sabato 15 marzo 2014

monasteri olivetani storia e documenti

Storia dei primi monasteri Olivetani vivente San BERNARDO TOLOMEI Santa Maria di Monte Oliveto Maggiore (1319) ==================================== La fondazione del monastero di Monte Oliveto, trova la sua illustrazione nei primi tre compagni Bernardo Tolomei, Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini che da Siena si recarono a Monte Oliveto. Già il 26 marzo 1319 i tre compagni volendo servire Dio chiedono al vescovo di Arezzo di poter fondare un monastero e di poter avere anche il cimitero, e nel medesimo tempo fanno la formale cessione dei loro beni di Acona e di Melanino. Il vescovo Guido d'Arezzo commette a D. Giovanni monaco dell'Abbazia di Sasso, residente ora nella Cattedrale d'Arezzo di benedire e concedere ad essi e al suo compagno l’abito monastico nella chiesa dei Santa Maria d’oriente sotto lo sguardo di un crocifisso del 1200 ....e ordina a Restauro una volta cappellano della Chiesa del Morello ed ora dimorante nella casa della Confraternita di S. Trinità d'Arezzo che si trasferisca nel podere d'Acona.......il 26 MARZO 1319. Guido d'Arezzo scrive a Gregorio Rettore della Chiesa di S. Pietro di Melanino nella pieve di S. Giovanni di Vescona che l'Abate Fra Patrizio Patrizi e il Capitolo di Monte Oliveto Maggiore l'avevano supplicato per la licenza di poter vendere un Podere posto in Melanino ad effetto di terminare il monastero e di poter dare tanti beni immobili a certe donne, che vogliono impiegare ottanta lire e perciò gli commette che riconosciuto se tali cose ridondino in utilità del detto Monastero gli concedano la facoltà di alienare in favore di chi più offre quei beni situati a Melanino e le terre corrrispondenti alla consaputa quantità di 80 lire. Il 2 aprile 1320. Clemente VI Della vita dell'eremo di Monte Oliveto non si hanno notizie certe; l'esistenza però di molte cappelle intorno al monastero, sebbene tutte rinnovate in seguito, potrebbero indicare forse il luogo delle antiche celle eremitiche. Già nei mesi del governo di Ambrogio Piccolomini dal 1320 al 1321, il 6 aprile del 1320 Restauro fa il disegno e pone la prima pietra del monastero da costruire e il 18 maggio avviene la vendita di tre pezzi di terra e precisamente uno intorno ad Acona, un altro a Ripalta e un terzo ad Artainino di Melanino. Dopo il governo di Fra Simone Tura il 29 marzo 1324: Guido Vescovo...concede di poter far confermare e di rinunziare la carica in mano di qualunque prelato della stessa Diocesi... e siccome i monaci "a plerumque indigentiam patiuntur non habentes ex facultatibus propriis unde comode valeant substentari" permette ai medesimi "ne indigentia huiusmodi retrahat illos a cultu erga divina, ut per se vel per alios elemosinas petere et peti facere valeant quoties e quatenus videbitur eis decens esse" e gli dà facoltà di celebrare i Divini uffici secondo il Rito Romano non solo nel monastero ma ancora in qualunque grancia loro. Il Papa Giovanni XXIII a tenore della supplica per l'approvazione dell'abate e del monastero prende sotto la sua protezione Monte Oliveto in data 17 maggio 1325. Il 21 novembre 1326 Giovanni diacono Cardinale di San Teodoro legato della Sede Apostolica, bramando provvedere alla utilità di Santa Maria di Monte Oliveto, sapendo che dopo l'accesso ed l'informazione approfondita nel medesimo Monastero fatta da Adamaro Priore di San Giovanni e da Angelo Priore di Grossennano da esso deputati veruno dentro il termine prefisso aveva opposta cosa alcuna all'incontrario, ed anzi i monaci Giacomo di Mino, Procuratore di Bernardo, Simone di Ture e Mauro di Giovanni, Procuratori del Capitolo l'avevano supplicato che fosse al detto Bernardo conferita l'Abbazia, sebbene abbia questa infermità negli occhi e solamente abbia gli ordini minori, ammette nulla di meno la loro postulazione ad una tale dignità, che ad esso si appartiene il conferirla, essendo ora vacante per la rinunzia, che il prenominato Simone Ture a requisizione del suddetto Convento secondo la consuetudine ne ha fatta in mano di Filippo da Orvieto vicario di Boso allora Proposto ed amministratore e adesso Vescovo eletto della Chiesa aretina "la concede al prefato Bernardo, sperando che egli 'defectum praefatum, probitate suppleat meritorum et quod monasterium ipsum et personae et dona ipsius sub illius regiminis cura feliciter dante Domino debeat prosperari'. Con l'offerta di se stesso che compie Giovanni di Pietro cittadino senese il 3 settembre 1332 ha inizio l'arrivo a Monte Oliveto di numerose vocazioni, infatti il 3 agosto 1336 ben cinque valenti giovani di Firenze si fanno monaci a Monte Oliveto, e con le loro donazioni al monastero anche la vita della comunità diventa economicamente più serena. ATTI NOTARILI E NOTAI DI MONTE OLIVETO MAGGIORE DAL 1319 AL 1348 Conforme al “Sommario delle scritture di M. U.M. di Don Marcantonio da Gubbio Anno 1764” (La catalogazione offerta è aggiornata secondo l’archivio di Stato di Siena) N° Anno giorno mese pagina Nome del Notaio __________________________________________ 1) 1313 05 marzo AZ Giovanni di Ventura 2) 1319 26 marzo A 1 Guadagno del q. Ser Giunta. (N° 2) 3) 1319 26 marzo A 2 Guadagno del q. Ser Giunta 4) 1319 26 marzo A 3 Il vescovo d'Arezzo commette a Don 5) 1320 2 aprile A 9,1 Guido d'Arezzo scrive a Gregorio Rettore 6) 1320 dopo aprile A 9,2 Galgano del q. Ventura (N° 1) 7) 1320 18 maggio H 39 Giovanni del q. Ventura. 8) 1320 6 aprile A 4 9) 1324 29 marzo A 5 Guido Vescovo concede conferma per la 10 ) 1324 17 maggio A 6 Il papa Giovanni XXI prende sotto la sua 11) 1325 21 aprile A 7 Giovanni XXI concede su richiesta...i 12) 1326 17 novembre A 8 Pietro d'Ajuto 13) 1326 21 novembre A 9 Giovanni diacono Cardinale di S. 14) 1332 3 settembre BA 1 Giovanni del q. Ventura. 15) 1333 3 giugno BA 2 Francesco del q. Ser Baldo. 16) 1333 25 luglio BA 3 Fr. Bernardo di S. Maria elegge Fr. 17) 1333 12 agosto BA 4 ...Lite con Pietro di Giacomo. 18) 1336 31 agosto BA 5 Diversi monaci con tutti i loro nomi offrono 19) 1336 4 settembre BA 6 Giovanni del q. Ventura. 20) 1336 4 settembre AV 21 Giovanni del q. Ventura. 21) 1336 4 settembre AV 22 Giovanni del q. Ventura da Siena. 22) 1338 30 giugno AV 24 Alamanno del q. Ghino Segna da 23) 1338 4 settembre AV 25 Lando del q. Feo Accorso d'Arezzo. 24) 1338 5 ottobre BA 7 Giovanni del q. Ventura. 25) 1338 14 febbraio S 4 Johannes notarius filius olim Venturae. 26) 1339 22 febbraio N 1 Franceschino del q. Bordino 27) 1339 2 maggio AV 27 Giovanni del q. Ventura 28) 1339 2 maggio AV 28 Giovanni del q. Ventura 29) 1339 7 settembre AZ 9,1 Benincasa del q. Mino 30) 1339 11 ottobre P 1 Franceschiuno del q. Bordino 31) 1339 15 ottobre A 13 Gregorio del q. Angelo 32) 1339 30 ottobre AS 8 Tomagio del q. Oliviero da Montrefranchi 33) 1339 25 ottobre P 2 Franceschino del q. Bordino 34) 1339 25 ottobre BB 2 Benencasa del q. Mino da Siena 35) 1340 13 gennaio AF 18 Francesco di Ser Giovanni sozzi 36) 1340 16 gennaio AV 29 Bartolomeo del q. Jacobino da Siena 37) 1340 18 febbraio H 40 Francesco del q. Ser Guidone 38) 1340 24 aprile N 2 Franceschino del q. Bordino 39) 1340 15 novembre H 41 Bartolomeo del q. Lapo da Siena 40) 1340 22 novembre AH 9,1 Niccola del q. Paltonerio 41) 1340 28 novembre AH 9,2 Niccola del q. Paltonerio 42) 1340 27 dicembre AH 9,3 Niccola del q. Paltonerio 43) 1340 27 dicembre AH 9,4 Niccola del q. Paltonerio 44) 1340 21 maggio N 2 Franceschino del q. Bordino 45) 1340 18 aprile S 5 Franciscus notarius filius olim Bordini de 46) 1341 21 febbraio AZ 11 Romano del q. Giacomo da Pisa 47) 1341 4 maggio AV 31 Francesco del q. Ser Zorzi 48) 1341 11 maggio AH 12 49) 1341 9 settembre I 3 Giovanni del q. Ventura 50) 1341 2 novembre AV 33 Giovanni del q. Ventura da Siena 51) 1341 25 giugno AH 14 52) 1341 2 Agosto S 6 Cione notar. filius olim Cioni 53) 1342 18 febbraio A 14 Matteo di Meuccio 54) 1342 2 maggio AF 24 Ambrogio di Ser Mino 55) 1342 17 maggio AF 25 Rainaldo di Gerio da Torrita 56) 1342 30 maggio AF 26 Giovanni del q. Aldobrandino 57) 1342 1 settembre I 4 Bartolomeo del q. Cola 58) 1342 5 ottobre I 5 Bartolomeo del q. Giacomino 59) 1342 17 ottobre I 6 Bartolomeo del q. Giacomino 60) 1342 17 luglio f.401 Ser Johanne Martini-Roma 61) 1343 8 aprile AF 27 Giovanni del q. Ventura 62) 1343 23 aprile AS 10 Giovanni del q. Ventura 63) 1343 26 giugno I 10 Nicola del q. Paltonerio 64) 1343 17 luglio AF 29 Rinaldo di Gerio di Torrita 65) 1343 12 agosto I 2 Giovanni di Ventura 66) 1343 1 settembre A 15 Donato del q. Pesso 67) 1343 15 settembre BI 21 Tomagio del q. Uliverio 68) 1343 11 dicembre AF 30 Nicola del q. Paltonerio 69) 1343 8 febbraio S 7 Iohannes notarius filius olim Venturae 70) 1343 11 gennaio I 8 Giovanni del q. Ventura 71) 1344 15 maggio Giovanni del q. Ser Ildobrandino 72) 1344 31 maggio A 16 Agostino del q. Finuccio d'Arezzo 73) 1344 14 luglio AF 32 Fuccio del q. Chino 74) 1344 14 luglio AF 32 Fuccio del q. Chino 75) 1345 21 giugno AH 28 Pietro di Ser Truffa 76) 1345 05 novembre Z 27,2 Donato del q. Beco d'Asciano 77) 1345 20 Febbraio 78) 1345 20 Febbraio 79) 1345 14 Luglio 1 Fra Ristoro Balducci eletto in vice di 80) 1345 27 Luglio 81) 1345 05 Agosto 82) 1345 10 Settembre 83) 1346 24 gennaio BI 25 Giacomo del q. Ser Bondo 84) 1346 29 Aprile E 1 Scarlatto di Guardo di S.Miniato 85) 1346 27 settembre BI 27 Fra Stefano del q. Ser Coppie da Prato 86) 1346 06 novembre Z 27,4 Donato del q. Beco d'Asciano 87) 1346 22 novembre AF 33 Agostino del q. Finuccio d'Arezzo 88) 1346 01 Gennaio Emptio 89) 1346 08 Gennaio Executio 90) 1346 21 Gennaio Emptio 91) 1346 17 Gennaio Locatio 92) 1346 21 Febbraio 93) 1346 22 Marzo 5 r Emptio 94) 1346 26 Marzo 5 r 95) 1346 22 Aprile 06 Testamento 96) 1346 04 Maggio 07 Sindac. Cap. General-5 pag 97) 1346 04 Maggio 10 Elenco Monaci 98) 1346 04 Maggio 11 v Renuntiatio 99) 1346 04 Maggio 14 100) 1346 08 Maggio 16 Locatio Trequanda 101) 1346 27 Maggio 17 Testamento Johannis filii Doti 102) 1346 03 Settembre 103) 1346 08 Settembre 18 Testamento..de Crestena 104) 1346 27 Settembre Stefanuccio Doti 105) 1346 02 Novembre 106) 1346 Emptio monasterii...de Ovile 107) 1346 07 Dicembre 25v Emptio dalla terra di Bettolle 108) 1346 27 Dicembre 25v. Emptio 109) 1346 31 Dicembre 23 110) 1347 5 febbraio N 3,1 Tomagio del q. Uliviero 111) 1347 5 febbraio N 3,2 Tomagio del q. Uliviero 112) 1347 10 febbraio I 13 Tommaso del q. Uliviero 113) 1347 13 maggio 114) 1347 4 dicembre I 12 Guglielmo del q. Mone 115) 1347 9 dicembre AH 19 Ventura del q. Ranuccio di Siena 116) 1348 16 ottobre BL part Lando del q. Accorso d'Arezzo, frate 117) 1348 16 ottobre BL ... Fr. Lando del q. Feo Accorsi d'Arezzo 118) 1348 19 novembre BB 3 Pagano di Ser Vanni di Francesco 119) 1348 16 novembre BL 15 Lando del q. Accorso d'Arezzo 120) 1348 P 4 Ciolo di Ghinuccio -Testatario Ecco la descrizione per transunto degli atti sopracitati ========================================= 1) Chiusure. Marco del q. Berengo da Chiusure vende a D. Bernardo di Monte Oliveto un pezzo di terra detto Bubione per il prezzo di 13 lire 05/03/1313 Giovanni di Ventura 220 AZ 331 2) Fr. Bernardo e F. Patrizio avendo ottenuto promessa...con la clausola solamente che nè all'abate nè ad altri fosse permesso di conferire i sacramenti a quelli dell'altra parrocchia. Fanno avanti i testimoni la formale cessione dei suddetti due poderi Acona e Melanino nel distretto di Siena vicino a Tura Patrizi, alla Casella di Cenni......Rogato Guadagno del q. Ser Giunta 26 marzo 1319. Rogato Guadagno del q. Ser Giunta. ASS 179 A 291 3) F. Ambrogio Piccolomini Abate di Monte Oliveto convocato il Capitolo assieme a F. Bernardo del q. Mino e F. Patrizio del q. Francesco presentano nello Spedale di S. Maria ante gradus di Siena al medesimo Gregorio Rettore la consaputa lettera per effettuare la vendita suddetta di Melanino (cfr. supplica al vescovo Guido d'Arezzo e l'incarico affidato da Guido d'Arezzo con lettera a Gregorio Rettore di s. Pietro di Melanino) ed edificare così il Monastero. Aprile 1320. Rogato Galgano del q. Ventura. "Reverendus, honestus vir fr. Ambrosius abbas monasterii sancte Marie de Monte Oliveto in Acona, aretin. dioc., existens in civitate Sen:, in hospitali s. Marie ante gradus de Senis, ibi existente presbitero Gregorio, rectore ecclesie s. Petri de Melanino dicte dioc., presentavit coram notario has licteras: “ Guido miseratione divina episcopus aretin. provido et discreto viro presbitero Gregorio, rectori ecclesie s. Petri de Melanino, plebatus plebis s. Iohannis in vescona, nostre dioc. aretin., salutem in Domino sempiternam. Religiosi et prudentes viri, abbas et capitulum s. M.de Oliveto in Acona, fecerunt humiliter supplicari ut cum ad perfectionem ipsius mon. totis viribus elaborent nec absque venditione immobilium id perficere valeant ullo modo, licentiam vendendi potere quod habent in Melanino concedere dignaremur. Praeterea cum sint mulieres que cupiunt in constructione monasterii octuaginta libras usualis monete impendere, dummodo eis per venditionem seu aliquo iusto titulo tantum de bonis ispius mon. assignetur, quod quantitatem LXXXI librarum capiat; que bona tenere valeant si accidat monasterium ipsum non subsistere in regula ordinata ibidem: quod cautionem huiusmodi facere possent plenariam supplicarunt. Nos licet credamus fratres eiusdem loci negotia ipsius mon. velle in omnibus utiliter procurare, quia tamen de predictis notitiam non habemus et eis placere cupiamus ac votis satisfacere ipsorum in hiis potissime que utilitatem respiciant mon. memorati, discretioni tue commictimus quatenus si premissa cedant in utilitatem ipsius monasterii et ad id accedat consensus abbatis et capituli, faciendi contractum venditionis poderis prefati de Melanino plus offerenti, ac assignandi ipsis mulieribus de bonis ipsius mon. usque ad quantitatem (L)XXX libr. prescritptam tribuas facultatem; sub conditione quod reddantur monasterio prelibato et convertantur in possessionibus aptis poderis et propinquis. Datu Aretii die II aprilis, III ind., anno a nat. Domini MCCCXX. - Quas licteras idem presbiter Gregorius vidit ad informationem sui ut suo domino in spiritualibus opbediret in dicto hospitali civitat. sen. sub anno Domini MCCCXX, ind. III, die.. mensis aprilis, coram fr. Bernardo, et fr. Patricio fratribus dicti mon., testibus.” A 291 179 c 9,2 dopo il 2 aprile 1320 - Rogato Galgano del q. Ventura 4) Fr. Ambrogio del q. Mino, Abate del monastero di Monte Oliveto convocato il Capitolo fra i quali era Fr. Bernardo del q. Mino, Patrizio del q. Francesco, vedendo mancargli il denaro per la Fabbrica del Monastero, e per altre indigenze stabilisce col comune consenso di vendere un pezzo di terra posto nella curia di Chiusure nel luogo detto Acona, che da tre parti termina con la strada e da una con Lando di Matteo, un altro nel luogo detto Ripalta, che termina col detto Lando, con i figli di Guglielmo e con la strada, un altro posto nella curia di Melanino, nel luogo chiamato Artainino che termina con la strada, con Ture Patrizi, con gli eredi di Gozzo e col Vallone. 