dei salariati. Arriva sino al 1585 =, ed è stato continuato da 1) Don Giulio Cesare da Milano e 2) Don Pietro Paolo da Siena. 01 gennaio 1578 - 1596 Don Ludovico da Bologna cellerario di Monte Uliveto incomincia un Libro (FF) dell'entrata della carne porcina dovuta dalli mezzaioli al detto monastero, e del cascio, lana, lino, zaffarano, e mandorle, che si sono raccolte. 01 maggio 1580 - 1597 Fu incominciato in Monte Uliveto un Libro (HB) de debiti e crediti, nel quale si fà menzione delli censi, e delli frutti da corrispondersi, dell'utile e scapito nel bestiame, d'imprestiti de' fitti, pigioni di case, di opere di salari, di spese per vitto, vestito, medicine e fabriche; di grasce, o comprate o vendute, di soprannumeri, e di altre tasse pagate da monasteri, come anche del denaro, o dato, o ricevuto dalla Procureria generale aggiungendosi la nota della spesa per i Capitoli e manifatture per il refettorio, con un indice de nomi, e di Materie. Arriva sino al 1597, e cita bene spesso gli altri Libri del granaro, il Giornale GB, quello de Terzi, quello delle stime, quello dei terzi, quello delle stime, quello del vino, quello dell'entrata ed uscita e l'altro di debiti e crediti anteriore al presente. HB 01 luglio 1583 - 1593 Don Piero Pavolo da Siena cellerario di Monte Uliveto, incomincia un Libro (KZ) del granaro, in cui sino all'anno 1593 = si tratta dell'entrata del grano, vino, olio, biade, legumi, lana, lino, e zaffarano coll'uscita delle cose, a causa della semente data etc. di quello, che si è venduto, di quello che ha servito per pagamento de salari, e per bisogno di A, ed in qualunque altra maniera se ne è fatto consumo. Sono citati i Libri A de ricordi, il Libro de debiti, e crediti, il Libro de salariati, il Libro dell'opere, el libro dell'entrata. 15/05/1585 - 1607 Don Lodovico da Bologna incomincia un Libro dell'entrata di Monte Uliveto (275 EI 385), in cui si fà menzione del denaro avuto per le grascie, bestiame, e materiale per fabbriche venduto, di altre riscossioni di pigioni di case, di sussidi, dalla procureria generale, di tasse per il Capitolo, per le Lettere, per le prigioni, per in Npoviziato trasportato da Brescia a Monte Uliveto, per i travagli in quello stato di vari sopranumerari, e di diversi censi fatti per le urgenze del medesimo monastero. In questo Libro si cita bene spesso il Libro de ricordi A. il Libro B, il Libro della carne, quello delle case, il D. C., il Libro debitorum ed altri di Quercecchio, il Giornale, il libro del granaro, l libro delle stime,e quello del vino. Arriva sino al 1607, ed i suoi continuatori sono stati 1) Don Bernardo da Padova, 2) Don Leonardo da Firenze, 3) Don Tolomeo d'Aversa, 4) Don Aurelio da Milano, 5) Don Michel Angelo da Cantiana, 6) Don Giovan Battista da Lucca, 7) Don Cipriano de Venezia, 8) Don Timoteo da Milano, 9) Don Vittorio da Firenze, 10)Don Modesto da Bologna, 11) Don Niccolò parimente da Bologna, 12) Don Marcello da Milano, 13) Don Aurelio da Mantova, 14) Don Isidoro e 15) Don Vittorio da Padova, e 16(Don Policarpo da Milano 19/05/1585 Lo stesso Don Lodovico da Bologna incomincia un Libro dell'uscita di Monte Uliveto (276 EK 386) d’Uscita Generale . Reg. car. Dii cc. 399; per conto delle spese della Sagrestia, Infermeria, e della stalla, del vitto, vestito, e medicamenti, de viaggi, trasporti e gabelle, di fabbriche risarcimenti, utensili, e manifatture, del bestiame, de salariati, dell'opere, e di varie restituzioni. In esso si citano i Libri de ricordi segnato B, quello de debiti, e crediti, l'altro segnato A,quello de salariati,l'altro dell'opere, quello delle stime, e quello degl'affitti, arriva sino al 1596. i suoi continuatori sono stati 1) Don Bernardo da Padova, 2) Don Leonardo da Firenze, 3) Don Tolomeo d'Aversa, 4) Don Aurelio da Milano, 5) Don Michel Angelo da Cantiana, 6) Don Giovan Battista da Lucca. 7) Don Cipriano da Perugia, 8) Don Timoteo da Milano. 05/05/1607 Don Crisostomo da Corleone incomincia un Libro dell'entrata di denaro (277 EL 387) che va fino all’anno 1632 di 556 pagine, per conto delle grasce, e bestiame venduto, delle Pigioni, degli affitti, delle investiture, de terzi, del quantitativo avuto da superiori per le lettere dei soprannumerari, sussidi, spogli, ed altre riscossioni, aggiungendovi ancora la nota delli crediti, delle debiti, bonificamenti, è lo stato del monastero, in esso si fà menzione del Giornale del Libro del granaro, di quello delle case, di quello dell'onoranze, di quello delle stime, di quello de terzi, di quello de ricordi, e di quello della Fabbrica. Arriva sino all'anno 1632. I suoi continuatori sono stati 1) Don Panfilo da Bologna, e 2) Don Filoteo da Bologna, 3)Don Miniato da Firenze, 4) Don Domenico da Cremona, 5) Don Pietro Paolo da Bologna, 6) Don Antonio da Padova, 7) Don Bartolomeo da Palermo, 8) Don Leonardo da Napoli, 9) Don Gabriele da Milano, 10) Don Giacomo da Padova e 11) Don Giorgio da Napoli. Anno 1610 Don Panfilo da Bologna cellerario di Monte Uliveto incomincia un Libro (LD) dell'uscita fatta del grano, vino, olio, lana, cascio, zaffarano, canape, lino, biade, e legumi, a causa del consumo, della semente, degli imprestiti, de pagamenti in robba e de salari, alle volte si tratta ancora dell'entrata delle suddette cose. Bene spesso si citano i libri dell'entrata di denaro, del Granaro di Quercecchio, de salariati, de debiti e crediti, ed il Giornale. E' stato conitnuato dalli successori. 13 maggio 1613 - 1644 Fu incominciato in Monte Uliveto un Libro (FG) delle onoranze, che contiene la nota delli capponi, polastri, ova e carne porcina, che dalli contadini dipendenti di esso monastero sideve, e si paga. Arriva sino al 1644. Cita bene spesso il Libro delle stime, quello dei terzi, quello de contratti, e quello de debitori, e creditori, ed è segnato con le lettere FG parte 1a. 01/06/1621 - 1638 Don Antonio da Padova (N. 6 del precedente)incomincia un altro libro dell’uscita di M onte Oliveto Maggiore, (279 EN 389) ove si tratta della compra del vitto, vestito, bestiame, ed utensili della paga, de frutti de censi passivi, di gabelle. de salariati, e dell'opere, delle spese in manifatture, fabriche, risarcimenti, viaggi, trasporti, capitoli, vestiari, regali in congiuntura della messa novella, ricreazioni di monaci e limosine, ed altre per la sagrestia, infermeria, foresteria, barberia, speziaria, libreria, stalla ed oliviera. Si citano in quello Libro quello de debiti, crediti, quello de salariati, l'altro de ricordi, l'altro delle fabbriche, l'altro della Fattori, l'altro della libreria, ed il giornale. Arriva sino al 1638. I suoi continuatori sono stati 1) Don Bartolomeo da Palermo, 2) Don Leonardo da Napoli, 3) Don Gabriele da Milano, 4) Don Giacomo da Padova, 5) Don Giorgio da Napoli, 6) Don Secondo, 7) Don Caludio Aleatti da Ferrara e 8) Don Carlo Francesco da Milano. 13 maggio 1623 - 1638 Don Leonardo da Napoli cellerario di Monte Uliveto, incomincia un Libro (IF), o sia Giornale, in cui tratta delle spese, che si sono fatte alla giornata per il vitto, vestito, mancie, e gabelle, per il mantenimento della sagrestia, spezieria, e della stalla, per la compra del bestiame e d'utensili, per il pagamento di diverse manifatture. Ha molta relazione col Libro dell'uscita. 01 giugno 1623 – 1646 Fra Giovanni Battista da Siena speziale da principio ad un libro (CF) del dare, e dell'avere, dell'entrata, e dell'uscita, della spezeria di Monte Uliveto Maggiore. E' stato continuato da Fra Ippolito da Siena. Arriva sino al 1646, e siccome prima si contraddistingueva col mezzo della lettera A. 30 giugno 1623 - 1689 Don Angiolo Maria da Bologna Vicario generale apostolico incomincia un Libro (KI) concernente l'entrata della sagrestia, o sia della robba donata, venduta, e delle riscossioni de spogli, di varie disposizioni degli abati generali, del tangente per le professioni, delli censi attivi colla procureria generale, e col monastero d'Arezzo e del canone pagato dalla comunità di Chiusure per la natività della Beata Vergine, riportando ancora l'uscita per conto di compre, e rassettatura di paramenti e vasi sacri, per denaro dato a monaci o a causa de viaggi, e della celebrazione dell prima messa, per la manutenzione dell'organo, e de libri corali, per sussidio della pieve di Chiusure, per aiuto di qualche fanciulla, per la fabbrica della Cappella del Beato Bernardo, e per la restaurazione delle altre chiesine. E' stato coninuato dall'abate Don Filoteo da Bologna, da Don Giacomo da Padova, da Don Giorgio da Napoli, da Don Claudio Aleatti da Ferrara, da Don Carlo Francesco e da Don Francesco Maria da Ferrara, da Don Barnaba Fantuzzi, da Don Vittorio di Napoli, da Don Pietro Paolo da Bologna, da Don Clemente Zambeccari, da Don Timoteo da Verona, e da Don Angelo Maria da Napoli, tutti cellerari di Monte Uliveto. E' in quarto grande. 