18 maggio 1320. Rogato Giovanni del q. Ventura. H 297 186 c 39 18 maggio 1320 - Rogato Giovanni del q. Ventura. L'abate Lugano ha un errore dicendo Arc. di M. O., vol. A 1 (290) invece è 291 5) Fr. Bartolomeo Priore claustrale assieme al Capitolo di Monte Oliveto distintamente nominato elegge Fr. Simone Ture e fr. Mauro di Giovanni per procuratori in solidum ad effetto di terminare con D.Giovanni Cardinale di S. Teodoro legato della Sede apostolica l'interesse della Postulazione che tutti fanno di Fr. Bernardo del q. Mino, volendo gli sia conferita l'abbazia ora vacante per la spontanea rinunzia già fattane da Fr. Simone. 17 novembre 1326. Rogato Pietro d'Ajuto. Dompnus Bartholomeus prior claustralis mon. s. M. de oliveto, ordinis S. Benedicti, aretin. dioc. et ut procurator dompni Philippo Mochi ed domni Patricii Francisci, et dompnus Ambrosius Nini, d. Symon Ture, d. Andreas Andree, d.Vannes Nini, d. Iacobus Mini, d. Francischus Michi, d. Paulus Mini, d. Antonius Mei, d. gregorius Vannis, d. Lucas Pieri, d. Micchael Necti, d. Bonus Ghini et d. Ventura Mini, monaci dicti mon. congregati ad capitulum, constituerunt dompnum Symonem Ture et d. Maurum Iannis, monacos dicti mon., procuratores ad comparendum coram reverendo patre et domno Iohanne s. Theodori diac. card. apostolice sedis Legatum eiusque auditores, pro negotio postulationis celebrate de religioso viro dompno Bernardo, olim domni Mini, monaco dicti mon., postulato ad dictum mon. quod nuper vacavit per liberam resignationem dompni Symonis quodam abbatis dicti mon., ipsumque negotium contingentibus, et a d omnia facienda que natura debite instructionis in huiusmodi negotio facienda exigit. Actum in ecclesia dicti mon., coram Donato Petre, Lonardo Ducci et Ceccho Gherardi, testibus. 17 novembre 1326 - Petrus not. (Sono 17 monaci che erano presenti in questo atto capitolare e cioè: 1) D. BARTOLOMEO di Mastro Mino priore claustrale 2) D. FILIPPO Mochi da s. Maria di Monte Oliveto 3) D: PATRIZIO di Francesco (Patrizi) 4) D. AMBROGIO di Nino ( o Mino Piccolomini) 5) D. SIMONE Tura 6) D. ANDREA di Andrea 7) D. VANNE di Nino 8) D. GIACOMO Mini 9) D. FRANCESCO Michi 10)D. PAOLO Mini A 291 179 c 8 17 novembre 1326 - Rogato Pietro d'Ajuto 6)Giovanni diacono Cardinale di San Teodoro legato della Sede Apostolica, bramando provvedere alla utilità di Santa Maria di Monte Oliveto, sapendo che dopo l'accesso ed informazione nel medesimo Monastero fatta da Adamaro Priore di San Giovanni e da Angelo Priore di Grossennano da esso deputati veruno dentro il termine prefisso aveva opposta cosa alcuna all'incontrario, ed anzi i monaci Giacomo di Mino, Procuratore di Bernardo, Simone di Ture e Mauro di Giovanni, Procuratori del Capitolo l'avevano supplicato che fosse al detto Bernardo conferita l'Abbazia, sebbene abbia questa infermità negli occhi e solamente abbia gli ordini minori, ammette nulla di meno la loro postulazione ad una tale dignità, che ad esso si appartiene il conferirla, essendo ora vacante per la rinunzia, che il prenominato Simone Ture a requisizione del suddetto Convento secondo la consuetudine ne ha fatta in mano di Filippo da Orvieto vicario di Boso allora Proposto ed amministratore e adesso Vescovo eletto della Chiesa aretina "la concede al prefato Bernardo, sperando che egli 'defectum praefatum probitate suppleat meritorum et quod monasterium ipsum et personae et dona ipsius sub illius regiminis cura feliciter dante Domino debeat prosperari'. 21 novembre 1326. L'abate Lugano ha la data del 23 dicembre 1326, mentre come abbiamo sopra la data è del 21 novembre 1326. "Iohannes, s.Theodori diac. card. apost. sedis Legatus, Bernardo ab. mon. s. Marie de Oliveto, ord. s. Benedicti, aretin. dioc. - Monasterio per cessionem ab. Simonis Ture vacante, prefati conventus ad quos abbatis electio in illo noscitur pertinere, "te cum sis tantum in minoribus ordinibus constitutus et patiens in visu defectum, in eorum et dicti mon. abbatem concorditer postularunt" supplicationes postulationem eandem admittere. Datis litteris s. Iohannis de Asso et Bentese ac grossenan. secularium ecclesiarum prioribus, ut ad locum personaliter accedentes, auctoritate nostra, edictum publice pronuntiarent et contradicentes causam rationabilem ostenderent; nullus oppositor vel contradictor apparuit; et Nos volente eiusdem monasterii indempnitatem providere, "sperantesque quo defectum prefatum probitate suppleas meritorum et quod mon. ipsum ac persone et bona ipsius sub tui cura regiminis feliciter, dante Domino, debeant prosperari, postulationem eandem admittimus gratiose, teque ordinem ipsum expresse professum in abbatem illius, auctoritate qua fungimur, preficimus iuxta consuetudinem memoratam, ti "curam et administrationem ipsius in spiritualibus et temporalibus plenarie committendo. Tu igitur curma sic sapienter A 291 179 c 9 21 novembre 1326 - Rogato Giovanni diacono Cardinale di S. Teodoro 7) Giovanni di Pietro cittadino senese offerisce se stesso e tutti i suoi beni mobili ed immobili a Fr. Bernardo del q. Mino Abate di Monte Oliveto, promettendo ad esso e ai suoi successori ogni riverenza ed obbedienza e di vivere in perpetua castità secondo la regola di S. Benedetto. 3 settembre1332. Rogato Giovanni del q. Ventura. BA 332 221 c 1 3 settembre 1332 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 8) Fr. Biagio de Ripe Vescovo Gialidense col mezzo del suo testamento ordina di essere sepolto nella chiesa di Monte Oliveto, alla quale lascia un suo libro detto Pontificale ed un altro detto Sermonale. Al monastero di S, Benedetto di Siena lascia un Breviario ed al monastero di S. Bernardo d'Arezzo lascia un messale, annullando con la presente disposizione ogni altro testamento e costituendo nel tempo stesso per suo esecutore o Fide commissario Fr. Bernardo di Mino Tolomei abate di Monte Oliveto che si trovava esso Biagio nel detto monastero di S. Bernardo d'Arezzo. 3 giugno 1333. Rogato Francesco del q. Ser Baldo vice d'Arezzo. "Reverendus pater domnus Blasius de Ripe episcopus Gialidensis, per testamentum suum, mandavit corpus suum sepeliendum apud eclesiam s. M. de monte oliveto et dare constituit pro remedio anime sue unum suum librum dictum pontificale dicto mon. s. M. de monte oliveto; et reliquit loco s. benedicti de senis, eiusdem ordinis, unum suum breviarium et loco s. Bernardi de Aretio, eiusdem ordinis, unum suum missale et monasterio s, M. de monte Oliveti, comitat. Sen. unum suum sermonale: ad que legata exequenda reliquit executorem et fidei commissarium domnum fr. bernardum domni Mini de Tolomeis de Senis ab. mon. s. M. de monte oliveto, presentibus reverendo viro dompno Bernardo ab. eiusdem mon., et fratre Simone Ture, propre dicti mon. - Franciscus olim ser Baldi Vive de aretio, not." BA 332 221 c 2 3 giugno 1333 - Rogato Francesco del q. Ser Baldo. 9) Fr. Bernardo del q. Mino da Siena abate di S. Maria di Monte Oliveto... elegge Fr. Bartolomeo de Mino in suo Procuratore ad esigere tutto ciò che a lui appartiene in vigore del lascito di Fr. Biagio vescovo Gialidense. 25 luglio 1333. (L'abate Lugano sbaglia il giorno mettendo il 15 luglio, mentre è il 25 luglio) "Sapiens honestus et discretus domnus Bernardus olim domni Mini ab. mon. s. M. de Oliveto in Acona, constituit fr. Bartholomeum Mini, monachum dicti mon. procuratorem, ad recipienda omnia bona que fuerunt venerabilid pastris domni Blasii Dei gratia episcopi Gialidensis, cuius dictus domnus Bernardus ab. asseruit fidei commissarium esse.- Actum in ecclesia dicti mon. in loco dicto Acona. Iohannes olim Venture not. BA 332 221 c 3 25 luglio 1333 - Rogato Fr. Bernardo di S. Maria elegge 10) Diversi monaci con tutti i nomi offrono se stessi con i loro beni a Fr. Bernardo: 31 agosto 1336. BA 332 221 c 5 31 agosto 1336 - Rogato Diversi monaci con tutti i loro 11) Fr. Pietro di Donato Peruzzi, Fr. Gabriele di Giacobino, Fr. Bandino di Michele, Fr. Cenne di Nicola e Fr. Michele di Sano (o Tano ?) tutti di Fiorenza e Fr.Antonio di Cristofano da Oliveto, volendo lasciare il mondo offeriscono a Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei, abate di S. Maria di Monte Oliveto tutti i loro beni mobili ed immobili, promettendo di vivere in obbedienza e castità perpetua secondo la regola di S. Benedetto. 4 settembre 1336.Rogato Giovanni del q. Ventura. BA 332 221 c 6 4 settembre 1336 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 12) Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei col consenso di Fr. Patrizio, di Fr. Ambrogio, di Fr. Tommaso di Minuccio ed altri eleggono Fr. Franceschino di Guiduccio, Fr. Bartolomeo di Minoccio e Fr. Simone Tendi come procuratori che singolarmente o insieme possano validamente ricevere doni..ecc.. 4 settembre 1336. Rogato Giovanni del q.Ventura. cfr. documento del mandato in A. M.O.M. al 4 settembre 1336 N.4 della cassetta B 12.(Ap. al Reg: IV, d.4). "Sapiens discretus et onestus vir domnus - Bernardus olim domini Mini de Tolomeis de Senis, ab. mon. s. M. de mionte oliveto in Acona, in curia de Chisure comitatus Sen. et aretin. dioc. de consilio - fratris Patricii olim Francisci, - fr. Ambrosii olim Nini, - fr. Thome olim Minucii, - fr. Gregorii Vannis. - fr. Symonis Ture, - fr. Bartholomei magistri Mini, - fratri Petri Mei, - fr. Petri Vochatti, - fr. Luce Ghinolducci, - fr. PaoliMinucci, - fr. Chrstophani Franceschini ser Iacobi, - fr. Iohannis Vannis, - fr. Donati Guictonis, - fr. Antonii, fr. Philippi, - fr. Taddei Stapherani, - fr. Bernardi Octolini, - fr. Paoli Nuti, - fr. Angeli Mannucci, - fr. Simonis Doni - fr. Andree Pannarini, - fr, Paulini Pauli, - fr. Venturini Mini, - fr. Alessi Pucciarelli, - fr. Petri magiostri Guillelmi, - fr. Francisci Michi, - fr. Francisci domni Mini, - fr. Laurenti Andree, AV 329 218 c 21 4 settembre 1336 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 13) Con il consenso di Fr.Tommaso del q. Mino, di Ambrogio di Nino, di Fr. Bernardo Ottolini, di Fr. Patrizio del q. Francesco e di altri il Capitolo elegge un procuratore come delegato per i monaci a Perugia dal Vescovo nella persona di Fr. Innocenzio del q. Ser Domenico. 4 settembre 1336. Rogato Giovanni del q. Ventura. cfr. a.M.O.M.( al n. 5.) 4 settembre 1336 . Mandato di procura nella cassetta B 12. (Ap. al Re. IV, d.5). "Venerabilis et religiosus vir 1) domnus Bernardus condam domni Mini de Tholomeis de Senis ab. mon. s. M. de monte oliveto de Acona, comitatus Se., curie de Chisure, dioc. aretin., de consilio 2) fr. Thome olim Mini, 3) fr.Ambrosii Nini, 4) fr. Bernardi Octolini, 5) fr. Patricii olim Francisci, 6) fr. Gabrielis Iacobini, 7) fr. Iohannis Petri, 8) fr. Martini Mastinalli, 9) fr. Peroççus Martelli, 10) fr. Christofani ser Iacobi, 11) fr.Taddei Stepherani, 12) fr. Dominici Saltini, 13) fr. Andree Pennarini, 14) fr. Venturini magistri Mini, 15) fr. Francisci domni Petri, 16) fr. Augustini Ture, 17) fr. Paulini Pauli, 18) fr. Simonis Tendi, 19) fr. Antonii Stepherani, 20) fr. Iohannis Peruççi, 21) fr. Mattei ser Herrigi, 22) fr. Blasii Iohannis, 23) fr. Iohannis ser Iacobi, 24) fr. Venture Pantani, 25) fr. Pieri magistri Guillelmi, 26) fr.Mactheucci Ducci, 27) fr. Laurentii Andre, 28) fr. Iacobini Presocçi, 29) fr. Restauri Balducci, 30) fr. Cennis Niccolai, AV 329 218 c 22 4 settembre 1336 - Rogato Giovanni del q. Ventura da 14) (Ap al Reg. IV d.38) 39 c. "Galleta filius domni Niccoli militis civit. Sen. de domo Ranionum asserens esse emancipatuum a patre, spontanea voluntate promittit rev. viro dompno Bernardo condam domini Mini de Talomeis de Sen. ab. mon. s. M. de Monte Oliveto in curia de Chisure positi, comitatus Sen. et aretin. dioc., dare in proximis venturis Kalendis mensi septembris apud dictum monasterium quatuor modios frumenti et decem octo libras bon. den. sen., et ab inde in antea quolibet anno in kal. sept. tantundem toto tempore quo dictus domnus Niccolus stabit in dicto monasterio vel in aliis locis et membris ipsius: et post eius mortem promittit dare quinquaginta libras bon. den. sen. Qui domnus Niccolus dicto filio suo Galletta in predicti omnibus consensit. - Actum in dicto monasterio, coram magistro Iohanne olim Cini in grammaticalibus et Bindaccio olim Rosticci, testibus. - Iohannes not. filius olim Venture de Senis. 19 agosto 1337 - Rogato Iohannes not. filius olim Venture de Senis. 15) Fr. Bernardo del q. Mino di Cristoforo Tolomei abate di Monte Oliveto con consenso del Capitolo elegge Fr. Innocenzio del q. Ser Domenico in Procuratore ad agir le liti tanto civili quanto criminali in qualunque luogo ed avanti qualunque persona. 4 settembre 1338. Rogato Lando del q. Accorso. "Congregato capitulo monachorum s. M. Montis Oliveti in Acona, curia de Chisure, de mandato venerabilis patris et domni fr. Bernardi quondam b. m. domni Mini Christofani de Talomeis de Senis ab., fratres constituerunt procuratorem fr. Innocente, olim ser Dominici monacum dicti mon.. - Actum in ecclesia dicti mon.- Landus quondam Accursii not. AV 329 218 c 25 4 settembre 1338 - Rogato Lando del q. Feo Accorso 16) Niccola Ranieri Cav.re senese dona a Bernardo del q. Mino Tlomei abate di Monte Oliveto tutti i suoi beni mobili ed immobili con i crediti ancora, che ha con Nello figlio del suddetto q. Mino, provenienti da usura e da altri consimili modi illeciti ed ogni cosa offre "ad salutem et remaedium animarum illarum personarum, quibus tenetur aliquid dare et restituere pro lucro quocumque illicito modo ab eis habito et acquisito". 5 ottobre 1338. Rogato Giovamnni del q. Ventura. "Niccolaus miles, civis Sen. de domo Ranionum, donat inter vivos reverendo viro dompno Bernardo domni Mini de Talomeis de Senis ab. mon. s. M. de monte Oliveti, omnia sua bona et obligationes quas recipere debet a domno Nello milite olim domni Mini de Talomeis de Senis pro usuris et ob usuraira pravitatem vel alio illicito modo, volens quod sit ad salutem et remedium animarum illarum personarum, quibus tenetur aliquid dare vel restituere pro lucro quocumque illicito modo ab eis habito et acquisito. - Actum in dicto mon. - Iohannes olim Venture not. BA 332 221 c 7 5 ottobre 1338 - Rogato Giovanni del q. Ventura. 17) Fr. Bernardo elegge per il medesimo effetto e nella riferita maniera Fr. Gabriele di Luto. 2 maggio 1339. Rogato Giovanni del q. Ventura. "Congregato gen. capitulo monachorum s. M. Montis Oliveti, de mandato venerabilis patris et domni fr. Bernardi quondam b. m. domni Mini Christofani de Talomeis de Senis ab. fratres constituerunt procuratorem fr. Gabrielem Luti monacum dicti mon. - Actum in ecclesia dicti mon. -Iohannes quondam Venture not. AV 329 218 c 28 ( 26) 2 maggio 1339 - Rogato Giovanni del q. Ventura Fr. Berrnardo del q. Mino Tolomei abate di Monte Oliveto Maggiore con il consiglio di Fr. Patrizio del q. Francesco, di Fr. Simone, di Fr. Ambrogio di Mino e d'altri elegge Fra Bartolomeo di Mastro Mino in Procuratore ad agire le liti, le cause civili e criminali che il detto Monastero potesse mai avere in qualunque luogo e con qualunque persona. Rogato Giovanni del q. Ventura. AV pag. 27 18) Franceschino Cantelli da Parma giudice collaterale del Podestà di Siena sopra le controversie che passano tra Ser Nicola di Ser Vanni Procuratore di Fr. Bernardo abate di Monte Oliveto e di Tora vedova di Branche Accarigi, fide commissari di Nello del q. Mino Tolomei per una parte e tra Ser Domenico di Ser Cecco Procuratore di Galletta e di Nicola dall'altra, ordina che questi paghino la quarta parte della lite e delle spese, siccome il detto Ser Niccola fa una tal istanza contro i medesimi, che sono stati soccombenti nella querela del gravame aventi Niccola giudice collaterale del Capitano del Comune di Siena e le ragioni dei primi sono in quell'affare chiarissime. 7 settembre 1339. Rogato Benincasa del q. Mino. cfr. documento nella cassetta B 12 dell'archivio M.O.M. al 1341 dicembre 13 al n.12). cfr. a.M.O.M. al n. 1 e al n. 38. : 1337 agosto 19 : Galletta di Niccolò da Siena attesta di dover versare...non oltre il prossimo mese di settembre. "Franceschinus de Cantellis de Parma iudex collateralis nobilis et potentis militis domni (....) de Tabula de Ferraria hon. potest. civit. Sen., in lite vertente inter ser Nivolaum ser Vannis not. et proc. reverendi viri fr. bernardi ab- mon. s. Marie de monte oliveto et domne Thore relicte domni Branche de Acarigiis fidecommissariis testamenti domni Nelli condam domni Mini de Talomeis et Gallettam et Niccholaum et Dominicum ser Cicchi not.; qua petiis dictos Gallettam et Niccolaum qui succubuerunt condemnari in quarta parte, in expensis; condemnat dictos Gallettam et Niccholaum in quarta parte dicte litis et inexpensis legiptimis. Lata condempnatio presentibus ser Bartholomeo Ciardini et ser Andrea Fucci, ser Bartholomeo Ciechi, et ser Simone Nuti not. Benincasa not. filius olim Mini de Senis, scriba et officialis comunis Sen." AZ 331 220 c 9,1-2 7 settembre 1339 - Rogato Benincasa del q. Mino 19) 193 P 304 carta 2 Giovanna figlia di Ture del q. Noccio di Torrenieri e moglie di Memmo di Tino di Chiusure, conferma la vendita fatta da suo marito a Fr. Andrea del q. Cenni Sindico di Monte Oliveto di Chiusure. (In latino originale: Johanna filia Ture, uxor Memmi Tini de Chiusuris... Andree olim Cennis de ordine fratrum Sancte Marie de Oliveto. Actum in curia de Chisuris coram Orlando Maffei. 25 ottobre 1339.Ego Francischinus not. filius olim Bordini de Senis) 20) Fr. Bernardo abate del monastero di Monte Oliveto col consenso di Fr. Simone Ture da Siena e del rimanente Capitolo del detto monastero elegge Fr: Alessio di Pucciarello d'Arezzo, Fr. Andrea di Cenno da Gozzano, Fr. Bartolomeo di Nucchezzo Capponi da Fiorenza, Fr. Venturino di Mastro Mino da Trequanda, Bartolino Capponi da Fiorenza e Brunellino di Guittone parimente da Firenze per Procuratori in solidum sopra le liti civili e criminali da agitarsi in qualunque luogo e davanti qualunque persona, dandogli specialmente facoltà di vendere per il prezzo di quattrocento fiorini d'oro a Giacomo del q. Vanni di Luppo Antinori, la metà pro indiviso d'un podere con palazzo posto in S. Pietro di Monticello, confinante con la strada, con Piero del detto Vanni, con Ser Ranuccio di Francesco Saputi e col monastero di S. Pietro Minore, dichiarando inoltre che se Giacomo non lo volesse più comprare, si venda a Pietro ed altre persone. 30 ottobre1339. Rogato Tomagio del q. Oliverio da Monte Franchi. "Convocato capitulo mon. s. M. de monte oliveto, de mandato venerabilis 1) patris domni Bernardi ab. eiusdem mon.; 2) fr. Simon Ture de Senis, 3) fr. Benoarius Mini de Florentia, 4) fr. Augustinus Ture de Senis, 5) fr. Thomas Minnari de Senis, 6) fr. Ventura Lapini de valle Marina, 7) fr. Bernardus Optolini de Florentia, 8) fr. Laurentius Andree de Senis, 10) fr. Pernarius Baccii de Florentia, 11) fr. Paulinus Pauli Vannis olim Lippi Antinorii de Florentia 12) fr. Iohannes ser Incepi de Florentia, 13) fr. Blasius Bindoari de Rubeis e Senis, 14) fr. Franciscus domni Pere de Florentia, 15) fr. Iohannes Petruçii de Senis, 16) fr. Zenobbius Locti de Aleis de Florentia, 17) fr. Iovannuççius Iungari (ser Petraculi?) de Florentia, 18) fr. Niccholaccius ser Chimenti de Aretio, 19) fr. Alessander Ardingii de Baris de Florentia, 20) fr.Bonaventura Magii de Aretio, 21) fr. Macteucius Ducii de Brolio, 22) fr. Macteus Landini de Prato, 23) fr. Cecchus Bencivennis de Eugubio constituerunt procuratores ad omnia agenda 24) fr. Alexium Pucciarelli de Aretio, 25) fr. Andream Cennis de Corçano, AS 327 216 c 8 30 ottobre 1339 - Rogato Tomagio del q. Oliviero da Monte Franchi. 21) Francesco del q. Nanni di Ser Uguccione da Trequanda, "volens mundum spernere, relinquere et continentiam et chastitatem servare", cede tutti i suoi beni e ragioni "nobili et honesto viro Domino Fratri Bernardo de Tolomeis de Senis, venerabili et dignissimo Abbatri" del monastero di Monte Oliveto, cioè un pezzo di terra posto nella curia di Trequanda nel luogo detto Casale, che termina con Donna Millia e con la strada, un altro....... e finalmente una casa con vari utensili nel castello di Trequanda, confinante con Bonnerio del q. Lello e con gli eredi di Burgasso, dichiarando nel tempo stesso Pietro di Mastro Braccino da Trequanda per darne il possesso in suo procuratore, promettendo in oltre di osservare una simile obbedienza ad esso Bernardo abate, e a tutti i suoi successori. 13 gennaio 1340.Rogato Francesco di Ser Giovanni Sozzi notaro senese. "Franciscus olim Nannis ser Uguiccionis de Trequanda, comit. Sen., volens omnipotenti Deo Patri et gloriose virgini Marie eius matri in omnibus complacere et servire et fetorem mundi et ipsum mundum spernere et continentiam et castitatem servare, libera voluntate, offert se et omnia sua bona, pro remedio peccatorum, pro anime sue et parentum suoprum salute, Deo omnipotenti, beate Marie virgini et honesto viro domno fr. bernardo de Tolomeis de Senis venerabili et dignissimo abbati mon.s. M. de monte oliveto, ordinis s. Benedicti, promittens omnem obedientiam et reverentiam et de cetero humiliter exibere et perpetuam castitatem et honestatem tenere et servare et vivere secondum regulam beati benedicti et monasterii et ordinis predicti s. M. de monte oliveto. Actum in mon. supradicto, in claustro eiusdem mon. , coram fr. Iacobo olim Ghezzi et Niccolo ser Vannis, testibus. Franciscus filius ser Iohannis Soççi, not. AF 316 205 c 18 13 gennaio 1340 - Rogato Francesco di Ser Giovanni Sozzi, notaio. 22) Fr. Bartolomeo del q. Mastro Mino da Siena Procuratore del monastero di Monte Oliveto sostituisce nella sua Procura Ser Pietro d'Ajuto, ser Mino di Tinello, Ser Niccolò di Ser Vanni, Ser Guidone di Fozio, Ser Domenico di Buoso, Ser Guccio d'Ugolino e Ser Arrigolo di Paolo. AV 218 329 carta 29 16 gennaio 1340. Rogato Bartolomeo del q. Jacobino da Siena. 23) Nicola del q. Francesco Patrizi dona a Fr. Bartolomeo del q. Mastro Mino Procuratore di Monte Oliveto e di Fr. Bernardo abate certe cose, una oliviera ed un pezzo di terra descritte nel testamento di Ser Bonaventura disteso da Francesco del q. Cola. 186 H 297 c 40 18 febbraio 1340 - Rogato Francesco del q. Ser Guidone 24) Andrea del q. Tolomeo da Chiusure da il possesso a Fr. Cenni Niccoletti di Monte Oliveto d'un pezzo di terra che già aveva venduto. 192 N 302 cart 2 24 aprile 1340. Rogato Franceschino del q. Bordino. 25)Domenico di Bonaventura d'Ugolino Rettore della Casa di S. Maria della Misericordia di Siena, Fr. Patrizio dell'Ordine di Monte Oliveto e Vanna del q. Francesco vedova di Bonaventura di Gualcherino fidecommissari dello stesso Bonaventura eleggono Ser Manno di Tinello, Ser Andrea di Bindo, Ser Guido di Fazio, Ser Pino di Benencasa e Fr. Bartolomeo di Monte Oliveto per procuratori in solidum sopra ogni lite che possa insorgere a causa dell'eredità del suddetto Bonaventura. 186 H 297 carta 41 15 novembre 1340. Rogato Bartolomeo del q. Lapo da Siena. 26) Duccio e Cecco con Mita sua moglie, figli del q. Spinello Vannuccio e Bindo con Minuccia sua moglie, tutti e due figli del q. Trollio falegname di Siena e Tessa madre dell'istesso Bindo per il prezzo di ottanta fiorini d'oro vendono a Fr. Bartolomeo del q. Mastro Mino sindico di Monte Oliveto un pezzo di terra col bestiame ancora con cose, capannina e claustro posto nella curia di Petroio nel luogo detto pecorile, che da tutte le parti ha la strada; un altro pezzo di terra posto in luogo detto Camprena, che termina con la strada, con gli eredi di Pirozzo con i frati del detto monastero e con gli eredi di Iannuccio. 207 AH 318 carta 9,1 22 novembre 1340. Rogato Niccola del q. Paltonerio cittadino senese 27)Mina di Ture di Giacomo di Fojano moglie di Duccio del q. Spinello e Francesca di Minuccio Ture di Fojano, moglie di Vannuccio di Trollio confermano la vendita fatta di certi terreni nell'istess'anno a dì 22 novembre dai loro rispettivi mariti a Fr. Bartolomeo del q. Mastro Mino sindico di Monte Oliveto. 207 AH 318 carta 9,2 28 novembre 1340. Rogato Nicola del q. Paltonerio, cittadino senese. 28) Fr. Bartolomeo del q. Mino sindico di Monte Oliveto, avendo comprato molti pezzi di terra da Duccio, Cecco, Mita, Vannuccio, Bindo, Minuccia e Tessa, destina Fr. Patrizio di Francesco frate di Monte Oliveto per prendere il possesso in vece sua, 207 AH carta 9,3 27 dicembre 1340. Rogato Niccola del q. Paltonerio, cittadino senese. 29) Cecco di Mino chiamato Bonci procuratore dei suddetti venditori dà il possesso a Fr. Patrizio di Francesco frate di Monte Oliveto dei pezzi di terra comprati dal mentovato Fr. Bartolomeo del q. Mastro Mino sindico di Monte Oliveto. 207 AH 318 carta 9,4 27 dicembre 1340. Rogato Niccola del q. Paltonerio, cittadino senese. 30) Michele di Tano da Fiorenza eletto da Fr. Bernardo abate di Monte Oliveto in Procuratore per presentarsi alla Santa Sede in Avignone; ad effetto di esibire colà sotto precetto di S. Ubbidienza certe scritture ed appellazione interposta dal detto Fr. Bernardo e dal Monastero a Fr. Innocenzio di Ser Domenico da Siena e a Fr. Simone di Ser Fedicio da Firenze per motivo della controversia vertente tra Ghinizzone di Niccoluccio d'Arezzo e Fr. Pietro priore della chiesa di S. Bernardo d'Arezzo dell'Ordine di Monte Oliveto, protesta nella chiesa di S. Chiara dello spedale nuovo di Pisa che essendo ivi giunto ha cercato una barca per andare a quelle parti e che insomma è dispostissimo partire per la prima occasione e che a lui non si deve imputare per negligenza il trovarsi ancora in quel luogo. 