01 gennaio 1626 - 1660 Fra Giovan Battista da Siena Speziale incomincia un Libro (326 CG 406) dell'entrata e dell'uscita, e del dare e dell'avere, della spezieria di Monte Uliveto maggiore. Ha molta relazione col Libro vecchio A. E' stato riveduto e sottoscritto delli superiori, o Cellerari o altri deputati nell'istesso monastero. Arriva sino al 1660, e siccome era prima segnato colla lettera B. 01/05/1632 - 1653 Don Claudio Aleatti da Ferrara (N. 7 del precedente) incomincia un Libro dell'entrata di denaro avuta in Monte Uliveto (280 EO 390), per conto dei fitti, pigioni, canoni, soprannumerari, tasse nella Congregazione Ulivetana, sussidi, vendita di grasce e di bestiame, e per conto ancora di varie altre riscossioni. Vi è inoltre notato bene spesso lo stato del monastero, le provvisioni lasciate, ed il suo dare ed avere, si citano da esso i Libri de debiti e crediti, de ricordi, del granaro, de terzi, dell'onoranze, delle stime, della sagrestia. E' stato continuato da: 1) Don Carlo Francesco, e da 2) Don Baldassarre di Napoli, da 3) Don Giuseppe da Milano, da 4) Don Clemente Zambeccari, e da 5) Don Timoteo da Verona. Arriva sino al 1623, ed è segnato colle lettere EO Uscita generale. Reg. cart. di cc. 501. 24/08/1638 - 1653 Don Francesco da Milano dà principio ad un Libro dell'uscita(281 EP 391), che si è fatta in Monte Uliveto nel comprare le grasce, diversi utensili, ed il bestiame , nel pagare frutti de censi passivi, viaggi, i trasporti, le manifatture, li vestiari, le opere, ed i salari, nella spese delle fornaci, delle fabbriche della sagrestia, spezieria, infermeria, foresteria, e della stalla, e nel far fare varie scritture e atti giudiziari, e nell'agire le liti. Sono in questo libro citati quelli de salariati, de ricordi, dei debiti e crediti, delle fabbriche delle stime, ed il giornale. A I suoi continuatori sono stati 1) Don Barnaba Fantuzzi da Bologna, 2) Don Claudio, e 3) Don Baldassarro da Napoli, 4) Don Giuseppe da Milano, 5) Don Clemente Zambeccari e 6) Don Timoteo da Bologna, 7) Don Protasio da Piacenza, e 8) Don Pietro Maria da Siena 01/12/1648 Don Clemente Zambeccari incomincia un Libro (300 HG 410) de debiti e crediti, il quale siccome è nel principio un estratto di vari Libri, come esso protesta, perciò contiene alcune memorie di addietro sino dal 1605. Si tratta adunque nel medesime de Censi, suoi frutti di grascie, e bestiame, o comprato, o esitato, delle fitti, delli laudemi, delle pigioni di canoni delle donazioni, e lasciti, delle alienazioni, e compra de stabili, de Quindenni corrisposti in Roma per le cure di Chiusure e di Rofeno, de contratti, transazioni e patti con i lavoratori, e terzaioli, delle fosse del Capitolo, ed altri sussidi de supernumerari de spogli dello stabilimento fatto tra l'abate generale, el monastero di Monte Uliveto circa la corrisposta de suoi emolumenti, dell'istituzione della dote, delle spese per i curati, o secolari, o Regolari soggetti al suddetto monastero per la sagrestia per i Capitoli generali, per medicamenti, per manifatture, per utensili e per opere colla descrizione bene spesso dello stato di Monte Uliveto, e delle sue provisioni. Arriva sino al 1663è stato continuato dalli cellerari pro tempore, ed ha molta relazione colli Libri frequentemente citati de contratti segnato F, con quello de terzi, col DG vecchio, col Memoriale A, col Libro del granaro, con quello della sagrestia, con quello de Ricordi, con quello dell'onoranze, con quella dell'uscita, con quello chiamato Notabilium, e con quello di Rofeno 01/05/1653 - 1658 Don Ippolito da Pistoia incomincia un Libro dell'Entrata (282 EQ 392) fatta in Monte Uliveto per conto delle grasce vendute, delle tasse, de soprannumerari, e d'altre riscossioni. Contiene ancora l'Uscita per liti, e scritture per salari, mance, opere, bonificamenti, frutti de censi passivi, viaggi, chiesa, e sagrestia, speziaria, e stalla, e compra di commestibili, e di vari utensili. Si citano in esso il Libro de debiti, e crediti, quello della spezieria, quello dell'onoranze, quello delle pigioni, quello de salariati, il Granaro e il Giornale: Il suo continuatore è stato Don Sereno da Milano, ed è contraddistinto col mezzo delle due lettere EQ prima parte 01/05/1654 Don Sereno da Milano cellerario di Monte Uliveto incomincia un Libretto particolare dell'Entrata fatta per conto della robba, e bestiame venduto de soprannumerari, e d'altre riscossioni, coll'uscita avuta per la compra di commestibili, e per le spese seguite in frutti de censi passivi, in mancie, manifatture, trasporti, consumo di casa, medicamenti, opere salari, imprestiti, e gabelle, aggiungendo in oltre vari conti della lana, cascio, canape, e di diversi generi di raccolte; arriva sino all'anno 1658, ed è segnato colle lettere EQ parte 2°. 03/08/1658 - 1678 Don Luigi da Lecce incomincia un Libro dell'Entrata di denaro(283 ER 393) fattasi in Monte Uliveto per aver venduto il vino, il grano, il bestiame, l'olio, la lana, ed i medicamenti, per aver riscosso vari crediti, canoni, affitti, pigioni, livelli, onoranze, soprannumerari, tasse, sussidi, frutti di censi, donazioni, ed il quantitativo solito pagarsi dall'abate generale a conto delle lettere. Questo Libro ha molta relazione don li seguenti libri frequentemente citati del granaro, de debiti e crediti, col Giornale, col Libro de terzi, coll'altro delle case, con quello de contratti, con quello dell'osservanze, con quello delle stime, con quello de livelli, con quello de soprannumerari e col Libro segnato con la lettere P. I suoi continuatori sono stati 1) Don Ippolito Maria da Bologna, 2) Don Angelo Maria, e 3) Don Giacomo da Napoli, 4) Don Marcello da Milano, 5) Don Carla Maria Narducci da Bologna, 6) Don Silvio da Milano, 7) Don Arserio da Verona, e 8) Don Eugenio da Ferrara. SACRESTIA Uscita generale. Reg. cart. di cc. 406. 01/08/1658 - 1678 Don Luigi da Lecce incomincia un Libro dell'uscita (284 ES 394) fattasi in Monte Uliveto a cagione delli censi, ed altri debiti estinti, delli frutti per essi pagati, de Quindenni, de vestiari, delle mancie, manifatture, bonificamenti, e riparazioni, della compra di commestibili, delli medicinali, e del bestiame; e finalmente a causa delle spese avute in salari, opere, viaggi, liti, e scritture, in Chiesa, sagrestia, e nella stalla. Nel medesimo Libro si citano quello de salariati, quello de debiti e crediti, il Giornale, ed il Granaro. I suoi continuatori sono stati 1) Don Angelo Maria napoletano 2) Don Giacomo Pisanelli napoletano, 3) Don Valeriano e 4) Don Marcello Milanesi, 5) Don Carlo Maria Narducci perugino, 6) Don Odoardo bolognese, 7) Don Silvio milanese. 8) Don Arserio veronese, e 9) Don Eugenio ferrarese. 04/05/1656 Don Romualdo da Genova abate generale dell'Ordine di Monte Uliveto col Definitorio conoscendo che il monastero principale di essa religione era affatto in rovina per essere i poderi incolti, e privi di bestiame decreta di prendere milledugento scudi a censo per quest'effetto e per comprare trenta moggia di grano in circa per sovvenire i contadini colli seguenti vincoli, che il vicario generale debba inoltrare il Definitorio l'impiego del consaputo denaro. Che il bestiame compraato si consegni con tali condizioni acciò tosto cresca, che mai possa scemare, che il grano poi di debba solo prestare alli contadini del monastero… 27/09/1662 Don Angelo Maria da Napoli incomincia un Libro della dote, o sia del grano, che si presta alli contadini del monastero di Monte Uliveto, e che si riscuote dalli medesimi, e del modo con cui è stata istituita si è accresciuta, e si conserva. Vi sono ancora registrate le tasse e le riscossioni del capitolo generale con le spese, che si fanno in tale congiuntura, ed ancora i soprannumerari, le dozzine, i sussidi, i spogli, e il loro esito, ed impiego. Arriva sino al 171 ed è contraddistinto col mezzo delle lettere HE 29/07/1663 Don Angelo Maria da Napoli incomincia un Libro de debiti, e crediti, nel quale oltre la compra, e vendita di diversi generi, si tratta di censi attivi e passivi, de frutti, ed estinzione de medesimo, di canoni, di affitti, del modo, con cui sono stati dati, terminati, o colti, de Laudemi, di donazioni, e pesi ad esse annessi, di patti stabiliti con i lavoratori, di sussidi somministrati in diverse congiunture dalla Congregazione Olivetana, di quindenni corrisposti in Roma per le cure di Rofeno, e di Chiusure, d'imprestiti, bonificamenti, pagamenti, riscossioni, dello stato del monastero, e delle spese mper la chiesa, e per altre cose necessarie. Il medesimo Libro ha molta relazione con gli altri del dare ed avere vecchio, e nuovo, con quello di Quercecchio, con quelli de contratti, Croce, ed F, e con quelli delle pigioni, del granaro della cantina, dell'uscita, delle stime,libere e delle stime vendute, dell'onoranze, de salariati, de soprannumerari, di cose diverse, e ccon le lettere HF 05/05/1678 - 1701 Don Eugenio da Ferrara incomincia un Libro dell'entrata di denaro (285 ET 395) fattasi nel monastero di Monte Uliveto per conto di varie riscossioni, del denaro corrisposto dal padre generale, per le lettere de sussidi, de soprannumerari, spogli, e tasse, e per conto delle grascie e del bestiame, che è stato venduto. Si citano nello stesso Libro quello de soprannumerari, quello delle pigioni, quello dell'onoranze, quello del dare, ed avere, quello delle tasse, quello de terzi, quello di Rofeno il granaro, ed il Giornale. I suoi continuatori sono stati 1) Don Lorenzo d'Ascoli, 2) Don Pietro Maria da Siena, 3) Don Remigio da Lodi, 4) Don Giulio Cesare da Brescia, 5) Don Gennaro da Napoli, 6) Don Alessandro da Milano, e 7) Don Cornelio Marzari da Rovigo. Dal 1681 al 1686 Don Francesco Tolomei descrive (297 FZ 407) molte attività e documenta molte notizie importanti su fatti e opere succedute dal 1681 al 1686 (Cisterna sagrestia. Portare l’acqua alla cucina, fabbrica della fonte tonda per lavare i panni, risarcimento della stufa del forno, dell’organo del monastero, nel terremoto e rifacimento alla Torre, lavori al tinaio e il nuovo torchio, al risarcimento del nuovo guazzatolo, condotta in mattone per addurre l’acqua dal Procione alla peschiera, e il ripetuto lavoro alla fornace) 29/01/1686 - 1697 (Codice CK) Fu incominciato in Monte Uliveto un Libro dell'entrata e dell'uscita della Bottega del fabbro, il quale oltre l'inventario della robba che si trova nella medesima contiene le spese di lime, di cartone, e li conti con vari e specialmente colli contadini del suddetto monastero, che si sono prevalsi della stessa fabbreria. 01/12/1694 - 1717 Fu incominciato un Libro dell'onoranze(291 FI 401), o sia dei pollami, ova, e carne porcina, cose alle volte indotte in denari, che per conto di qualche podere, terzo e casa ancora si corrispondono dalli dipendenti del monastero di Monte Uliveto. Si nota in questo libro il loro debito proveniente da tale obbligazione, ed incidentemente si tratta del tempo, e del modo con cui sono state consegnate le case, ed i terreni; bene spesso si citano i Libri nuovo, e vecchio delle onoranze quello de mezzaioli, quello dei terzi, quello delle pigioni, e quelli de contratti. Comprende gli anni 1503-1808 e vi è inserito anche l'inventario del patrimonio 16/10/1695 Fu incominciato in Monte Uliveto un Libro (308 GF 418) dove premesso un indice di Materie, e di nomi poco rimarcabile, ed ancora un Inventario dei fini, che sono ne poderi. Si tratta delle stime del bestiame consegnato alli mezzaioli, e terzaioli del suddetto monastero col suo utile, e discapito, e colle partite del loro dare, ed avere, descrivendosi alle volte come sono stati investiti, confermati, e decaduti dalle possessioni, e case che gli erano state date in consegna. Il presente libro si riporta all'altro vecchio delle stime, a quello dei contratti F, ed al Libro delle pigioni. Arriva sino al 1706, e la lettera B con la quale si contraddistingueva si è mutata nelle due lettere GF. 01/03/1696 - 1730 Fu incominciato in Monte Uliveto un Libro (300 HG 410)de debiti, e crediti, dove alle vote si trova la serie delli inesigibili, e di poca speranza. Lo stato, e lla scorta del detto monastero, i pagamenti del generale per le lettere,e le tasse de monasteri per sussidi, gli spogli, le dozzine, i soprannumerari, i Legati, gli affitti, le investiture, i laudemi, i canoni, le onoranze, le imposizioni del Principe, le gabelle, i quindenni, i censi colla procureria generale, e con altri, li salariati, i viaggi, lo scapito, e guadagno delle stime, le compre, e vendite di bestiame di grasce, di mobili, e di beni stabili, le permute, le transazioni e l'imprestiti. Sono citati i Libri vecchio., e nuovo del dare e dell'avere, altri de contratti quelli dell'entrata, ed uscita, de mezzaioli, de terzi, dell'onoranze, de salariati della dote,l Granaro.

venerdì 29 luglio 2016

Mino Tolomei e il figlio Nello fratello di San BernaRDO

Mino mtolomei e il figlio Nello TOLOMEI MINO E DANTE A SAN GIMIGNANO 1300 7 MAGGIO Nel Consiglio generale del comune di San Gimignano si discute l’ambasceria fiorentina esposta da Dante (7 maggio 1300). Firenze, Archivio di Stato, Carte San Gimignano, vol. 213, Riformagioni Podestà Mino dei Tolomei, c. 26. Alle rr. 8 ss. si legge: «...postulavit quod cum per nobilem virum Dantem de Allegherijs Anbaxiatorem Comunis Florentie qui pro parte dicti Comunis in presenti consilio retrassit et dixit quod...». Nella rubrica a lato: «Inposita super Anbaxiata Dantis de Allegherijs». La perorazione del «nobilem virum Dantem de Allegheriis anbaxiatorem comunis Florentie» non resta inascoltata, e i Sangimignanesi nominano i loro delegati al convegno della Taglia, il quale avrebbe dovuto aver luogo a Empoli (dove s’erano svolte le precedenti radunanze, quasi a perpetuo monito di altro convegno empolitano, quello che aveva visto Farinata difendere a viso aperto Firenze dalla distruzione), ma fu invece a Castelfiorentino, nell’ultima decade di giugno (quando D. è già entro il Palazzo, quale priore). Due altri fatti si consumano in questo stesso periodo; a nessuno di essi è da principio legato il nome di D., e pur tuttavia la sua corresponsabilità con la politica dei precedenti priori è nella forza delle cose: la congiura che nel marzo Lapo Saltarelli (v.), il gonfaloniere Lippo Rinucci-Becca DANTE A SAN GIMIGNANO CON MINO TOLOMEI” Il conflitto tra Bianchi e Neri a Firenze è ormai senza remissione, è guerra aperta. L’incarico affidato a D. di un’ambasceria presso il vicino comune di San Gimignano, il 7 di maggio, s’inserisce per l’appunto tra lo scontro di Calendimaggio e il convegno di Santa Trinita, ed è quindi partecipazione più che ufficiale al programma politico generale dei governanti bianchi. In sé non è atto di grande rilevanza, eppur significativo dei tentativi dei Bianchi di assicurarsi l’alleanza delle città viciniori e del rango ormai esplicito assunto dal poeta, in un momento, anzi in settimane dense di avvenimenti e di fato. La missione diplomatica a San Gimignano è sicura (Barbi, Problemi I 42; Piattoli, Codice 73). Davanti al Consiglio generale di quel comune D. svolge una relazione, a nome dei Fiorentini, per organizzare l’elezione del nuovo capitano della Taglia guelfa di Toscana e persuadere i Sangimignanesi a parteciparvi, così come altri ambasciatori avevano fatto o faranno in quegli stessi giorni coi governanti delle altre città alleate, dalle forti Lucca e Prato e Pistoia ai comuni minori di Volterra, Colle, Poggibonsi e San Miniato. La perorazione del «nobilem virum Dantem de Allegheriis anbaxiatorem comunis Florentie» non resta inascoltata, e i Sangimignanesi nominano i loro delegati al convegno della Taglia, il quale avrebbe dovuto aver luogo a Empoli. I FRATELLI DI SAN BERNARDO TOLOMEI (PIETRO E NELLO) PIETRO DI MINO TOLOMEI E I TRE FIGLI MONACI OLIVETANII Pietro di Mino di Cristoforo Tolomei sposa Beatrice dalla quale ha più figli: - Giovanni 1332 - Francesco 1336 - Mino solo procuratore - Meo che presta 150 lire a Fra Cristofano Mignanelli, agostiniano - Giovanni di Pietro di Mino che si fa monaco olivetano il 3 settembre 1332. Ecco l’atto della sua oblazione: Giovanni di Pietro Tolomei cittadino senese offerisce se stesso e tutti i suoi beni mobili ed immobili a Fr. Bernardo del q. Mino Abate di Monte Oliveto, promettendo ad esso e ai suoi successori ogni riverenza ed obbedienza e di vivere in perpetua castità secondo la regola di S. Benedetto. 