220 AZ 331 carta 11 cfr. anche documento della cassetta B 12 in A:M.O.M 21 febbraio 1341 - Rogato Romano del q. Giacomo da Pisa 31) Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei abate di Monte Oliveto col consenso di Fr. Simone di Turi da Siena, di Fr. Francesco di Pietro Tolomei, di Fr. Restauro da Siena, rettore e di altri del Capitolo Generale elegge in forma amplissima Fr. Pietro di Donato de Peruzzi da Fiorenza in procuratore del detto monastero di Monte Oliveto e suoi membri, sopra ogni questione e lite civile e criminale, che possa aversi in qualunque luogo e avanti qualunque persona. 4 maggio 1341. Rogato Francesco del q. Ser Giovanni Zorzi, cittadino senese. Cfr. a.M.O.M. n.. 11. 218 AV 329 c 31 4 maggio 1341 - Rogato Francesco del q. Ser Giovanni Zorzi Michele di Tano da Fiorenza eletto da Fr. Bernardo abate di Monte Oliveto in Procuratore per presentarsi alla Santa Sede in Avignone; ad effetto di esibire colà sotto precetto di S. Ubbidienza certe scritture ed appellazione interposta dal detto Fr. Bernardo e dal Monastero a Fr. Innocenzio di Ser Domenico da Siena e a Fr. Simone di Ser Fedicio da Firenze per motivo della controversia vertente tra Ghinizzone di Niccoluccio d'Arezzo e Fr. Pietro priore della chiesa di S. Bernardo d'Arezzo dell'Ordine di Monte Oliveto, protesta nella chiesa di S. Chiara dello spedale nuovo di Pisa che essendo ivi giunto ha cercato una barca per andare a quelle parti e che insomma è dispostissimo partire per la prima occasione e che a lui non si deve imputare per negligenza il trovarsi ancora in quel luogo. 21 febbraio 1341. Rogato Romano del q. Giacomo da Pisa. cfr. anche documento della cassetta B 12 in A:M.O.M n.9) 1340 febbraio 21 Pisa. E' errato l'anno? 32) 11 maggio 1341 Vendite a MOM a Petroio per 600 fiorini d'oro. 207 AH 318 carta 12 33) Bilia del q. Ser Vanni di Ventura da Chiusure col patto che sua vita durante gli siano dati ogni anno per la Madonna d'agosto venti stara di grano, dona a Fr. Pietro di Donato sindico di Monte Oliveto tutti i beni che ella possiede nel luogo d'Ovile nel distretto di Chiusure. 187 I 298 carta 3 9 settembre 1341. Rogato Giovanni del q. Ventura. 34) Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei abate del monastero di Monte Oliveto col consenso di Fr. Patrizio del q. Francesco, di Fr. Simone Ture, di Fr. Bernardo Ottolini e di altri del Capitolo del detto monastero elegge Fr. Bartolomeo di Mastro Mino da Siena in procuratore sopra ogni lite che con qualunque persona e davanti qualunque giudice potesse mai accadere. 218 AV 329 c 33 2 novembre 1341 - Rogato Giovanni del q. Ventura da Siena. 35) Ser Lando del q. Matteo Rettore della Chiesa di S. Angelo a Luco di Chiusure, riconosce e confessa che il monastero di S. Maria di Monte Oliveto in Acona è quello che fu eretto col suo consenso, dichiarando d'esser contento delle grazie e privilegi che ha ricevuto dal Sommo Pontefice dal Cardinal Legato, dal Vescovo d'Arezzo e da qualunque altra persona. 179 A 291 carta 14 18 febbraio 1342. Rogato Matteo di Meuccio. 36) Bruno di Lazzaro da Bettolle a nome proprio e Benencasa di Vanni, come procuratore ed a nome di Lasia del q. Lenano moglie di esso Bruno "volentes mundum et mundana relinquere et Deo servire; ipsorum strepitum et concupiscientiam desinere quia servire Deo nihil est aliud quam regnare et in continentia et chastitate consistere", essendo con le mani giunte e genuflessi nel coro avanti l'altare della chiesa di S. Maria di Monte Oliveto, in presenza di tutto il Capitolo Generale distintamente nominato, si offeriscono a Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei abate degnissimo, in appoggiati, Commessi ed oblati del medesimo monastero promettendo l'obbedienza secondo la regola di tali appoggiati,cedendogli ancora sotto pena di cento fiorini, in caso di revocazione, uno spedale da lui stesso e sua moglie fabricato ad onore della Beata Caterina vergine, con sette letti, una casa ed una piazza nel borgo di Bettolle. 205 AF 316 carta 24 2 maggio 1342 - Rogato Ambrogio di Ser Mino cfr. A.M.O.M. -24. Cassetta 21, mazzo 2, n° 8. 37) Fr. Venturino Procuratore del monastero di Monte Oliveto prende l'attuale possesso dei beni concessi da Bruno del q. Lazzaro da Bettolle, cioè d'uno spedale da lui edificato in onore della Beata Caterina vergine con sette letti. 205 AF 316 carta 25 17 maggio 1342. Rogato Rainaldo di Gerio da Torrita. 38) Fr. Simone da Siena Vicario dell'abate di Monte Oliveto da in affitto a Bindo del q. Nuccio da Castel Mozzo nel contado di Siena un podere di ottanta stara misurato a tavole posto nella curia del detto Castello, con l'obbligo che esso Bindo la lavori, ci ponga la semente ed il bestiame e corrisponda per la festa della Madonna d'Agosto la metà di tutti li frutti al detto Monastero. 295 AF 316 carta 26 30 maggio 1342. Rogato Giovanni del q. Aldobrandino. 39) Dall’archivio di Roma c f.401 In nomine Domini Amen. Anno Domini millesimoCCCXLII, indictione X die XVII mensi julii. Appareat omnibus evidenter quod Reverendus Pater Dominus Bernardus filius quondam Domini Mini Cristophani de' Tolomeis de Senis,abbas Monasterii, Capituli et Conventus Sanctae Mariae de Monte Oliveto, comitatus Senarum et Aretinae diecesis faciens in perpetuum cum parabola, consensu et mente et voluntate fratris Simonis Ture de Senis, fratris Johannes Ser Dominici de Torvino, fratris Gregorii Vannis de Senis, fratris Matteucci Duccii de Brolio, fratris Francisci Guiducci de Treconzano, fratris Pavolini Pavoli de Florentia, fratris Bernardi Ottolini de Florentia, fratris Laurentii Spigliati de Florentia, fratris Mathei Landini de Prato, fratris Vannis de Corzano, fratris Cionnis Corde de Florentia, fratris Johannis Daneri de Senis, fratris Johannis Ser Pavoli de Florentia, fratris Francisci.....(manca nell'originale) de Trequanda, fratris Stephani Guictonis de Florentia, fratris Francisci Petruni, fratris Petri de Senis, fratris Laurentii Neri de Senis, fratris Jovannuzzi Inguini de Florentia, fratris Marci....de Vulterris, fratris Restori pictoris de Senis, fratris Jacobuccii Domine Bone de Florentia, fratris Venturini Mignorini de Trequanda, fratris Basilii de Aretio \monachorum et fratrum suorum et dicti monasterii et Conventus et capituli Beatae Sanctae Mariae de Monte Oliveto predicto comparuerunt inde monaci et fratres monasterii, Capituli et Conventus membrorum dicti loci, una cum reverendo Patre Domino Bernardo Abbate predicti loci, monasterii, Capituli et monachorum dicti loci, de sancta Maria de Monte Oliveto predicto, qui sunt duo partes et ultra monachorum et fratrum dicti conventus, Capituli dicti loci, convocati,coadunati et congregati in Ecclesia Sanctae Mariae de Monte Oliveto predicto, ubi morantur et soliti sunt facere capitulum et Conventum et congregationem et Consilia pro dicto Capitulo et Conventu dicti loci, more solito, ad sonum campanae comnvocati, congregati pro utilitate et commoditate dictorum capituli et Conventus et ipsorum fratrum et Monachorum dicti loci, omnes simul concorditer et nemine discordante simul ad invicem inter eos pro evidenti utilitate et commoditate dicti Capituli et Conventus dicti loci, omnes simul ad invicem fecerunt, constituerunt atque ordine eorum et cuiusqumque eorum et dicti Capituli, Conventus dicti loci et Monasterii predicti omni vi, iure et modo quibus melius fieri possunt, fratrem Bernardum Optolini de Florentia, fratrem et monachum dicti monasterii et loci de ordine fratrum et Monachorum dicti Monasterii presentium et recipientium dicti capituli et Conventus et Monasterii et eorum et cujuslibet eorum et dicti Capituli et Conventus dicti Monasterii, Sindicum et procuratorem, actorem factorem et certum nuntium specialem et negotiorum gestorem ad disponendum pro eis 17 luglio 1342 - Rogato Ser Johanne Martini-Roma 40) Bernardo e Giovanni del q. Piero di Chiusure per il prezzo di sette lire monete di Siena, vendono a Fr. Andrea procuratore di Monte Oliveto un pezzo di terra lavorativo e boschivo posto nella curia di Chiusure nel luogo chiamato Gorgoni, che confina con i beni del detto Monastero e con il Vallone di Segareno. 187 I 298 c 4 1 settembre 1342 - Rogato Bartolomeo del q. Cola 41) Fr. Venturino del q. Mastro Mino di Trequanda procuratore di Monte Oliveto dà in affitto per un anno a Goro di Giovanni di Bernardo da Chiusure un pezzo di terra lavorativo posto nel distretto di Chiusure nella contrada chiamata el Caggiuolo, che termina con la strada, con Nardo di Rusticuccio, con gli eredi di Ghino di Rado e col Vallone; ed un altro boschivo posto nell'istessa curia nella contrada chiamata la Selve, che termina con li frati di Monte Oliveto, con Ghinuccio di Bartolo, con Barbalino di Mico, con Guccio di Pace, e col Vallone, obbligandolo a corrispondere per la Madonna d'Agosto 12 stara di frumento. 5 ottobrre 1342. Rogato Bartolomeo del q. Giacomino. 187 I 298 c 5 5 ottobre 1342 - Rogato Bartolomeo del q. Giacomino 42) Fr. Venturino suddetto notifica alla moglie di Ser Nerio da Siena, come il Monastero possiede i consaputi terreni e gli intima a non entrare in essi e di non farvi novità veruna, protestando che altrimenti essa facendo, sarebbe ciò riputato ingiuria, forza, violenza e gravame. 187 I 298 carta 6 17 ottobre 1342. Rogato Bartolomeo del q. Giacomino. 43) Cecco del q. Guglielmo d'Avena nel contado di Siena, con Cecca sua madre e Mina sua moglie per il prezzo di sei fiorini d'oro vende a Fr. Bernardo del q. Ottolino procuratore e monaco di Monte Oliveto un pezzo di terra con Olivi posto nella curia di Chiusure nel luogo detto Oliveto, della contrada di Cristena, che confina col detto Monastero, con Menico di Tino e colla strada. 11 gennaio 1343. Rogato Giovanni di Ventura. 187 I 298 c 8 11 gennaio 1343 - Rogato Giovanni del q. Ventura 44) Andrea del q. Bianchi da Betttolle dona a Fr. Venturino del q. Mastro Mino sindaco e procuratore di Monte Oliveto un pezzo di terra posto in quel distretto nel luogo detto Copa che da due parti ha la chiesa di S. Brizio, da una i Figli del conte Bino, e dall'altra gli eredi di Guittone; un pezzo di terra posto nel luogo chiamato Piscinali che termina con gli eredi di Laro, con gli eredi di Guittone, con la strada pubblica e con il comune di Bettolle; un altro luogo detto Civinelle, che confina con gli eredi di Landino di Novaldo e con gli eredi di Guittone; e finalmente un ortaglia vicino al borgo di Bettolle, alla strada pubblica, agli eredi di Lando ed agli eredi di Vago di Cuccio. 205 AF 316 carta 27 8 aprile 1343. Rogato Giovanni del q. Ventura. 45) Fr. Bernardo del q. Mino Tolomei, Abate, con il consenso di Fr. Patrizio, di Fr. Simone Ture e di altri del Capitolo di Monte Oliveto elegge Fr. Bernardo Ottolini da Firenze per procuratore ad effetto di vendere a Ser Errigo del q. Feo o a qualche altro la metà pro indiviso di una casa posta nel popolo di Santa Reparata, e di S. Lorenzo nella strada de Spadari e da tre lati con lo stesso Ser Errigo. 216 AS 327 c 10 23 aprile 1343 - Rogato Giovanni del q. Ventura 46) Bartolomeo del q. Forestano cittadino e mercante senese, vende per il prezzo di dugentoquarantacinque lire moneta di Siena a Fr. Pietro di Donato di Montre Oliveto Maggiore una casa ed un pezzo di terra posto nella curia di Chiusure nel luogo detto Cristena, che confina con la strada e con la chiesa di S. Stefano d'Ovile; un altro pezzo posto nell'istesso sito, che confina con la strada e con gli eredi di Ghino; un altro che confina con i medesimi e con Cecco di Giullino; un altro posto nel luogo detto Casa Marti, che confina con Billia di Ser Vanni. 187 I 298 carta 10 26 giugno 1343. Rogato Nicola del q. Paltonerio. 47) Pietro del q. Giovanni di Bettolle e Guiduccia sua moglie, per il prezzo di cinque lire vendono a Bruno del q. Lazzaro procuratore di Monte Oliveto o sia dello spedale di S. Caterina di Bettolle una piazza posta in quel borgo, vicino da due parti alli beni dello Spedale. 205 AF 316 carta 29 17 luglio 1343. Rogato Rinaldo di Gerio di Torrita. 48)Memmo del q. Tino di Chiusure Procuratore di Bartolomeo Forestani dà il possesso, a Fr. Venturino del q. Mastro Mino sindico di Monte Oliveto Maggiore, della Casa e vari pezzi di terra posti nella curia di Chiusure nel luogo detto Cristena, secondo esigeva la propria incombenza. 187 I 298 carta 2 12 agosto 1343: Rogato Giovanni del q. Ventura. 49) Francesco Rettore della chiesa di S. Angelo de Luco di Chiusure per supplire alla perdita dell'Istrumento, con cui Lando suo predecessore, aveva acconsentito che la religione in onore della B. Vergine approvata da Guidone Vescovo d'Arezzo di buona memoria allora vivente in comunione ed obbedienza con la S.Sede e graziata non meno da esso che dalli di lui successori e da Giovanni Cardinal Legato di S. Teodoro fosse fondata col Monastero nel luogo opportuno d'Acona della diocesi aretina ad istanza di Fr. Venturino da Trequanda procuratore di Fr. Bernardo abate e del Capitolo di Monte Oliveto, ad effetto che di ciò rimanga un perpetuo monumento, anche a nome dei suoi successori acconsente e solennemente rinnova quanto è stato operato dal detto Lando ora presente, confessando che da questo non ne vien generato alla sua chiesa alcun pregiudizio, ma grandissimo vantaggio, mentre l'Abate e i monaci risplendono con vita lodevole "et morum honestate decora, de virtute ambulantes in virtutem, concedente altissimo exercentes, semen eorum cadens in terram bonam, iam non tantum sibi, sed et aliis Xtifidelibus, fructum plurimum attulit salutarem et positi speculi aliorum exemplar singularis vitae exibuerunt, et ducatum in via praestante omnibus cupientibus ad bona progredi sempiterna". 179 A 291 c 15 1 settembre 1343 - Rogato Donato del q. Pesso (=Becco) 50) Cecco del q. Nanni d'Avena nel contado di Siena confessa d'aver ricevuto da Fr. Simone di Ture Procuratore di Monte Oliveto trenta lire che il detto Monastero gl'aveva promesso per la dote di Vanna figlia di Nuccio sua moglie. 228 BI 339 carta 21 15 settembre 1343. Rogato Tomagio del q. Uliverio. 51) Bice figlia del q. Savena vedova di Sozzino, col consenso di Sozzino suo figlio vende per il prezzo di dugento cinquanta fiorini a Fr. Bernardo Ottolini di Firenze Sindico di Monte Oliveto trenta sei stara di terreno a semente posto nella curia di Bettolle nel luogo detto Campo Mattesi confinante da due parti con la via. 205 AF 316 c 30 11 dicembre 1343 - Rogato Nicola del q. Paltonerio 52) Andreuccio del q. Valentino di Bettolle per il prezzo di trentanove lire vende a Fr. Giacomino del q. Cennino (47/2)procuratore di Monte Oliveto tre pezzi di terra di quattro stara e mezzo e cinque tavole posti nella curia di Bettolle nel luogo detto Colle Franciano, che terminano con Puccianino di Naldo chiamato Magagnino, col detto Andreuccio e con la via del Comune. 205 AF 316 carta 31 !5 maggio 1344. Rogato Giovanni del q. Ser Ildobrandino. 53) Viviano da Siena Pievano della chiesa di S. Agata d'Asciano e vicario generale di Boso Vescovo d'Arezzo, avendo a requisizione di Fr. Venturino di Mastro Mino, sindico e procuratore di Fr. Bernardo Abate e del Capitolo di S. Maria di Monte Oliveto esaminato lo stesso Fr. Patrizio del q. Francesco Patrizi e Donato Mirancio canonico aretino ed avendo ancora conosciuto dal Processo ora fatto a tenore degli articoli esibiti nel giorno otto dal detto Procuratore, che sotto il 1319 a dì 26 marzo Guido Vescovo d'Arezzo di buona memoria, allora in comunione della S. Madre chiesa, dopo l'istituzione del prefato Collegiato Monastero da reggersi dall'abate e monaci, aveva ordinato a D. Giovanni d'Arezzo, monaco del monastero del Sasso dell'ordine di S. Benedetto, suo vicario di creare i nuovi monaci di quel luogo, che cantava questi la messa nella chiesa detta SS.ma Trinità fuori delle mura, dove era una copiosa moltitudine di fedeli aveva dato, tre giorni dopo, con le solite benedizioni, la cocolla bianca e l'abito monacale alli due suddetti e ad Ambrogio del q. Mino da Siena come gli altri genuflesso, che aveva ricevuto la rinunzia di essi all'anno di Probazione e la loro professione di castità, povertà, obbedienza e perseveranza dandogli la regola di S. Benedetto, che tali nuovi religiosi avevano sempre anche in pubblico portato l'abito dei professi, che come tali erano stati reputati da ogn'uno, secondo è la pubblica voce; e che il tutto appariva per Istrumento di Ser Guadagno e d'altri notari. Rinnova con la presente dichiarazione detta verità delle suddette cose tutti quei tali documenti, che si sono perduti, per la mancanza de quali, si teme, che alcuni possano detrarre la buona fama, pace e quiete del Monastero e dei monaci. 179 A 291 c 16 31 maggio 1344 - Rogato Agostino del q. Finoccio d’Arezzo. 54) Agnolino del q. Vagio da Bettolle, vende per il prezzo di trenta sei fiorini d'oro a Fr. Pietro di Donato Peruzzi da Fiorenza Procuratore di Monte Oliveto un pezzo di terra posto nella detta curia nel luogo chiamato el Doccio, confinante con Molate Piccolomini, con gli eredi di Filippo Conti, con la via e con Martino di Ser Pietro.. 205 AF 316 carta 32 14 luglio 1344. Rogato Fuccio del q. Chino. 55) Binda moglie di Giovanni di Mone di Petroio e figlia di Pannuccio acconsente alla vendita fatta dal suo marito a Fr. Simone Procuratore di Monte Oliveto d'un pezzo di terra posto in quella curia nella contrada di Petretti(o Petroio?) che termina col detto monastero, con Cenni e con la via. 207 AH 318 carta 28 21 giugno 1345. Rogato Pietro di Ser Truffa. 56) Ser Pietro del q. Guccio cappellano di Rofeno, dà a Nevio del q. Dino d'Asciano , imposta da Clemente VI in sussidio della Terra Santa sei lire per la prima paga del secondo anno della suddetta decima della quale esso Nevio protesta non esserne contento, mentre a tenore della tassa fatta all'abbazia di Rofeno, deve in tutto dieci lire. 200 Z 311 carta 27,2 5 novembre 1345. Rogato Donato del quondam Beco d'Asciano. 57) Niccola del q. Bandino da Siena Potestà di Massa arbitro eletto assieme col Venerabile Padre Fr. Bernardo Tolomei abate di Monte Oliveto, da Matteo di Bindo Pignatta, e da Bindo suo figlio per una parte, e da Larina del q. Pietro di Ciano futura moglie di Bindo dall'altra a causa delle controversie insorte in materia della dote da pagarsi al detto Matteo di Bindo, ripone tutta la sua abilità nel detto Fr. Bernardo, essendo esso Nicola impedito da altri interessi spettanti al suo uffizio. 228 BI 339 carta 25 24 gennaio 1346. Rogato Giacomo del q. Ser Bondo. 58) Mastro Miniato medico figlio del q. Moccio di S. Miniato, col mezzo del suo testamento comanda di esser sepolto nella chiesa di S. Caterina in S. Miniato... chiama erede e lascia i due terzi della sua eredità "alli Frati di Monte Oliveto," con l'obbligo di erigere fra due anni una chiesa in S. Miniato ed uffiziarla. Spiegandosi, che quando dalli detti frati non si accettasse questa condizione, le dette due parti siano devolute alli frati di S. Agostino ed alli poveri. 183 E 295 carta 1 29 aprile 1346. Rogato Scarlatto di Guardo di S. Miniato. 59) Toto del q. Cheluccio della Selva maggiore nella curia di Chiusure, dispone col mezzo del suo testamento d'esser sepolto nel monastero di Monte Oliveto. Lascia dieci lire per la celebrazione delle messe, una torcia, trenta lire per vestire molti poveri, una torcia del valore di quaranta soldi alla canonica di Grossennano, un'altra di venti soldi alla chiesa di S. Angelo a Luco, un'altra dello stesso valore alla chiesa di S. Stefano d'Ovile, un'altra consimile alla chiesa di S. Leonardo, ed un'altra alla chiesa di S. Pietro di Grè. Lascia da restituire venti soldi a quelli de quali sono informati Chello e Meo suoi figli e Lagia sua moglie, alli poveri 10 lire e tanto pane per due anni, secondo che sembrerà espediente alli suoi Fidecommissari; a Cristofera e Giovanna sue nipoti in tutto trecento lire per la loro dote, alla detta Lagia l'usufrutto d'ogni cosa, ogni qual volta voglia stare con i figli. 228 BI 339 carta 27 27 settembre 1346. Rogato Fr. Stefano del q. Ser Coppie da Prato, frate di Monte Oliveto. 60) Fr. Paolo di Ser Filippo Monaco e Procuratore di D. Giona abate del monastero di Roffeno da a Nevio del q. Bino d'Asciano sotto collettorre della Decima triennale imposta da Clemente VI in sussidio della Terra Santa sei lire per la prima paga del terzo anno della suddetta decima triennale, delle quali esso Nevio protesta non esserne contento mentre a tenore della tassa fatta all'abbazia di Rofeno, deve in tutto dieci lire. 200 Z 311 carta 27,4 6 novembre 1346. Rogato Donato del q. Beco d'Asciano. 61) Viviano da Siena Rettore della Pieve di S. Agata in Asciano e Vicario di Boso Vescovo d'Arezzo, richiede a Ser Pavolo Rettore della chiesa di S. Maria di Bettolle di poter vendere a Fr. Pietro sindico di Monte Oliveto un pezzo di terra in quella curia confinante con gli eredi di Bino Conte di Petroio con gli eredi di Tono Pecorari, con la via del comune, e colli beni del detto monastero; ed ancora un Casalino nel borgo di Bettolle vicino alla via del Comune ed a Monte Oliveto, e ciò per sodisfare Ser Fuccio di Lucignano che gl'aveva prestato cinquanta fiorini per sostenere le ragioni della di lui chiesa contro le pretenzioni de Ser Bartolomeo di Biagio da Cortona. 205 AF 316 carta 33 22 novembre 1346. Rogato Agostino del q. Finuccio d'Arezzo. 62) Giovanna e Bartala figlie del q. Vannuccio di Ser Giovanni Ventura notaro di Chiusure, Nicolò del detto Ser Vanni e Fessa del q. Goro di Filippo, vedova del nominato Vannuccio, per il prezzo di cento lire moneta di Siena, vendono a Fr. Simone di Ture, che ha pagato col proprio denaro, con quello del monastero di Monte Oliveto e con quello di Fr. Bernardo Abate, un pezzo di terra posta nella curia di Chiusure nel luogo detto Cojallo, che confina con Antonio di Meo (Tolomei), col detto Monastero, col Vallone e con la strada e costituiscono Puccio di Piero per loro procuratore, ad effetto di darne giuridicamente il possesso. 191 N 302 c 3,1 5 febbraio 1347 - Rogato Tomagio del q. Uliviero 63) Puccio suddetto procuratore della prefata Giovanna e Bartala, dà il possesso del medesimo pezzo di terra a Fr. Venturino di Mastro Mino di Trequanda sindico di Monte Oliveto. 191 N 392 carta 3,2 5 febbraio 1347. Rogato Tomagio del q. Uliverio. 64) Domenico del q. Martino Coletti di Caggiatro nella contrada di Chiusure col consenso di vari suoi prossimi parenti e per il prezzo di quattro lire moneta di Siena, vende a Fr. Jacomuccio Cennini procuratore di Fr. Bernardo abate di Monte Oliveto un pezzo di terra posto nella curia di Chiusure nel luogo di Caggiadro e precisamente nel sito detto egliamoni che termina con Meo di Guccio, con gli eredi di Forestano e con la strada. 10 febbraio 1347. Rogato Tommaso del q. Uliverio. 187 I 298 c 13 10 febbraio 1347 - Rogato Tommaso del q. Uliviero 65)Mino del q. Pietro Tolomei da Siena.....con altri si dichiarano debitori.. 228 BI 339 carta 29 13 maggio 1347. Rogato Petro del q. Torbanghi 66) Memmo del q. Tino da Chiusure col consenso di Nuccio suo fratello vende per il prezzo di trenta lire a Goro del q. Lando Ragnoni un pezzo di terra posto nella medesima curia nel luogo detto Ovile, che termina con la strada, con Parigio di Martino e con gli eredi di Giovanni di Bernardo, costituisce Giovanni di Meo in suo procuratore ad effetto di dargliene l'attual possesso e finalmente si obbliga, che Giovanna sua moglie fra quindici giorni approvi il presente contratto. I 298 187 c 12 4 dicembre 1347 - Rogato Guglielmo del q. Mone 67) Pannuccio del q. Botorone di Petroio,oblato di Monte Oliveto dona, e dà l'attual possesso a Fr. Venturino da Trequanda procuratore del detto monastero d'un pezzo di terra posto nella curia di Petroio nel luogo detto Carraja, che confina con Bindo di Nerotto e con due strade. Di un altro detto Montebbi che termina con Giaconimetto di Marco colla strada, con Nevio di Nevio e col Vallone e finalmente d'una casa che è in Petroio e che ha vicino la strada, gli eredi di Bardino Bardi e Giovanni di Mone. 297 AH 318 carta 19 9 dicembre 1347. Rogato Ventura del q. Ranuccio di Siena. 68) Fr. Franceschino di Guiduccio da Trecozzano abate di Monte Oliveto, assieme col suo Capitolo espressamente nominato, elegge Salvuccio d'Asciano in procuratore sopra qualunque lite da agitarsi in qualunque luogo e con qualunque persona, e generalmente a fare ogni atto, che è connesso con questo uffizio. 230 BL 341 pag.1 16 ottobre 1348. Rogato Lando del quondam Accorso d'Arezzo frate di Monte Oliveto ed avanti l'ingresso nella Religione, notaio. 69) Fr. Lando del q. Feo Accorsi d'Arezzo frate e scriba, notaro e giudice ordinario prima che si facesse religioso, incomincia un libro autentico, cioè PROTOCOLLO, chiamato ancora "Libro delle Abbreviature", in cui si contengono molti Istrumenti, quali tutti appartenenti alla religione Olivetana, che trattano d'Atti Capitolari sia di tutta la Congregazione che del Monastero di Monte Oliveto e di qualche altro a lui soggetto, di compre, vendite, donazioni, testamenti, affitti, vestizioni, Professioni, Elezioni, Procure, Istanze, appellazioni, apprendimento di possesso e di rifiutazioni di eredità, monasteri, chiese, case ed altri Beni. I suoi continuatori sono stati Fr. Giacomo del q. Paolo Naboni, chierico della diocesi di Soana e Fr. Giovanni di Matteo da Orvieto, anch'essi frati di Monte Oliveto e notari e giudici creati avanti d'entrare in religione.Questo libro non eccede il 1398, è veramente aureo ed uno de più rimarcabili che si ritrovi nel suddetto monastero. Vi è un indice di poco merito, fatto da moderno soggetto di cui è stata veramente eccessiva la libertà nell'avere scritto in quelle medesime carte, di sì spettabili antichi autori. San Benedetto a Porta Tufi a Siena (1322 – 1348) ===================================== Già esisteva vicino e fuori porta Tufi una chiesa dedicata a San Frediano, costruita circa l'anno 797 da Donna Maria Bisdomini, come appare nelle Cronache di Siena nei manoscritti presso gli Eredi dell'eruditissimo Signor Umberto Benvoglienti. a foglio 24. Il primo monastero che fu accettato dal beato Bernardo Tolomei fu quello di San Benedetto a Porta Tufi fuori di Siena, nell'anno 1322, lo aveva messo a disposizione Bonaventura di Valcherino (o Gualcherino), gentiluomo terziario francescano e in seguito rettore dello spedale della Casa della Misericordia. Lui stesso aveva cominciato a fabbricarlo, fuori di porta Tufi, e fu intitolato a S. Benedetto. I monaci di S. Benedetto godettero ben presto di tanta stima, che fin dai primi tempi, fu introdotto presso il Comune l'uso d'invitarne due per assistere alle periodiche elezioni dei magistrati della Repubblica.