3 settembre1332. Rogato Giovanni del q. Ventura. - Un altro fratello Francesco di Pietro di Mino si fa anche lui monaco olivetano - Infatti Fra Francesco di Pietro di Mino Tolomei il 4 maggio del 1341 partecipa al capitolo generale ed elegge con altri monaci in procuratore di Monte Oliveto Maggiore fra Pietro di Donato (=Donati) Peruzzi di Firenze, già documentato presente il 4 settembre 1336 in un capitolo. Ecco l’atto riguardante Fra Francesco di Pietro Tolomei: Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei abate di Monte Oliveto col consenso di Fr. Simone di Turi da Siena, di Fr. Francesco di Pietro Tolomei, di Fr. Restauro da Siena, rettore e di altri del Capitolo Generale elegge in forma amplissima Fr. Pietro di Donato de Peruzzi da Fiorenza in procuratore del detto monastero di Monte Oliveto e suoi membri, sopra ogni questione e lite civile e criminale, che possa aversi in qualunque luogo e avanti qualunque persona. 4 maggio 1341. Rogato Francesco del q. Ser Giovanni Zorzi, cittadino senese. - Anche Mino di Pietro Tolomei viene scelto come procuratore, - quindi doveva essere competente giudice nelle cause, infatti abbiamo anche un suo atto notarile: A.M.O.M. n. 6 della cassetta B. 12. Fr. Tommaso del q. Minuccio da Siena con la licenza di Fr. Luca di Ghinalduccio Priore di S. Maria del Castagno dell'Ordine di Monte Oliveto elegge per suoi Procuratori in solidum Fr. Venturino da Trequanda, Mino di Pietro Tolomei, Francesco di Branche Accarigi, Ser Mino di Finello e Ser Niccola d'Amidea, ad effetto che possano agire ogni di lui lite e difendere ogni sua ragione. 30 giugno 1338. Rogato Alamanno del q. Ghino Segna da Fiorenza. Mino del q. Pietro Tolomei il 13 maggio 1347 c. 454r – 1318 29 dicembre. Ind. II. Abbiamo anche notizia di un quarto figlio di Pietro di nome Meo; infatti Meo di Messer Pietro di Messer Mino Tolomei di Siena fa una ricevuta a Fra Cristofano (del fu Tavena) dei Mignanelli di Siena dell’Ordine di S. Agostino della somma di £ 150 che gli doveva per cagione di mutuo a forma dei Rogiti del Not. infrascritto. Fatto a Siena. Rog. Ser Orlandino di Forestano Not. . ASS Conventi BI 228 339 24/02/1339 La moglie di Pietro di Mino Tolomei, cioè Beatrice si costituisce debitrice di Nicola figlio del fu Giovanni (=Tanis) di Chiusure, di 200 fiorini d'oro. Dobbiamo ricordare che il marito Pietro, fratello di Bernardo era stato bandito da Siena, e quindi la mamma dei tre monaci stava vicino a Chiusure, con difficoltà economiche. Fatto in Chiusure, coram fratre Ambrogio Nini, frate Gregorio Vannes de Senis, fratre Bernardo. Ego Franciscus notaius filius olim Bordini de Senis ..predictis omnibus interfui et ea rogatus scripsi prebui et publicavi. -Pietro di Mino Tolomei da Siena confessa d'aver ricevuto a causa di dote da Beatrice del q. Cola Visconti da Trevinano sua futura moglie tremila lire tra denaro ed altri beni promettendo in caso di restituzione della suddetta dote di renderla coll'augmento del terzo secondo la forma dello statuto d'Orvieto. Rogato Benvenuto di Guidone di Buonconte BH pag. 20 Qui il racconto dell'assassinio di messer Benuccio figlio di altro Benuccio Salimbeni (poeta) e di un messer Alessandro proposto, commesso mentre essi si recavano nei loro possessi della Val d'Orcia, alla Costa a Triboli presso S. Quirico, da messer Pietro di messer Mino Mellone e da Tavernozzo della famiglia Tolomei, deve essere conseguenza di altro fatto che qui si racconta sotto il medesimo anno, pochi capitoli dopo. Il Malavolti nella ‘Storia di Siena, lib. V parte 2° aggiunge che Pietro e Tavernozzo furono come assassini banditi da Siena per tutta la vita, e che essi, presa dimora in Ferrara, furono distinti con la qualifica di Tolomei degli Assassini. Da quel ramo di famiglia sarebbe poi derivata la famosa Stella Tolomei che sembra abbia sposato Niccolò d’Este, Marchese di Ferrara. NOTAI CHE HANNO ROGATO PER NELLO TOLOMEI FRATELLO DI SAN BERNARDO 1) Ego Massonus not. olim Cenni. 1310 novembre 13 F 19 2) Ego Conte filius Dialli not. 1310 dicembre 15 F 17 : 3) Ego Rossus not. fil. quondam Agustini. 1314 agosto 6 F 25 : (Lagia..Nello..) 4) Ego Guillelmus Not. olim Michaelis pro dictis infrascriptis et ea rogavi et publicavi. 1318 dicembre 12 F 30 : 5) Ego Jacobus not. vocatus Mucci filius ser Johannes 1326 marzo 31 F 36 6) Ego Vannes filius Mini not. publ. 1326 dicembre F 35 7) Ego Tomasinus Guidonis 1331 marzo 12 F 46 8) Ego Vannuccius Salvi not. 1331 luglio 27 F 42 9) Ego Niccholinus olim Vanni not. publ. 1331 novembre 29 F 45 Atti capitolari in Monte Oliveto Maggiore, presente Nello Tolomei: 11) Rogato Giovanni del q. Ventura. 1336 settembre 4 AV 329 218 c.22 12) Ego Johannes not. filius quondam Ranucci Venture. 1338 agosto 20 F 53 13) Rogato Giovamnni del q. Ventura. 1338 ottobre 5 (ASS. 221 BA 332, c. 7) 14) Ego Tomasinus filius quondam Salvi imperiali autoritate not. in officialis comunis castri podii Bonizi 1338 novembre 11 F 54 15) Atto fatto a Siena, nella casa dell'abitazione del testatore, nel popolo di S. Vigilio e nella contrada del fondaco dei Sagialariorum, alla presenza del Signor Francesco del signor Bini Accarigi giudice - Fra Gabriello Luti - Fra Agostino Tura - Fra Tommaso Minucci monaci del monastero di S. M. di Monte Oliveto. testimoni. 1338 novembre 14 (ASS. Diplomatico S. Agostino, C 518v.): Documenti riguardanti NELLO TOLOMEI (Fratello di San Bernardo Tolomei) Anni 1310 - 1338 NOVITA’ASSOLUTA DALL’ARCHIVIO DIPLOMATICO ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE Elenco qui in una trascrizione ancora provvisoria e incompleta ben 18 documenti riguardanti Nello Tolomei, fratello di San Bernardo Tolomei che si trovano nell’Archivio dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, per ora da nessuno conosciuti o citati, che vanno dal 1310 al 1338 anno della morte di Nello. 1310 novembre 13 F 19 : “Ego Dominus Branca Accharigi Bernardi de Senis qui me ipso titulo donationis in timore ita gratia aliqua in gratitudine vel offensis renovari non possit, do, dono et toto corde Toro Grè de Senis rec. pro nobili Viro Domino Nello domini Mini de Tolomeis de Senis Nomino omnia et singula quibus actenus et preterit et pignora obligationes reales.. vales et directa tacita et ex pro singulos mixtas et omnias alias quae et quale e generalibus ubi videor habere et in perpetuum fore perpetue videre iterum potuissem ad perpetuum et contra Bracon quedam Cacciacontis de Russio...200 libr. bonorum den. senen. et solvere debent.. ...Domino Nello manualiter et trado..petent... et concesso...dicto Nello...pignori..possit suo nomini pro me... Actum Senis coram Meo domini Andree Ego Massonus not. olim Cenni. 1310 dicembre 15 F 17 : ” Lago Minuccia olim Vigorosi de Bibbiano Cacciacomitis per se et suos heredes fecit..se principalem debitricem et pagantem honori mulieris Domino Nello quondam Domini Mini de Tolomeis de Senis in corporale et seipso per se et fines heredum..per Bonaccorso Actum Bibiano Caccia comitis coram Francisco..et Malfuccio. Ego Conte filius Dialli not. 1314 agosto 6 F 25 : (Lagia..Nello..) .."Nos Domina Lagia olim bone memorie Contis Albati de Campilia de Comuni...de populo Sancti Pellegrini...sen.. stipulatori...Domino Nello quondam domini Mini de Tholomeis qui...facimus petitionem ut licite sen. questionem morabimus ...debito trigintaseptem... Actum Senis coram Agonolo monentis et Nino Scigura olim domini Orlandi dom. Talomei. Ego Rossus not. fil. quondam Agustini. 1318 dicembre 12 F 30 : “Dominus Petrus miles filius quodnam dom. Mini Cristofani de Talomeis civis sen. sua libera et spontanea voluntate et ab omni ..in septani liberavit a Absolina Toram Gratie civem senen. proponentem et recipientem pro Domino Nello milite filio quondam eiusdem Domini Mini et ipsum eiusdem dominum Nellum et suos heredes et bona presentia preterita et futura ab omni et toto eo predicto dominus Petrus a dicto Nello petere posse vel posset et post idem Dominus Nellus eidem domino Petro dare se rei vel tenere sive debere quocumque modo iure vel cuncta omnia apparere in pristinum vel perpetue aliqua presentia vel preterita et pacta eidem Toro predicto domino Nello ratum fecit de Vulterris non petendo et promisit dicto Toro ut dictum est numquam nullam dectare apodicum litem facere vel com.. movere et per.. de supra nemora est datum cessum concessum vel modo aliquo alienato in totum vel in partem sub pena duplicis vices unde sufficit et questio monenti et uno alteri datum appareret quam dicto Toro recipienti ut denar. est dare et solvere promisit si commissa fuerit et data pena gentium (|) provare obligans se et suos heredes et bona sua omnia presentia et futura pro pignori dicto Toro recesso et dicto domino Nello et suis heredibus et hoc fecit dictus dominus Petrus dicto Toro, ut dictum est nom. iur. pro in veritate confessus est sibi a dicto Toro pro ipso Domino Nello et ab ispo eidem domino Nello. ...Ecce interea satis fecit de omni et toto...ipse dominus Nellus sibi domino Petro debebat vel tenebatur ab huic retro ex quacumque omnia et quia sic sibi facere placitum benevolentia excepit non scandal. sane liberatorio absolutionis et pacti et non facere promisit et obligatum rei sic non generale sen. privilegio et omn... cum domino Petro nolenti et perdenti, confitenti percepit notario. Scriptum non... et generalem sedem forumque corporale contare pen. per hoc istum dicto Toro Petro Domino Nello et ipsum eidem domino Nello opponent. vel futurum contemnet. Actum Sen. coram Jacobo Biagi et Francisco Salvucci testibus. Ego Guillelmus Not. olim Michaelis pro dictis infrascriptis et ea rogavi et publicavi. 1326 marzo 31 F 36 : (Carta :come Messer Nello Tolomei riconosce el debito di una carta che...) Constat in publico instrumento facto manu Jacobi not. infrascript. quod "ego Nellus miles olim domini Mini Xtofani de Talomeis de Senis et Franciscus ser Cini Ugonis...pro nobis civis principaliter et particulariter Niccolaus miles filius olim Mei de dicta domo Talomeorum de Senis et Niccola vocatus Materarca filius olim Ser Jacobi de populo Sancti Martini de Senis pronte dicto Nello et (dicta) omnia pronte Francisco Cini in... in solidum fecimus et constituimus nos principales debitores et pagatores Vannuccio Ser Venture Sen....in ducentisquadraginta florenos ( =245 fiorini) de bono et puro auro sine malitia et iusti ponderis senensi ad conium sigilli communis florentiae, quas ego dictus Nellus et tu dictus Franciscus confessi sumus mutuo a dicto Niccolao Landi ereditare fuisse et recepisse. Actum Senis coram Toro jure et ducis Ego Jacobus not. vocatus Mucci filius ser Johannis. 1326 dicembre F 35 Ego Bilioetus olim Dantis sindicus communis Senarum ad hoc et alia constitutus,,,confiteor et recognosco tibi Toro olim Gratie populi sancti Donati...nobili militi Domini Nelli olim domini Mini de Talomeis de Sen. presenti et comparenti te...composuisse et concordasse mecum...Gabelle... Actum in palatio Communis Senarum in quo dicti .... Ego Vannes filius Mini not. publ. 1331 luglio 27 F 42 Nos Minus Andreocci de Vannuccini et Niccholaus olim Cini Ugonis civis senen. ipsi principaliter et ego Nellus miles olim domini Mini de Tholomeis de Senis pro eis petentibus et mandantibus et quibus nomine in solidum facimus et constituimus nos debitores et pagatores tibi Grachinotto Storcelli voc... et stipulant quodam Jacobo olim Facini dem.. Nicolai de Forteguerrio de Senis in centum viginti (120) florenos boni et pretiosi auri et legalis ponderis senensis quos a te dante et mutuante pro dicto Jacobo et populi florent. Actum Senis coram Meo domini Mochi et Mocho Petri Ego Vannuccius Salvi not. 9) 1331 novembre 29 F 45 “Appareat omnibus videntibus quod nobilis Miles Dominus Nellus olim domini Mini Xtofani de Talomeis de Senis fecit constituit et ordinavit...per actum... factorem et nuntium spiritualem ad comparendum in nomine capituli populi comitat. Senen. et iudicibus et officialibus... ..Cosonae comitatu Senen. et generaliter ad omnia et singula faciendi..conducendi.. Actum coram Lando..et Johann. forcis fornaciario test. Ego Niccholinus olim Vanni not. publ. 10) 1331 marzo 12 F 46 1° Atto. Pateat evidenter quod nobilis vir Conte quondam domini Niccholai de Buonsignoribus de Senis fecit constitutum et ordinavit Vannem quodam Venture sensarium suum verum et legitimum procuratorem actorem, factorem, numptium spiritualem non revocandum ..ad recipiendum vice et nomine ipsius Contis debitum octingentorum (800) florin. de auro bono...de nobili et sapiente milite domino Nello quondam viri domini Mellone de Talomeis de Senis populi Santi Cristofani principaliter ..et de Francisco quondam Cini Ugonis populi Sancti Vigilii..Mino quondam Andreucci populi sancti Stefani (..e numerosi altri...) Actum Senis coram Vannino iudex et Bindo Ego Tomasinus Guidonis Not. 2° Atto 12 marzo 1331 Ego Nellus quondam domini Mini Melloni, militis de Thalomeis de Senis ex populo Sancti Xtofani per me ipso principaliter et nos Franciscus quondam Cini Ugonis populi Sancti Vigilii, Minus quondam Andreucci de Ranuccinis de Senis et populi sancti Xtofani, Binus quondam domin. Branche populi Sancti Desiderii et Minuccius quondam domini Bini de dicto populo sancti Desiderii cives senenses pro dicto domino Nello milite per se et mandato cum qualibet nostrum in solidum facimus et constituimus nos debitores et pagatores tibi Vanni quondam Ture sensario de Senis procuratori actori factori et numptio principali nobilis viri Contis quondam domini Niccholai de Buonsignoribus de Senis ad infrascripta et alia et constituta a dicto Conte et latius quot in publico instrumento procurationis hodie ante presentem obligationem et actum publicatum manu Thomasii not. in scripto recipienti et stipulanti..in octingentis florenis (800) de auro boni et recti ponderis comunis sen. ad usum florent. sine malitia...Quos.... Actum Senis apud Ecclesiam Sancti Pellegrini coram Ser Petro not. ser Gilli not de Monte Bhonici comit. Florent. et Ugolino Tucci de monasterio Sancti Eugenii prope Senas testibus.. Ego Thomasinus Guidonis Not. predictis omnibus interfui et ea rogatus scripsi et publicavi. Atti capitolari in Monte Oliveto Maggiore, presente Nello Tolomei: 11)1336 settembre 4 AV 329 218 c.22 ....Con il consenso di Fr.Tommaso del q. Mino, di Ambrogio di Nino, di Fr. Bernardo Ottolini, di Fr. Patrizio del q. Francesco e di altri il Capitolo elegge un procuratore come delegato per i monaci a Perugia dal Vescovo nella persona di Fr. Innocenzio del q. Ser Domenico. All’atto capitolare è presente il fratello Nello Tolomei. Rogato Giovanni del q. Ventura. 