(Così dice il Lancellotti, op. cit. p.117) Il 31 ottobre 1338 annotiamo l' Intervento dei monaci di Monte Oliveto e di S. Benedetto di Siena per difendere i propri diritti a riscuotere la "quarta mortuorum", davanti all'autorità vescovile. (Reg. Oliv. I,11). L'edificazione delle mura di Siena e sviluppo cittadino nei primi decenni del '300. Proprio nei primi due decenni del trecento, data la prosperità della città e il suo notevole incremento demografico, si dette l'avvio ad un progetto grandioso, il maggiore in estensione di tutta la storia senese, che oltre a borghi nuovi, incluse anche estesi spazi verdi che potevano consentire una maggior autonomia in caso di assedio e soprattutto offrissero zone vergini allo sviluppo edilizio. Le ragioni della costante espansione della città in atto agli inizi del Trecento sono da ricercarsi quindi negli effetti dell'immigrazione, alla quale probabilmente dettero un non piccolo contributo gli operai incaricati dei nuovi lavori della fabbrica del Duomo, della sistemazione stradale, della manutenzione delle fonti, della costruzione del palazzo Comunale e di tutti quei lavori di pubblica utilità che caratterizzarono il governo dei Nove. L'incremento demografico e l'espandersi dell'area urbana acquistano un particolare interesse inquadrati nella totalità della vita economica senese del Trecento. L'aumento della popolazione documentata per i primi decenni del secolo, coincise infatti a Siena con un incremento della produzione industriale, soprattutto nella produzione e lavorazione laniera, con la possibilità di invenire numerosa la mano d'opera e quindi a prezzi più bassi e con un notevole sviluppo della domanda interna. Del 1323 sono le mura nel tratto di Val di Montone, con la sistemazione della porta nel 1326, anno in cui avvenne anche la progettazione generale di tutto il nuovo tracciato di mura, dalla porta di Ovile a quella di San Marco, quindi da Follonica fino a sant'Agostino, porta Tufi. Era un progetto di largo respiro che veniva ad ampliare la città e ad offrire nuovi spazi urbani verso sud, sud-ovest. Non era solo il Comune che programmava questo tipo di espansione, ma era la popolazione stessa a non sentirsi sufficientemente sicura dal lato di Camollia che non era protetta da solide mura, mentre se pur all'esterno alle mura, si formavano insediamenti proprio a sud, con un senso di tranquillità e prosperità là dove la città si apriva verso la soggetta Grosseto e verso la Maremma, dalla quale si incoraggiava addirittura l'immigrazione. La testimonianza diretta di frequenti richieste di cittadinanza presentate da abitanti del contado al Consiglio della Campana, come pure, le registrazioni di nuove case nella Tavola, trovano risposta nel 1329 con la facilitazione offerta dal Comune, relativamente verso i meno abbienti, con la modifica del sistema di tassazione dei nuovi cittadini. Infatti per statuto ogni nuovo cittadino, all'atto della presentazione della richiesta di cittadinanza, doveva impegnarsi alla costruzione di una abitazione propria del valore di almeno 100 lire nella città o nei suoi borghi, e questo provvedimento certamente riusciva ad evitare la lievitazione degli affitti che sarebbe seguita alla maggiore richiesta di alloggi ed allo stesso tempo si operava così una sorta di selezione dei nuovi cittadini. Ecco poi l'espansione anche nel borgo di San Maurizio, il borgo di Abbadia Nuova, e in questo senso la costruzione di questa cinta trecentesca sembra voler almeno in parte precedere lo sviluppo anche urbanistico di questo territorio, quasi a ventaglio lungo la direttrice esterna di ciascuna delle porte. Proprio nei primi due decenni del trecento, data la prosperità della città e il suo notevole incremento demografico, si dette l'avvio ad un progetto grandioso, il maggiore in estensione di tutta la storia senese, che oltre a borghi nuovi, incluse anche estesi spazi verdi che potevano consentire una maggior autonomia in caso di assedio e soprattutto offrissero zone vergini allo sviluppo edilizio. Dopo l’arrivo a Siena dei monaci di Monte Oliveto, invitati nel 1322 da Bonaventura di Gulcherino, cognato di Fra Patrizio Patrizi, persone devote e parenti di nuovi giovani monaci sostennero lo sviluppo del nascente monastero con donazioni e lasciti testamentari, che dal 1322 al 1688 possediamo per transunto ed elencati in numero di 32 atti notarili DOCUMENTI DI SAN BENEDETTO A PORTA TUFI ======================================== Qui poniamo solo i documenti del tempo di San Bernardo, che provengono anticamente dal monastero di San Benedetto di Siena a Porta Tufi, e che si trovano citati e in transunto trascritti nel volume manoscritto da Don Ippolito Piccolomini nel 1774 per il monastero di San Benedetto e ai quali si fa riferimento anche nelle descrizioni in ordine alfabetico UU nello stesso . 1319 - Ser Guadagno notaro. Donazione del podere di Acona 1319 - Ser Guadagno notaro. Donazione del Podere di Melanino. B 1 B 2 B 3 1339 12 01 : Ego domina..filia de Sancto.. B 5 - Ser Giovanni del già Ser Ranucci di Ventura Eredità di Ser Sozzo per fra Girolamo(Cerbaia-Rasa di Sovicille).UU f.42 fac.2 B 6 1339.08.07 : Donazione di 125 moggia di grano. Atto fatto nel chiostro di San Benedetto. 1338 - Guido del già Vanni detto il Porco UU f. 43 Ecco la descrizione dei documenti: 1338 Eredità di Ser Sozzo per Fra Girolamo B 5 UU a fo 42 fac 2 Pervenne al Monastero di San Benedetto l'eredità di Ser Sozzo mediante la persona di Fra Girolamo monaco, avendo il monastero suddetto preso il possesso di un pezzo di terra, vigna e bosco con Casa, Capanna e cisterna in Corte di Cerbaia detto Rasa, confinante da due parti la via e da altra Mignanello d'Andrea Mignanelli, sotto rogito di Ser Giovanni del già Ser Ranuccio di Ventura, come al Contratto sciolto in Cartapecora segnato B.5 ed al Libro segnato UU. a fo. 42 fac. 2. La sopraddetta possessione non si possiede dal Monastero nè se ne trova la vendita. Ser Giovanni del già Ser Ranucci di Ventura. 1339/8/7 Donazione di grano: 125 moggia B 6 - UU f. 43 Nell'anno 1338 Misser Niccolò del già Giotto de Ragnoni donò al Monastero di San Benedetto moggia centoventicinque di grano cedendo tutte le ragioni delle medesime, che gli potevano competere e gli si competevano contro Galletta suo figliolo emancipato e che detto suo figlio lo doveva dargli per tutto il tempo di sua vita dei frutti e rendite di certe possessioni poste nella Corte del Sasso di Maremma, sotto rogito di Guido del già Vanni detto il Porco, come appare al Contratto sciolto in carta pecora segnato B. 6 ed al Libro segnato UU a fo. 43. "Ego dominus Niccolaus miles filius quondam Grotti de Ragnonibus de Senis per me ipso et omni jure via et in quibus possum tantum donationis inter vivos. Ita per aliqua ingratitudine vel offensam vel alio modo renueri non possit plene libere et simpliciter do et dono vobis fratri Bareta Comes Mini de ordine fratrum Sancte Marie de Monte Oliveto prope senas recte et stipulanti pro domino Abbate monasterio Capitulo conventu et fratribus Sancte Marie de Monte Oliveto et eorum fraturm vice et nomine nominum infrascriptorum et ex eorum et totum do cedo et concedo vobis... dictum est et in dictum dominum abbatem Monasterii Capituli Conventus et fratrum per ..omnia et singula jura et actiones et petitiones et pignora obbligationes reales et principales...directas tacitas ex expressas sine mixtas et omnes alias que et quas... ..mediorum frumenti boni puri et necti ad rectum starum comitatus Sen. sine malitia de summa et quantitate eorum usum fructuum reditum sen. proventum quod dictus Galletta in dare et tradere tenetur debet et promisit toto tempore vite sue per usum fructum et reditum..et possessiones posite in castro Sassi Umbronis comitat Sen. et dicte curie. Pérout de pactis latius dicitur... ..Preterea ego notarius infrascriptus percepi nomine Ture et...sta. sen. dicto domino Niccolao donationis prope...predicta omnia et singula confiteor per hoc instrumentum et omnia singula observar. de ipso abbati fratribus Monasterio Capitulo et Conventu Sen. is per singula vel singuli consensuit et promisuit in... Actum in claustro sancti Benedicti Sene de Monte oliveto posito extra portam de Tufis prope Senas coram fratre Ristoro Balducci, fratre Bencivenne, Johannis de dicto ordine, Magistro Lando Magistri Cennis et Salvi Accorsini tantum presentibus et rogatis. Ego Guido not. filius quondam Vannis vocatus Porci predictis omnibus interrogatus et ea rogatus... Guido del già Vanni detto il Porco. Sant’Anna in Camprena – Siena 1324- 1334 =================================== Fin dal 1324, a circa quindici chilometri da Monte Oliveto Maggiore, madama Uguccia, vedova di Messer Ranuccio dei Ragnoni, entrambi senesi, donava agli Olivetani il suo palazzo e fortilizio in Camprena, presso Pienza (allora ancora Corsignano), perché facessero un monastero dedicato a Sant'Anna. Fu accettata l'offerta, ma, per la pochezza della rendita, non poterono i monaci trapiantarsi colà se non dopo vari anni. Più tardi nel 1334, vi fu posta una famiglia se pur piccola. Il 4 maggio 1347 è Priore Fra Taddeo Stefani di Firenze. SAN BERNARDO DI AREZZO 1333 Si dice che Carlo Magno, essendo venuto ad Arezzo ed avendo veduto ridotto a postribolo l'antico e distrutto Anfiteatro romano, situato tra il fiume Castro e la chiesa di S. Donato, ne fece dono a questa per redimerlo da tanta vergogna; e poi per migliorarne ancora le sorti, il vescovo Guido lo cedette al Fondatore di Monte Oliveto. Forse il Tarlati destinò realmente quel luogo agli Olivetani, ma data la ribellione di lui incominciata poco dopo, non se ne fece nulla in quei primi anni e soltanto nel 1333 il luogo fu comprato dal Tolomei, che vi fece edificare chiesa e monastero in onore di S. Bernardo. Il Vescovo di Arezzo Guido Tarlati chiamò in questa città i Monaci di Monte Oliveto nel 1332, ma l'apertura del monastero si poté fare più tardi. Atti rogati nel monastero di San Bernardo: (I numeri di riferimento messi accanto corrispondono al fondo dell’archivio di Stato Notarile antecosimiano di Firenze sia per Arezzo che per Volterra) 14/02/1339 Chimento del fu Niccoluccio da Arezzo 44868 Actum: nella chiesa di S. Bernardo 26/07/1346 Vanni del fu Guglielmo di Anghiari 49729 Actum: nel luogo detto via Orciolana vicino alla vigna donata al convento di S. Bernardo, nel piano di Arezzo 30/06/1348 Palazzo del fu Vannuccio da Arezzo 51294 Actum: nella casa del testatore, nel borgo di S. Bernardo, Arezzo. 15/08/1348 Bartolo del fu ser Marzio 51508 Actum: nella casa dei frati di S. Bernardo, Arezzo 20/08/1348 Guido del fu Rodolfo 51553 Actum: nel luogo dei frati di S. Bernardo, Arezzo Altre notizie di quegli anni sono: “” 1333 – “Eodem anno de mense maii incoeptus est locus sancti Bernardi ordinis Montis Oliveti Arretii, et die XII mensis celebrata est ibi missa. Qui locus prius vocabatur el Parlagi, ubi stabant meretrices publicae Civitatis Arretii ( Cfr. Annales Arretii, col. 858 de « Rerum Italicarum scriptores, tom. Vugesimus quartus”). - (Anche nell’elenco dei Potestà colon. 971 si dice): Tunc eodem anno venerunt in dictam civitatem Fratres Sancti Bernardi et emerunt locum, in quo prius stabant meretrices.” 1333 – Praecedentibus immensibus imbribus Arnus fluvius excrevit, ut ponte Buriani superavit et Florentiam pene submerserit et in Altare Sanctae Crucis Florentiae exundavit. Contacino Domino Speranze de Monte Feretri Potestate Arretii. - Die jovis IV novembris fuit maximum diluvium quasi per totum orbem et crevit flumen - Arni in tantum,quod aliquae domus Burgi ceciderunt propter dictam innundationem aquarum et crevit in tantum flumen Arni, quod XX domus de Burgo Laterinae iverunt ad ruinam; et tunc omnes nomine exierunt de domibus et recesserunt in podiis; et etiam Florentini maximum damnum receperunt, vide licet quod Pons della Carraia, Pons vetus, et Pons Sanctae Trinitatis ceciderunt et plures nomine existentes super ipsis mortui sunt et nullus poterat ire per civitatem, nec per Burgum, immo ibant de tecto in tectum. (Dalla cronaca dei Potestà): Et eodem anno venerunt in dictam civitatem Fratres Sanctae Mariae de Carmino qui prius non erant et ecclesiam fecerunt de novo in burgo Sancti Laurentii. 1334 – Ob ingentes pruinas et frigoris saevitiam vineae Tusciae et aliarum provinciarum Italiae extinctae sunt. “” Bibliografia: Annali Aretini, a 1333 Infatti tra i documenti troviamo: 1333 maggio 13 Arezzo Attestato notarile della prima messa celebrata da fra Simone del fu Tura da Siena nella chiesa che stava per sorgere accanto ad un monastero olivetano nel luogo chiamato "Parlasgio"(Arezzo) acquistato dal beato Bernardo. (Reg. Oliv. I,10. Copia cartacea.) Duomo di Arezzo 1339 ottobre 12 Arezzo Il vicario del vescovo di Arezzo riconosce l'immunità ecclesiastica al monastero di Monte Oliveto. (n. 8). 1340 aprile 12 Arezzo. Attestato di retta amministrazione rilasciato dal comune di Arezzo a Fra Francesco Patrizi da Siena e Fra Pietro Peruzzi da Firenze camerari di detto comune. n.10). 1340 aprile 13 Arezzo Gregorio Foraboschi da Firenze monaco camaldolese e camerario del comune di Arezzo attesta di aver ricevuto dall'olivetano Pietro Peruzzi da Firenze, un tempo camerario del comune e da fra Patrizio anch'egli camerario, i residui del denaro amministrato nel tempo del loro incarico. (Reg. Oliv. I,14). 1343 luglio 7 S. Giovanni di Siena Pubblicazione di una lettera del vicario generale del vescovo d'Arezzo indirizzata al monastero di S. Giovanni di Siena (volgarmente detto del Pescione), in cui si minaccia il priore di scomunica poiché aveva ricevuto, senza licenza dell'abate di Monte Oliveto, il monaco fra Bartolomeo di mastro Mino da Siena. (Reg. Oliv. I,15). 