12) 1336 settembre 4 (Archivio MOM: nella cassetta n° 5 - B 12): Anno Domini millesimo trecentesimotrigesimo sexto indictione quarta die quarta mensis septembris. Adpareat omnibus videntibus quod venerabilis et religiosus vir Dominus Bernardus quondam Domini Mini de Tholomeis de senis Abbas monasterii capituli et Conventus sanctae Mariae de Monte Oliveto de Acona comitatus senensi curiae de Chisure diocesis Areti ae de consilio, consensu auctoritatis et pabola fratris Thomae olim Mini , fratris Ambrosii, fratris Bernardi Octolini, fratris Patricii olim Francisci, fratris Gabrielis Jacobini, fratris Zefiro Petri, fratris Martini Agostinelli,fratris Petrucci Bartecchi, fratris Stephani quondam Jacobi, fratris Taddei Stephani, Fratris Dominici Saltini, fratris Andreae Pennaccini, fratris Venturini Magistri Mini, fratris Francisci Domini Petrii(o Berti), fratrisAugustini Machi, fratris Paolini Paoli, fratris Symonis Tendi, fratris Antonii Stephani, fratris Johannis Peruzzi, fratris Matthei Ser Arrigi, fratris Blasii johannis, fratris Johannis ser Jacobi, fratris Venturae Pantani, fratris Pieri Magistri Guillelmi, fratris Matteucci Ducci, fratris Laurenti Andreae, fratris Jacobini ser Pogi, fratris Petrucci Bertucci, fratris Cennis Niccholai, fratris Michaelis Tani, fratris Bonagiuntae Martini, fratris johannis D'Ambrosii, fratris lei Jeremiae, fratris Placidi Ser Spiglia, fratris Bandini Chechi, fratris Benedicti Riccomandi,fratris Niccolai Magistri Gotti, monachorum suorum dicti monastrii, capituli et conventus , congregati ad sonum campane de mandato dicti abbatis in ecclesia dicti monasterii ad capitulum ut moris est et ipsi idem fratres et monachi una cum dicto abbate ac presentes se... Actum in ecclesia dicti monasterii predicti in dicto loco dicto Acona coram nobili milite Ser Nello olim Domini Mini de Tholomeis de Senis et fratrem Martino olim Aissedi... Ego Johannes notarius filius olim Ventura de Senis, omnibus presentibus interfui et rogavi.. 1337 settembre 7 N 7 1338 agosto 20 F 53 Ego domina Isabella (è la moglie di Cristoforo figlio di Nello)....domini...de districtu de Farnese et relicta Xtofori domini Nelli de Talomeis de Senis..sana mente et intellectu volens facere testamentum et pro salute anime mee principale bona mea...propriis manibus Nucci Patarini testibus..scriptis previdere et disponere cum nostris primo ad iudicium corpus munus seppeliendum desuper locum fratrum Minorum ecclesia Sancti Francisci de Senis et ibidem cum corporales sepulturas eligo.. Item indico et relinquo atque lego pro salute anime mee et remedio peccatorum meorum quinquaginta libr. de bono et puro auro dandas et distribuendas pro meis fideiussoribus istorum presentum locorum et personis et egenis et amsalibus "quibus...melius..Germanis olim dicti Seminarii Quinquagintaquattuor flor. et concepisse ab eis pro secuntur dicta..flor..argenteas et monilia et alia...distribuatur...egenis seu insanalibus... ...amore Dei et pro salute anime mee principaliis et egenis et... et paramentorum prout dictis meis filiis istis constitutis melius et salubrius videbo mercede pro anime mea... Item ad predicta Judicia et relicta atque legata danda solvenda expedienda prebenda mandanda facio et constituo electorem relinquo sindicum fratrem parecie de loco sancte Marie de Monte Oliveti et duabus ver.... uxor Francischo civis de Senis.. Actum Senis in domo domini Nelli de Talomeis de Senis coram reverdendo Paulo priore abbatie Sancti Vigili et Domino Petro Monacho dicte abatie de Senis et Paulo Magni testibus presentibus... Ego Johannes not. filius quondam Ranucci Venture. 1338 ottobre 5 (ASS. 221 BA 332, c. 7) Niccola Ranieri Cav.re senese dona a Bernardo del q. Mino Tolomei abate di Monte Oliveto tutti i suoi beni mobili ed immobili con i crediti ancora, che ha con Nello figlio del suddetto q. Mino, provenienti da usura e da altri consimili modi illeciti ed ogni cosa offre "ad salutem et remaedium animarum illarum personarum, quibus tenetur aliquid dare et restituere pro lucro quocumque illicito modo ab eis habito et acquisito". Rogato Giovamnni del q. Ventura. 1338 novembre 11 F 54 Appareat evidenter...in presentia mei not. et testimonio...accepisse et confitendi... (dopo il rigo 12).. a nobili milite domino Nello domini Mini de Tholomeis de Senis et domina Tora eius filia et qualiqumque eorum in solidum ... octingentaquinquaginta (850) libr. den sen. in quibus..prefati dominus Nellus et domina Tora et quibus esse corporaliter sic obligarentur solemniter dictis communis et ..seu alt. pro eis propio certo et illicito extortis et habitis a Communi.....per eundem dominum Nellum a dictis Comuni et omnibus castris predictis et de omnibus et singulis diversis et interea que et substinuissent occasionibus hominibus accurrentibus vel aliqua capit. Et ad faciendum eiusdem et carb. can Sen. alteris passis et quibus cap. de predictis et qualibus predum et priorem commissionem refutantem et qui Hautiam equalem et pactum de Vulterris non petendo et ad permittendum cunctis domino Nello et domine Tore et cumque eorum seu alteri pro eis et qualibus eorum de pretio vel aliquibus predictorum nullam litem facere aut quecumque nomen et ope cuiusvis eorum...et ad obligandum... - Anno mense et indictione et die predictis in continenti post predicta.. Ego Minuccius Sozzi sindicus et ..castri sancti Angeli in Colle comitatu sen. ad istum in leg. constitutus ut de syndicato e procuratore patet in publico instrumento,..predictis den. et haureum ...confiteor et recognosco vobis fratri Symoni Thure de ordine fratrum de Monte Oliveto districtus de Clausuris comitatus Sen. procuratori et sindico pro nobili milite domino Nello domini Mini de Tolomeis de Senis et domina Thora eiusdem filia Griffi et recepisse a dictis domino Nello et domina Thora et a vobis pro eis et qualiter eorum danti et solventi octingentasquinquaginta (850) libr. den. Sen. minutorum in quibus prefati dominus Nellus et domina Thora et que capere in solidum tenent dictis Comuni et Bonizi profusis certo et recto extortis et habitis per eundem dominum Nellum a dictis Comuni et hominibus ex infrascriptum breviarium publicum manu Ser Nucci Salvi not. et ex eorum sin. Comuni in dicto instrumento contentis quod infrascriptum vobis ut dictum est recipienti in scriptum cassum et cancellatum et per inscripto casso et cancellato et nullius efficacia vel valoris manualiter dico et trado et penes dictos dominum Nellum et dominam Toram eorum nomine supplendo, de quibus ottingentis quinquaginta libr. et de omnibus et singulis a Comuni et habitantibus supradictis et de omnibus et singulis ..quos apud predictum comune et homine habuissent recepissent vel substinuissent occasionibus supraddictis vel aliquo eorum eiusdem fratrem Simonem ut dictum est recte et dictos dominum Nellum et dominam Toram et quaecumque eorum et caput et cuidam cap. habendis et bona synoda nomine predicto, libere ponit et absolvo et pacto vobis ut dictum est cuncta facta de ulterius non petendo sine remisisse refutationem liberatricem et quittantiam generalem. Et promitto nomine supraddictis rebus ut dictum est accipienti de predictis voluntatibus Et per ius dictum.. nullam litem facere aut quem moment.... Actum in castro predicto in dicta domo dicti Comunis in dicto generali consilio et adiunta coram Neroccio Martini de Civitella (o Quintaavalle?) et Grifo de Sancti Quirico testibus presentibus et rogatis. Ego Tomasinus filius quondam Salvi imperiali autoritate not. in officialis comunis castri podii Bonizi. 1338 novembre 14 (ASS. Diplomatico S. Agostino, C 518v.): Il nobile milite signor Nello del fu signor Mino dei Tolomei di Siena, nel suo testamento, fra gli altri legati, ordinò che il suo corpo fosse sepolto presso il luogo o la chiesa dei frati di S. Maria di Monte Oliveto e ordinò che fosse edificato un certo luogo con la sua chiesa e con altri luoghi opportuni per l'abitazione dei religiosi, nel quale debba spendersi dei soldi del testatore fino a 1800 (MDCCC) fiorini d'oro sotto il nome della santa Trinità, in curia di Cosona, nel luogo detto Castelvecchio. Nel detto luogo potessero risiedere 25 monaci in famiglia con almeno 9 presbiteri, con l'impegno di dare ogni anno in perpetuo del vino della vigna: un moggio di vino al convento dei frati minori di S. Francesco di Siena, per il sacrificio della messa, e per questa esecuzione istituisce suoi commissari di fiducia: fra Bernardo, suo fratello carnale del fu signor Mino, abate dell'abbazia di S. M. di Monte Oliveto, signora Tora sua sorella carnale figlia del fu detto Mino (relicta) vedova del signor Branche Accarigi. Atto fatto a Siena, nella casa dell'abitazione del testatore, nel popolo di S. Vigilio e nella contrada del fondaco dei Sagialariorum, alla presenza del Signor Francesco del signor Bini Accarigi giudice - Fra Gabriello Luti - Fra Agostino Tura - Fra Tommaso Minucci monaci del monastero di S. M. di Monte Oliveto. testimoni. 