1347 4 maggio : E' priore Fra Angelo Mannucci di Arezzo, e cellerario Fra Cristiano di Spello. Sant’Andrea di Volterra ( 1339 –1348 ) ============================== Il Vescovo e signore di Volterra, Ranuccio di barone Allegretti, rivolgendosi al Tolomei, con lettera piena di alta stima e venerazione, il 18 ottobre 1339, chiamò gli olivetani nel luogo suburbano di S. Andrea in Postierla, che era stata una cappella unita alla mensa del Vescovo, dotata di un podere ed edificata da un cappellano e da un chierico. La chiesa di Sant’Andrea era rimasta inabitata ‘..et quasi spelunca latronum effecta’. Con il parere del Capitolo dei canonici con bolla del 13 ottobre 1339 il vescovo concesse la chiesa di Sant’Andrea agli olivetani. La donazione fu accettata dal procuratore di Monte Oliveto, Fra Cristoforo "Ser Jacobi" d'Arezzo; ma, prima della venuta dei monaci, il vescovo stesso provvide al restauro della chiesa molto malandata. Il comune di Volterra, il 9 settembre 1340 concesse al nuovo monastero un’annua elemosina di 60 lire, né dimenticò in seguito di aiutare nel miglior modo possibile i monaci stessi, ai quali, il 16 maggio 1341 donò 15 lire “pro emendo paramenta et alia necessaria dictae Ecclesiae Santi Andrete” ed altre 15 lire fece loro versare il 7 marzo 1354 allo stesso scopo. Grande era la povertà del nuovo monastero e il vescovo Ranuccio gli donò il 24 maggio 1341 un podere posto nella curia di Montalcino in luogo detto “Poggio Saio ” di Montalcinello di Volterra, con case, vigne e col canone annuo di 12 staia di grano. Il 17 novembre 1342 Matteo fu Mannino donava allo stesso monastero “tutti i suoi beni, terre e case, posti nel castello della Nera”, seguito poco dopo dal fratello ser Giovanni fu Mannino. Questo notaio, della contrada di borgo, con testamento del 15 febbraio1345 donò ai frati di sant’Andrea una gran parte dei beni che possedeva a Volterra ed a Montecatini, fra i quali una casa posta in Volterra, nella contrada di borgo, un’altr nel chiasso di Vallebuona ed un terreno in Pian d’Ormanno. Pochi anni appresso, nel 1347, il notaio Giovanni Mannino da Volterra donò al Tolomei i suoi possedimenti a Montecatini in Val di Cecina, perché vi edificasse un monastero in onore di S. Michele Arcangelo nel luogo detto Palombara. Il 4 maggio 1347 è Priore Fra Tommaso Minucci Berrisi campsoris di Siena e cellerario Fra Nicola de Piccolomini di Siena. Si cominciò infatti a costruire la chiesa, vi si destinò la famiglia religiosa col priore designato Fra Michele di Giovanni da Prato, ma poi per i danni arrecati dalla grande peste del 1348, che rese deserte quelle campagne, si ottenne invece di unire tali rendite al monastero di S. Andrea di Volterra, innalzando in questa chiesa un altare a S. Michele Arcangelo. Il Vicario generale del Vescovo di Volterra riconosce la donazione di Ser Giovanni del fu Manino (avvenuta nel 1348), relativa ad un possedimento con la chiesa di S. Michele, in favore dei monaci olivetani di S. Andrea (come da Reg. Oliv. I, 12 I documenti rogati in Sant’Andrea di Volterra sono: 17/11/1342 Spinello del fu ser Nero; Antonio del fu ser Nero 47279 Actum: nel dormitorio della chiesa di S. Andrea Matteo di Mannino dona i suoi beni nel castello della"Nera" 13/12/1342 Leonardo del fu Sigherino da Volterra 47406 Actum: nella casa e luogo dei frati di S. Andrea, in Volterra 23/06/1344 Giovanni del fu Marcuccio; Iacopo del fu Marcuccio da Volterra 48432 Actum: nella chiesa di S. Andrea, presso Volterra 03/05/1347 Luca di Gianni da Volterra; Ranieri del fu Balduccio 50251 Actum: nella casa di Vanni del fu Neri, in Volterra Da altra fonte Momdip: Il 4 maggio 1347 era priore di S. Andrea: Fra Tommaso Minucci Berrisi 26/05/1348 Giovanni del fu Marcuccio da Volterra 51073 Actum: nella chiesa di S. Andrea, presso Volterra. Da altra fonte: Chita vedova di ser Buonaccorso figlia del fu Bindo lascia.. 26/05/1348 Giovanni del fu Marcuccio da Volterra 51072 Actum: nella chiesa di S. Andrea presso Volterra 30/05/1348 Lorenzo di ser Ciano da Volterra; Attaviano del fu ser Michele da Volterra Actum: nella chiesa di S. Michele, nella contrada di S. Angelo in Volterra. 51080 Da altra fonte: Andrea fu Allegrino... 07/06/1348 Giovanni di Puccio da Volterra 51135 Actum: nella casa del fu Andrea Allegrini, on Volterra. Da altra fonte: Margherita di Pietro di Talino dona il podere "Cerreto" 03/07/1348 Francesco del fu ser Vito; Vito del fu ser Francesco del fu ser Vito 51347 Actum: nella abitazione del testatore, in Volterra. Da altra fonte: Ser Andrea dona delle rendite di un pezzo di terra a "Pinzano" 19/12/1348 Nardo del fu ser Giusto da Volterra 51821 Actum: presso la casa di Andrea di Minuccio da Volterra, nella contrada di Piazza, Volterra 18/10/1339 45356 (E vi è una copia autentica fatta da Lando del fu Accorsi d'Arezzo frate e Monaco di Monteoliveto notaio e giudice ordinario creato avanti il suo ingresso in Religione e concordato col suo originale da Ser Xtofano monaco del medesimo Ordine Notaio e Giudice ordinario ) Bolla di D. Rinuccio vescovo di Volterra diretta a D. Bernardo abate di Monteoliveto diocesi di Arezzo, ai monaci e capitolo dove si dice che la chiesa di S. Andrea di Postierla presso Volterra spettante immediatamente al vescovado essendo totalmente disabitata e volendola riformare e ristabilire con erigervi un monastero, perciò previo il consenso di D. Niccolò da S: Sepolcro Arcidiacono, d'Andrea, Deodato e Gio. Canonico costituenti tutto il capitolo di Volterra, unisce ed incorpora detta chiesa al Monastero suddetto di S: Maria di Monteoliveto all'effetto che il suddetto abate vi costituisca i monaci del suo Ordine donando a Fra Xristofano di Ser Jacopo d'Arezzo procuratore de detto Monastero tutti i beni, diritti, e Ragioni spettanti a detta chiesa, assolvendoli da tutte le decime dovute per dkiritto catedratico e liberandoli da ogni giurisdizione e da ogni legge diocesana con altri privilegi, ingiungendoli però in alcune nomionate feste deell'anno due di detti membri intervengano alle funzioni nella chioesa Cattedrale di Volterra. Dato in Volterra nel Palazzo Vescovile. Actum: nel palazzo vescovile in Volterra 18/10/1339 45357 Cino di Siena; Lando del fu Feo di Accorso da Arezzo; Cristofano monaco dell'Ordine di S. Maria di Monte Oliveto, di ser Viva di Tone In Dei nomine Amen. Hoc est exeplum sive copia cuisdam autentici privilegii emanati a reverendo in Xto patre Domino Domino Rainiero Dei et apostolice gratia episcopo Vulterrano olim et tunc existenti et presempti in quandam membrana apprensione, sigillis eiusdem domini olim episcopi iuxta morem munimine ac roborati et transumti et exemplati hic per me Landi Fei notarii cuius quendam privilegii talis est tenoris. Videlicet: Rainuccius Dei et apostolice sedis gratia episcopus Vulteranus religioso domino Bernardo abbati monasterii Sancte Marie de monte Oliveti aretine dioecesis ordinis Sancti Benedicti eiusque fratribus et monacis capitulo et conventui et eorum successoribus in perpetuum salutem et sinceram in domino caritatem. Cura pastoralis offitii nostri exigit plantare religionem et plantatam monasteriis omnibus confovere. Unde cum Ecclesia sive locus Sancti Andree de Postierla prope Vulterram ad episcopatum nostrum Vulterranum immediate spectantans diu sit et fuerit deputata totaliter et inhabitata et quamvis ad horrendum et spelunca latronum effecta: divino cultu et debitis obsequiis notarie destituta;nos dicto infelici et dissoluto statui ecclesie prelibate compatientes ex debito offitii incumbentia et cura eundem status aciem nostre mentis et paterne considerationis exponentes intuitum ac attendentes per ipsam ecclesiam cunctum debitum honestatis et juris ut dictum est divini cultus defectum multiplicem pateretur ex qua quam pluribus Christi fidelibus eiusdem ecclesie reparate dissolutionis exempla scandalosa femina necnon morum dispendia parabantur. Volentes quoque defectibus scandalis et periculis obviare predictis et dicta ecclesia omnesque abitatores in ea ecclesiasticis disciplinis imbuere et reformare in melius erigendo eam in monasterium et eam de personis regularibus reformando ad omnia, singula infrascripta discreti viri Locti prioris canonice de mandato de monte tertio de Vulterris sindici et procuratoris Archidiaconorum canonicorum et capituli nostre maioris ecclesie vulterrane quorum canonicorum nomina sunt haec scilicet Dominus Nicholaus de Burgo sancti Sepulcri Archidiaconus demum Andrea Deotatus et Johannes quondam Cutrofaciunt totum Capitulum ispum maiorem ecclesie Vulterrane ad hoc specialiter constitutum et plenum mandatum habentibus, tractatum..promissa ac deliberatione solemni perhabita cum eodem sindico prompte libere ac cedente consensu ipsam ecclesiam Sancti Andree episcopali auctoritate et ex nostra ordinaria potestate ad divini nominis laudem et gloriam et beate Marie Virginis matris eiusdem et omnium sanctorum et sanctarum Dei in monasterium el locum regulare quam prius secularis capella erigimus facimus costituimus et decernimus et censemus ex nunc et in perpetuum hunc monasterium collegiatum et regulare ibique vigere debere monastichum ordinem et observantiam regularem secundum reg. beati Benedicti et ipsam ecclesiam regularem et collegiatum monasterium facimus cum omnibus domibus orto proprio iuxta dictas domos et vinea propria ad Volimeto indulgentiis privilegiis rebus aliis et bonis et juribus et pertinentiis suis que hic et in posterum faciente domno adepta fuerit et poterit adipisci.. Et quia vos abbatem fratres et monachos capitulum et conventum dicti monasterii nomine experientia edocente viros religiosos et sancte conversationis et vite per quos Actum: nel palazzo episcopale in Volterra. 09/09/1340 Rubrica dello Statuto del Comune di Volterra, in cui si dice che al Convento dei Frati di S. Andrea di Volterra di Monteoliveto è consegnata l'annua somma di Lire 60 per il vestiario , e tonache e legne dei frati, da pagarseli nel mese d'ottobre. Rog. Ser Paolo del fu Neri 24/05/1341 46549 Meo del fu Chelino da Chiusino Don Rainuccio vescovo di Volterra considerando che i Frati del Convento di S. Andrea di detta città non potevano vivere decentemente a motivo della scarsezza delle loro rendite, perciò previo consenso del Capitolo da in locazione a Fra Pietro Donati da Perugia dell'Ordine olivetano procuratore del detto Convento di S. Andrea tutto il podere del Poggio Lai posto nella Curia di Montalcino diocesi di Volterra con case, prati e vigne e tutte le altre pertinenze descritto nei suoi confini, con dover dare al Vescovado ogni anno staia 12 di grano di pensione. Fatto in Firenze. Rog. Meo del fu Chelino da Chiuslino Not. Actum: nella casa della chiesa di S. Iacopo fra i fossi, Firenze 17/11/1342 47279 (Matteo del fu Mannino di Volterra fa donazione tra i vivi a Fra Guido del Luccio di Siena dell'Ordine di Monteoliveto vicario dio Fra Agostino Priore del monastero di S. Andrea i Volterra della metà d'una casa posta nel castello di Nigra, e di diversi pezzi di terra posti nel confini di detto Castello descritti nei loro Fatto appresso la chiesa di S. Andrea presso Volterra nel dormitorio di detto luogo. Rog. Antonio del fu Ser Neri Not. Dall'imbreviature di Ser Spinello suo fratello.) Actum: nel dormitorio della chiesa di S. Andrea Matteo di Mannino dona i suoi beni nel castello della"Nera" 13/12/1342 47406 Leonardo del fu Sigherino da Volterra (Cambio del fu Corsino della Curia di Montevolterrano fa donazione irrevocabile tra i vivi a Fra Agostino recipiente per il Convento di S. Andrea presso Volterra dell'Ordine di Monteoliveto d'una casa posta nel Castello di Nigra e di diversi pezzi di terra posti nei confini di detto Castello descritti nei loro confini Actum: nella casa di S. Andrea, in Volterra 23/06/1344 48432 Giovanni del fu Marcuccio; Iacopo del fu Marcuccio da Volterra (Particola del testamento di donna Lorca del fu Riccomanni e vedova di Aiuto di Giunta; in cui lascia alla chiesa di S. Andrea di Monteoliveto presso Volterra un pezzo di terra posta nelle appendici di Volterra luogo detto Pugneto, e lascia eredi universali i poveri. Fatto in Volterra Rogato Jacopo del fu Marcuccio dagli atti di Ser Gio. suo fratello) Actum: nella chiesa di S. Andrea, presso Volterra 15/05/1346 49635 D. Rainuccio vescovo di Volterra accorda 40 giorni di indulgenza a quelli che avranno aiutato con limosine gli Olivetani del convento di S. Andrea presso quella città, che si trovavano nelle necessità di resarcire il loro monastero. Actum: in Berignone. 03/05/1347 50251 Luca di Gianni da Volterra; Ranieri del fu Balduccio Actum: nella casa di Vanni del fu Neri, in Volterra Da altra fonte Momdip: Il 4 maggio 1347 era priore di S. Andrea: Fra Tommaso Minucci Berrisi 02/01/1348 50738 Cristoforo monaco del monastero di S. Maria di Monte Oliveto, figlio di ser Viva di Tone "In nomine Domini Amen. Ad laudem Virginis Marie. Anno Domini ab Incarnatione millesimotrecentesimo quadragesimo octavo, indictione secunda dies secundo mensis januarii Andreas olim filius Ugolini Ciardi de Vulteris et constitutus ........in presentia Reverendi in Xto patris nostri dopni Franceschini Guiducci abbatis monasterii sancte Marie de Monte tenutorum et corporale ponere excipiendi et firmandi et donec ipsa tenuta pro dicto monasterio accepta fuit constituo me pro nostro monasterio nomine Acona.... Actum in coro et capite altaris ecclesie monasterii sancte Marie di Monte Oliveti in Acona comitatu senarum Ordini sancti Benedicti et coram Angelo Francisci de Senis et Andree Petri de Vulteris.. totis presentibus et rogatis. Ego Frater Xpofanus frater monacus monasterii sancte Marie de Monte Oliveti imperiali auctoritate notarius publicus de Senis olim filius Ser Vannis tunc notarius predictis omnibus interfui et de mandata licentia dicti dopni Franceschini abbati prefati rogatus sum, scripsi et publicavi."" (Andrea del fu Ugolino Ciardi di Volterra costituito in presenza di D. Franceschino di Guiduccio abate del monastero di S. Maria di Monteoliveto diocesi di Arezzo davanti l'altar maggiore della chiesa offerisce se stesso e tutti i suoi beni promettendo stabilità, conversione e obbedienza secondo la regola di S. Benedetto. Rog. Fra Xtofano monaco di detto Monastero e Not.) Actum: nel coro presso l'altare del monastero di S. Maria di Monte Oliveto. 