18) 1340 03 27 In nomine domini Amen. Anno eiusdem ab incarnatione millesimo trecentesimo quadragesimo, indictione octava, die vigesimoseptimo mensis martii, reverendus pater Frater Bernardus quondam Mini Xpofori de Taholomeis abbas Generalis ordinis Sancte Marie Monte Oliveti et discreta domina Tora quondam filia predicti domini Mini Xpofori et relicta domini Branche de Acarisiis et quondam frater et soror domini Nelli defuncti filii quondam predicti domini Mini Xpofori constituti de presenti sapientis viri Ser Johannes Cole not. et iudex ordinar. pro tribunali sedenti in domo habitationis filiorum quondam domini Branche de Accherisiis sita Sen. in populo sancti Desiderii cum quo tribus latibus sunt vie et fient et sunt confines dixerunt et proposuerunt predictis quondam dominus Nellus quodnam facti cogniti..decessit et mortuus, relictis et superstitibus ei Nello et Xpofaro nepotibus et Francisca nepote ipsius quondam domini Nelli natis ex Xpofari quondam filio ipsius domini Nelli ac heredes unius filii eiusdem domini Nelli omnibus ..infantibus et pron. ipse Nellus Xpofarus et Francisca cavent et egentur Tutore et inter ceteros quos habere possint in tutore scilicet dixerunt et nominaverunt Minum domini Petri de Thalomeis nepotem carnalem et natum ex fratre carnali dicti quondam domini Nelli mense maii per idoneum.. principaliter et frater dominus Petrus atque frater Silvie olim et constituimus nos principales debitores et pagatores tantum..et repentino...Egregii Ser dicti Salvi sensario recipienti et stipulanti pro Nino filio Cini rogantis de populo Sancti Vigilii de Senis...in sexcentis libr. bonorum denariorum senensium minutorum quos eidem anno et rerum..spero dare deberi dare, debere confiteri pro pretio sine cambio... ducentorum libr. bonorum turnensium grossorum de Argento...confiteor integerrime...inviatos et dictos VI libr,...nec predicto Nino vel ipse revocatos aut voluerit dare et solvere promissum hunc et quatuor menses non peiore eventu. In civitate Senarum vel alibi ucusque nos vel alius seu aliquem virum invenerit et convenire voluerit et sive nos vel aliquis nostrorum invenierit et convenire voluerit ex non ibidem nos in solidum constituimus solutum et ab ibidem in omnia dapna expensibus ...ut idem et reficitur et interesse que et quas viderat ideo aut eorum nomine dictus minus vel eidem heredes dirimerit se legalitate tunc sive alia fecisse vel sustinuisse in omnia vel extra circa sua legalitate tunc alia prelatione et predictis...et perpetuis..omnibus obligandis...et quilibet virum in solidum et vite et bona nostra omnia presentia et futura pignorum et nostrorum dicto Nino et ipsi eiusdem et suis heredibus. Dum nostrum fuerat sive ante autem propria .. corporale poneret et tenuendo.... .

venerdì 22 aprile 2016

SANT’ANTIMO DI VALLE STARCIA STORIA DAI DOCUMENTI ANTICHI Con il culto delle reliquie di Sant’Antimo di Arezzo, venne edificato un piccolo oratorio già nell’antichità, dove prima probabilmente sorgeva una villa romana. Infatti un bassorilievo con cornucopia, ritrovato e poi utilizzato sul lato nord del campanile ne testimonia la presenza. Nella cripta carolingia ci sono alcune colonne antiche, dove si dice che ci fosse una fonte terapeutica, per questo c’è la scritta “Venite et bibite”. Nell’anno 715 la chiesa era custodita da un prete di Chiusi. Nel 770 i Longobardi incaricarono l’abate pistoiese Tao di iniziare la costruzione di un monastero benedettino, con l’affidamento della gestione dei beni demaniali del territorio. L’abbazia veniva così utilizzata come luogo di sosta dai pellegrini diretti a Roma, dai mercanti , dai soldati e dai messi del re. Carlo Magno di ritorno da Roma nel 781 attraverso la Francigena, si fermò a Sant’antimo e pose il suo sigillo sulla fondazione. Il 29 dicembre 814 Ludovico il Pio, figlio e successore di Carlo Magno arricchisce l’abbazia di doni e privilegi, e diviene abbazia imperiale. L’abate di Sat’Antimo è insignito Veduta dall'alto dell'altar maggiore della chiesa, sui cui gradini è stato scolpito il lascito "in toto regno Italico e in tota marca Tuscie" Nel 1118 il Conte Bernardo degli Ardengheschi, cede il suo intero lascito “in toto regno Italico e in tota marca Tuscie” ad Ildebrando, figlio di Rustico, affinché lo trasferisca all’abbazia. Il monastero versa a Fortisguerra, fratello di Bernardo, 1000 libbre per l’accordo di non molestare più i monaci nel godimento della proprietà. A memoria della donazione, questo evento è inciso sui gradini dell’altare maggiore, come “Carta Lapidaria”. Nel 1118 inizia la costruzione della nuova chiesa, sotto la guida dell’abate Guidone. Il punto di riferimento più importante per il progetto della nuova chiesa è la grande abbazia benedettina di Cluny. L'abate richiede l’intervento degli architetti francesi per progettare il nuovo edificio, che in parte si ispira alla chiesa benedettina del 1050 di Vignory. Il capitello della Madonna col Bambino e gli Evangelisti collocato sul campanile ed antecedente alla chiesa attuale. Alcune sculture, la porta nord e quella sud, gli stipiti della sagrestia, alcuni capitelli collocati nella tribuna nord, altri capitelli, frammenti di decorazioni o pilastrini, fanno pensare all'esistenza di un edificio antecedente al XII secolo, quando iniziò la costruzione della nuova abbazia. Intorno al 1000 sarebbe stata edificata una chiesa, di cui rimane solo il campanile, costruito inizialmente staccato dalla navata, secondo la tradizione medievale. Per questo motivo le seguenti modifiche del 1118 hanno tenuto conto di vincoli architettonici già esistenti, adeguando i volumi del presbiterio in modo da inserirlo tra il campanile e la Cappella Carolingia. La zona del coro risulta infatti più stretta del resto dell'edificio. Verso la metà del secolo XII la costruzione della nuova abbazia è quasi completata, solamente la facciata non è ancora compiuta. Il "secolo d'oro" dell'abbazia Montalcino, all'epoca sotto la giurisdizione dell’abate di Sant’Antimo, è presa di mira, per la sua posizione strategica, sia da Siena che da Firenze. La città di Siena infatti è impossibilitata ad espandersi a nord a causa di Firenze, sua acerrima rivale, e cerca nuove terre a sud. Nel luglio del 1145 i senesi costringono l’abate di San Salvatore a cedere alla repubblica di Siena il castello di Radicofani sulla via Francigena. Appoggiando la politica senese, papa Clemente III, nel 1189, assoggetta la pieve di Montalcino al Vescovo di Siena. Nel 1200, Filippo Malavolti, podestà di Siena, attacca Montalcino, che viene in parte distrutta. DOCUMENTI ANTICHI SU SANT’ANTIMO 1202 ottobre 1, Siena Guido Marescotti, Uguccio di Beringerio, Guinigi e Maizo, consoli di Siena, giurano di non far pace con Montepulciano fino a quando non avrà reso ai conti Vanenti e Cacciaconti terre e uomini usurpati in “Colle Francoli”. 1202 ottobre 1-2, Siena Il conte Manente “maior” da Sartiano e suo figlio Tancredi, Rinaldo di Ildibrandino e Guido Cacciaconti, conti della Scialenga, giurano a Uguccione di Beringerio, Guido di Marescotto, Maizo e Bartolomeo Renaldini, consoli di Siena, di non far pace con Montepulciano e di mantenere la comune inimicizia. Segue poi il giuramento dei Vanenti e dei Cacciaconti di non farsi guerra vicendevolmente. 1210, gennaio 3, Monte Sante Marie (Siena) Gli uomini di Monte Sante Marie, adunati davanti alla chiesa di San Bartolomeo, nominano Neri “Solabelle” loro procuratore per prendere in enfiteusi da messer Ranieri di Pepo e da Cacciaguerra Cacciaconti, conti di Monte Sante Marie, la selva detta “Chiarna”, e di corrispondere ai proprietari una pensione annua di una marca d’argento per la festa di S. Stefano. 