18/02/1348 50844 (Giusto detto Fra Giusto del fu Barone Tignosi di Volterra come erede di donna Ghita sua sorella già moglie di Piero Bucci e come erede di donna Tesa altra sua sorella già moglie di Bencivenne di Puccio costituisce per suoi procuratori Fra Perotto( detto in altri documenti:Pierozzo ...da Firenze) di Bertello o Martello e Fra Niccolò d'Ambrogio di Siena del Convento di S. Andrea dell'Ordine di Monteoliveto di Volterra a tutte le liti. Actum: Firenze Rog. Matteo di Bartolo da Torri.) Da altra fonte: 14 maggio 1348: Ruggero vende un codice di Cino da Pistoia per 31 fiorini d'oro 15/05/1348 51035 Testamento di Donna Simona dei Buonaccorso da Volterra e sorella della suddetta Ghita nata nella casa la quale dopo alcuni legati in favore di alcune persone istituisce erede universale il Convento di S. Andrea dell'Ordine di Monteoliveto presso Volterra. Fatto nella chiesa di S. Andrea Rog. Gio. del fu Mannino) Actum: nella casa di Pugliese di Chelino in Volterra. Da altra fonte: 18 maggio: Viscontina fu Matteo lascia 10 lire.presso Volterra 24/05/1348 51086 Testamento di donna Tessa moglie di Naldo Ciardi di Volterra, la quale fa fa piccoli legati ed istituisce eredi i Frati di S. Andrea di Volterra dell'Ordine di Monteoliveto. Fatto in Volterra. Rog. Ventura del fu Tura - dalle imbreviature di Ser Franco di Gianni Not.) Actum: nella casa di Nieri di Custore in porta Silice, in Volterra. universale il convento di S. Andrea dell'Ordine di Monteoliveto 26/05/1348 51072 Testamento di donna Simona dei Buonaccorso da Volterra e sorella della suddetta Ghita nata nella carta e ..la quale dopo alcuni legati in favore di..istituisce Actum: nella chiesa di S. Andrea presso Volterra 26/05/1348 51073 (Testamento di donna Ghita vedova di Ser Buonaccorso da Volterra e sorella del fu Bindo bifolco ora dispone d'essere sepolta apprresso la chiesa di S- Agostino, a Balduccio suo figlio lascia la 4a parte delle sue doti, e lascia erede universale donna Simona sua figlia e dopo la di lei morte sostituisce il Convento di S. Andrea degli Olivetani di Volterra. Actum: nella chiesa di S. Andrea, presso Volterra. Rog. Ser Gio. del fu Mannino da Volterra) Da altra fonte: Chita vedova di ser Buonaccorso figlia del fu Bindo lascia.. erede 30/05/1348 51080 Donna Margherita...sua moglie la istituisce erede usufruttuaria di tutti i suoi beni: eredi universali istituisce i Frati del Convento di S. Andrea di Volterra dell'Ordine di Monteoliveto. Fatto in Volterra. Rog. Attaviano del fu Michele dall'imbreviature di lorenzo di Ser Ciana) Actum: nella chiesa di S. Michele, nella contrada di S. Angelo in Volterra. Da altra fonte: Andrea fu Allegrino... 07/06/1348 51135 (Testamento di donna Margherita di Piero Talini da Volterra e vedova d'Andrea Allegrini la quale lascia diverse masserizie a Cerbone figlio del suo marito, fà altri legati a diverse chiese, ai Frati di S. Andrea di Volterra lascia un pezzo di terra posto a Colcereto; ed istituisce eredi universali ed esecutori testamentari i medesimi Frati Olivetani di S. Andrea. Fatto in Volterra. Rog. Gio. di Puccio da Volterra) Actum: nella casa del fu Andrea Allegrini, di Volterra. Da altra fonte: Margherita di Pietro di Talino dona il podere "Cerreto" 18/06/1348 (Testamento di donna Cara del fu Bargetto da Volterra e vedova di Lenzo del fu Contadino che dispone d'essere sepolto appresso la chiesa di S. Agostino, ed istituisce suo erede universale Antonio suo figlio legittimo, al quale se fosse morto nell'età pupillare, sostituisce i poveri ed altri luoghi pur lasciando al Convento di S. Andrea degli Olivetani di Volterra la metà d'una casa posta in Volterra nella contrada di S. Angelo. Fatto in Volterra. Rog. Giusto di Ser Guasto da Volterra.) Actum: nella casa degli eredi di Lenzo di Contadino, nella via Nuova, nella contrada di S. Angelo. 23/06/1348 51255 (Particola del Testamento di piero del fu Ser Lippo da Volterra , in cui lascia £ 20 per la refezione del tetto della chiesa di S. Andrea dei Frati Olivetani ai quali lascia ancora un pezzo di terra posto in Prugneto descritto nei suoi confini. Fatto nella chiesa Maggiore di Volterra Rog. Vito del fu Ser Franco di Ser Vito, dall'imbreviature di Ser Franco suo padre) Actum: nella chiesa maggiore in Volterra. Da altra fonte: Piero fu Filippo dona una terra a "Pugnato" e 10 lire per rifare il tetto. 28/06/1348 51297 (Testamento di Bertuccio di fu Fuccio da Volterra, il quale lascia ad Antonio di Piero da Volterra una casa posta in detta città, e un pezzo di terra posto il luogo detto Ascianeto, ed istituisce eredi i Frati Olivetani di S. Andrea di detta città. Fatto in Volterra Rog. Biagio di Gio. dall'imbra..di Ser Michele Ghinucci) Actum: nella casa del testatore, nel piano di porta Silice in Volterra 02/07/1348 51323 (Particola del testamento di del fu Cheluccio da Volterra... il quale istituisce erede universale Ganuccio suo fratello, colla condizione che se fosse morto senza successione o prima di essere intestato, fossero eredi i Frati olivetani di S. Andrea. Fatto in Volterra Rog. Jacopo di Ser Matteo dall'imbreviature di suo Padre) Actum: nella casa dei Tignoselli in Volterra. 02/07/1348 51324 (Testamento fatto da Ganuccio da Ulignano, il quale dispone d'essere sepolto nel cimitero di S. Pietro di detto luogo, lascia a donna Bana sua madre l'usufrutto di tutti i suoi beni, ma fà diversi legati in favore di persone della sua parentela, ed istituisce erede universale Bartalo suo fratello, il quale se fosse morto ab intestato o senza successione, o prima del testatore, allora lasica la sua eredità al Convento di S. Andrea dei Frati Olivetani. Fatto in Volterra Rog. Matteo del fu Ser Muzzo di Ser Piero da Volterra) Actum: nella casa dei Tignoselli in Volterra. 03/07/1348 51347 (Particola del testamento fatto da Ser Andrea del fu Maestro Brandino da Volterra, il quale dispone che dalle rendite d'un pezzo di terra posto in Pingano nelle appendici di Volterra si dovesse dare al Convento dei Frati olivetani di S. Andrea due quarre di pancotto e soldi 20 e il resto ai poveri ai quali ancora lascia eredi di tutti ii suoi beni. Fatto in Volterra Rog. Vito di Ser Francesco di Ser Vito dall'imbreviature di detto suo Padre) Actum: nella abitazione del testatore, in Volterra. Da altra fonte: Ser Andrea dona delle rendite di un pezzo di terra a "Pinzano" 11/07/1348 51429 Testamento di Francesco del fu Ser Gio. di Volterra, il quale dispone d'essere sepolto appresso la chiesa maggiore di Volterra e lascia diversi legati ai parenti e ai poveri, e come erede universale istituisce il Convento di S. Andrea dei Padri Olivetani. Fatto in Volterra. Rog. Gio. del fu Cetino dall'imbreviature di Ser Francescodi Ser Vito). Actum: nell'abitazione del testatore in Volterra. 17/07/1348 51427 (Particola del testamento fatto da Benedetto del fu Gio. dei Salvucci da S. Gimignano, il quale lascia al Convento di S. Andrea degli olivetani di Barbiano un pezzo di terra posto nel distretto di S. Gimignano luogo detto al Mulino e li lasci a pure alcune masserizie. Fatto in S. Gimignano Rog. Domenico di Ser Loccio di Rinieri Not.) Actum: nella casa del teste detto Benatore, in S. Gimignano 21/08/1348 51551 (Fra Stefano del fu Martino da Volterra del popolo di S. Pietro offerisce se stesso e dona tutti i suoi beni nel Monastero di S. Maria di Monte Oliveto contado senese nelle mani di Fra Luca del fu Ghinalducci da Arezzo Priore del Convento di San Bernardo di detta città. Fatto nella chiesa dei Frati di San Bernardo d'Arezzo Rog. Guido di Ridolfo Not.) Actum: nella chiesa dei frati di S. Bernardo. (Questo documento lo troviamo a S. Andrea di Volterra perché Fra Stefano del fu Martino era stato fatto poi procuratore di S. Andrea, come risulta da un documento del 23 aprile 1353 per l’acquisto di una casa di 125 lire.) 19/12/1348 51821 Actum: presso la casa di Andrea di Minuccio da Volterra, nella contrada di Piazza, Volterra Santa Maria di Barbiano a San Gimignano di Siena ( 1340 -1348) ================================================= Il monastero di Santa Maria di Barbiano di San Gimignano fondato da un cavaliere Giovanni di Gualtiero Salvucci da San Gimignano (che storicamente prima del 1260 erano Ghibellini e rivali dei guelfi Ardinghelli), e da Margherita de' Bardi fiorentina. Margherita s'impegnò ad edificarvi la chiesa in onore della Madonna e del Battista, senza riservarsi su di essa alcun diritto. L'atto di donazione fu rogato il 2 ottobre 1340; consenziente il Vescovo Allegretti, che si trovava ancora in Volterra, prima di essere scacciato dal partito dei Belforti. Il Salvucci, nel suo testamento del 1348, si scelse la nuova chiesa come sepolcro suo e della famiglia, e volle esservi sepolto con l'abito di devozione olivetano. (Lancellotti, op. cit.p. 132). Sappiamo che i Salvucci furono una delle due famiglie, che insieme agli Ardinghelli dominavano nella vita sociale e politica di San Gimignano. Certo la peste del 1348 insieme alle guerre, alle congiure avevano definitivamente prostrato San Gimignano, e il 28 febbraio1349 il Comune decise di fare pieno atto di sottomissione a Firenze, dando veste giuridica a un dominio che esisteva di fatto già da lungo tempo, come è evidenziato dal matrimonio che c'era stato tra il cavaliere Giovanni di Gualtiero Salvucci e Margherita de' Bardi fiorentina. Elenco dei poderi di Santa Maria di Barbiano- San Gimignano ============================================ (posseduti il 20 novembre 1811) 1) Podere detto del Noce, nella cura di San Michele a Strada, comune di San Gimignano: una casa uso per lavoratore, con forno, capanna, scala e terrazzo coperto. Terreno lavorato da Francesco Fazzosi 2) Podere detto San Biagio, posto nella cura di Santa Maria a Cellori, comune di San Gimignano: Una casa per uso lavoratore, forno, capanna, scala e terrazzo coperto, terreno lavorato da Giuseppe Pozzi: 6 appezzamenti. 3) Podere di Casale, nella cura di San Michele a Casale: n° 11 stanze, con forno e capanna; il podere è lavorato da Antonio Malguori. 4) Podere del Casalino, posto nella cura di San Michele a Casole; terreno lavorato da Giovanni Maria Bandini. 3 appezzamenti 5) Podere di Montegompoli di Sotto, nella cura di Sant’Andrea: Terreno lavorato da Paolo Meini. 6) Podere di Monte Gompoli di sopra nella cura di Sant’Andrea: podere lavorato da Paolo Meini 7) Podere di Candiale nella cura di Sant’Ippolito a Gennano: podere lavoreato da Domenico Franceschini. 8) Podere detto del Sambuco nella cura di San Jacopo a Cortennano: podere lavorato da Giovanni Gori di 4 appezzamenti 9) Podere di Montagnano, nel popolo di San Jacopo a Cortennano: pdere lavorato da Gio.Batta Giomi, 7 appezzamenti. 10) Podere di Monte Corulli, nel popolo di San Pietro, con 13 stanze; podere lavorato da Lorenzo Martinucci: 12 apezzamenti. 11) Podere Macinativo nella curia di Santa Lucia di San Benedetto: Casa con 6 stanze, forno e capanna: podere lavorato da Francesco Tacconi. San Bartolomeo in Verzaia fuori porta San Frediano di Firenze (1334 – 1348) Fuori di porta S. Frediano, sopra un monticello detto "monte di bene", nel popolo di S. Maria in Verzaia (oggi Pignone) era sorto un oratorio intitolato a S. Maria del Castagno, dove solevano convenire la festa dalla città, a fare le proprie divozioni, i confratelli della Compagnia della Purificazione della Madonna, volgarmente detti i Ciccialardoni. Costoro, volendo che il loro oratorio fosse sempre officiato, cedettero tutto il luogo al procuratore di Monte Oliveto, F. Innocenzo di ser Domenico da Torrita, il 1 maggio 1334 e vi furono mandati subito alcuni monaci. Pochi anni dopo, nel 1337, un certo Bartolo di Capponcino Capponi donò a F. Alessio, priore di S. Maria del Castagno, un podere adiacente, perché i monaci si costruissero, entro cinque anni, una chiesa adatta ai loro bisogni, dedicandola al suo patrono S. Bartolomeo 30/06/1338 Fra Tommaso del q. Minuccio da Siena con la licenzi Fra Luca di Ghenalduccio Priore di S. Maria del Castagno dell'Ordine di Monte Oliveto elegge per suoi Procuratori in solidum Fra Venturino da Trequanda, Mino di Pietro Tolomei, Francesco di Branche Accarigi, Ser Mino di Tinello e Ser Niccola d'Amidea, ad effetto che possino agire ogni di lui lite e difendere ogni sua ragione Roagto Alamanno del q. Ghino Segna da Firenze AV Il 4 maggio 1347 è priore Fra Lorenzo Cione di Arezzo San Michele Arcangelo in Montecatini ( 1347 –1348 ) ======================================== Nel 1347 il notaio Giovanni Mannino da Volterra donò al Tolomei i suoi possedimenti a Montecatini in Val di Cecina, perché edificasse un monastero in onore di S. Michele Arcangelo nel luogo detto Palombara. Si cominciò infatti a costruire la chiesa, vi si destinò la famiglia religiosa col priore designato Fra Michele di Giovanni da Prato, ma poi per i danni arrecati dalla grande peste del 1348, che rese deserte quelle campagne, si ottenne invece di unire tali rendite al monastero di S. Andrea di Volterra, innalzando in questa chiesa un altare a S. Michele Arcangelo e fu quindi rilasciato. San Bartolomeo della Solfatara di Petroio (Siena 1347-1348) ============================================= Il 4 maggio 1347 è Priore Fra Tommaso di Minuccio di Siena. I N D I C E 1) Abbazia di Monte oliveto Maggiore pagg. 1 – 43 2) San Benedetto a porta Tufi di Siena pagg. 44 – 48 3) Sant’Anna in Camprena pag. 49 4) San Bernardo di Arezzo pagg. 50 – 52 5) Sant’Andrea di Volterra pagg. 53 – 62 6) Santa Maria di Barbiano a S. Gimignano pagg. 63 – 64 7) San Michele Arcangelo in Montecatini pag. 65 8) San Bartolomeo pag. 65

Nessun commento:

Posta un commento