1210, gennaio 29, Siena Pietro, priore del monastero del Vivo, alla presenza di Enrico, vescovo di Mantova, vicario dell’imperatore Ottone IV e di quattro giudici della curia imperiale chiede che sia eseguita una.. 1212, maggio 8, Siena Cacciapoppo da Asciano cede per 8 lire a Guido di Ranuccio da Orvieto, podestà di Siena, i suoi diritti sul mercato di Asciano. Il 12 giugno 1212 con un accordo tra l’abate di Sant’Antimo, la i Montalcino e Siena è sancito che l’Abbazia deve cedere un quarto Mcittà dontalcino del territorio di Montalcino alla città senese. Con la perdita di 1212, giugno 13, Montalcino (Siena) Guido di Ranuccio da Orvieto, podestà di Siena, affitta a Leonardo di Bruno di Piero, camerlengo del comune di Montalcino, la quarta parte di quel castello, cioè quella porzione che Grifo, abate di Sant’Antimo, aveva donato ai Senesi, per una pensione annua di 30 ceri da portare a Siena il giorno dell’Assunta. Seguono le promesse fatte dai Senesi agli uomini di Montalcino. 1212, giugno 22-23, Siena. Giuramento di difesa e di amicizia prestato da Guido di Ranuccio, podestà di Siena, e dai principali cittadini senesi, dai consoli del Placito e dai signori delle Arti agli uomini di Asciano e per essi a Lumicino, loro console. 1212, giugno 21 – luglio 9, Siena-Asciano (Siena) Lupicino, console di Asciano, promette a Guido di Ranuccio da Orvieto, podestà di Siena, di difendere i Senesi e gli acquisti fatti dal comune in quel territorio da Gualfredo e Ubertino di Ubertino “Bizzarre”, di far guerra per i Senesi e di conceder il castello di Asciano a loro richiesta. Segue il giuramento degli Ascianesi. Il 12 giugno 1212 con un accordo tra l’abate di Sant’Antimo, la i Montalcino e Siena è sancito che l’Abbazia deve cedere un quarto della città di Montalcino del territorio di Montalcino alla città senese. 1212, luglio 5, Siena Cacciapoppo da Asciano cede a Ildibrandino Bulgarini, camerlengo del comne di Siena, i diritti vantati sui beni posti in Asciano, obbligatigli da Ubertino “Bizzarre” e dai suoi figli, per la somma di 683 lire. 1212, luglio 15-16, Casigliano (Siena) Ildibrandino di Ardimanno, console di casigliano, col consenso di Gregorio, proposto di Casigliano, sottopone il castello al comune di Siena e promette di pagare un censo annuo di 7 lire, 11 soldi, 8 denari. Uberto di Bernardino, console di Porrona, col consenso dell’abate di Sant’Antimo, sottomette al comune di Siena il castello di Porrona e promette di pagate un censo annuo di 108 soldi e 4 denari. 1212, ottobre 13 – novembre 17, Siena Bartolomeo di Nuvilone, console di Percenna, col consenso dell’abate di Sant’Antimo, promette ad Ildibrandino Bulgarini, camerlengo del comune di Siena, di non esigere dai Senesi alcun pedaggio e di corrispondere un censo annuo di lire 7 e 16 soldi. 1213 marzo 30 Turchio di Amerighetto si dichiara debitore nei confronti di Falcone di Orlandino, per la somma di 57 lire e 10 soldi che doveva avere da Orlandino e Ildibrando, consoli dei mercanti, per l’acquisto di Asciano, promettendo di restituirli il primo aprile. 1213, giugno 17-28, Siena Rinaldo d’Ildibrandino, Guido Cacciaconti, Ranieri di Cacciaguerra e Ugo Cacciaconti, giurano di obbedire agli ordini di Ubaldo Visconti da Pisa, podestà di Siena. 1213, agosto 19, Siena Rinaldo di Ildibrandino, Guido Cacciaconti, Ranieri di Cacciaguerra e Ugo Cacciaconti, conti della Scialenga, si sottopongono al comune di Siena e promettono il pagamento di un censo annuo di 15 marche d’argento. 12313, ottobre, assente Formula del giuramento degli uomini delle terre di Ildibrandino e di Guido di Cacciaconti. 1214, dicembre 2, Montecelso (Siena) Duchessa, badessa di Montecelso, col consenso di Bellafante, priora di Santa Trinita del Monte Amiata, e delle monache, preti, oblati e conversi della sua abbazia, vende al podestà di Siena, Guelfo, una terra a Quercegrossa, per il prezzo di 40 lire senesi versato a Ranieri Rulli ad estinzione del debito che con lui aveva contratto per acquisto di grano (A:Ghignoli). 1215, maggio 17-19, Chiusdino (Siena) Giuramento prestato dagli uomini di Chiusdino, elencati nel documento, a Giovanni Cocchi da Viterbo, podestà del comune di Siena. 1215, maggio 22, Chiusdino (Siena) Riccio di Crivello da Chiusdino promette a Riccobaldo di Bruno, camerlengo del comune di Siena, di osservare il giuramento fatto a Giovanno Cocchi da Viterbo, podestà di Siena, sotto pena di 2000 lire. Seguono le promesse fatte dai suoi mallevadori. 1215, settembr 21, Asciano (Siena) Dietaviva, oblato della pieve di Sant’Agata di Asciano, giura che Oderisio, pievano, non ha ricevuto in chierico Lupo d’Albertino su richiesta di Rinaldo, conte. 1220. febbraio 10, Siena Guido Cacciaconti, Ildibrandino, Cacciaconte e Rinaldo, suoi figli, promettono a Rinaldo di Ramolaccio “Scarca” e ad Orlando “de Filuolo”, di non molestare per la questione commessa dal papa a G. proposto di Santa Mustiola di Chiusi, per il fatto di Celiano. 1226, maggio 6, San Quirico d’Orcia (Siena) Benigno, procuratore del monastero benedettino di San Piero in Campo, diocesi di Chiusi, per contenere le continue molestie perpetrate da conti e baroni, specialmente della Maremma, sottomette il detto monastero al comune di Siena con i beni descritti nel documento, alla presenza di Gualfredo, vescovo di Chiusi e di Rodolfo da San Miniato, vicario imperiale in Tuscia. 1236, novembre 24, Monastero di Sant’Antimo (Siena) Grifo abate del monastero di Sant’Antimo, col il consenso dei suoi confratelli, concede a Lorenzo, proposto di San Lorenzo di Percenna, la prepositura del piviere di Santa Cristina n. 534 DOM 1298 maggio 14, casella 396 Ms. B 39, n. 532, c. 111r (alla data) Don Marco, abate del monastero e convento dell'abbadia di Sant'Antimo, della diocesi di Chiusi, e sindaco e procuratore dell'ordine di San Guglielmo e de' frati di detto ordine, come sindaco predetto, per utile delli detti ordine e abbadia, dà e concede a messer Tato del già messer Tavena Tolomei e donna Mita, sua moglie, come sottoposti al detto ordine, l'usufrutto e abitazione della terza parte del palazzo di Castelnuovo e altri beni. Rogato in Siena da Incontro di Baldo, presenti fra' Bindo di Scherino e fra' GIONTA di Puccio dell'ordine de' frati Minori. 1346, marzo 2-agosto 12, [Siena] Nella vertenza sorta tra Benedetto Tolomei, abate del monastero di Sant'Antimo, e Simone, priore generale dell'ordine di San Guglielmo, circa la rivendicazione dell'autonomia del detto monastero, Niccolò di Francescone del fu Sozzo Tolomei e Tommaso di Cola da Orvieto lodano, fissando una serie di capitoli, alcuni dei quali risultano illeggibili per il danneggiamento del supporto. 1397, febbraio 25, Montenero (Grosseto) Giovanna del fu Gino da Siena, vedova di Matteo di Neri Castelnuovo dell’Abate, dona a Pietro “de Lacerna”, vicario del monastero di Sant’Antimo, tutti i suoi beni con riserva di usufrutto. 1407, maggio 16, Castiglioncello (Siena) Capitoli stipulati tra il comune di Siena e Cocco Salimbeni 1411, gennaio 28 – aprile6, Siena I Priori del comune di Siena, riuniti, nominano Giovanni di Galgano Bichi, Francesco di Cristoforo di Francesco, Giovanni “Maxii”, Goro di Francesco Gori, Meo di Giovanni e Antono di Guido di ser Vanni, mercanti senesi, arbitri nella vertenza sorta tra il comune ed alcuni mercanti catalani a causa del furto di lana subito al porto di Telamone. I detti arbitri lodano a favore dei mercanti condannando il comune di Siena al apagamento di 16000 fiorini. Originale membranaceo. 1415, maggio 11, Abbazia di Sant’Antimo (Siena) Il capitolo del monastero di Sant’Antimo nomina Pietro di Bartolomeo Pecci, Tinelloccio di ser Mino Tinelli, Giorgio di Tommaso di Cecco e >Pietro di Francesco da Montalcino procuratori affinché procedano alla vendita di alcuni beni del monastero per sanare alcuni debiti. 1417, dicembre 20, Foligno (Perugia) Costanza, vedova di Ugolino Trinci da Foligno, ed il comune di Siena nominano un giudice della città di Firenze per comporre le differenze sorte tra le parti a cuasa del possesso del castello di “Monte Avutolo”, compreso nella dote della madre della detta Costanza. 1419, novembre 25, Mantova Martino V, con bolla diretta alle autorità del comune di Siena, intima la restituzione di tutti i beni alienati dal monastero di Sant’Antimo, sotto pena di censure ecclesiastiche.